Il
Divoratore
Genere: thriller, drammatico,
fantastico
Autrice: Lorenza
Ghinelli
“Il divoratore” è il nuovo romanzo di Lorenza
Ghinelli, e rappresenta un caso editoriale di successo, destinato ad
appassionare lettori di ogni età, in tutto il
Mondo.
L'Autrice, ci propone la storia di un entità
vendicativa, incardinata e ancorata ad un atavica, quasi mitologica, concezione
del male: frutto di un egocentrismo semplificato del concetto infantile di
rabbia fanciullesca.
Il Divoratore è l'angelo vendicativo di un adolescente
che ha subito quelle cattiverie così irrituali da essere tipiche della prima
giovinezza, quando l'assenza di cultura, spesso, comporta delle reazioni crudeli
e avvilenti da parte dei coetanei. A tratti brutali e
umilianti.
Ma questa vittima, Danny Possenti, è capace di odiare e
dal suo disagio nasce un essere sprezzante, una sorta di Freddy Krueger per
giovanissimi, che non perdona coloro che sono oggetto dell'odio, per essersi
comportati male.
L'incubo del passato riaffiora nella mente di Alice,
educatrice per bambini disagiati, quando il suo assistito, Pietro, un bambino
autistico, sarà il tramite del Divoratore, il suo catalizzatore, ma anche,
paradossalmente, il suo collegamento con la realtà: unico nesso per scoprire chi
si cela dietro le sparizioni dei bambini che gettano il panico nella
comunità.
Che cosa ha rimosso la mente di Alice? Quale mistero ha
sconvolto la sua crescita?
Consapevole dei crismi psicologici del realismo, per
scoprirlo, dovrà affrontare un viaggio onirico a ritroso nel tempo, sconfiggendo
la suggestione e i suoi inganni, per mettere a nudo il ricordo della
verità.
L'intesa caccia al mostro della mente, rivelerà il
dramma psicosomatico della gioventù odierna ancorata alla ritualistica di
personalità scontate nei loro tratti essenziali.
Una gioventù spesso condannata a riciclarsi, per
affermarsi e per trovare accettazione, fino a rinunciare all'originalità del
libero arbitrio, in omaggio ad un ruolo caratteriale che sembra sempre più
recitato e fittizio.
La dissolvenza che l'Autrice ci propone è un buon
parallelo della macchina omicida delle coscienze, questa sorta di assimilazione
cui i ragazzi vanno incontro, nell'immaturità della crescita, rinunciando al
loro bellissimo retaggio primigenio con la
virtù.
Un fenomeno tipico e inquietante della società
contemporanea, che sembra istruire silenziosamente giovanissimi burattini
nell'alveo di città che somigliano sempre più a comunità sterilizzate, dove il
minimo comune denominatore è un ampolloso gusto per
l'apparenza.
La stesura del romanzo si segnala, in particolare, per
lo stile paratattico che non rinuncia all'essenza
manipolativa.
L'effervescenza drammatica compatta la narrazione
intorno alla forza empirica e realista delle parole: spesso simili ad abilissime
stoccate che colpiscono nel segno.
Una centralità assoluta, quasi focale, che immedesima e
coinvolge il lettore, indirizzandolo in modo metaforicamente fumettistico al
centro della vignetta. Che diventa poi,
narrazione.
La padronanza di linguaggio e la scorrevolezza dei
dialoghi sono infatti molto paragonabili ai grandi Autori del mercato del
fumetto contemporaneo, Italiano e Francese.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi
e la loro indole sociologica, c'è una costante nota di assolutismo e futurismo
fantastico che non rinuncia però ad uno sguardo cordiale e risoluto ai canoni
ermeneutici dell'occidentalità filosofica ellenica, più tipica della letteratura
classica.
E' il contesto che assume una rilevanza e un predominio
tipico della scenografia cinematografica, quando il sillogismo narrativo spazia
da una premessa maggiore giungendo ad una minore, in ciò dimostrando un raccordo
logico, amabilmente orientato all'esposizione.
Uno stile indubbiamente appassionante, a tratti crudo
come lo sono alcuni autori decadimentali americani del noir d'oltreoceano, ma
anche molto pulito nelle sue contrapposizioni che rappresentano il crescendo
rossiniano della tensione, sempre molto ben organizzata e gestita, attraverso
capitoli sintetici, ma ben definiti, fino ai picchi di suspence che
puntellano e chiudono la narrazione.
“Il divoratore” è un thriller fantastico, molto
coinvolgente e ben strutturato. Una storia intensa, dinamica, carica di emozioni
che travolgeranno il lettore, impaurendolo e appassionandolo, dalla prima
all'ultima riga.
Marco Solferini
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