domenica 21 ottobre 2012

La bibliteca perduta dell'alchimista

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IL SECONDO RINASCIMENTO
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La biblioteca perduta dell'alchimista

Autore: Marcello Simoni
Genere: avventura, mistero, storico, drammatico



E' il 1227, nei pressi di Cordoba, il Ré Ferdinando III° della reale casa di Castiglia ha convocato mastro Ignazio Alvaro da Toledo, il celebre mercante di reliquie e libri antichi, per lui affidare un incarico riservato e della massima importanza.

La regina Bianca di Castiglia, sposa del Ré francese Luigi VIII° è stata rapita e pare scomparsa nel nulla, ma l'esorcismo di un ossesso deforme, ad opera del Vescovo Folco avrebbe rivelato il nome della sua prigione: l'oscuro castello di Airagne.

La dimora del Conte di Nigredo, un potente e sconosciuto signore la cui reale identità nessuno conosce.

Insieme con il fidato guerriero Willalme ed il figlio Uberto, oggi venticinquenne, il compito di Ignazio è quello di accompagnare la spedizione di Filippo di Lusignano avente lo scopo di liberare la regina.

Tuttavia, un inquietante presagio si delinea all'orizzonte, nelle martoriate terre della linguadoca dove la crociata sanguinaria contro i Catari non conosce quartiere. Segreti innominabili si nascondo in luoghi dove il mistero sembra ancorato a radici del passato, a popoli che recavano una cultura della scienza tramandata nell'arte dell'alchimia.

In queste terre imperversano gli Archontes, le nere truppe del Conte di Nigredo.

A margine della missione principale l'ex magister di Ignazio, ritrovato alla corte del Ré Ferdinando affida al figlio del mercante il compito di ritrovare il “Thurba Philosophorum”, un libro che nasconde la chiave alchemica per capire i segreti di Airagne dove pare si consumino sofferenze atroci degne dell'inferno sulla terra.

Il mercante di libri maledetti sarà quindi catapultato in uno scenario dove nulla è ciò che sembra e farà la conoscenza di numerosi uomini del potere, schierati con la Santa sede o con le correnti eretiche, uomini come il frate domenicano Pedro Gonzalez de Palencia, confessore e primo consigliere del Ré Ferdinando III°

Quali misteri si celano nel castello di Airagne? Qual'è la vera identità del misterioso e sfuggevole Conte di Nigredo?

Forse la risposta a questi interrogativi è celata dietro alcune lettere che narrano di una antica scoperta alchemica e della fede di un pugno di donne (beghine) nel culto di Santa Lucina.


L'Autore ci riporta indietro nel tempo con il suo personaggio già acclamato dal pubblico come dalla critica, in questo seconda avventura dopo quella narrata nel “Mercante di libri maledetti” e centra in pieno il bersaglio.

Storicamente accattivante, ricchissimo di pregiati aneddoti di vita quotidiana e pittoresche descrizioni ambientali, il romanzo ha una focalizzazione sui personaggi che diventano il fulcro della narrazione.

Dapprima suddivisa in due filoni narrativi, separai in base alle rispettive spedizioni, quella di Ignazio con il fido guerriero francese Willalme dal cuore coraggioso e impavido, ma anche carico di rabbia per il suo tumultuoso passato, per scortare Filippo di Lusignano nella missione ad Airagne e dall'altro la missione affidata al figlio del mercante, di ritrovare un libro proibito e perduto, fra le cui pagine si annidano i segreti dell'alchimia.

Una condotta saggia e ben argomentata che traspare da un ottima gestione della contemporaneità dell'azione, dove si manifesta un adeguato tenore tanto nello stile espositivo quanto nella scelta dei dialoghi aventi ad oggetto personaggi comprimari assai diversi fra loro sia per astrazione culturale quanto per le funzionalità nella trama.

Un miglioramento rispetto al primo romanzo dell'Autore. Ciò si evince in particolare dalla maturità argomentativa che rispetto al precedente testo è in questo caso meno soggettiva e più al servizio della fantasia del lettore. Cede cioè qualcosa dal lato della soggettività frutto della passione storica che porta sempre i cultori di una materia così vasta a personalizzarne il racconto, quasi come fosse il romanzo a scrivere l'Autore, e non l'opposto, cede da questo fronte e recupera invece nella completezza narrativa che consente al lettore di immedesimarsi tanto nei luoghi quanto nella fine conoscenza dei protagonisti.

Molto interessanti le tematiche della contrapposizione fra una Santa sede che conosce la bramosia del potere rispetto alla cultura della solidarietà, al punto da ordire trame multiple, spesso determinate dall'avidità e dall'ipocrisia dei suoi massimi rappresentanti, ben disposti a ricorrere alle meschinità più atroci in uno scacchiere umano dove alcune pedine sembrano sacrificabili.

Un romanzo intenso, un affresco convincente, un opera di metodo ponderata che si avvale di una sintesi non preclusiva e di una discorsività efficace e comprensibile, adeguata e al servizio della buona comprensione di colui che legge; che mai eccede nell'autocompiacimento, ma si mette al servizio di coloro che vogliono intraprendere un viaggio che è anche apprendimento.

Va osservato che nei primi due capitoli del romanzo la figura di mastro Ignazio, il protagonista, è più defilata rispetto al precedente libro dove la centralità del suo intelletto e la cultura del sapere lo portavano ad essere il fulcro di tutte le vicissitudini. In questo caso invece, si è preferito lasciare maggiore spazio agli eventi. Ma il lettore che si è appassionato al personaggio non dubiti, perché successivamente la centralità e le caratteristiche di Ignazio la faranno da padrone e saranno l'arma vincente, ben più delle spade, per sopravvivere agli inganni e agli artifici dei nemici.

Il finale è intenso, carico di colpi di scena e rocambolesco: ben delimitato nella sua area di svolgimento. Una serie di eventi che mandano a posto numerosi tasselli, in pieno stile “rivelatorio”, tuttavia a tratti è molto simile al celebre epilogo di un altra avventura che aveva come protagonista un certo Guglielmo da Baskerville. Un evidente citazione e forse un “train d'union” per coloro che metterebbero a rischio la vita pur di salvare un libro dalle fiamme.

Nel complesso della storia ci sono molti nomi, e anche se l'Autore è bravo e intelligente nel sapere quando è il momento di farne uscire di scena alcuni, è possibile che il lettore meno abituato all'ambientazione storica a tratti si smarrisca perdendo il filo conduttore, specialmente nel momento in cui le spiegazioni / scoperte cominciano a farla da padrone, rivelando il passato del castello di Airagne.

Tuttavia, la scelta pare ugualmente premiante ed anche appropriata poiché la lunghezza del romanzo è corretta, non cade cioè nel facile inghippo di eccedere in lungaggini, sopratutto di natura saggistica.



La biblioteca perduta dell'alchimista” è il nuovo affascinante thriller storico di Marcello Simoni. Un avventura intensa, per scoprire i segreti di un luogo misterioso e apparentemente maligno, dove vive e sopravvive uno spietato alchimista i cui segreti hanno gettato un ombra oscura sulla terra e la cui sconfitta è nascosta fra le pagine di un antico testo proibito di alchimia.

Vivamente consigliato.

                                                         Marco Solferini
                                                 marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com

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sabato 13 ottobre 2012

Il labirinto dei libri sognanti

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IL SECONDO RINASCIMENTO
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Il labirinto dei libri sognanti

Autore: Walter Moers
Genere: Fantastico



Ritorna Ildefonso de' Sventramitis, il più grande scrittore di Zamonia, nonché illustre Vermicchione, reduce dalle avventure che lo videro scampare all'incendio di Librandia dopo una serie di peripezie fra il magico e l'avventuroso.

Orbene, oggi Ildefonso è talmente adorato dai propri lettori che ha bisogno di ritirarsi in un luogo ove sfuggire alla fama e alla bramosia di quanti non fanno che importunarlo.

Così decide di rifugiarsi a Forte Vermicchio per trovare pace, tranquillità e naturalmente buona cucina.

Tuttavia, egli ignora che passati sono 200 anni e la città dei libri sognanti è risorta dalle sue stesse ceneri, ma a ricordargli il fato che lo attende ci pensa una lettera, tanto misteriosa quanto inaspettata.

Il contenuto è apparentemente uno scritto anonimo, che disgusta Ildefonso per le fattezze di bassa levatura e scarsa cultura. Uno scritto puerile di un becero autore, egli pensa, mentre scopre con stupore che la firma in calce all'opera è la sua. Un falso? Forse.

Ma c'è di più, perchè nel post scriptum si legge: “il ré delle ombre è tornato”.

Colto da un sentimento di inquietudine e vaghezza il protagonista vermicchione scopre che la provenienza della missiva è proprio Librandia, Catacombe di Mezzo / Grotta di pelle.

Un viaggio quindi si profila all'orizzonte, anche se comincia in verità come una passeggiata con oggetti preparati di tutto punto per facilitare il cammino, e fra questi anche il misterioso Libro Sanguinoso, che Ildefonso ha aperto solo tre volte in passato, sempre trovandosi di fronte a frasi che suonavano come un epitaffio.

Una nuova avventura pertanto: un mistero da rivelare e protagonisti da (ri)scoprire.



L'Autore è già noto al grande pubblico per i suoi successi e in quest'ultima opera ripercorre i tratti salienti del suo metodo narrativo altamente discorsivo e riflessivo. Una scrittura vissuta in prima persona con gli occhi e la mente del protagonista centrate nello svolgimento di una serie di eventi il cui catalizzatore è facilmente individuabile nel piccolo, ma assai geniale universo fantastico creato ad hoc.

Impariamo fra l'altro nuove e intriganti fattezze della razza vermicchiona, ritroviamo l'ego e l'intelletto di Ildefonso che spesso si pongono in contrapposizione tra loro come un compendio di oggetti e di luoghi indubbiamente piacevoli per gli amanti del genere fantastico.

Libro considerato per bambini? Non direi, semmai adolescenti che non hanno fretta di crescere, ma certamente apprezzabile, come molto spesso accade in questi casi, anche (se non sopratutto) dal grande pubblico.

Enigmi, misteri, magia, alchimia: il teorema fantastico si svolge e nel contempo si fonde più che altro entro quella che è l'avventura, in uno scenario ove l'indefinito è un aspettativa per il lettore. Di qui il fascino della scoperta che rappresenta il vero e proprio leitmotiv del romanzo.

Un meccanismo ben oliato e di successo che si ripropone quindi in tutta la sua semplice, ma assai ben argomentata mole di surrealismo.

La credibilità del tutto è anzitutto rimessa alla comprensione dell'ego dispotico e narcisista del protagonista, il quale arbitra come giudice e giuria le proprie scelte in virtù delle emozioni e delle sensazioni.

Un eroe inconsueto di cui però è assai difficile non innamorarsi.

Torniamo quindi a Librandia che dietro la sua nuova vita nasconde, negli anfratti delle profondità più labirintiche, vecchi ed inquietanti segreti.



Il labirinto dei libri sognanti” è il nuovo romanzo fantastico di Walter Moers che ci riporta a Librandia in compagnia dell'ormai celebre protagonista Ildefonso De' Sventramitis per vivere un altra affascinante avventura in un modo inconsueto dove il mistero e la magia regaleranno al lettore piacevoli ore di fantastiche scoperte.

Suggerito ad un pubblico di tutte le età, che ami il genere, conosca l'Autore e abbia già letto del protagonista.

                                                                        Marco Solferini
                                                                      marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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mercoledì 10 ottobre 2012

L'incredibile storia di Soia e Tofu

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IL SECONDO RINASCIMENTO
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L'incredibile storia di Soia e Tofu

Autore: Pallavi Aiyar
Genere: animali, gatti, avventura, filosofico.



Soia è un micetto “piccolo imperatore”, unico della propria cucciolata, è nato nella casa di una famiglia benestante.

Tofu è l'unica femmina con molti fratelli di una gatta randagia. Vive in un bidone della spazzatura e conosce le difficoltà della strada.

Entrambi finiranno in adozione presso dei dei waiguo ren (stranieri) ricchi borghesi.

La loro diversità sarà ciò che in parte li avvicinerà, ma nel contempo saprà anche allontanarli, malgrado siano destinati a crescere sotto lo stesso tetto, ricevendo uguali attenzioni ed il medesimo amore.

Tofu scoprirà che uno dei suoi fratelli è entrato a far parte di una banda di gatti denominata “Ghost Street” dove rimane anche il padre di Soia. Sullo sfondo di un Mondo che si rivela attraverso la crescita e negli affetti felini, i due gatti dovranno prendere atto di un misterioso virus che colpisce i ren, gli umani. Un virus che forse proviene proprio dagli animali.

Il tutto mentre il paffuto gatto rosso Soia diventerà una star della televisione, facendo quel che meglio gli riesce: mangiare con gusto. Il suo appetito infatti, lo farà diventare il protagonista di una pubblicità di cibo per gatti che grazie alla sua convincente performance spopolerà nelle vendite.

Le avventure di questi due amabili gattini trasporteranno il lettore in un ambientazione dov'egli riconoscerà alcune delle principali tematiche oggi più che mai oggetto di un dibattito attuale nella c.d. società civile.



Lo sguardo attento, serafico e sornione dei gatti permetterà di cogliere al meglio le irritualità di alcuni argomenti ormai somatizzati dall'agire degli uomini nelle città e con i quali certo ogni lettore si confronta giorno dopo giorno.

Il primo confronto sarà con l'ignoranza, frutto della più becera viltà che porta ad identificare ogni animale, anche il gatto, come potenziale veicolo per trasmettere un virus e che pretende di risolvere tutto con la violenza fine a se stessa.

La complicità dell'avarizia, con la meschinità dell'invidia, di quanti vedono nel denaro un mezzo per elevare la povertà della loro mente e l'impreparazione dell'intelletto al di sopra della miseria. Esseri corrotti prima che fuori, dal di dentro: nel proprio Io, perchè drammaticamente rinunciatari ad ogni sentimento di onorevolezza che potrebbe loro donare il virtuosismo del riscatto.

I gatti scopriranno che gli affaristi ipocriti, agendo al solo scopo di migliorare le proprie condizioni di vita con il materialismo, visto come un ossessione che brucia, arde, consuma la vita, non conoscono l'onore, il rispetto, esistono solo per se stessi. E fanno la fine che inevitabilmente attende chi ha lasciato che la meschinità usurpasse la propria armonia interiore.

La povertà è un tema drammaticamente presente. Un male che dilania la terra, strazia le carni, getta un ombra di potenziale cattiveria su tutto e su tutti.

I gatti capiscono la sofferenza della disparità, di una classe sociale che ha reinventato la Cina trasformandone i confini interni, separando i ricchi dai poveri e laddove i primi sembrano esserlo sempre di più, mentre i secondi decadono nel baratro della miseria più vergognosa.

Il tutto accade sotto lo sguardo disattento di molti, nella corruzione di alcuni. Con la complicità della distrazione sopratutto dei giovani e nell'inutile richiamo ai valori del passato ad opera di chi ha il peso degli anni nell'anziana età dei ricordi.

Il risultato é un affresco davvero geniale di ciò che la Cina sta diventando, amorevolmente costruito con tematiche ambientaliste molto presenti e decorosamente raccontate come uno dei valori cui non si può e non si deve rinunciare.

Soia è un gatto viziato, schiavo del cibo che ragiona spesso con pigrizia e risponde ai bisogni primari. La sua esistenza è evidentemente un atto di volontaria schiavitù nell'accettazione del benessere che gli umani sono in grado di trasmettergli. Una godereccia esistenza in forza della quale il gattone rosso è disposto a scendere a compromessi, cambiando opinione con facilità e con una sorta di bonaria distrazione. Che tuttavia ad un certo punto gli dimostra l'assoluta verità della celebre affermazione: “il sonno della ragione genera mostri”.

Tofu invece, è una gattina diffidente, forse perchè cresciuta nella miseria della vita di strada, il cui primo insegnamento tramandatole dalla madre è stato quello della prudenza. Non ama affezionarsi come merce di scambio e non cede facilmente alle lusinghe. Le sue convinzioni le hanno insegnato che esistono sempre dei no che aiutano a crescere in un rapporto e lei conserva una parte del suo Io ben distante dagli incomprensibili umani, con i quali instaura una convivenza fatta di amicizia certo, ma anche di reciproco rispetto. Anche per questo, riesce ad avere un rapporto di fiducia con altri animali, persino il cane, che per Soia è a metà fra l'incomprensibile e l'insopportabile. Tofu valorizza ciò che ha e non quel che desidera.

Mi sento di segnalare, in particolare, il capitolo “Gatto nero, gatto bianco” che mi è molto piaciuto per il paragone animali – uomo, relativamente al tema della povertà e di come la sua tolleranza sia utile e funzionale nella società moderna.



L'incredibile storia di Soia e Tofu” è un romanzo molto intelligente, amabilmente ben scritto che porterà il lettore nel magico quanto semplice mondo felino degli amici gatti, piccole tigri il cui intelletto ci rappresenterà il nostro Mondo come forse avremmo più spesso bisogno di vederlo e la cui determinazione ci permetterà di capire che il destino è sempre nelle nostre mani. Possiamo rinunciare oppure possiamo cambiare, anzitutto con la forza del ragionamento e dell'amore per la vita.

Consigliato.

                                                                         Marco Solferini
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martedì 9 ottobre 2012

Niceville

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Niceville

Autore: Carsten Stroud
Genere: Mistero, avventura, azione.


Niceville” è una cittadina americana apparentemente isolata dal resto del Mondo, legata a doppio filo alla storia delle Famiglie fondatori, fin dai tempi più remoti della guerra di indipendenza.

E' la città di Nick Kavanaugh, detective di polizia in forza al CID, ex forze speciali, sposato con Kate il cui padre ha scoperto un agghiacciante segreto nascosto nel passato della città: un impressionante ed inspiegabile numero di scomparse che riguardano persone di ogni età, e forse legate alla misteriosa morte della moglie, madre di Kate e alle sue enigmatiche ultime parole: “lei usa gli specchi”.

E' la città del giovanissimo Rainey Teague che di ritorno da scuola letteralmente scompare davanti alla vetrina di un negozio, sotto l'occhio vigile, ma paradossalmente inutile di una telecamera, per poi ricomparire, numerosi giorni dopo, all'interno di una inaccessibile cripta tombale.

E' la città di Charlie Danziger e Merle Zane, rapinatori senza scrupoli, uomini duri, la cui scorza da pistoleri non li piega e non li spezza; insieme con il loro complice, il letale cecchino Cocker, compiono una strage di poliziotti, per coprire la rapina del secolo. Ma qualcosa li tratterrà a Niceville, facendoli diventare parte di una trama più antica e molto più malvagia.

Sullo sfondo si muovono personaggi come Tony Bock, un uomo solo e violento, che odia le donne, e mette in atto un piano criminale per vendicarsi del Mondo che lo ha isolato e perseguitato. Byron Deitz è invece l'astuto uomo d'affari che ha reinventato il suo discutibile passato grazie ad una società di vigilanza privata, senza rinunciare ai suoi sporchi affari che lo porteranno a contatto con un contraente più letale che mai, alla caccia del misterioso contenuto di una cassetta di sicurezza nella stessa banca rapinata.

Storie che si intrecciano, accomunate da un apparente distanza colmata da una trama il cui minimo comune denominatore sembra una crescente volontà maligna. Una cattiveria che pare provenire da un luogo antico, molto più stessa città e forse della stessa civiltà, un luogo che gli indiano del posto credevano fosse maledetto: Crater Sink.

Forse è da lì che proviene un male in grado di far scomparire le persone? E' questa la sorte toccata anche a Delia Cotton e Gray Haggard? E quale innominabile legame può essere nato con un antico torto subito da una giovane donna il cui unico desiderio è la vendetta a discapito dello spazio e del tempo?

Nick sta per scoprire che c'è molto di più nell'aria di qualche sparizione e di una rapina. Sta per confrontarsi con i demoni del suo passato, con la guerra che non si è mai lasciato alle spalle e con il senso del dovere che lo spingerà al limite delle possibilità, in quella che diventerà una caccia ad un nemico senza nome.




Gran ritmo narrativo fin dal primo capitolo.

Ottima focalizzazione della scena, scandita da un eccellente capacità di caratterizzare i personaggi che si traduce in un ambientazione realistica di grande spessore.

Il lettore proverà, da subito, un coinvolgimento emotivo che lo trascinerà nelle pagine di un avventura mozzafiato.

Uno stile narrativo incisivo, pragmatico che vede l'Autore costruire il domino degli eventi posizionando con maestria le tavolette una dopo l'altra.

Ciò che trasmette al lettore è un affresco di punti che si devono congiungere quasi fossero schiavi dell'ineluttabilità del fato, malgrado ciascuno di essi rappresenti persone sconosciute con un passato assai diverso, ma tutte attratte da un concetto antico del “peccato”, inteso sia come devianza, quanto nel senso di colpa latente. Quello cioè che schiavizza la coscienza incatenandola ad eventi che non si possono rimuovere dalla memoria.

Il risultato è un ambientazione permeata dal senso di inquietudine che definisce un concetto di tempo presente, sterilizzato dalla verità, rassegnato al placido gioco degli equivoci. I protagonisti vestono gli abiti di capitani coraggiosi dannati.

Niceville è un luogo dove il tempo combatte le contrapposizioni dell'anima, privandola dell'etica.

Ed il lettore sarà rapito da un vortice di eventi che lo terranno incollato al libro, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, trascinandolo in una trama mozzafiato, tra avventura e mistero. Una sfida impreziosita da una capacità espositiva carica di possanza e audacia. Dialoghi credibili, fruibili, ben organizzati.

Da segnalare la scelta dei nomi “tosti” dei protagonisti che sembrano adatti ad una sceneggiatura in chiave far west, ma anche l'eccessiva complessità dell'albero genealogico relativo alle famiglie dei fondatori che a tratti appesantisce un po' la trama, se non altro per l'oggettiva difficoltà di ricordarsi tutti i nomi in circolazione.

Il finale è un crescendo rossiniano, dove tutte le trame sviscerate nel corso del romanzo vanno al loro posto, lasciando inalterato il filo conduttore della seduzione esercitata dal male ed il mistero della sua presenza in un posto maledetto.



Niceville” è un ottimo romanzo, ben scritto e con una trama avvincente. Sicuramente geniale e organizzato in maniera quasi impeccabile, piacerà ai lettori affascinanti dal mistero quanto agli amanti dell'azione e dell'avventura. Uno stile narrativo intenso, appassionante e molto coinvolgente.

Vivamente consigliato.

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