domenica 1 gennaio 2012

Corpo libero


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LIBRERIA MONDI NUOVI


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Corpo libero


Autrice: Ilaria Bernardini.
Genere: agonistico, biografico, drammatico, educativo.



Hanno 14 anni, e sono ginnaste: la loro concentrazione è totale, il loro impegno assoluto.


Pochi minuti, una preparazione quotidiana, ore di lavoro: sudore, fatica, dolore.. pochi minuti, e un punteggio, per arrivare al podio, alle Olimpiadi: iscrivere il proprio nome nella storia.


Lo sforzo in allenamento non ha nulla da invidiare a quello dei militari prima della guerra.


Addestrate per essere forti, per pensare in modo vincente, allo scopo di essere le migliori, sconfiggendo prima dell'avversario fisico, quello interiore.


Sono Carla, Nadia e Martina, fanno parte di una squadra che per 7 giorni si troverà in Romania, per partecipare alle qualificazioni, ultima tappa per “staccare il biglietto” olimpico.


Nazioni diverse, colori diverse, squadre diverse, stessa mentalità.


L'Autrice, ci offre un viaggio realistico nell'universo competitivo di una disciplina estrema, fatta di particolari minuziosi, determinanti, ripetitivi e ossessivi.


Il compulsivo mondo delle piccole atlete, le loro impressionanti rinunce, una sfida totale, assorbente, che non lascia spazio a niente; una competizione in grado di riscrivere ogni singolo particolare della vita di tutti i giorni.


Oltre la pedana, gli esercizi, le atlete, le parallele, c'è il buio.


Assistiamo ad uno show imperituro di letale sofferenza emotiva, attraverso sguardi e pensieri, parole ed omissioni, un ritratto fotogenico di questa realtà sconvolgente, dove lo sport annienta la vita, scomponendola e ricostruendola, come fosse un burattino nelle mani di una mentalità finalizzata ad un unico scopo: la vittoria.


Il lettore, è calato all'interno di meccanismi che impressionano, non tanto per la natura degli stessi e la carica di agonismo, ma per il parallelo evidente che una mente razionale è portata a concepire, in rapporto alla vita vissuta delle “altre” quattordicenni, quelle che appartengono alla realtà di tutti i giorni.


Le atlete vivono di un amore passionale e carnale per se stesse, estremizzato al punto da usare l'odio come arma contro l'avversario e l'autoconvincimento come valvola di una pressione emotiva indirizzata e controllata.


La narrazione è vissuta in prima persona da Martina, la numero 3 del gruppo, non così brava da essere la star, ma nemmeno “scarsa” al punto da recitare la parte del numero aggiunto: lei è il crocevia di riflessioni personali sulla sua vita Famigliare, mentre la natura fisiologica di adolescente è attraversata da desideri e considerazioni.


I suoi occhi permeano una verità che insegue, ma che altrettanto ingannevolmente le sfugge, quasi fosse un dogma, la cui soluzione non può esserle rivelata, ma paradossalmente danza proprio davanti a lei, in tutta la sua apparenza.


L'affetto, il sesso, la consapevolezza, le paure, tutto si mischia in un vortice, per poi ricomparire organizzato, quasi come se la mente di Martina, ormai abituata agli esercizi e alla dimensione atletica, riuscisse ad applicare questa competitiva equazione ad ogni ostacolo e incomprensione.


Quel che Martina non capisce, Martina analizza, somatizza e affronta, perchè in fondo lei sopravvive e coesiste con tutto ciò che non è in grado di abbatterla.


La sua mente, convive con la possibilità che un millimetro la trasformi in una perdente, che un millimetro la renda paralitica a causa di una caduta, o la uccida per essersi spezzata il collo, dopo un volteggio, una capriola o un esercizio estremo alle parallele.


Ma fino a che punto la pressione emotiva può spingere una ragazza così giovane? Un amicizia estrema, quella di Carla e Nadia: le migliori, le inseparabili.


Uno spettacolo cui Martina assiste, come testimone silenziosa di un incapacità giovanile a capire i “perchè” di un comportamento che pur di compiacere il partner arriverà a commettere un omicidio, brutale nell'esecuzione e letale nella sua semplicità cognitiva.



Corpo libero” è una testimonianza diretta e a tratti agghiacciante, del mondo della ginnastica artistica: un affresco carico di angoscia e paura dove ragazzine di 14 anni si sfidano in una competizione senza tregua, ai limiti dell'estremo sacrificio, fisico quanto psicologico.


                                                                                        Marco Solferini
Io



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