lunedì 16 gennaio 2012

A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca

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A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca

Autore: Don Lorenzo Milani.
Genere: attualità.




A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca” è un testo che ci ripropone la celebre lettera di Don Milani, ai giudici del 1965 (più altri scritti), quando, in conseguenza della sua presa di posizione sull'obiezione di coscienza, gli fu contestato l'apologia di reato.

La prefazione invece, è un prezioso ed elegante saggio a cura di Roberta de Monticelli che argomenta alcune dei passaggi della corrispondenza di Don Milani, facendo luce e chiarezza su di un paradigma senza tempo, quale del resto sono le riflessioni, che il prete ci offre come spunto per una serie di elucubrazioni, a tratti filosofiche, spesso realistiche.

La filosofia dei classici, unita alla teologia del vangelo, ma anche quella grande cultura personale nazional popolare che per decenni, specialmente nel dopoguerra, ha sostenuto e alimentato le credenze soggettive su cui poggiavano le coscienze.

Don Milani è stato un prete controcorrente, in una comunità montana, lontana dalle grandi città, con problemi pratici quali “cibo e un tetto sopra la testa” per i povere, i precari, i contadini, e i loro figli, quel proletariato che lo Stato spesso sfruttava, anzitutto nella disuguaglianza rispetto ai figli dei ricchi.

Oggi si legge ancora Don Milani e forse è particolarmente importante farlo, perchè quando tratta della Costituzione violata, dei diritti dei più deboli, spesso calpestati in modo innominato, grazie ed attraverso delle congetturali sofisticazioni, archetipi del variopinto animo truffaldino di cui la società moderata è affetta e drammaticamente c'è un riscontro, a distanza di ormai 40 anni dalla sua morte.

Nelle sue lettere ci sono considerazioni di valore.

Sopratutto però, c'è un latente “j'accuse” al potere che coinvolge e castiga solo alcuni, ma non tutti, che nelle sue linee di indirizzo, smarrisce il sentimento liberale di rispetto verso l'uguaglianza figlia delle pari opportunità. Nelle sue parole certamente dotte, malgrado la dimensione territoriale, il lettore riscontra la genuina possanza del convincimento.

L'ingiustizia diventa complice di un osservanza delle regole, che sono però indirizzate e controllate da quest'ultima.

Oggi forse più che mai, meticolosamente schiacciati, noi tutti, dalla società dell'accettazione, che spinge gli individui a rivolgersi con occhio critico, suadente, apparente al presente, e speranzoso al futuro, nascondendoci oltre la nebbia delle bugie e dei silenzi, complici omissivi di un grande assassinio: la morte della ragione.

Don Milani ha difeso la salvaguardia dei piccoli, attraverso i grandi ideali, quelli che spesso si riscontrano nelle parole, ma si smarriscono nei fatti.





A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca” è un testo da (ri)scoprire, e sopratutto da commentare con il pensiero, che permette di viaggiare liberi negli spazi della memoria. Una riflessione, che parte da un evento scatenante, quale fu l'obiezione di coscienza, ma prevalentemente investe le antinomie dell'essere umano, la sua doverosa importanza nell'ordine delle cose e la disuguaglianza a danno dei deboli e degli ignoranti.

Consigliato sopratutto ai giovani che non conoscono età perchè si sentono tali finchè conservano la libertà nella mente e nel cuore.

                                                                                        Marco Solferini 




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