lunedì 31 marzo 2014

Brama

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Brama

Autore: Arne Dahl.
Genere: thriller, drammatico.

Il Gruppo Opcop dell'Europol, con sede all'Aia, è costituito da un team di agenti scelti provenienti dalle principali nazione dell'Unione Europea.

Il loro compito è quello di indagare i reati e le trame della malavita organizzata che travalicano i confini geografici, costituendo in sostanza il primo vero esempio di FBI europea.

E' durante un incontro dei grandi della Terra, riunitisi a Londra per discutere della crisi finanziaria che Arno Soderstedt, membro dell'Opcop viene raggiunto da un manifestante che apparentemente ha cercato di parlare con il Presidente americano Obama per lui raccontare qualcosa. Alcuni istanti prima di raggiungere Arno l'uomo viene travolto da un auto e non può che morirgli tra le braccia sussurrandogli poche frasi all'orecchio.

A Stoccolma una donna delle pulizie si attarda nella lussuosa villa del proprio datore di lavoro e quando l'allarme scatta rimane intrappolata nella casa. Per una volta decide di sperimentare su se stessa la vita agiata di chi ha ricchezze da vendere. Ma quando accidentalmente accede al computer mette in moto un complesso meccanismo di reati on line legati alla pedopornografia che apparentemente conduce ai legami fra il ricco imprenditore padrone di casa e l'ndrangheta, la potente organizzazione mafiosa Italiana.

L'ispettore capo Ralph Dryden della Metropolitan Police Service di Londra, meglio nota come Scotland Yard, si trova davanti la scena raccapricciante del cadavere di una giovane donna messa in posa come un opera d'arte e dal viso completamente tumefatto dalle percosse. L'autopsia rivelerà che nel retto della donna è conficcato un piccolo cilindro contenente due sigle, apparentemente codici e un messaggio rivolto direttamente all'Opcop.

Casi difficili, crimini che sembrano intricati e fra loro chiamano in causa il lato più grigio dell'Unione Europa; per il capo operativo dell'Opcop, Paul Hjelm si tratta di distribuire le risorse a disposizione costituite dal prezioso apporto di agenti scelti, specializzati ciascuno nel proprio settore.

Una sfida condotta su un duplice binario: da un lato la necessità di individuare i colpevoli e perseguire i reati, dall'altro l'obbligo di segretezza che avvolge l'innominabile forza sovranazionale di polizia e con essa il difficile coordinamento di procedure per poter agire entro i confini dell'Unione Europa, ma al di fuori dei singoli Stati membri.

Forte di una critica molto generosa da parte della stampa tedesca, sulla collana «Farfalle» della Marsilio GialloSvezia esce «Brama" il primo capitolo della nuova serie dello scrittore di successo Arne Dahl.

Ottima l'intuizione alla base della narrazione, la quale tuttavia si rivela drammaticamente limitata nel suo svolgimento espositivo.

Incontriamo più indagini concentrate nel medesimo filone narrativo il cui epicentro promana dalla struttura della forza di polizia sovranazionale, ma con una tempistica forzatamente uguale. Che si riassume in dialoghi efficaci dal punto di vista visivo, ma molto ripetitivi nella loro struttura: più rafforzativi della necessità di raccontare i protagonisti piuttosto che esplicare i contenti delle singole vicende. Quest'ultime relegate, per effetto, ad una panoramica basata su di un fatto, dal quale estrapolare l'antefatto, fondamentale per la deduzione dell'approfondimento finalizzato a sua volta alla risoluzione del micro giallo incardinato nel fatto stesso. Un circolo vizioso che somiglia molto ad una sceneggiatura da serie tv.

Il risultato è spesso una lotta fra la volontà di raccontare i molti personaggi coinvolti e la sintesi per non appesantire la narrazione.

La sterilizzazione dei protagonisti, argomentati e ricondotti ad alcuni stereotipi di pura efficacia strumentale, ne impoverisce i contenuti. Riducendoli a delle marionette poco credibili, unidirezionali, facili da interpretare nell'ottica di banalizzarne il comportamento per effetto della superficialità cui essi stessi si lasciano andare.

Il romanzo presuppone un seguito e come tale una serie. L'impostazione ne risente perchè risulta evidente come si stiano gettando le basi di qualcosa che deve venire, ma di cui il lettore non può essere chiamato a farne da subito le spese.

Il corpo della narrazione nella seconda parte del romanzo è debole e presenta una forte perdita di consistenza del sè creativo. Il punto di vista focale si sposta ad un oggettivazione altalenante che pare un collegamento forzatamente autoconclusivo nell'ottica di mettere ordine.

Nel corso della lettura ci sono spesso riferimenti alla criminalità organizzata, in particolare ad alcune celebri organizzazioni malavitose delle quali però si evince una grave mancanza argomentativa. La sensazione è che vi sia stata, a monte della stesura, un indagine conoscitiva di stampo giornalistico condotta a distanza con mezzi approssimativi.

Le prime 100 pagine sono appesantite da eccessivi riferimenti, a mò di spiegazioni, relativi alla procedura, prevalentemente penale, per donare un senso di plausibilità al difficile coordinamento delle indagini.

La generosità delle recensioni tedesche, pubblicate su alcune note riviste può indurre il lettore in inganno. Francamente le ho giudicate eccessive e per nulla motivate da un analisi realistica e sostanziale circa i contenuti del romanzo.

«Brama» è un thriller mediocre, basato su di un idea che ruota attorno al coordinamento di un corpo di polizia sovranazionale chiamato ad indagare in segretezza su crimini che coinvolgono varie nazioni dell'U.E. Sviluppato in maniera ripetitiva, è appesantito da una componente di procedura poco piacevole per il lettore. Interessante dal punto di vista dei dialoghi e apprezzabile nello svolgimento dei singoli eventi criminosi.

Consigliato solo a coloro che non possono farne a meno o credono che l'idea di fondo basti per oltre 400 pagine.

Marco Solferini
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marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com




domenica 30 marzo 2014

Il ritorno del killer

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Il ritorno del killer

Autore: James Patterson.
Genere: thriller, azione.

Kyle Craig ha un conto in sospeso con Alex Cross ed è venuto il momento di saldarlo.

Il ritorno di un avversario che stabilisce le regole. Camaleontico, spietato, sadico come il gatto che vuole giocare col topo.

Ma Alex Cross non è il genere di bersaglio che se ne sta ad aspettare un colpo da k.o.

Sullo sfondo di questo gioco d'inganni, c'è il mistero di un cecchino che sembra intenzionato a diventare il giustiziere di coloro che, ai vertici del comando, sono troppo potenti per essere perseguitati dalla legge.

Mentre le indagini si susseguono e le piste si incrociano grazie al lavoro della scientifica che traccia un profilo dell'assassino basato sulle sue abilità, il viaggio di Mitch e Danny trasformerà due uomini abituati ad arrangiarsi giorno dopo giorno, nella loro personale crociata per diventare degli eroi americani.

Omicidi a sangue freddo, enigmi, tecnologia e azione a tutto campo.

La formula vincente di Patterson non cambia.

Ritorna quindi nelle librerie d'Italia l'Autore più venduto del Mondo con il suo personaggio di maggior successo.

Su entrambi ho già avuto modo di scrivere più volte e questo nuovo capitolo della vita professionale e privata di Alex Cross è in linea con i precedenti.

Ritmo serrato, Patterson si mantiene ispirato dalla prima all'ultima pagina. Capitoli sintetici, dialoghi paratattici: un susseguirsi di pagine che sembrano colpi portati da un pugile che mette all'angolo il lettore, trascinandolo in un vortice d'azione.

Questo nuovo romanzo si associa ai precedenti presentandosi da subito come un mix di adrenalina giocato a carte scoperte. Una corsa contro il tempo per scongiurare il folle disegno di un nemico che associa l'ossessione alla capacità creativa di un intelletto votato alla vendetta.

I personaggi di Patterson sono caratterizzati da una fortissima focalizzazione su alcuni elementi del carattere che individuano e canalizzano l'azione. Questo stabilisce un parametro cui l'Autore rimane legato sino alla fine dell'opera. La sua abilità consiste spesso nello sviluppare i punti in comune dei personaggi, anche distanti fra loro, attraverso la contrapposizione.

Nel ciclo di Alex Cross, Patterson non tradisce il suo pubblico regalandogli una convincente scarica di adrenalina pura.

L'eroe è sempre lo stesso, forse più navigato rispetto al passato, ma non abbandona i dubbi e il proprio convincimento, basato sull'attenta analisi degli aneddoti e del particolare nel condurre le indagini. Questa sorta di «vita eterna» del protagonista rappresenta lo spunto creativo attorno al quale ruotano le vicende di una società sempre più marcia, corrotta, dove le volpi vagano libere per il pollaio.

A metà fra un boyscout e un decisionista schiavo del realismo, Cross mette insieme gli elementi dell'indagine come i pezzetti di un puzzle e rovescia lo schema azione - reazione che dapprima lo vede passivo fin quando non passa al contrattacco.

Queste caratteristiche salienti e prepotenti ben si sposano con il metodo espositivo immediato. Una narrazione fisicamente definita, partorita dalla volontà di coinvolgere il lettore avvolgendolo nella trama, grazie ad elementi di forte visibilità che trasferiscono il legame con il mondo di Alex Cross, dal punto di vista empatico, su di un livello del subconscio quasi cinematografico.

«Il ritorno del killer» è un indagine a tutto campo, una sfida mozzafiato che vede come protagonista Alex Cross, il fortunatissimo personaggio di uno degli scrittori più convincenti e stupefacenti del genere thriller – azione.

James Patterson all'ennesima potenza.. un emozione da non mancare.

Marco Solferini
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venerdì 7 marzo 2014

Banchieri

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Banchieri
"Storie del nuovo banditismo globale"

Autore: Federico Rampini
Genere: attualità, giornalismo.

Banchieri è un interessante testo pubblicato sulla collana «Strade blu» della Mondadori.

L'Autore, giornalista di navigata esperienza in Italia e all'estero, offre una serie di capitoli bevi, ma molto eloquenti su quelle che sono le plurime responsabilità dei banchieri avuto riguardo all'attuale crisi economica / finanziaria.

In particolare, si sofferma nell'indagate e nell'esporre una serie di comportamenti che vanno da quelle che si potrebbero definire piccole e reiterate truffe ai danni di milioni consumatori. Che moltiplicandosi esponenzialmente diventano delle macroscopiche fuoriuscite di denaro dalla società civile e conseguentemente un peso per tutti i contribuenti.

Passa poi in rassegna i legami collusivi con numerosi Governi che spesso viaggiano sull'ambiguo binario di una casta privatissima di banchieri appartenente alle banche centrali, unici titolati ad interagire con quella macroeconomia finanziaria le cui ripercussioni sul mercato dei consumi sono alla base dell'attuale stato di impoverimento dilagante.

Una casta di intoccabili insomma. Le cui responsabilità sono spesso nascoste, volutamente omesse, anche quando risultano insopprimibili. Creando un parallelo tra chi è «troppo grande per fallire» ma l'altresì «troppo grande per essere punito». Alla peggio poi il prezzo da pagare è minimo se paragonato alla colpa e alla responsabilità che ne consegue.

E' un testo concepito certamente per scandalizzare, ma sopratutto per far arrabbiare.

Ci si scandalizza quando il sentore di quella che è la rettitudine comportamentale, basata sulla dignità della corrispondenza fra le idee e le azioni viene deturpata, sfregiata, alterata da atti inconsueti. Ma ci sia arrabbia quando il malvezzo, la devianza, il comportamento fraudolento si istituzionalizza.

Ed è questo il caso che ci propone l'Autore.

Perchè questi, dopo aver denunciato una sorta di inattaccabile Olimpo del controllo egemone ed elitario dei banchieri, passa in rassegna il dramma della miseria. Delle persone che lavorano senza accumulare. Dei disoccupati. Di quelli senza futuro. Quanti cioè vivono un presente che non getta alcuna certezza sul domani. Impediti nel costruire un «dopo» e a volte pericolosamente illusi di essere in grado di farlo.

Una generazione, forse due, che mi piace qualificare a investimento zero.

Non importa che abbiano qualcosa, in quanto non conoscono la proporzione di quel che sono destinati a perdere.

E così leggiamo della truffa del Libor, del fallimento di Lehman Brothers, dell'insider trading attraverso i cavi FTP, dello shadow banking ai danni dei consumatori, delle politiche monetarie degli ex allievi del MIT (che siedono quasi tutti nelle principali banche centrali), di una serie di sigle misconosciute di organismi di controllo che sono del tutto incapaci di intervenire prima e semmai riescono a testimoniare l'ovvio dopo. Quando il danno è già irreparabile.

Leggiamo del fatto che le banche prendono tanto, sempre di più, tutto. Impongono tassi esorbitanti. Derubano i clienti di tutte le loro risorse grazie ad un piccolo arcipelago di voci come “spese” e “commissioni”. Li privano persino della casa, della dignità, del lavoro... e infine, in alcuni drammatici casi, della vita.

Tutto questo grazie alla dittatoriale arma della ghigliottina dei debiti. Nascosta dietro all'unico imperativo che sembra dominare le stagioni della vita nella società moderna: “PAGA!”

“Banchieri” è un libro di denuncia. Consigliato a chi ha voglia di arrabbiarsi o, se è già arrabbiato, di passare alla fase successiva.

Marco Solferini.
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marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com