Carta
Bianca
Trailer della presentazione in
Londra: http://www.youtube.com/watch?v=LsGbYWouMXk
Autore:
Jeffery Deaver.
Genere:
azione, avventura.
“Il
mio nome è Bond, James Bond”, questa è forse una delle frasi più famose al
Mondo, se si considera che, secondo le statistiche, una persona su cinque ha
visto almeno uno dei lungometraggi cinematografici dedicati all'agente
007.
Era il
1952, quando la penna di Ian Fleming terminava di scrivere “Casino
Royale”, il primo romanzo dedicato all'agente segreto più famoso della
letteratura contemporanea.
Da
allora ad oggi, molti altri ne sono seguiti, l'ultimo dei quali, il
trentasettesimo per esattezza, è “Carta Bianca”, a firma Jeffery Deaver,
Autore di fama mondiale, già noto al grande pubblico per i suoi romanzi di
successo.
Quindi,
dopo “Non c'è tempo per morire” , il romanzo celebrativo uscito nel 2008
a firma di Sebastian Faulks, giornalista e scrittore britannico, specializzato
nella narrativa storica, la casa editrice, Ian Fleming Publications, opta per
una formula innovativa: uno scrittore di successo per un personaggio di
successo.
La
trama comincia in Serbia, provincia di Novi Sad, dove un James Bond di tent'anni
è chiamato a sventare un pericolosissimo attentato, avente ad oggetto il
deragliamento di un treno che trasporta, fra l'altro, una sostanza chimica che a
contatto con l'acqua scatenerebbe una terribile
reazione.
Durante
l'azione, l'agente segreto britannico impara a conoscere il suo avversario sul
campo, un ingegnere irlandese di nome Niall Dunne, uno spietato stratega che
applica freddamente la logica all'azione militare, una formula che gli è valsa
il soprannome de “l'uomo che pensa a
tutto”.
Sulle
tracce dell'attentatore, Bond tornerà in madrepatria per indagare su quella che
sembra una catastrofe annunciata, destinata a provocare la morte di migliaia di
persone e denominata in codice “Incidente
20”.
Le
indagini, lo porteranno a scoprire le oscure trame di un potente uomo d'affari,
il signore indiscusso del riciclaggio dei rifiuti, Severan Haydt, titolare della
multinazionale Green Way e del suo misterioso progetto
Geenna.
Ma
questa volta, sul suolo britannico, l'agente segreto non potrà agire come
solito, avvalendosi cioè della sua celebre licenza che gli dà “carta
bianca”, perché entro i confini dello Stato d'appartenenza, Bond dovrà
accettare la collaborazione e supervisione di un agente della divisione tre:
Percy Osborne Smith.
Una
“carta grigia” quindi, che costringerà 007 ad agire con furbizia e
meticolosa astuzia, per arginare le regole, senza esserne
travolto.
Inseguimenti, esplosioni, sparatorie e colpi di scena,
un mix esaltante di indagini a doppio filo, spesso incrociate, per scoprire chi
si cela dietro lo pseudonimo di NOAH, e quale mente criminale sta agendo di
nascosto per mettere in pratica un piano assassino, che potrebbe riscrivere gli
equilibri mondiali nel mercato del petrolio.
Dalla
Serbia a Londra, da Dubai al Sud Africa, scenari che si alternano e si
susseguono in una rocambolesca serie di eventi, trascinati dal filo conduttore
dell'azione a tutto campo, con numerosi personaggi coprotagonisti, pronti ad
aiutare od ostacolare l'azione di 007.
Sullo
sfondo della trama, un segreto nel mistero, che riguarda una vecchia operazione
sovietica denominata “Proiettile d'acciaio” e dalle cui carte, emerge un
inquietante interrogativo che riguarda i genitori dello stesso Bond. Una
possibile verità sconcertante che lo assilla, pagina dopo
pagina.
Indubbiamente, scrivere un romanzo di James Bond può
essere il sogno di molti scrittori, ma correndo il rischio di diventarne anche
l'incubo.
Gli
appassionati di 007 nel Mondo, si sono storicamente divisi in due categorie: gli
amanti del classico, coloro cioè che pretendono una sorta di immutabilità di
fondo del personaggio, agganciandolo indissolubilmente ai suoi noti cliché e
manie comportamentali, in contrapposizione con quanti invece vorrebbero un James
Bond diverso, adattabile ai tempi, non solo nello scenario internazionale, ma
anche se non sopratutto, nell'indole caratteriale, una sorta cioè di personaggio
protagonista di se stesso.
Deaver,
opta per una evidente via di mezzo.
Non
rinuncia a caratterizzare, nel distinguo, il “suo” James Bond, un uomo di
trent'anni, che lavora per la “Overseas Development Group”, un agenzia
distaccata tanto dall'MI5 come dall'MI6, con un passato nella Royal Naval
Reserve, oggi agente segreto sotto copertura, dotato di capacità tattiche
tipiche del guastatore e sabotatore, e non del killer vero e proprio. Un fine
risolutore e analista tattico sul campo, decisionista e imprevedibile
calcolatore, che ricorre all'audacia come mezzo per stabilire le regole, e
all'improvvisazione quale arma a doppio taglio, per garantirsi una via di
fuga.
Garbato
ed educato, fine, raffinato, amante dei personalismi tipici del lusso, in questo
romanzo, ritroviamo alcune delle figure chiave legate al suo modus operandi, dal
cibo, all'orologio, passando per l'inevitabile macchina, in questo caso una
Bentley Continental G.T.
Tuttavia, molti rimarranno, è proprio il caso di
scrivere “a bocca asciutta”, quando non ordinerà il suo Vodka Martini agitato,
non mescolato..
Inoltre, diverso rispetto al modello classico è
l'approccio con le donne.
Questo
James Bond, a differenza di altre sue versioni, non potrà essere tacciato di
maschilismo, in quanto l'Autore ha voluto ridimensionare il cinismo “usa e
getta” del suo tradizionale quanto irresistibile fascino.
Non
mancano ovviamente, figure femminili che ricalcano alcune celebri icone già
conosciute dalla letteratura di 007, dalla materna e comprensiva collega di
lavoro che sembra la donna giusta, alla determinata e audace donna d'azione sul
campo, fino all'idealista, coinvolgente e accattivante, ma dalla natura
ambigua.
Il
rapporto di 007 però, è decisamente meno consumista e profittatore, più cooptato
ad una sorta di responsabilizzazione del concetto di affetti e di affinità
elettiva, pur nella sua consapevolezza che il dovere rimarrà, ancora e sempre,
un vincolo prioritario nella scelta degli interessi da
difendere.
Malgrado questo però, pur essendo votato alla difesa
della madrepatria, per scelta, ma sempre nel sospetto di una vera e propria
vocazione, Bond, in questo romanzo è meno sciovinista che in altre sue
avventure.
La
figura di “M” non si discosta molto da quella classica, anche se è privata di
quel senso dello humour inglese, che in alcuni casi aveva esaltato le
caratteristiche di inguaribile sornione e anticonformista di James Bond, in un
perenne rapporto di amore – odio con l'autorità.
Immancabile, MoneyPenny e una diversa rivisitazione
della divisione “Q”.
Prevalentemente, è doveroso osservare che James Bond è
un archetipo dell'eroismo, fortemente estremizzato, una sorta di rituale eterno
a mezzo del quale la rivisitazione del mito dell'eroe indomito, virtuoso e
paratattico, nella sua scelta di contenuti da condividere, potrà adattarsi ad
ogni tempo e luogo.
La
penna di Ian Fleming, lo creò organizzandolo come una scatola di elementi
sagacemente e saggiamente legata a quella natura umana dell'avventuriero che da
sempre illude con l'autoconservazione, di essere irrinunciabile a se stesso. Per
questo è un soggetto il cui carisma, in realtà, annida proprio nella negazione
plausibile dei rapporti umani, dei quali 007 non è necessariamente un
estensione, ma spesso un repellente.
I suoi
gusti non sono affatto sofisticati, infatti, a ben guardare, preferisce le cose
più scontate, come il lusso dell'alta società, la vincente attrattiva del gioco
d'azzardo, l'avere quell'asso nella manica frutto della sua arrogante e
provocatoria capacità di essere al di sopra della gerarchia delle regole, nei
confronti di chiunque, il gusto antropologico per il cibo e le belle
donne.
Per
questo Bond piace, perchè chiunque, almeno una volta nella vita, vorrebbe
imitarlo, senza contare poi la definitiva consapevolezza di essere un
vincente.
Tuttavia, sarebbe impossibile prescindere dai tentativi,
in realtà più cinematografici, di umanizzarlo maggiormente, che sono stati
compiuti attraverso espedienti plurimi quali l'inserimento di un senso
dell'umorismo, provocatorio e spesso organizzato sulla base dell'amore/odio
caratteriale con altri coprotagonisti dell'universo di 007, come il celebre “Q”
o la stessa MoneyPenny; in altra misura ci sono state delle incursioni
trasversali nei sentimenti, quelli cioè che rendono l'attore principale un po'
nostalgico, segnato da cicatrici e ricordi, in pratica il condizionamento
emotivo di un passato escatologico.
Tale
ultima analisi però, raramente ha colto nel segno, perchè l'indole dell'agente
segreto, in realtà, è stata concepita per una proiezione potenzialmente eterna:
il Mondo avrà sempre bisogno di James Bond perchè ci saranno ovunque nuove,
intricate e temerarie sfide alla pace e.. ovviamente,
all'Inghilterra.
“Carta bianca” è un buon romanzo, scritto
egregiamente, da un Autore che ha dato il meglio di sé nell'organizzare in modo
pulito, chiaro e diretto, questo capitolo di una saga impegnativa, il cui
limite, forse, è stato quello di non aver potuto / voluto, interagire
maggiormente con il personaggio, laddove a tratti la storia sembra pensata per
un confronto con uno 007 dalle caratteristiche personali un po' diverse,
rispetto al taglio definitivo.
“Carta bianca” è un cocktail di adrenalina a base
di azione in stile 007: inseguimenti, esplosioni, tecnologia all'avanguardia e
conflitti a fuoco. Un intricata indagine a tutto campo dell'agente segreto più
famoso del Mondo, chiamato in azione per sventare un piano omicida e una trama
internazionale, in grado di cambiare gli equilibri economici mondiali, una sfida
senza tregua contro avversari astuti e spietati.
James
Bond, tornerà!
Marco Solferini
Nessun commento:
Posta un commento