The
Cleaner
Autore: Paul
Cleave
Genere:
Thriller
Joe è
un anonimo uomo di mezza età, che vive una realtà discreta e priva di
attrattive, in una delle città più grandi città della Nuova Zelanda:
Christchurch.
Lavora nella manutenzione
dell'edificio che ospita la centrale di polizia.
Passa
il suo tempo ad occuparsi dei suoi due pesci rossi e della madre, cui rivolge
una visita settimanale che, complice anche un accentuato principio di demenza
senile, si risolvono in una sorta di copione ripetitivo, di frasi come di
episodi.
Joe
ha una sola caratteristica che lo rende differente dal marasma della
consuetudine urbana: è un serial killer.
Di
tanto in tanto, si introduce in casa delle sue vittime, quasi sempre donne: ama
recitare una sorta di parabola dell'uomo moderno, un elogio alla follia della
normalità, poi le violenta e le uccide.
E' un
assassino meticoloso, attento, che si conforma al ragionamento induttivo delle
vittime e deduttivo della polizia che, senza successo, gli da la caccia, in
particolare, senza sapere di averlo sotto gli occhi tutti i giorni, lui, l'uomo
delle pulizie che sembra un mezzo ritardato, un bonaccione innocuo che si
ritaglia sorrisi amari, quasi di compassione.
Nessuno sospetta e più in generale,
nessuno lo nota, tranne Sally, sua collega di lavoro, schiava di un
esistenzialismo votato alla sofferenza interiore; schiacciata da una religiosità
che non comprende, in una vita che le lascia solo gli avanzi, costringendola a
conservarli come se fossero il meglio a disposizione.
Sally
è convinta che Joe sia la sua seconda chance di aiutare qualcuno, dopo il
fallimento con suo fratello Marvin.
Joe
invece, ha un problema più serio, perchè fra gli omicidi che la polizia gli
addebita, ce n'è uno che non ha commesso.
La
scoperta gli provoca un senso di frustrazione ed un egocentrico sentimento di
ingiustizia che banalizza ancora di più le scarse capacità cognitive dei tutori
della legge, ma nel contempo lo pone di fronte all'evidente sfida di sostituirsi
ad essi, per cercare il suo emulatore.
Comincia così una caccia “diversa”,
un indagine ad opera di un assassino, che vede quel che potrebbe osservare la
mente criminale, che pensa e agisce nel modo in cui si comporterebbe un omicida
seriale. Le sue intuizioni sono perverse, i suoi metodi di ricerca tutt'altro
che ortodossi.
Sul
suo cammino però, incontrerà tre verità sconvolgenti, che si tradurranno in
altrettante sfide, la prima è l'ipotesi che l'uomo cui dà la caccia sia un
poliziotto, la seconda è l'incontro con un altro killer seriale, una donna che
ribalterà il suo ruolo di predatore, e infine.. c'è sempre Sally in un modo o
nell'altro, ad aspettarlo.
Il
romanzo d'esordio di Paul Cleave è certamente originale, se considerato il
panorama delle pubblicazioni thriller che il mercato offre, in questo periodo.
Sopratutto, se si considera che è
scritto in prima persona, quindi il punto di vista dominante sono i pensieri di
Joe e, quando il protagonismo si sposta a Sally, quelli di
lei.
La
storia presenta descrizioni di luoghi e paesaggi aventi matrice evidentemente di
genere minimalista, che ricordano molto la trascendenza post moderna della
struttura sociologica nel dopoguerra.
Il
lettore è calato in una realtà contemporanea che muta, pur nella sua apparente
immobilità.
Il
cambiamento è una stasi perpetua che si rinnova in se stesso, creando la
struttura del decadimento fisico e chimico della realtà, come insieme di persone
concentrate in un sistema di azioni, parole, omissioni e pensieri quali sono le
città, tale per cui la trasformazione finale è solo la parte conclusiva di un
processo che è, esso stesso, il mutamento. Per questo impercettibile. Per questa
ragione “noi cambiamo senza accorgercene”.
A
corollario di questa metafisica del sistema, a metà fra il filosofico e lo
scientifico, sopravvive un senso opprimente e claustrofobico
dell'esistenzialismo imperfetto, tarato sulla trasparenza delle azioni; dominate
dall'ossessiva temperanza degli eventi, che macchinosamente attraggono l'uomo
per poi respingerlo e plasmarlo come una sorta di punizione a vivere alla
giornata la propria quotidianità.
C'è
una sorta di dogma imperioso nella quotidianità di Joe che rappresenta un
circolo vizioso, da un lato potendo essere lo schermo perfetto, ma nel contempo
rappresentante l'epitaffio di una non – vita; la sua accettazione è frutto della
convinzione che lo stesso decisionismo, di porsi in relazione con la realtà
contemporanea sia un modo per dominarla.
Joe
si autocelebra, elevandosi come personaggio e sminuendosi in quanto
uomo.
La
vittoria delle sue riflessioni è nell'assunzione del controllo, la sua arma
vincente è il sovvertimento, attraverso la manipolazione della c.d.
normalità.
Il
trionfo di Joe è la sconfessione del concetto di umanamente “giusto” ed
“accettabile”, queste due Colonne di Ercole che nascondo il Mondo esterno,
comprimendo l'uomo in una realtà frutto di una verità ottusa e ignorante. Siamo
in presenza del senso del contrario applicato alla Coscienza di Zeno, perchè il
protagonista si sente una cura per una realtà alla disperata ricerca di guarire,
da un male incomprensibile.
La
mentalità omicida, che distorce agli occhi del “normale” le riflessioni o le
congetture, persino i pensieri, di Joe, lo trasforma nel figliol prodigo del suo
personalissimo universo, fatto di congruenze e cinismo omicida.
Le
sue iterazioni con il sé sono paradossi di una mente coerente, se indagata dal
punto di vista della sua dimensione terrena.
In
questo, l'Autore aggiunge ottimi elementi di umorismo nero e freddure
anticonformiste che sono frutto dell'arguzia e della sottigliezza del
personaggio, spesso anche delle caricature che lui stesso attribuisce alle
persone che gli ruotano intorno.
Le
umiliazioni che sopporta da sua madre, l'arrendevolezza alla recita di un ruolo
che del resto è “solo” la vita di tutti i giorni, la dissimulazione gratificante
di sembrare poco intelligente, tutto ciò si scontra soltanto con le
sofisticazioni e credenze intuitive di Sally, in quello che è un altro
paradosso, forse il più interessante nel costrutto logico dei personaggi, perchè
siamo davvero di fronte ad una forza inarrestabile che impatta contro un muro
invalicabile. Cosa succede in questi casi se sono due persone, con quel passato
e quel presente, a rappresentare queste forze? Chi sopravviverà all'altro e
perchè?
I
prepotenti contenuti psicologici però non ingannino il
lettore.
E' un
thriller quello che state leggendo e a tinte molto forti, non manca certo di un
umorismo nero, ma tenga presente il lettore che ci sono omicidi, stupri e
torture, la cui descrizione è spesso come un pugno diretto nello stomaco e
quindi non per buoni samaritani.
La
trama alterna concetti prepotenti, come il senso della vita nella giungla urbana
dei predatori, il ricatto, la costrizione e
l'espiazione.
L'intelligenza di Joe sarà in grado
di far prevalere il suo mondo su quello di chi gli da la caccia, lo ricatta o
persino, di chi vuole aiutarlo?
Ricco
di colpi di scena, con una trama tutt'altro che prevedibile, ambientato in modo
essenziale e discreto, nei quartieri di una città dai molti sguardi: sorniona,
scontata e a tratti in fase di decadimento, “The Cleaner” è un thriller
a tinte forti, l'indagine di un assassino seriale, in un crescendo di omicidi,
ricatti e situazioni ai limiti dell'umana follia.
Marco Solferini
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