lunedì 2 gennaio 2012

L'oro dell'inferno


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L'oro dell'inferno


Autore: Eric Frattini
Genere: Avventura, storico, drammatico.



I numeri della follia nazista: nella seconda guerra mondiale soltanto il corpo noto come S.S. ha eliminato 2.500.000 polacchi, 520.000 zingari, 473.000 prigionieri russi, 100.000 persone incurabili (definita eutanasia) fra cui molti tedeschi e quasi 5 milioni di Ebrei.


Al centro del Romanzo c'è il piano nazista denominato Odessa il cui scopo era quello di offrire un salvacondotto ai gerarchi del 3° Reich in quel 1945, quando la Germania ormai stava per capitolare, stretta d'assedio fra le forze Alleate e Russe.


La narrazione comincia il 10 Agosto 1944, a Strasburgo, in un Hotel requisito dalle forze d'occupazione tedesche, dove si svolge una riunione segreta di 14 potenti uomini dell'alto comando militare nazista e dell'economia, sotto l'egida di Martin Borman, ideatore del piano Odessa.


L'organizzazione di Odessa viene sviscerata con meticolosa attenzione per ogni particolare, partendo dall'ideazione, fino ai singoli scopi e metodi attuativi.


Fondamentale, la figura dell'unico non-tedesco, cui viene affidata sostanzialmente l'esecuzione del piano, tale Edmund Lieneart, amico di vecchia data del Furher, e ingegnoso uomo d'affari francese.


Avrà lui il compito di legare i rapporti fra l'establishment economico finanziario della Germania e quello della Svizzera: i potenti “gnomi” bancari che hanno svolto un ruolo essenziale nella messa a disposizione dell'enorme ricchezza accumulata dai nazisti durante la guerra.


I depositi svizzeri, come una vera e propria super banca del riciclaggio.


L'Autore, complice una pregiatissima opera d'indagine storico – giornalistica, propone tutte le fasi di questa ambiziosa operazione che sembra essere l'ultimo atto di una guerra che aveva trasformato il Mondo e che avrebbe dovuto preservare i capitali provenienti dai Paesi occupati e le stirpi ariane in attesa dell'ascesa del 4° Reich.


Lienart comprende da subito che, per offrire una realistica via di fuga dal centro dell'Europa in guerra a quei gerarchi del nazismo, che stavano per diventare gli uomini più ricercati del Mondo, era necessario aggiungere un tassello, un alleato così potente e discreto, da poter accogliere quegli uomini e fare ciò che la Svizzera avrebbe fatto finanziariamente: ripulire le loro identità, prima del trasferimento nell'America Latina.


Questa super potenza avrebbe potuto essere solo la Chiesa Cattolica.


Per questa ragione, Edmund coinvolge il suo giovane figlio, August Lienart, già seminarista e in attesa di prendere i voti. Sarà lui a raggiungere Roma, una città controllata dagli Alleati, e ad incontrare, tramite Padre Bibbiena, prelato del servizio di controspionaggio Vaticano noto come “Entità”, il potente Vescovo Hudal, già definito l'anima nera, controllore della influente congregazione Austro – Germanica di S. Maria dell'Anima,“Aela”.


Tramite i tentacolari accordi e potenti contatti del Vescovo, il piano per offrire salvezza ai gerachi del nazismo prende corpo grazie all'uso del c.d. “corridoio vaticano”, che Padre Draganovic ebbe già ad utilizzare per salvare i gerarchi dei Balcani, ripulendo il loro passaporto e fornendo identità di copertura.


Il prezzo di questo coinvolgimento arriverà fino alle più alte sfere del Palazzo Apostolico, quei Mons. Montini e Tardini che daranno la loro benedizione all'operazione in cambio di oltre 52 milioni di franchi svizzeri in oro massiccio.


Lingotti che dal cuore dell'Europa, dovranno passare per Murano, dove gli artisti veneziani useranno la loro arte per contraffare quell'oro, alterandone il conio, allo scopo di renderlo “pulito” dai controlli degli Alleati.


Ma quell'oro non è affatto pulito, perchè appartiene in larga parte agli ebrei, il cui olocausto sta diventando una macabra realtà, è infatti stato sottratto a milioni di Famiglie trucidate, torturate e perseguitate e ora, diventa la moneta di scambio per la salvezza dei loro stessi aguzzini, per questo è “l'oro dell'inferno”.


L'operazione Odessa però, non passa inosservata e Allen Welsh Dulles, responsabile europeo dell'O.S.S. (acronimo antecedente per i servizi segreti americani, che poi sarebbe diventato C.I.A.) insieme con il suo Vice Gerry Mayer, ha allestito una task force sul fronte svizzero allo scopo di indagare su questo misterioso piano. Fra gli agenti coinvolti ci sono anche Samantha Osborn, esperta negli avvicinamenti freddi e Claire Ashford. Proprio a loro saranno affidati incarichi ad altissimo rischio per intercettare e scoprire la verità su Odessa.


Tutto questo mentre, sullo sfondo di questo macroscopico esodo occulto, un operazione ancora più ambiziosa è portata avanti da Martin Borman in persona; denominata il “martello degli dei”, era il piano per simulare la morte di Adolf Hitler e trarlo segretamente in salvo a bordo di un sommergibile, lontano da quella Germania ormai a ferro e fiamme.


Fra operazioni di finanza bancaria, omicidi, tradimenti e accordi segreti, gli sviluppi di Odessa sono ancora oggi oggetto di numerosi accertamenti.


Su tutti, il più controverso, è il ruolo che potrebbe aver avuto una componente ecclesiastica Vaticana.


Frattini, già Autore di scritti che identificarono i servizi segreti della Santa sede, rivelando il lato più oscuro dell'organizzazione nota come “Opus dei”, in questo testo, rilancia il suo “j'accuse” non solo sul ruolo troppo passivo che la Chiesa Cattolica avrebbe tenuto nei confronti del regime nazista, durante la sua ascesa, ma addirittura nell'aver facilitato la fuga dei criminali di guerra.


Una scientifica volontà determinata dalla contropartita in oro.


Una scelta dettata, secondo la ricostruzione offerta, dal pericolo imminente del comunismo, che sbilanciava gli equilibri mondiali, minando le fondamenta di una religiosità che si sentiva minacciata.


Nelle prime cento pagine del romanzo, la guerra sta finendo, la macchina di morte nazista è prossima alla sconfitta, ma il lettore potrà leggere della fredda e cruda esposizione di un atroce lascito in termini di vite umane: il genocidio.


Non solo ebrei, ma un numero impressionante di persone, sterminate da una macchina di morte che per anni ha operato senza sosta, concepita grazie all'apporto di milioni di soldati, forze di polizia e servizi segreti.


Lo scenario che l'Autore ci propone è questo: il decadimento del sogno di una società pura e moderna, sotto l'egida del Reich millenario, ma anche la tacita e persino vanitosa accettazione di aver portato avanti un disegno di sterminio organizzato, spesso ad opera di persone comuni come insegnati, architetti, ingegneri, medici. Uomini e donne che si sono macchiati di crimini efferati, omicidi di massa, torture. Numeri che figurano nel loro curriculum come fonte di vanto, a testimoniare l'efficienza o la macabra esposizione di una classifica omicidiaria fra le varie unità impiegate e in competizione fra loro in una folle corsa allo sterminio e che ora, il Mondo, sta per giudicare senza appello, prossimo a reclamare gli interessi di questa pagina così nera della storia.


E' un clima quasi surreale, nel quale gli Alleati si muovono tramite agenti scelti dell'O.S.S. che penetrano nel cuore dell'ormai decaduto sogno visionario della Germania nazista, muovendosi come esploratori di un mondo egocentrico perso, fagocitato, ruminato dalle sue stesse ossessioni ritualistiche seriali, che sono l'ultimo amaro lascito di una società psicopatica, militarizzata e autogestita sulla base di una sociologia deviata che ha annientato l'essere umano, partendo dal pensiero e finendo con il libero arbitrio dei sensi.


Ottime doti di narratore fanno si che il lettore sia immedesimato negli ambienti, grazie ad un linguaggio sobrio e fruibile, il cui realismo offre spunti di efficacia.


Una lettura agevole, che ispira apprendimento, indubbiamente consigliata a tutti coloro che studiano questo periodo storico e i fatti che lo hanno distinto.


L'anamnesi giornalistica, tuttavia, cede il passo, nello scorrere delle pagine, a quella romanzata dello scrittore, quando le circostanze chiamano in causa persone appartenenti alle più alte sfere del clero, fino al papato. Il loro comportamento, che numerosi studiosi hanno da tempo posto sotto osservazione, ci viene qui proposto nella sua veste più capziosa e probabilmente meschina.


La mole di cinismo ignorante che traspare dalle scelte di chi, sulla carta, avrebbe dovuto operare secondo i più alti crismi della carità cristiana, è indubbiamente una scelta stilistica.


Ad oggi, infatti, numerose sono le spiegazioni dedotte, prodotte e spesso ancora oggetto di un dibattito assai complesso, sul ruolo che l'Istituzione ecclesiastica avrebbe svolto o, per certi versi avrebbe dovuto svolgere.


Un ignobile neutralità, concepita come una plausibile scusa per preservare se stessa, a fronte della possibilità di subire ritorsioni devastanti o un effettiva strategia basata su di un profilo basso, ma persuasivo degli eventi, che non avrebbero potuto essere cambiati e il cui ruolo nella realtà non apparteneva alla sfera spirituale.


Probabilmente, su questo interrogativo non basterà una generazione o due, ammesso che si arrivi mai ad un effettivo compromesso.


Il lettore non confonda poi l'emancipazione e l'isolazionismo in cui vivevano alcuni membri di alto lignaggio vaticano, per i quali la realtà era un aspetto sganciato dalla vita. Rinchiusi all'interno di una consuetudine quasi monastica nella loro assenza di comunicazione: percepivano cioé una visione della contemporaneità persuasa da luoghi comuni e poco attenta alla compromettente evoluzione degli eventi.


Costoro, che nel romanzo sono menzionati e interagiscono con i protagonisti, essendo realmente esistiti, hanno sulle spalle il peso di scelte compiute in modo da alcuni giudicato dissennato, come ultimo retaggio di un potentato ecclesiastico più attento ai beni materiali e terreni piuttosto che alle anime dei credenti.


Il romanzo quindi, ci offre un punto di vista, ma non è quello storicamente unanime, ne il più accreditato, pertanto il lettore ne abbia contezza prima di condividerne le impressioni; tenendo anche presente che spesso, l'opera proposta al pubblico è anche un prodotto commerciale e, ultimamente, le vendite sembrano premiare coloro che si schierano in modo critico verso l'Istituzione Chiesa Cattolica, come tale sia chiaro che buona parte delle congetture presenti nel romanzo sono semplici illazioni e non esorbitano dalla pura fantasia sulla cui opportunità, ovviamente, in tanti hanno diritto a dissentire.


Prova ne è il fatto che il piano denominato “martello degli Dei” fu certamente concepito, ma la verità storica ci dice che non fu attuato, in quanto Hitler e sua moglie Eva Brown trovarono la morte nel bunker, prima dell'arrivo delle forze russe.


Il finale del romanzo poi, purtroppo, decade in un tripudio di anticlericalismo convinto, laddove arriva ad equiparare la nascita di uno Stato del Vaticano, post seconda guerra mondiale, con l'avvento del 4° Reich. Una similitudine scabrosa e volutamente offensiva, la cui esposizione denigratoria sfocia evidentemente in opinioni personali dell'Autore, il quale, rimanendo sempre nell'alveo della riflessione letteraria, concepisce quindi una visione altamente critica della Chiesa di Roma, peraltro un po' troppo spesso generalizzata, rispetto alla sua reale natura e arcipelago di correnti in essa presenti.


Come ho già avuto modo di sottolineare: il romanzo è anche, e per qualcuno sopratutto, un bene commerciale. Le vendite premiano lo scandalo, e quando lo stesso è indirizzato contro la Chiesa Cattolica, sembra che una parte del pubblico lo gradisca. Questo però può essere utile alla fantasia, ma è certamente vizioso per il realismo della ricostruzione storica dei fatti.



A parte quindi il significato recondito, che ciascun lettore valuterà in base alle proprie convinzioni ed intelletto, “l'oro dell'inferno” è un buon romanzo, particolarmente ben redatto e appassionante; una storia godibilissima e coinvolgente, il cui stile narrativo calerà il lettore in quegli oscuri e tortuosi giorni che segnarono la fine del terzo Reich, con l'ultimo atto di una grande guerra: l'operazione Odessa.


                                                                                        Marco Solferini
Io




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