lunedì 2 gennaio 2012

La mia anima è ovunque tu sia


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La mia anima è ovunque tu sia


Autore: Aldo Cazzullo.
Genere: drammatico, storico, sentimentale.




Alba, piccolo paese nel piemontese, è il 1945 e la guerra volge al termine. I fascisti, o quel che rimane delle loro brigate, sembrano schegge impazzite e vagano alla ricerca di una salvezza per sé stessi, uccidendo senza pietà i partigiani.


La lotta si sposta dalle strade ai boschi, dalle piazze alle Chiese, in ogni dove: per vendetta, giustizia, sopravvivenza.


Sullo sfondo, un Mondo destinato a cambiare, e un Italia che sembra sul punto di rinascere. La classe operaia da una parte, fatta da ex braccianti, agricoltori e nuovi lavoratori delle grandi industrie che si identifica nel comunismo e dall'altra parte, quel che resta delle lobby padronali, vicine alla Chiesa cattolica di Roma.


In questo clima dove tutto sembra essere possibile, due partigiani, Domenico e Alberto, si recano da un prete, nel cuore della notte, per reclamare un tesoro, quello della Quarta Armata, nascosto forse nei sotterranei della chiesa.


Due uomini che hanno condiviso l'avventura, la lotta, la fame e la disperazione della guerra, ma anche, e sopratutto, l'amore per un donna: Virginia.


E' il 1963, Amilcare Braida è uno scrittore cittadino di poco successo, oltre i confini di quel villaggio che è diventato, nel dopoguerra, una città costruita attorno ad un imprenditoria emergente, sorta alla fine del conflitto, così improvvisa da aver sollevato alcuni interrogativi sulla provenienza di questa ricchezza che ha forgiato due imprese su scala internazionale, specializzate entrambe nella produzione di vino.


Forse è una storia questa, pensa Amilcare, degna di essere scritta, forse potrebbe addirittura essere il suo testamento di scrittore visto che un male incurabile sembra aver deciso la fine sei suoi giorni.


E' il 25 Aprile del 2011, nei boschi di Costamagna, l'ex. partigiano Domenico Moresco, titolare di una delle due imprese produttrici di vino, è stato trovato morto mentre andava in cerca di tartufi.


La polizia indaga, tra presente e passato e anche una bellissima investigatrice privata, al soldo del rivale imprenditore del Moresco, tale Antonio Tibaldi, indaga.


Dalle ombre del passato, questa morte anomala, sembra collegarsi a quel tesoro di tanto tempo fa e al nome della donna amata e mai dimenticata: Virginia.


Un gran ritmo. Capitoli brevi, immediati nell'esposizione dialettica e circostanziati, per quanto concerne l'elaborazione dei caratteri protagonisti.


Una narrazione che alterna il 1945, con il 1963 e finisce nel 2011: contemporanee distanti nel tempo, ma vicine per la ricostruzione dei fatti.


Una storia che rassomiglia ad un album di fotografie.


Un mistero, permeato dall'amabile capacità di coinvolgere il lettore, appassionandolo ad una storia d'Italia, per l'Italia, carica di uno stile pulito e ben organizzato.


Emozioni d'altri tempi che strappano sorrisi e lacrime amare, nelle profonde riflessioni che l'Autore ci offre, in quel passato, qui servito su di un piatto d'argento, che sembra una vendetta per capire le nostre incongruenze del presente, come Popolo: il testamento vivente di ciò che resta di un sogno. Di un Italia diversa.


Cazzullo è bravo, abile ed intelligente nel rifiutare la critica esasperata e fine a se stessa, lasciandosi invece andare a quell'indagine storica, che ci riporta a considerare alcuni luoghi comuni, in rapporto alla verità raccontata dagli eventi.


Forse troppo duro nei confronti della classe sacerdotale, ad avviso dello scrivente eccessivamente identificata con l'idea del padronato d'elite, che controlla e cerca un lobbistico sfruttamento del lavoro e dell'imprenditoria, per amalgamare il suo ruolo nella realtà contemporanea.


Davvero pregevole la “salomonica” spartizione del tesoro, ed i riferimenti, più o meno velati ai poteri forti che andavano consolidandosi, per controllare fazioni e circoscrivere ambiti della produttività economica e della concezione politica del pensiero.


Merita tuttavia, una precisazione, la frase che uno dei protagonisti del romanzo regala al lettore: “io non parlo di donne, io parlo con le donne”; in ossequio al periodo storico di riferimento, tale affermazione è di paternità del celebre Avvocato Gianni Agnelli, che ebbe a pronunciarla in una sua intervista negli anni 80.



La mia anima è ovunque tu sia”, è un buon romanzo all'Italiana, magistralmente diretto da Aldo Cazzullo, che conferma le sue doti di narratore introspettivo, padrone di una straordinaria capacità di fondere l'esposizione giornalistica con l'indagine storica. Il risultato è uno scritto d'eccellenza, molto immediato nel ritmo narrativo, godibilissimo e appassionante.


                                                                                         Marco Solferini
Io


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