domenica 1 gennaio 2012

L'enigmista


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L'enigmista

Booktrailer: http://www.youtube.com/watch?v=JJoBpOAfNks

Autore: John Verdon
Genere: Thriller



David Gurney è un detective in pensione della polizia di New York, che vive in una villetta a Walnut Crossing, nella contea del Delawere, insieme alla moglie Madeleine.


Il suo tempo, sembra essersi congelato in attività oziose, a metà fra i ricordi di un passato difficile, che riguarda la prematura morte del primo figlio e un presente fatto di angosce innominate e spesso represse.


Questa routine, viene bruscamente interrotta dalla lettera di un vecchio amico, tale Mark Mellery, titolare di un centro spirituale dove si insegna l'iterazione e la comprensione dell'Io, il quale, facendo appello alle capacità di analisi dei fatti che il Gurney detective possiede e che lo hanno reso una leggenda per aver risolto un famoso caso di serial killer, gli chiede aiuto per risolvere un enigma.


Un mistero infatti tormenta Mellery: uno sconosciuto che si firma X. Arybdis gli ha inviato una lettera dove lo invita a pensare ad un numero, uno qualsiasi entro il 1000, per poi rivelargli, in un secondo messaggio, esattamente il numero pensato.


Il condizionamento psicologico è talmente forte da costringere una mente razionale a sfiorare l'impossibile e apparentemente assurda ipotesi che lo sconosciuto possegga il prodigioso potere di leggere nella mente.


Inoltre, le rime che accompagnano queste lettere sono poesie inquietanti, versi che sembrano minacciare una ritorsione per una colpa nel passato di Mellery.


Gurney, dapprima restio a lasciarsi coinvolgere, sarà costretto a rimettersi in gioco, perchè una scia di sangue accompagnerà un indagine su di un serial killer che sembra in grado di anticipare i pensieri delle sue vittime, prima di ucciderle con un macabro rituale.


Il romanzo si presenta come un classico del thriller contemporaneo e non a caso è presentato nella collana Piemme Linea Rossa: una contrapposizione di base fra il ragionamento deduttivo ed induttivo dell'indagine investigativa, opposto all'apparente irritualità e misteriosa tecnica omicida dell'assassino.


Il motivo di fondo, che accompagna il lettore, si sintetizza in: “esiste una spiegazione logica a quello che sta accadendo?”


La metodologia espositiva si basa su capitoli brevi, prevalentemente gestiti attraverso dialoghi meticolosi, molto discorsivi, che alimentano una tensione a corrente alternata, in grado cioè di incrementare e rallentare bruscamente.


Per gli amanti del genere thriller, la figura del detective in pensione sarà inevitabilmente fin troppo nota per non essere un cliché già visto e ampiamente conosciuto. Le sue riflessioni esistenziali e traumatiche circa il passato, risulteranno a tratti stantie e per molti versi troppo categoriche per sembrare veritiere.


Anche la sua predisposizione, quasi genetica, a svolgere il ruolo dell'indagatore, malgrado rifiuti il peso del suo passato “famoso”, con il quale però convive in una distaccata repulsione, è fin troppo semplicistica per non decadere nel banale.


Il personaggio principale pertanto potrebbe risultare insipido e persino artificioso.


Viceversa, per quanti non hanno sulle spalle una “cultura accademica” del romanzo thriller, è molto probabile che la lettura riveli piacevoli aneddoti e riesca ad appassionare il lettore, vincolandolo al mistero di fondo dell'enigma e alla figura, criptica e sfuggevole, del killer.


L'opzione altamente discorsiva dei dialoghi, che rappresentano circa l'80% della battitura del romanzo, è certamente in grado di favorire una lettura rapida in termini di rapporti umani e caratteriali fra protagonisti, a tratti rassomigliando ad una sceneggiatura, ma incontra l'ovvio e assai noto limite della coerenza.


Infatti, la sintesi espositiva di una scena, riprodotta attraverso il dialogo, quando trasportata sulla carta stampata, soggiace alla necessità di essere comprensiva dei concetti esposti e nel contempo identificativa delle caratteristiche di coloro che partecipano alla discussione, ma altresì, deve possedere la capacità definita e autogestita di rendere l'ambientazione e lo svolgimento stesso dell'azione realistica ed esaustiva.


L'Autore, eccede molto in quest'ultima parte e pertanto i dialoghi risultano più un resoconto stenografo – giornalistico.


E' ormai noto che riprodurre un incontro tra più persone non significa letteralmente spendersi su tutto ciò che è stato detto nell'evento “incontrarsi”, bensì in quelle parti che calano il lettore nell'ambito orientativo. Il resto non afferisce alla narrazione, bensì ad un resoconto.


Il risultato, è un appesantimento spesso ripetitivo, che può annoiare il lettore più avido di eventi e abituato ad un iniezione di adrenalina, a base di colpi di scena.


L'opzione, in questo caso, è quella di un detective che catalizza l'indagine in modo un po' “pantofolaio”, analizzando il puzzle con una meticolosità esplorativa che si sviluppa più per l'azione del killer, piuttosto che per l'interazione con esso della polizia indagante.


Definitivamente, ciò significa che il romanzo stesso è costruito intorno ad un idea che è stata poi sviluppata come un intuizione creativa: quella cioè dell'indovinello numerico che propone una soluzione misteriosa.


Si segnala tuttavia un buon finale, molto concreto e coinvolgente, da un lato plausibile e dall'altro assai ben organizzato, che svela amabilmente ogni punto interrogativo e fa quadrare gli elementi del puzzle, offrendo una godibilissima conclusione ad alta tensione che fa delle ultime 80 pagine la parte più interessante della narrazione.



L'enigmista” è un thriller altamente figurativo e paratattico, che propone un indagine deduttiva e ragionata, per risolvere il mistero di un omicida seriale che sembra anticipare le mosse della polizia e leggere nella mente delle proprie vittime.


                                                                                        Marco Solferini
Io

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