martedì 27 dicembre 2011

Più scuro di mezzanotte: una storia di mafia

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Più scuro di mezzanotte - Una storia di mafia




Autore: Salvo Sottile

Genere: Drammatico.



E’ un romanzo d’Autore.

Scritto con semplice dimestichezza, Salvo Sottile, conia uno stile narrativo intenso e nel contempo scorrevole: di facile comprensione.

Emozionante e affilato, cordiale, ma nel contempo abilmente ricamato su di una realtà introversa.

L’Autore riporta la realtà di una vita concepita nel mallo della mafia, a stretto contatto con il mondo che circonda la realtà mafiosa.

La legittimità anarchica, autoritaria, di un sistema fatto di regole, codificate, prima e dopo la loro accettazione mortale: piccole determinanti per un vortice di situazioni, quasi predestinate.

I sentimenti, che noi, come lettori, ma anche in qualità di persone qualunque, conosciamo, per via della passione, vengono deturpati, quasi sfregiati nel loro profondo significato poetico, riducendoli ad un amalgama di secondo piano, rispetto alla realtà di un “appartenenza”.

La devozione meschina e a tratti iraconda di un Risiko spettrale, dove la vita è sempre in bilico fra la morte e l’oblio. Dove le rinunce sembrano traguardi fatti per poi essere dimenticati e questi soldati di “cosa nostra” appartengono a stereotipi di un Italia che vorremmo dimenticare, ma che inconsciamente non possiamo ignorare, quanto ci appartenga.

L’Autore non tralascia alcuna contrapposizione e sciorina, una dopo l’altra le ambiguità rituali della malavita organizzata, l’assurda connivenza con una morale che sembra spalmata su di una cognizione mentale, del tutto estemporanea rispetto alla realtà.

Questo è l’altro “quando”, dove cresce e matura la vita del malavitoso.

Poi c’è la giustizia, presente, ossessiva, mai rinunciataria, seppure invasa da una serie di incongruenze sue proprie, straordinariamente umane e verosimili.

Ma anche meticolosa, fatta di persone che hanno consacrato le loro abitudini e stili di vita ad una lotta, forse senza fine, nel miraggio di arrivare al boss, al capo dei capi. Ma sullo sfondo c’è una terra la cui memoria partorisce sempre nuovi figli.

E’ una lotta prematura?

La risposta albeggia nella disumanità del comportamento mafioso, come descritto dall’Autore, frutto di scelte meccaniche, orchestrate senza il rispetto per la vita, ma sopratutto con un senso della dignità corrotto.

C’è una risposta, nelle pagine che scorrono, senza lasciare fiato al lettore, appassionandolo e nel contempo istruendolo, ed è rivolta ad un quesito silenzioso, ma assai comune: “la mafia non è mai onesta”.

Perchè in una terra abbandonata, a volte la sensazione che, sopratutto i più giovani coltivano, è che tutto sommato questo male, può anche essere giusto, può persino arrivare ad essere un sinonimo di giustizia. Per le regole. Per l’onore.

Ma non è così. La mafia non punisce per sentito dire, colpisce i più deboli e avvantaggia i forti. E’ una lotta elitaria, fatta di violenza e soprusi. Un campo di battaglia dove la guerra può avere un solo vincitore.

Tutto il resto non conta: le persone sono pedine sacrificabili.

E’ un romanzo ben organizzato, gestito in modo superbo, nella didascalia degli eventi, attraverso la spiegazione dei sentimenti che i protagonisti rilasciano, quasi fossero fiori sbocciati in primavera, pronti per il raccolto.

Con una maturità espositiva di elevata caratura, uno scrittore giovane possiede la destrezza tipica dell’anziana saggezza letteraria, con la quale riesce a sterzare su ogni rima, disegnando un originale opera d’arte.

“Più scuro di mezzanotte” è un romanzo avvincente, ricchissimo di contenuti, una meravigliosa e intensa finestra di verità, spalancata sulla contemporanea realtà della malavita, come intima essenza di un Italia che non dimentica.


Marco Solferini

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