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Via Zamboni, 63 - 40127 Bologna - Tel. 051 2094555
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ROMANZI - SAGGI - TESTI UNIVERSITARI
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Mare al mattino
Autrice:
Margaret Mazzantini
Genere:
drammatico, attuale, storico.
“Mare
al mattino” è la storia di due Bambini e due madri.
Il
piccolo Farid è costretto a lasciare la Libia, in uno stato di
guerra civile, per via della caduta del Rais.
In
fuga da una società macchiata dalla violenza più becera e cieca,
dove la povertà sembra una sorta di predestinazione, dalla quale si
sfugge, con gli occhi dei Bambini, nell'incontaminato mondo della
fantasia.
Non
ha mai visto il mare Farid, ma esso è proprio nel mezzo di questa
chimerica salvezza, verso le coste dell'Italia: un viaggio
allucinante, pietoso, così orribile da essere innominabile, dove le
persone vengono disumanizzate, relegate al ruolo di semplice merce.
Un viaggio dove la salvezza sembra un miraggio oltre il deserto della
sopravvivenza.
Farid
lascia la sua terra ed il suo passato, gli odori dei ricordi, il
sapore della tradizione: quella naturale bellezza che appartiene alla
civiltà di un Popolo, fiero e sovrano.
Dall'altra
parte del mare, Vito, figlio di Angelina, impara a conoscere la sua
età non più di adolescente; vive i ricordi del passato di sua
madre, che appartenne a quegli Italiani di Libia che seguirono i
colonizzatori, impiantandosi in una terra dove il gemellaggio della
cultura, nacque dalle stagioni del cuore.
Per
poi essere spazzato via dalla brutale repressione del Rais, all'epoca
un giovane carismatico rivoluzionario.
Un
incubo che fece scoprire alla generazione degli onesti, le colpe
infami dei padri, figlie della guerra e di tutte le più orribili
oscenità che questo iracondo mostro, si è lasciato alle spalle.
Angelina
ha lasciato sulle sponde dell'Africa una vita costruita nelle scatole
cinesi di un posto che albeggia ogni mattina nella sua memoria e si
addormenta con i sogni.
Insieme
con un giovane amore, ancora incontaminato dalla dietrologia
politica, che avrebbe assorbito una parte del suo cuore, annerendone
poi il sangue con l'odio, nero come il petrolio.
Suo
figlio Vito, forte del bagaglio tramandatole dalla madre, vede
l'incubo ad occhi aperti della follia che ha devastato le Torri
Gemelle, e il silenzio solenne della polvere di Ground Zero, dove le
vittime perdono il nome e appartengono a tutti gli innocenti che
pagano il prezzo più alto dell'odio.
Esattamente
come la prima razzia di persone voluta dal Rais di Libia, poco dopo
il suo insediamento, fu contro gli ebrei: deportati senza scampo.
E
Angelina c'era, molti anni prima, quando scoprì la maestra di scuola
piangere dopo l'appello in classe, perchè due giovani alunni,
colpevoli solo del proprio retaggio, erano assenti e non sarebbero
più tornati. Lasciando dietro di sé banchi vuoti, come tombe
monolitiche della ragione che aveva ceduto alla pazzia.
Allo
stesso modo, oggi Vito osserva i famigliari delle vittime
dell'attentato di N.Y, costretti a riconoscere il volto dei loro
cari, dalle immagini televisive di chi, disperatamente, si gettava
dalla torre nord, in cerca della salvezza, nel vuoto, per sfuggire
alle fiamme.
Il
passato e il presente. Un ultimo viaggio, in quel che resta della
terra libica, poco prima della caduta del dittatore, quando ormai
sembra che l'onda lunga della sua supremazia si stia esaurendo. Un
viaggio insieme con sua nonna, nella terra di quand'era bambina,
perchè lei, in fondo, è stata araba per 11 anni della sua vita.
In
questo viaggio, attraverso un presente che cerca di sconfiggere il
mito del passato vissuto negli occhi di una bambina, ritroverà quel
che resta della memoria, in un cimitero dove le tombe degli Italiani
sono state profanate, e le salme costrette a rientrare in patria.
Tuttavia,
le vittime non conoscono nazionalità e la sofferenza appartiene al
sangue di coloro che subiscono gli effetti nefasti del conflitto.
Appartiene
a lei e al padre di Farid, un antennista ucciso dai fedeli del Rais,
senza motivo.
E'
un lungo filo d'Arianna, nel mezzo del quale c'è il mare, che separa
i Popoli, ma non le coscienze.
L'Autrice
è più che brava, è perfetta nelle descrizioni degli ambienti e
degli umori.
Utilizza
in modo sapiente, cordiale e straordinariamente persuasivo, la
creatività esplicativa delle metafore, l'infinita grandezza delle
allegorie, la placidità ossessiva dei sinonimi e dei contrari.
Le
sue parole fuoriescono dalle pagine, prendono vita e disegnano frasi
intense, bellissime, a tratti sganciate dall'argomento in sé:
paralleli di una realtà dove la vita e il sogno si fondono, come lo
sguardo di un Bambino posto di fronte all'esigenza di crescere.
Similitudini
di completezza per argomenti narrativi sviscerati in nome
dell'eccellenza poetica.
Il
lettore resterà ammaliato e coinvolto, colpito, affranto, si sentirà
solo in balia delle pagine, per poi ritrovare se stesso, quando il
testo smetterà di raccontare di sé e passerà la mano alla
coscienza di noi tutti, che siamo i protagonisti della vita, della
nostra e di chi ci siede accanto.
L'interrogativo
di base è la scelta, se appartenere cioé alla rettitudine della
consapevolezza scientifica, che annida nella forza dello spirito
umano, oppure, cedere all'inutile sentimento della forza figlia
dell'ira, che è debolezza di tutto e non lascia niente.
Ho
riletto alcuni passaggi di questo straordinario libro e credo che lo
fare anche voi, annotando qualche frase nella mia agenda, perchè
vorrei ricordarmele nei momenti che contano, quando sono certo che
potrò imparare da me stesso.
“Mare
al mattino” è un opera straordinaria, che riesce ad amalgamare
l'arte con la poesia, le immagini con le parole. Un testo scritto con
superba bravura ed umiltà narrativa. Intenso, passionale, visivo,
coinvolgente: trasporterà la coscienza del lettore in un
appassionante vortice narrativo, fra presente e passato.
Marco
Solferini
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