L'enigmista
Booktrailer:
http://www.youtube.com/watch?v=JJoBpOAfNks
Autore:
John Verdon
Genere:
Thriller
David
Gurney è un detective in pensione della polizia di New York, che vive in una
villetta a Walnut Crossing, nella contea del Delawere, insieme alla moglie
Madeleine.
Il suo
tempo, sembra essersi congelato in attività oziose, a metà fra i ricordi di un
passato difficile, che riguarda la prematura morte del primo figlio e un
presente fatto di angosce innominate e spesso
represse.
Questa
routine, viene bruscamente interrotta dalla lettera di un vecchio amico, tale
Mark Mellery, titolare di un centro spirituale dove si insegna l'iterazione e la
comprensione dell'Io, il quale, facendo appello alle capacità di analisi dei
fatti che il Gurney detective possiede e che lo hanno reso una leggenda per aver
risolto un famoso caso di serial killer, gli chiede aiuto per risolvere un
enigma.
Un
mistero infatti tormenta Mellery: uno sconosciuto che si firma X. Arybdis gli ha
inviato una lettera dove lo invita a pensare ad un numero, uno qualsiasi entro
il 1000, per poi rivelargli, in un secondo messaggio, esattamente il numero
pensato.
Il
condizionamento psicologico è talmente forte da costringere una mente razionale
a sfiorare l'impossibile e apparentemente assurda ipotesi che lo sconosciuto
possegga il prodigioso potere di leggere nella
mente.
Inoltre, le rime che accompagnano queste lettere sono
poesie inquietanti, versi che sembrano minacciare una ritorsione per una colpa
nel passato di Mellery.
Gurney,
dapprima restio a lasciarsi coinvolgere, sarà costretto a rimettersi in gioco,
perchè una scia di sangue accompagnerà un indagine su di un serial killer che
sembra in grado di anticipare i pensieri delle sue vittime, prima di ucciderle
con un macabro rituale.
Il
romanzo si presenta come un classico del thriller contemporaneo e non a caso è
presentato nella collana Piemme Linea Rossa: una contrapposizione di base fra il
ragionamento deduttivo ed induttivo dell'indagine investigativa, opposto
all'apparente irritualità e misteriosa tecnica omicida
dell'assassino.
Il
motivo di fondo, che accompagna il lettore, si sintetizza in: “esiste una
spiegazione logica a quello che sta
accadendo?”
La
metodologia espositiva si basa su capitoli brevi, prevalentemente gestiti
attraverso dialoghi meticolosi, molto discorsivi, che alimentano una tensione a
corrente alternata, in grado cioè di incrementare e rallentare
bruscamente.
Per gli
amanti del genere thriller, la figura del detective in pensione sarà
inevitabilmente fin troppo nota per non essere un cliché già visto e ampiamente
conosciuto. Le sue riflessioni esistenziali e traumatiche circa il passato,
risulteranno a tratti stantie e per molti versi troppo categoriche per sembrare
veritiere.
Anche
la sua predisposizione, quasi genetica, a svolgere il ruolo dell'indagatore,
malgrado rifiuti il peso del suo passato “famoso”, con il quale però convive in
una distaccata repulsione, è fin troppo semplicistica per non decadere nel
banale.
Il
personaggio principale pertanto potrebbe risultare insipido e persino
artificioso.
Viceversa, per quanti non hanno sulle spalle una
“cultura accademica” del romanzo thriller, è molto probabile che la lettura
riveli piacevoli aneddoti e riesca ad appassionare il lettore, vincolandolo al
mistero di fondo dell'enigma e alla figura, criptica e sfuggevole, del
killer.
L'opzione altamente discorsiva dei dialoghi, che
rappresentano circa l'80% della battitura del romanzo, è certamente in grado di
favorire una lettura rapida in termini di rapporti umani e caratteriali fra
protagonisti, a tratti rassomigliando ad una sceneggiatura, ma incontra l'ovvio
e assai noto limite della coerenza.
Infatti, la sintesi espositiva di una scena, riprodotta
attraverso il dialogo, quando trasportata sulla carta stampata, soggiace alla
necessità di essere comprensiva dei concetti esposti e nel contempo
identificativa delle caratteristiche di coloro che partecipano alla discussione,
ma altresì, deve possedere la capacità definita e autogestita di rendere
l'ambientazione e lo svolgimento stesso dell'azione realistica ed
esaustiva.
L'Autore, eccede molto in quest'ultima parte e pertanto
i dialoghi risultano più un resoconto stenografo –
giornalistico.
E'
ormai noto che riprodurre un incontro tra più persone non significa
letteralmente spendersi su tutto ciò che è stato detto nell'evento
“incontrarsi”, bensì in quelle parti che calano il lettore nell'ambito
orientativo. Il resto non afferisce alla narrazione, bensì ad un
resoconto.
Il
risultato, è un appesantimento spesso ripetitivo, che può annoiare il lettore
più avido di eventi e abituato ad un iniezione di adrenalina, a base di colpi di
scena.
L'opzione, in questo caso, è quella di un detective che
catalizza l'indagine in modo un po' “pantofolaio”, analizzando il puzzle con una
meticolosità esplorativa che si sviluppa più per l'azione del killer, piuttosto
che per l'interazione con esso della polizia
indagante.
Definitivamente, ciò significa che il romanzo stesso è
costruito intorno ad un idea che è stata poi sviluppata come un intuizione
creativa: quella cioè dell'indovinello numerico che propone una soluzione
misteriosa.
Si
segnala tuttavia un buon finale, molto concreto e coinvolgente, da un lato
plausibile e dall'altro assai ben organizzato, che svela amabilmente ogni punto
interrogativo e fa quadrare gli elementi del puzzle, offrendo una godibilissima
conclusione ad alta tensione che fa delle ultime 80 pagine la parte più
interessante della narrazione.
“L'enigmista” è un thriller altamente figurativo e
paratattico, che propone un indagine deduttiva e ragionata, per risolvere il
mistero di un omicida seriale che sembra anticipare le mosse della polizia e
leggere nella mente delle proprie vittime.
Marco Solferini
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