La vergine delle
ossa
Autore: Luca Masali
Genere: Drammatico, storico, commedia, giallo.
Luca Masali è un ottimo scrittore, un narratore capace di
interloquire con il lettore, utilizzando l'arte della scrittura, dotta e
cordiale.
Il suo episodico stile è ricco di analogie letterarie
classiche e dimostra una profonda e fine conoscenza della letteratura, finanche
contemporanea.
E' un Autore che merita la maiuscola delle grandi occasioni
e gli elogi di quanti, lettori appassionati, hanno trovato un nuovo maestro
Italiano della narrativa, da apprezzare e consigliare ad amici e conoscenti: un
sicuro successo di pubblico e di critica.
Nel suo scritto c'è l'indagine del noto Professor Cesare
Lombroso, grande firma Torinese della psichiatria, illustre fautore di teorie
che hanno segnato l'Italica storia della medicina forense e della psicologia, in
quella seconda metà dell'800 in cui, il fervore delle menti illuminate
indagavano la scienza medica, con il metodo scientifico.
I protagonisti sono descritti con un amabile parafrasi
delle loro più caratterizzanti emozioni, che ne tracciano anche la personalità,
fino al raggiungimento di una pienezza espositiva che, senza rinunciare alla
sintesi, riesce ad appassionare il lettore, introducendolo a questo mondo, ormai
atavico, della Torino e dei suoi entroterra.
Il linguaggio, a tratti illuminato, della borghese
espressione aristocratica, frutto della capacità visiva dell'Autore, riesce ad
inquadrare le singole scene come un abile regista nella telecamera e introduce
il lettore fra il prestigio delle cattedre universitarie: vero tempio della
scienza anatomica e la vita popolare, con le sue superstizioni e credenze che
sembrano a tratti essere in conflitto, in una sorta di lotta intestina, per
affermarsi nella mente e nel cuore di questa civiltà, che si staglia come un
ombra e si profila nell'infinito.
La trama narra di un omicidio, brutale, efferato, compiuto
da una mente malata, un assassino sfuggevole che squarta i visceri delle proprie
vittime, e nelle viscere della terra sembra scomparire.
Un assassino che forse è un regio carabiniere, arrestato in
un momento di sana pazzia e condotto in manicomio ove solo l'intervento del
Lombroso, chiamato per la sua autorevolezza a far luce sul mistero, gli
risparmia una morte atroce, in nome della scienza medica.
E sarà costui, che il lettore conosce per le sue sole
iniziali, burbero e determinato, risoluto quanto astuto che nella cella
incontrerà il suo compagno d'armi, quel Salgari che ha scritto dei suoi
innumerevoli viaggi e con la fantasia ha segnato il passo delle giovani
menti.
E' davvero ricco e forbito il repertorio con cui l’Autore
ci regala le descrizioni a monte di questi protagonisti d'eccezione e sono
straordinarie le digressioni del Salgari, che strappano lacrime a furia di
sorrisi, perchè il testo è intriso di un umorismo gradevole, mai invasivo, che
fa della commedia degli equivoci, uno straordinario scenario per l'indagine e la
comprensione.
C'è bravura nel metodo ben oltre l'insinuazione, nel
Maestro Masali che traccia una invisibile mezzaria, fra l'assurdo e questo
grande cantiere di idee che è la scienza.
Ad accompagnare Lombroso c'è un altro studioso, dottore
d'eccellenza del realismo e pratico dell'empirica realtà che non sente il
bisogno di spingersi oltre la conoscenza accettata e fa del formalismo la carta
vincente, per confutare con l'indice dello scetticismo, ogni fuoriuscita dal
seminario illuminato.
A margine però, c’è la geniale trasposizione di una duplice
tematica di straordinario coinvolgimento che la brutalità accettata in nome del
progresso scientifico dello strumento “manicomio”, vero e proprio lager di
tortura per i malati / condannati, e nel contempo, c’è la povertà e la malattia
del popolo, una sorta di filo d’Arianna che porta a concepire i sobborghi come
luoghi dove la “pellagra” è malattia omicida e fonte di tensioni
sociali.
In questo retroterra si muovono i protagonisti, ciascuno
godendo del beneficio, diverso, della cognizione clinica sensoriale, quasi un
anamnesi frutto dell’ignoranza, a seconda del titolo che si porta appresso, sia
esso quello di Professore universitario, prostituta, scrittore pazzo o
semplicemente pazzo criminale.
Ognuno dovrà scontarsi con il fatto che la verità spesso
dipende da chi la pronuncia, perché pur essendo unica, dipende dalle labbra che
la raccontano.
Il quadro che ne risulta è quello di una storia avvincente,
molto ben narrata, ricca di spunti creativi e di situazioni ironiche, “la
vergine delle ossa” è uno straordinario gioiellino letterario, concepito
per brillare di luce propria e realizzato con una maestria di altri tempi che
inorgoglisce e nel contempo regala emozioni irrinunciabili.
Marco Solferini
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