Più scuro di mezzanotte - Una storia di
mafia
Autore:
Salvo Sottile
Genere:
Drammatico.
E’ un
romanzo d’Autore.
Scritto con semplice dimestichezza, Salvo Sottile, conia
uno stile narrativo intenso e nel contempo scorrevole: di facile comprensione.
Emozionante e affilato, cordiale, ma nel contempo abilmente
ricamato su di una realtà introversa.
L’Autore
riporta la realtà di una vita concepita nel mallo della mafia, a stretto
contatto con il mondo che circonda la realtà mafiosa.
La
legittimità anarchica, autoritaria, di un sistema fatto di regole, codificate, prima e dopo la loro accettazione mortale: piccole
determinanti per un vortice di situazioni, quasi
predestinate.
I
sentimenti, che noi, come lettori, ma anche in qualità di persone qualunque,
conosciamo, per via della passione, vengono deturpati, quasi sfregiati nel loro
profondo significato poetico, riducendoli ad un amalgama di secondo piano,
rispetto alla realtà di un “appartenenza”.
La
devozione meschina e a tratti iraconda di un Risiko spettrale, dove la vita è
sempre in bilico fra la morte e l’oblio. Dove le rinunce sembrano traguardi
fatti per poi essere dimenticati e questi soldati di “cosa nostra” appartengono
a stereotipi di un Italia che vorremmo dimenticare, ma che inconsciamente non
possiamo ignorare, quanto ci appartenga.
L’Autore
non tralascia alcuna contrapposizione e sciorina, una dopo l’altra le ambiguità
rituali della malavita organizzata, l’assurda connivenza con una morale che
sembra spalmata su di una cognizione mentale, del tutto estemporanea rispetto
alla realtà.
Questo è
l’altro “quando”, dove cresce e matura la vita del malavitoso.
Poi c’è
la giustizia, presente, ossessiva, mai rinunciataria, seppure invasa da una
serie di incongruenze sue proprie, straordinariamente umane e
verosimili.
Ma anche
meticolosa, fatta di persone che hanno consacrato le loro abitudini e stili di
vita ad una lotta, forse senza fine, nel miraggio di arrivare al boss, al capo
dei capi. Ma sullo sfondo c’è una terra la cui memoria partorisce sempre nuovi
figli.
E’ una
lotta prematura?
La
risposta albeggia nella disumanità del comportamento mafioso, come descritto
dall’Autore, frutto di scelte meccaniche, orchestrate senza il rispetto per la
vita, ma sopratutto con un senso della dignità corrotto.
C’è una
risposta, nelle pagine che scorrono, senza lasciare fiato al lettore,
appassionandolo e nel contempo istruendolo, ed è rivolta ad un quesito
silenzioso, ma assai comune: “la mafia non è mai onesta”.
Perchè in
una terra abbandonata, a volte la sensazione che, sopratutto i più giovani
coltivano, è che tutto sommato questo male, può anche essere giusto, può persino
arrivare ad essere un sinonimo di giustizia. Per le regole. Per l’onore.
Ma non è
così. La mafia non punisce per sentito dire, colpisce i più deboli e avvantaggia
i forti. E’ una lotta elitaria, fatta di violenza e soprusi. Un campo di
battaglia dove la guerra può avere un solo vincitore.
Tutto il
resto non conta: le persone sono pedine sacrificabili.
E’ un
romanzo ben organizzato, gestito in modo superbo, nella didascalia degli eventi,
attraverso la spiegazione dei sentimenti che i protagonisti rilasciano, quasi
fossero fiori sbocciati in primavera, pronti per il raccolto.
Con una
maturità espositiva di elevata caratura, uno scrittore giovane possiede la
destrezza tipica dell’anziana saggezza letteraria, con la quale riesce a
sterzare su ogni rima, disegnando un originale opera d’arte.
“Più
scuro di mezzanotte” è un romanzo avvincente, ricchissimo di contenuti, una
meravigliosa e intensa finestra di verità, spalancata sulla contemporanea realtà
della malavita, come intima essenza di un Italia che non
dimentica.
Marco Solferini
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