L'Abbraccio
Autore: David Grossman – Michal Rovner
Genere: Sentimentale, esistenziale.
“L'abbraccio” è l'ultimo libro
illustrato a firma di David Grossman, una delle più illustri figure
contemporanee delle narrazioni per Bambini e Autore di indiscusso pregio di
romanzi, dai forti contenuti filosofico esistenziali.
In questo testo, propone un inciso
letterario che rappresenta l'amore come un affresco poetico, in quello che
potrebbe essere vissuto come la parafrasi di un
aforismo.
Il dettaglio esistenziale della
solitudine, riassume in sé il concetto della ricerca di un immagine del proprio
Io, così sintetica da sfuggire al particolare.
Il gioco sostanziale e per molti
versi irrazionale della “scoperta”, combatte il realismo con la logica,
abbattendo il primo, laddove la confutazione dell'analisi cosciente di una
metafora, attribuisce un senso a quel che usualmente è indefinibile: il calore
umano.
La cognizione di essere, comporta una
sofferenza, per addivenire all'amore, come il bocciolo prima del fiore o il
bozzolo che custodisce la farfalla.
Solo dopo la negazione sorge l'alba
dell'accettazione, nel mentre l'amicizia è un aiuto fedele, l'osservazione è la
chiave della comprensione e l'incondizionata profondità dell'amore rappresenta
l'eterna possibilità, offerta a tutti, per riconoscere l'umana parte
dell'affetto.
Così il fanciullo, nel romanzo, prima
rigetta la sua natura unica, poi la riconosce nell'amicizia del suo cane, la
osserva nella naturalezza delle formiche e infine l'abbraccia nella possibilità
di andare oltre, attraverso l'affetto materno.
La solitudine è uno dei mali più
sentiti della realtà odierna.
In una società dove le città
sintetizzano spesso insiemi pensanti o comunioni di gruppo, organizzati per la
crescita dell'uomo, inteso nella sua unicità come fattore della produzione, ma
anche, da un punto di vista filosofico letterario sempre più simile ad un
brocardo, tanto gentile quanto antitetico.
Il dominio autoreferenziale delle
regole, che comprimono e spesso rendono paradossalmente invisibile quella stessa
felicità, la cui negazione sembra comportarne un accettazione, più della ricerca
che della scoperta in sé, forniscono una dose quasi farmacologica di sofferenza
nell'intimità.
Eccoci quindi, all'altare degli
eventi, come naufraghi, ben più smarriti e deboli di quanto l'allevamento di
pensiero sia riuscito a concepire.. e noi siamo sempre, una parte almeno,
fanciulli.
Irrealizzati, reinventati, plagiati,
gestatori post parto di una sorta di incoerenza nella lotta all'alveare di
pensiero che, giorno dopo giorno, cerca di accomunare le
diversità.
L'Autore ricorda al Bambino la sua
natura unica e questo lo spaventa.
La paura è il rame dell'elettricità
che da la scossa all'Uomo, inteso come principio e fine, come epicentro pensante
del libero arbitrio, ma anche schiavo della comprensione, riluttante
all'accettazione e, infine, desideroso di quell'unione che renda omaggio al
minimo comune denominatore di verità che tutti noi unisce e nel contempo rende
diversi: siamo esseri unici, ma distinti.
Le coperte di Linus che la nostra
artificiosa e dogmatica realtà ha saputo concepire, sono tante, ognuna di esse
offre una risposta di Pirro ad una sconfitta maturata ancor prima della
battaglia, perchè quel che spesso spinge i singoli a sposare una causa, è la
volontà di spegnersi in qualcosa di grande.
Che sia terrificante o bellissimo non
importa, purchè funga da giudice, giuria ed esecutore, nella magnificenza della
rinuncia, come spontanea forma di morte vivente, e nel contempo, illusoria
rinascita.
“L'Abbraccio” è la fiducia che
ostenta il metodo, la soluzione più semplice ed efficace, che può essere
accettata in ogni dove: sempre e comunque.
Per questa ragione io posso affermare
che di liberatoria purezza furono le parole, quando nell'amore riconobbero la
verità dell'essere.
Marco Solferini
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