mercoledì 29 agosto 2012

Il mistero della Loggia perduta.

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 Via Zamboni, 63 - 40127 Bologna - Tel. 051 209455
www.museocapellini.org

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Il mistero della Loggia perduta

Autore: Matteo Bortolotti
Genere: giallo, mistero, avventura.



Matteo Bortolotti è un giovane scrittore di gialli che vive a Bologna e nel tempo libero si dedica all'attività di “ghost detective” per conto del Commissario Abate che, segretamente affetto dal morbo di Alzheimer, per non vedersi compromessa la carriera si avvale di questo insospettabile collaboratore.

Nella sua attività di indagine, Matteo intreccia rapporti con il sovrintendente della polizia scientifica ed il magistrato “ex quasi suocero” del Bortolotti, ma sopratutto con ambienti decisamente poco convenzionali che sembrano proiettare l'avventura nel mystero.

Un “ghost detective” dell'impossibile chiamato a destreggiarsi fra la deduzione logica figlia di Conan Doyle e la nozionistica storico archeologica del più celebre personaggio a fumetti di casa Bonelli a firma Alfredo Castelli.

La morte del maggiordomo Forzeschi è un enigma nel mistero. Chi ha ucciso uno dei più alti gradi della Massoneria di Bologna e a quale scopo?

Possibile che lo stesso uomo sia stato assassinato tre volte nella stessa notte?

E quale sconcertante segreto si cela dietro l'indagine che lui e l'altro confratello che risponde al nome di Professor Coroni stavano conducendo sulla mitica “Loggia dei morti” ed il suo inestimabile tesoro ancora oggi nascosto?

Interrogativi carichi di suspense che in circa 160 pagine troveranno le loro risposte. In quella che a tutti gli effetti è un indagine a 360 gradi ambientata nella protagonista indiscussa della narrazione: Bologna centro storico.

Statue, chiese, piazze, strade e viuzze della più celebre città medioevale d'Italia, dove l'antichità spesso si fonde con l'esoterismo e il mito con il mistero.

Bortolotti si destreggia fra un esclamazione omaggio al grande Schulz dei Peanuts e numerose scene tratte dal must degli “action movie” anni 90, fino alla giga finale che solo l'ultimo boyscout potrebbe impersonare alla perfezione.



Romanzo molto ben definito e correttamente inquadrato. L'Autore da il meglio di sé nella focalizzazione della scena attraverso i dialoghi, che cercano anche di caratterizzare i personaggi dandogli uno spessore fungibile alla narrazione.

Evidentemente rivolto ad un pubblico Bolognese, il risultato finale rifiuta le più note blandizie dei luoghi comuni e restituisce alla città un indole realista tarata sul significato storico dei suoi luoghi, evitando saggiamente i paragoni con l'attualità, cui spesso il capoluogo emiliano è oggetto da parte delle giovani firme.

L'ambientazione è cordiale e creativamente estroversa, a tratti meno romanzata e più tipica di una cultura dello spettacolo il cui protagonismo spazia dalla malinconia riflessiva di Guccini fino al prototipo della “balotta” di amici e compagni di avventure del Ligabue.

Una Bolognesità che l'Autore riesce ad esprimere in quel suo moto perpetuo di esistenzialismo tale per cui i vecchi giovani emiliani non hanno fretta di crescere. E si tengono stretti i loro sogni da bambino, perchè rappresentano il dna della verità ben oltre la ricerca cui, nella crescita, l'uomo a volte si smarrisce.

L'argomento Massonico è anche uno spunto per puntare l'indice su di una città che conosce profondamente il fenomeno della Massoneria, pesantemente radicato nella storia dei secoli, fin dalle antiche corporazioni del commercio per poi arrivare ai giorni nostri. Con i suoi pro e i contro.

L'Autore, in alcuni tratti del romanzo assume una posizione a difesa della libera associazione, condannando l'ipocrisia di fondo di quanti vorrebbero fare di tutta l'erba un fascio e sposando l'etica non rivoluzionaria e come tale anti sovversiva, dell'appartenenza massonica, a suo dire oggetto di plurime accuse ai limiti della persecuzione.

Tuttavia, non lesina un sentimento critico nel momento in cui ammette che l'ingresso nel mondo massonico a volte è un espediente meno teologico e più rudimentale per far carriera. Un manualistico intervento per migliorare la propria condizione in omaggio al servilismo arrivista e all'ambizione di carriera. Fattispecie queste, che non vengono debitamente osteggiate all'atto di consentire l'ingresso delle nuove leve e che finiscono per essere uno svantaggio in termini di cattiva pubblicità per l'etica posta alla base del messaggio di conoscenza e apprendimento massonico.

L'Autore critica la devianza e la stortura cui soggiace il principio, sulla falsa riga del quale costruisce il ruolo dei cattivi di turno che in effetti ripudiano, dopo averlo usato, tanto l'ambito, quanto la coscienza massonica. Posizione indubbiamente abile che si rivela anche di successo nel momento in cui il lettore viene dapprima istruito e poi avvicinato al momento clou dove la tensione narrativa si rivela nell'esplicazione della verità.



“Il mistero della Loggia perduta” è un intrigante giallo ambientato in una medioevale ed esoterica Bologna, dove lo scrittore Bortolotti è chiamato a risolvere l'enigma dell'uccisione di un alto grado della Massoneria che aprirà ad una corsa contro il tempo per trovare e scoprire la misteriosa “Loggia dei morti” che solo nel giorno di San Giovanni Battista e a mezzogiorno in punto può essere rivelata.

Consigliato (sopratutto ai Bolognesi amanti della mysteriosa bellezza del Centro Storico)

                                                                       Marco Solferini
                                                 marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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sabato 25 agosto 2012

Calico Joe

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Calico Joe

Autore: John Grisham.
Genere: drammatico, esistenziale, sportivo.




Warren Tracey sta morendo. Dopo una vita di eccessi, per colpa di un letale tumore al pancreas. E' stato un giocatore di baseball scarso. Un perdete che nella vita ha accumulato insuccessi, nel lavoro quanto nella vita privata. Il figlio prende atto della sua prossima dipartita. Unico nella Famiglia a prestare attenzione a quel che resta delle vicende di questo padre così assente, apparentemente distratto da tutto ciò che la vita gli ha offerto.

E' l'estate del 1973, Joe Castle, nato a “Calico Rock” entra nella leggenda del baseball perchè debutta nella “Major League” e realizza un “home run”. Non solo, ma gli almanacchi lo ricorderanno come colui che ha fatto 3 fuoricampo nei primi tre turni di battuta.

Che cosa può avere a che fare un mito del genere, un simile campione con Warren Tracey? Qual'è il segreto che li accomuna e che sembra nascondersi nelle pieghe dolorose del passato?




John Grisham, Autore d'eccezione facente parte del ristretto Pantheon dei miti della letteratura moderna, ci propone un tema diverso dal solito. Spostandosi cioè dal suo “must” nel “legal thriller”, ad un ambito incentrato sul binomio personalità – sport.

Un testo ambizioso, che anzitutto si segnala per i contenuti professionistici relativi al baseball che certamente non tutti i lettori padroneggiano con consapevolezza, ed in particolare al di fuori dei confini degli States, patria del gioco in questione.

Carico di tecnicismi, propone pagine di tensione narrativa ambientate in campo, come tali, inadatte a tutti quanti non sono appassionati di questo sport e non ne conoscono il funzionamento.

Caratterialmente melenso al punto giusto da risultare credibile nel proporre personaggi afflitti da patologie della personalità tipicamente funzionali alla narrazione, come tali un pò caricaturali, ma anche realisticamente visive e in quanto tali facilmente assimilabili dal lettore.

L'Autore gioca sulla falsa riga del sentimento e della voglia di riscatto che attraverso il perdono, gioca un ruolo fondamentale nel senso della vita: quel lascito testamentario innominato con il quale ciascuno prima o poi è chiamato a confrontarsi.

Ma la domanda di fondo è: se ci osserviamo nello specchio del tempo passato, saremo un ritratto di Dorian Gray o un abisso che ci osserva tanto quanto noi stessi facciamo? Quali incubi o sogni adombreranno il riposo di ciò che resta del virtuosismo tipico degli anni passati: di quella giovinezza che nelle scelta ha cetegorizzato il dna del nostro futuro?




Calico Joe” è un romanzo inteso sul riscatto attraverso il perdono. Ambientato nel mondo del baseball, è consigliato sopratutto a coloro che anzitutto apprezzano questo sport e nel contempo, cercano una morale esistenziale che parte dal rapporto padre - figlio, per poi terminare nelle aspettative della vita. Una ricerca che è conflitto e rappresenta, per alcuni, l'unico cammino percorribile.

                                                                          Marco Solferini
                                                  marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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