giovedì 14 aprile 2016

Gli uomini e l'amore.

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Gli uomini e l'amore

Autrice: Antonella Boralevi.
Genere: sentimentale, romantico, uoristico.

L'Autrice ci propone un romanzo goliardico e intelligente. Nel quale la “stanchezza” degli uomini assume lo status sociale di un vero e proprio lassismo da rassegnazione quale stile di vita contemporaneo.

“Tutto scorre” direbbe Eraclito, ma certo restarsene ad osservare le stagioni della vita dal proprio giaciglio di inconcludenza assume proporzioni snervanti, quasi frustranti per coloro che “scorrendo” ruotano intorno all'inamovibile punto fermo maschile.

Nel frattempo, pervicacemente, con la forza della disperazione, gli uomini si riposano. Considerano la seduzione, giustamente, faticosissima. Nei salotti come a mensa si raggruppano tra loro, in ben compatte formazioni che fronteggiano lo sbarramento femminile con l'indomito spirito della testuggine romana, si barricano dietro a conversazioni su “Quattroruote” e “Motociclismo”, con la mesta consapevolezza della inaffidabilità di argomenti fino a ieri ritenuti baluardi invalicabili. Perchè ormai, di calcio parlano sopratutto le donne, di politica anche, e solo citando il differenziale autobloccante c'è qualche speranza di essere lasciati in pace”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.

Da questa piacevolissima e altrettanto godibile lettura fuoriescono un insieme di usi e costumi che rassomigliano a un piccolo arcipelago di vizi e virtù quasi domestiche per la fanciullezza con cui vengono espletati nella quotidianità della vita.

Infatti il massimo richiamo erotico e seduttivo di oggi lo si ottiene vestendosi da collegiale, chiudendo tutti i bottoni della camicettina a fiori infantili e possibilmente avendo capelli piuttosto spogli, come la vittoriosa verfine delle Sfumature. Non pochi stilisti hanno capito l'antifona e persino Roberto Cavalli, il genio del fascino femminile, il creatore di abiti capaci di rendere sexy anche una scopa, adesso disegna collezioni elegantissime e caste”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.

Siamo in presenza cioè di una parabola determinata dalle convinzioni, dai luoghi comuni, da quell'antropologico gusto per la sapienza cittadina, la cara vecchia vox populi che una volta ispirava i proverbi e che adesso sembra concentrarsi sul “metodo quantitativo” più che su quello “qualitativo”.

E' infatti l'inossidabile ostracismo con cui l'uomo rimane o ritorna ad ancorarsi ai “suoi” capisaldi dei luoghi comuni che l'Autrice mette in prosa con umoristico senso di constatazione dell'ovvio.

E' la Moglie l'uscita di sicurezza dell'uomo stanco con cui ci tocca, al momento, avere a che fare. La Moglie. Faro luminoso nella notte delle lusinghe femminili, porto sicuro dopo le nebbie di affannati corteggiamenti sul luogo di lavoro (si dichiara molestato, con la solita smania statistica, il cinque per cento degli americani), scudo e vindice contro amanti dalle pretese eccessive. Chi non ha accanto una Moglie salvifica, finisce malissimo, perfino con un punteruolo nella gola e sangue dappertutto. La Moglie è talmente indispensabile all'uomo a riposo che, esaurita la prima, passa alla seconda e talvolta alla terza, senza soluzione di continuità”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.

Incontriamo quindi una serie di espedienti e di situazioni che identificano il maschio nel suo rapporto con l'amore. Sia esso giovane o maturo, abbia esperienza o sia alle prime armi. C'è un tono farsesco ricco di piacevolezza nella cifra letteraria dell'Autrice, la cui esposizione è sempre garbata dialettica e umoristicamente votata all'allegria. Pur senza rinunciare al celebre umorismo del contrario Pirandelliano.

La metafora come l'allegoria sono spesso sferzanti, un po' audaci, a tratti persino pungenti perchè esiste un pizzico di cattiveria che sa farci sorridere tanto quanto riflettere.

La sessualità sta diventando anche da noi una messa in scena. Un allestimento. E più la scenografia diventa lussureggiante, o inquietante, più dettagli ci sono, più manette, più fruste, più sperma schizzato da decine di uomini su due donne stese su un divano nei club erotici che ormai espongono per strada, ben visibile, la loro insegna, meno coinvolgimento c'è. Tutto il teatro del sesso si svolge senza interferire con l'emozione. Tutto è, insieme, bagnato di liquidi organici e totalmente asettico”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.

Naturalmente anche le donne salgono agli onori della cronaca narrativa.

Prevalentemente a causa delle loro ingenuità storiche nei rapporti di coppia. Laddove appaiono a volte come le eterne incompiute rispetto a quel cambiamento che significherebbe la definitiva emancipazione. Così desiderato da essere forse più mitico che mitologico perchè paradossalmente irraggiungibile per quanto inseguito.

Forse perchè la sottile morale è che non è tanto il traguardo a rappresentare il tutto bensì la ricerca stessa. Che è sopravvivenza dell'io. Anche se provoca sofferenza, rammarico, sensi di colpa.

Spuntano quindi le antinomie del “vorrei, ma non posso”, le scelte che sono da un lato un atto di responsabilità, ma nel contempo rassomigliano a un farmaco del tutto inutile perchè non di malattia si tratta, ma di vita. Pura e semplice. Come tale inguaribile.

Le donne hanno adesso la fastidiosa abitudine di raccontare che per loro il sesso è separato dall'amore ma, all'atto pratico, di non crederci per niente. E perciò di pretendere, dopo telefonate, cene fuori e le più smaliziate anche iPad e lavatrici in regalo, solo perchè una sera ci si è lasciati convincere. E non importa, agli uomini, sapere che l'attaccamento delle poverette è una condanna biologica, la solita storia del nido e della specie. Niente, le donne non si danno pace, ne intendono farsi da parte dopo l'avvenuta consumazione. E perciò gli uomini si guardano intorno. E poi si fermano al corteggiamento”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.

Mentre all'uomo (troppo) spesso tutto sembra dovuto.

La giustificazione anche per gli errori più banali pare essere più facilmente a portata di mano.

E c'è un non senso comune a disciplinare queste regole non scritte basate su di una sopportazione omissiva dove la concessione di quel “di più” passa sottobanco. Blandamente inosservata. Forse il retaggio di una società fortemente maschilista che oggi ha imparato soltanto ad esserlo in modo meno spudorato.

Tante sono le prove di questa distrazione consapevole che per quanto platealmente fastidiosa non sembra minimamente destinata a passare di moda.

Il pianto maschile, più del pianto di donna, che per forza di cose ha dovuto imparare a bastarsi da sé, pretende di trovare consolazione, o almeno di suscitare sensi di colpa o al minimo un certo dispiacere a chi si trovi ad assistervi”. E', per così dire, un pianto meno emotivo e più cerebrale. Non a caso, nei più aggiornati manuali che insegnano come far carriera, si raccomanda a manager, impiegati, professionisti e dipendenti in genere, di imparare a piangere per finta, così da simulare un inconsulto singhiozzo quando torni comodo. Mai però più di una volta nell'intera vita lavorativa, per non sciupare l'effetto. Certo, nella nuova licenza di piangere, gioca anche la simpatica voga della lagna”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.

Per ogni circostanza, o se meglio volessimo stato emotivo, vita affettiva, amoroso coinvolgimento, l'Autrice propone un paragone con il grande schermo. Cita cioè i personaggi del cinema nelle scene più epiche che hanno da sempre rappresentato alcuni tratti salienti della realtà trasportandola nel magico mondo cinema.

Forse perchè è lì che tutti riusciamo ad immedesimarci. Ed è un modo per farci riflettere sul fatto che nella vita gli attori siamo noi.

L'amore coniugale è riconoscenza, devozione, senso di colpa, del dovere, angoscia del tempo che passa, depressione strisciante, ansia di poter contare su qualcuno in caso di influenza, otite, raffreddore, necessità di accompagnatrice presentabile nelle occasioni di carriera, mutuo soccorso, società per azioni, trust, antitrust”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.

Gli uomini e l'amore” è un godibilissimo romanzo, elegantemente presentato con uno stile che riesce a mettere insieme la chiarezza narrativa con la lucidità di un analisi veritiera e divertente. Per ritrovarsi, prendersi un po' in giro e naturalmente riflettere.

Consigliato.

Marco Solferini
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