La stella di
Strindberg
Autore Jan
Wallentin
Genere: avventura, azione,
archeologia, mistero.
“La stella di Strindberg” è il
primo romanzo del giornalista svedese Jan Wallentin ed è un testo che lascia
decisamente il segno.
Appassionante dalla prima all'ultima
riga: una narrazione ricchissima di avventura e colpi si
scena.
Un romanzo da leggere tutto d'un
fiato, che catapulterà il lettore dalla città di Falun, in Svezia, alla piccola
Ypres, nel vicino Belgio, dal cimitero di Saint Charles de Potyze al castello di
Wewelsburg, dimora esoterica delle S.S. nel cuore della Germania nazista, fino
al porto della città russa di Murmansk e da lì al Circolo polare
artico.
Un susseguirsi d'azione,
inseguimenti, esplorazioni e indagini storiche cariche di adrenalina e
mistero.
Tutto ha inizio quando due oggetti
antichi quanto misteriosi emergono dal passato, dall'esplorazione
dell'inaccessibile deserto del Taklamakan, sul finire del
1800.
Due oggetti custoditi in una cripta
di mummie, in una città sepolta sotto la sabbia del
tempo.
Un antica chiave bianca con le
sembianze del geroglifico Ankh e una stella a cinque punte, il simbolo
che gli egiziani chiamavano sba, uno degli emblemi di Osiride, il signore
del limite estremo che possedeva la chiave per
l'oltretomba.
Se uniti dal calore, questi oggetti
rivelano una mappa tridimensionale che svela l'esistenza di un passaggio
nascosto sotto il freddo ghiaccio del Polo nord: un oscura porta che conduce
agli inferi, dove un segreto attende di essere svelato.
Ai giorni nostri, è per pur caso che
l'esploratore urbano Erik Hall si calerà in una miniera abbandonata, al cui
interno scoprirà delle antiche cripte, su cui sono impresse le parole nordiche
che richiamo al culto della città dei morti degli antichi vichinghi:
Niflheimr e Nastrondu.
Dietro quelle porte dimenticate, nel
cuore della terra, il cadavere di uomo custodisce la misteriosa croce a forma di
Ankh.
Il mistero del ritrovamento chiamerà
in causa Don Titleman, storico, esperto di simboli religiosi e miti antichi, ma
anche studioso di medicina, egocentrico malato di psicofarmaci, calmanti e
antidepressivi, che lo aiutano a convivere con il retaggio ebraico della sua
Famiglia, e l'atroce ricordo della follia nazista che ha segnato per sempre la
storia dei suoi più stretti parenti.
Affiancato dall'Avv. Eva Strand,
Titelman si confronterà con una misteriosa Fondazione tedesca che ha il compito
di recuperare la chiave e la stella, le stesse che furono utilizzate
dall'esploratore Strindberg, sul finire del XIX° secolo, durante una misteriosa
spedizione al Polo nord, finita in tragedia.
Una Fondazione che intreccia il
proprio passato con il nazismo esoterico e che utilizza persone dotate di poteri
sensitivi particolari, ex bambini prodigio in grado di vedere e sentire cose
oltre l'umana comprensione.
Il ritrovamento della chiave si
trasformerà molto presto in una caccia senza tregua, ricca d'azione,
suspence, fughe e inseguimenti.
Ma rivelerà anche l'indagine storica,
l'analisi dei fatti, le ricostruzioni e teorie che porteranno il protagonista a
confrontarsi con l'assurdità della guerra, la sua crudeltà ed efferatezza, ma
sopratutto con l'avidità dell'animo umano.
Oltre alla Fondazione, anche una
multinazionale, la Lytton Enterprises, è sulle tracce dei due oggetti,
allo scopo di riaprire il portale per gli inferi, dove giace un segreto
custodito in un Mondo nuovo e diverso dal nostro.
Il protagonista si troverà quindi al
centro di questa sfida, che ha per oggetto la ricerca di un sapere: un antica
conoscenza che fonde la realtà della storia con il mito della
scienza.
Un segreto che porta il simbolo del
Sole Nero.
Grazie all'aiuto della sorella di
Titleman, l'hacker informatico noto con il soprannome di Hex, la caccia ai due
reperti sarà una corsa contro il tempo, fra tecnologia satellitare, indagine
storica e semplici intuizioni.
Una narrazione ricchissima di spunti,
dove l'aspetto fantastico si intreccia sapientemente con la realtà, ormai nota,
dell'esoterismo nazista, tipico di personaggi storici come Himmler e il mistico
Wiligut.
Il lettore sarà trascinato in un
appassionante vortice di emozioni che lo coinvolgerà in una ricerca
mozzafiato.
Scritto con eccellente maestria, il
testo si propone in modo assai dinamico, con capitoli sintetici che nulla
sottraggono all'alta carica descrittiva e circostanziale voluta dall'Autore, ma
nel contempo rendono la lettura snella, agevole e di facile
comprensione.
Ottime e precise le indicazioni
storiche, molto ben qualificanti e caratterizzanti le diversità culturali dei
protagonisti, in particolare l'origine ebraica di Titleman che si rivela un
antieroe convenzionale, in parte esploratore, in altra misura vittima degli
eventi, ma altresì geniale interlocutore del realismo, con il quale affronta un
escalation di situazioni estreme e di duri confronti con se stesso, così
come con i suoi potenti avversari.
L'Autore è geniale a tracciare i
precipui connotati dell'intelligenza mista all'audacia, che umanizzano il
personaggio e lo rendono particolarmente credibile, oltreché simpatico nelle sue
paranoie e debolezze: una maniacalità di fondo che non vizia per niente le sue
capacità deduttive di indagine.
E' un romanzo completo sotto
molteplici punti di vista, anzitutto signorile nell'esposizione: concisa,
sobria, elegante e molto ben organizzata.
Frutto di una gestione razionale e
multifattoriale, che ha saputo scegliere in modo adeguato le caratteristiche
portanti delle tre parti in cui è articolata la narrazione, distinguendo i tempi
e i modi, dosando in maniera intelligente gli
argomenti.
Il tenore della conduzione non è mai
eccessivo ne superficiale, per quanto spazi in diversi
ambiti.
A differenza della maggioranza dei
romanzi analoghi, l'Autore è riuscito a temperare bene tutti gli aneddoti, e a
dare una quadratura alla storia che non risulta mai assorbente, ma sempre
conciliante con il lettore, vero protagonista, ultimo indagatore del mistero
raccontato.
La centralità della narrazione, a
differenza dell'esposizione, è la chiave del successo nel difficilissimo genere
del romanzo d'azione: riuscire cioè a conciliare la naturale esigenza
esplicativa con l'anima esplorativa di chi, pagina dopo pagina, si vuole calare
nelle vesti dei protagonisti.
Jan Wallentin è perfettamente
riuscito in questa non facile prova e in ciò, ha dimostrato di essere uno
straordinario Autore contemporaneo, destinato al sicuro e assai meritato
successo, di pubblico e di critica.
“La stella di Strindberg” è un
romanzo appassionante e coinvolgente, scritto in modo deliziosamente ben
organizzato; ricchissimo di colpi di scena, carico d'azione e di mistero, è un
appuntamento immancabile e irrinunciabile, per tutti gli amanti della narrativa
con la maiuscola.
Marco Solferini
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