lunedì 2 gennaio 2012

Se no che gente saremmo


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Museo Geologico Giovanni Capellini
Via Zamboni, 63 - 40127 Bologna - Tel. 051 2094555

www.museocapellini.org

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CeP
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Se no che gente saremmo


Autore: Gianfelice Facchetti
Genere: biografico, sportivo.



Il 3 a 0 del ritorno contro il Liverpool, che ribalta il 3 a 1 dell'andata in terra inglese e regala all'Inter la semifinale della coppa dei Campioni.. l'Inter del mago Herrera. Era il 12 Maggio 1965.


La partita del secolo, quell'Italia – Germania finita 4 a 3, che rappresenta ancora oggi la storia del calcio in 120 pazzeschi minuti. Era il 17 Giugno del 1970


Giacinto Facchetti è stato tutto questo e molto altro ancora.


Nel romanzo però è sopratutto l'uomo, il padre di Famiglia, la giovane promessa del calcio che fa il servizio di leva, che si sposa secondo le regole di un Italia memorabile e che trova nei valori fondamentali di una vita, la ragione profonda del convincimento con cui affrontare le sfide di tutti i giorni.


E' l'Italia della Gazzetta dello sport, degli editoriali del Guerin sportivo, della grande Inter, delle cose che cambiano strappando sorrisi e qualche lacrima di nostalgia. E' un film in bianco e nero, che lentamente diventa a colori, scorrendo sul filo d'erba sempre verde di San Siro, fra le sue torri, nella nebbia o sotto il sole, mentre le grida di gioia e i cori rinnovano le generazioni, passando di padre in figlio.


Facchetti, il grande terzino, che ha rivoluzionato quel ruolo e il modulo di gioco, è una storia per tutti, non solo per chi ama i colori neroazzurri, ma sopratutto per coloro che in questa realtà, così consumista, avida di parole e povera di ideali, cercano ancora un simbolo, una bandiera che rappresenti quell'irresistibile attrattiva della rettitudine, tipica dei valori che non passano e restano, incastrati fra il cuore e la mente. Con la sensazione che quando ci rinunciamo, perdiamo una parte di noi stessi.


Il Figlio di Giacinto ci parla con le parole di chi ricorda, fra qualche nota d'espressione romanzata e altre più giornalistiche, gli ultimi mesi e giorni del campione fatto uomo, l'ultima tessera di un puzzle che scopriamo, pagina dopo pagina, e dove le grandi vittorie dello sport non hanno nulla da invidiare a quelle della vita.


In questo parallelo, c'è la risposta che tanti giovani oggi cercano, attraverso le aspirazioni e le ambizioni, ma senza rinunciare all'onore dell'uomo, alle sue promesse, solide come la radice di un albero, da cui tutto nasce. Del resto e all'opposto “se no che gente saremmo?”.


Una frase che dice tutto, della fiducia e del convincimento. Della parola data che non è promessa e non è giuramento, ma è un impegno a gratificare il fatto che una persona vale per quel che è, non per ciò che ha.


E' un narrazione bella e nel contempo triste, perchè non c'è felicità cui non s'accompagni un pò di umano senso del dolore: ogni persona del resto, è anche questo.


E' una storia sulla volontà di esserci: con una parola, un pensiero, a volte un sorriso, che sintetizzi tutte quelle grandi frasi che nascono nei diari della scuola e poi abitano il cuore degli uomini e delle donne, ispirandoli nel futuro. Ed è anche la scelta di fondo, di vivere liberi. Fedeli a qualcosa di così intenso che nemmeno il tempo potrà consumare.


E' un romanzo di immagini: le più significative sono sempre le più semplici, perchè l'intensità di un momento non appartiene alla gloria o allo sfarzo delle parole, bensì a quelle rare emozioni custodite in luogo magico, dove viaggiamo per l'eternità, in compagnia di noi stessi.



Se no che gente saremmo” è una storia Italiana di successo, d'amore e di virtù, il testamento di un grande sportivo che è riuscito a battere persino il campione di calcio dentro di lui, giocando nel campo della vita, come un uomo forte delle sue convinzioni, che ci ha insegnato, ancora una volta, che non esistono eroi, ma persone capaci di fare la cosa giusta al momento giusto. E questo, oggi più che mai, dobbiamo ricordarlo tutti e insegnarlo, in una realtà dove c'è un disperato bisogno di persone come Giacinto, di persone cioè buone, perchè di cattivi ce ne sono già abbastanza.


Giacinto, tu sei tutto quello che... (continua sul sito dell'Inter).


                                                                                  Marco Solferini
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