Il Blog ringrazia e consiglia:
Il prestigioso Museo, nel cuore storico di Bologna, offre oltre alle esposizioni tanti interessantissimi eventi!
Museo Geologico Giovanni Capellini
Via Zamboni, 63 - 40127 Bologna - Tel. 051 2094555
www.museocapellini.org
* * *
Museo Geologico Giovanni Capellini
Via Zamboni, 63 - 40127 Bologna - Tel. 051 2094555
www.museocapellini.org
* * *
La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
www.cartaepenna.it
* * *
www.cartaepenna.it
* * *
SI RINGRAZIANO PER LA GENTILISSIMA COLLABORAZIONE:
LIBRERIA MONDI NUOVI
Dove i Libri e i Fumetti diventano.. da collezione!
Libreria Mondi Nuovi: da oltre 30 anni il luogo giusto
dove trovare tutto l'usato per Libri e Fumetti, a Bologna e Provincia
LIBRERIA MONDI NUOVI
Dove i Libri e i Fumetti diventano.. da collezione!
Libreria Mondi Nuovi: da oltre 30 anni il luogo giusto
dove trovare tutto l'usato per Libri e Fumetti, a Bologna e Provincia
* * *
Libreria - Galleria
IL SECONDO RINASCIMENTO
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
ROMANZI - SAGGI - TESTI UNIVERSITARI
* * *
IL SECONDO RINASCIMENTO
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
ROMANZI - SAGGI - TESTI UNIVERSITARI
* * *
I
funeracconti
Autore:
Benedetta Palmieri
Genere:
Narrativa
“I
funeracconti”, sono una raccolta di 10 storie, accomunate dal
denominatore del “trapasso”, inteso come morte dell'essere e
apertura del funerale, quale primo atto dell'immediato aldilà.
Espongono
una serie di prospettive e punti vista, attraverso la riflessione
postuma, orchestrando situazioni, circostanze e personaggi vari.
Sullo
sfondo, come “train d'union” fra i singoli racconti, ci
sono le riflessioni di un uomo che ha perso la moglie e rivisita la
propria esistenza in ragione della futura, inevitabile, morte.
L'Autrice,
utilizzando un linguaggio espositivo gradevole, cordiale e
affascinante nella sua compiuta corrispondenza emotiva, sintetizza
delle realistiche credenze popolari, ai limiti del passionale,
tramutandole in stereotipi, a tratti irrazionali, o estremizzati al
punto da rappresentare l'opposto che tocca l'esatto contrario.
Tali
paradossi, sembrano quasi giustificarsi nel sentirsi obbligati a
diventare parte integrante di una verità metafisica; assurgendo ad
una vita propria, anche se questa nasce dopo la fine di quella
fisica.
Muovendosi
cioè, nella mezzaria del “tutto esaurito” perchè ogni cosa si è
inevitabilmente compiuta, e nella canonica credenza che, anche
l'interruzione, trova sostanziale manipolazione definitiva nella
morte.
La
capacità della mietitrice, di mettere a posto ogni singolo tassello
e proseguire con un “tutto scorre”, degno del miglior Eraclito.
Tuttavia,
questa metodologia non coglie nel segno ed il lettore può rimanere
smarrito, anzitutto dall'apprendere che, contrariamente da quello che
una bellissima copertina può suggerire, i racconti non sono ironici.
A
tratti infatti, decadono al limite nell'umorismo nero. In verità,
non sempre facile da cogliere; strappando qualche riflessione amara,
frutto dell'esistenzialismo che fa da sfondo ad un argomento la cui
sofisticazione non annida, nella comprensione, contrapposta
all'inevitabile accettazione.
Ed
ecco quindi che, in questo dualismo, la centralità del funerale
diventa, in realtà, assai vaga, perchè l'Autrice narra più che
altro della morte, e della vita di coloro che rimangono o di chi non
c'è più, ma è questo un concetto di assenza che smaterializza la
tenacità dell'attaccamento, cercando di razionalizzarlo, dietro
all'esigenza di un abbandono, che nell'ottica dei racconti non è il
male peggiore.
Dimenticare
è un oblio gentile, come se l'annegamento tutto sommato possa essere
una morte piacevole: addormentandosi nell'immensità di un mare che
alterna calma e tempesta, mistero e rivelazione.
Poche
sono le metafore presenti nel romanzo, che resta ancorato ad una
visione carismatica della morte: ineluttabile, ma fascinosa, nella
sua estrosa variopinta serie di possibili evoluzioni.
Fino
ad arrivare all'affermazione ultima che una vita in ragione della
fine, non è un esistenza, bensì una rinuncia, inutile quanto
irrealizzabile.
I
temi di fondo del romanzo quindi, sono spesso già noti al grande
pubblico.
Anche
taluni personaggi sono già stati visitati da Autori della carta
stampata, del fumetto, e della fiction.
Manca
pertanto, quel tasso innovatore che avrebbe consentito, data
l'assenza di un umorismo da commedia, di recuperare quella sorta di
ripetitività ossessiva dei concetti di fondo, che sono anche il
punto di vista imperioso e a tratti egocentrico, dell'Autrice, la
quale tralascia evidentemente di considerare come il lettore potrebbe
non solo identificarcisi poco, ma anche trovare opprimente l'assenza
di un margine di manovra che il testo non offre.
Il
lettore infatti, è ingabbiato in racconti che decollano solo a
tratti, prevalentemente in alcune descrizioni, obiettivamente
esaltanti, ma limitate solo a singole frasi o trafiletti.
La
sensazione è che una scrittrice con ottime potenzialità abbia
(in)seguito un idea, ottenendo un risultato anonimo, ben potendo
tuttavia, in futuro, rivolgere la propria attenzione ad un altro
genere narrativo che potrebbe premiarla enormemente, eventualmente
cambiando alcune impostazioni di scrittura creativa, rinunciando a
delle ripetizioni, anche compulsive e rafforzative.
“I
funeracconti” sono un occasione mancata, apprezzabile solo a
tratti, e limitatamente ad alcuni archetipi narrativi e artefatti
descrittivi di una contemporaneità, rivisitata in chiave minimalista
ed esistenzialista. Al limite condivisibile da quanti abbiano una
filosofia di vita più eticamente rivolta alle dottrine orientali non
materialiste e scarsamente religiose.
Marco
Solferini
Non ho trovato un indirizzo mail, e così ricorro a questo spazio per ringraziarla. Sono Benedetta Palmieri, e ho scoperto solo ora il suo pezzo sui miei Funeracconti. Le sono grata per aver segnalato quanto di buono ha trovato nel libro, e cercherò di fare tesoro di quanto ha trovato di meno buono (anche se su alcune avrei da argomentare, però questo è poco importante, visto che i libri diventano anche dei lettori - e dunque dei loro approcci - dopo essere stati pubblicati). Ma soprattutto le sono grata per l'attenzione che mi ha comunque dedicato.
RispondiEliminaBuon lavoro. Benedetta
L'indirizzo di posta elettronica in effetti c'era, poi ho dovuto toglierlo; il Blog ha avuto più di 6mila contatti e ricevevo troppe email cui non avevo il tempo per replicare.
RispondiEliminaMentre mi sono accorto che la funzione "commenti" non è altrettanto gradita o perlomeno non viene utilizzata.
Tuttavia, è molto probabile che dovrò inserire una email nell'immediato futuro.
Sono lieto che abbia apprezzato i contenuti della mia critica. Che ovviamente è principalmente l'opinione di un lettore.
In bocca al lupo per ogni impegno.