Il labirinto
d'acqua
Autore: Eric frattini
Genere: narrativa, archeologia, thriller
“Il labirinto d’acqua” è un romanzo d’avventura,
molto ben organizzato, che muove i suoi passi, in uno sfondo
storico-archeologico, collocabile fra il contemporaneo e l’antico.
La narrazione è incentrata sul ritrovamento del Vangelo
secondo Giuda.
L’apostolo, che secondo la tradizione cristiana, accettata
dalla Chiesa cattolica, tradì Gesù, consegnandolo alle autorità del Tempio di
Gerusalemme e per effetto, a Ponzio Pilato, Prefetto e massima autorità romana
della regione, in questo Vangelo, viene riabilitato.
L’Autore, romanza una vicessitudine che si è effettivamente
verificata, tanto è vero che la storia del ritrovamento del Vangelo di Giuda e
la sua pubblicazione, ad opera della National Geographic Society, nel 2006, ha
creato un caso sicuramente molto dibattuto fra gli innumerevoli studiosi
dell’antichità e della storia delle religioni.
In particolare, la questione ancora oggi non del tutto
chiarita, riguarda l'effettiva datazione del manoscritto, ed il presupposto, mai
accertato, che sia stato, a sua volta la riproposizione, di un testo più antico,
di provenienza Greca (il Vangelo invece, è scritto in cristiano
copto).
Il Romanzo quindi, prendendo spunto dall’attualità storica
contemporanea, narra le vicende di questo ritrovamento, attraverso la storia di
una Famiglia di archeologi e galleristi: i Brooks, la più giovane, Afdera,
ereditiera di una cospicua fortuna Famigliare e di un nutrito numero di
conoscenze, da parte di sua nonna, Crescentia Brooks.
L’avvincente mistero del manoscritto, tanto nella dinamica
del ritrovamento quanto nel suo contenuto, si tramanda dall’anziana alla nipote,
con carico di aspettative e ricco di drammatiche quanto sconvolgenti
rivelazioni, che trasportano il lettore attraverso il mondo della cristianità,
alla ricerca di un tesoro perduto: la conoscenza.
Afdera è un irriverente e spesso atipica studiosa, che si
muove con caparbia, determinazione e un pizzico di egoismo, frutto della sua
sete di verità.
E’ un personaggio difficile, che tuttavia l’Autore riesce a
caratterizzare nel miglior modo, in quanto, rifuggendo dagli stereotipi
(innumerevoli) dell’archeologo e del ricercatore, trova nella sua spesso
imprescindibile indole caratteriale, volubile quanto poco prevedibile, una sorta
di evoluzione costante, che cresce con lo scorrere delle pagine.
Da sottolineare, le innumerevoli testimonianze storiche che
lo scrittore ci regala in più momenti: sempre precise, puntuali e davvero
gradevoli, che spaziano da alcune considerazioni sui luoghi, sacri o meno, fino
alle architetture, cibi del posto e locali più o meno noti.
La sensazione è effettivamente quella di spostarsi, insieme
con i protagonisti, fra l’Italia, la Svizzera, l’Egitto, la Cina e via
discorrendo.. fino a Venezia, il vero labirinto d'acqua, una città che l'Autore
dimostra, di conoscere e amare profondamente.
C’è un patrimonio culturale, un retroscena di apprezzabili
dettagli che donano un tocco di realismo alla storia.
Trattandosi, in buona sostanza, di una vicenda che
abbraccia il crisma per eccellenza della cristianità e cioè la morte di Gesù,
ovviamente c’è anche la Chiesa cattolica, nel romanzo presente tramite una sua
istituzione: il Circolo Octagonus.
Un entità interna alla Chiesa, un emiciclo di potere e
segreti, una sorta di braccio armato, senza scrupoli, vincolato ad un sodalizio
estremo in difesa di quella verità che non può essere messa in
discussione.
Comandato e capitanato da un potente Cardinale, questa
sorta di prorettore letale della cristianità dipinge un quadro certamente fosco
del potere di un Istituzione millenaria; il lato forse oscuro che, oggi, è
diventato oggetto di un attualità particolarmente scandalistica e, a sua volta,
spesso poco chiara, per non dire millantata, dietro alle disarmonie del
qualunquismo moderno.
Va detto che, nella realtà la visione escatologica del
testo apocrifo del Vangelo di Giuda è smaccatamente gnostica, il che
confermerebbe, secondo alcuni, la faziosità stessa e per effetto la non
autenticità, dello scritto.
In effetti, la lotta fra una autoreferenza della visione
storica sembra una classica pillola di gnosi.
Come tale, comunque, in aperta contraddizione con la
teologia cristiana.
Di questo aspetto nel testo non v’è una dichiarata traccia
e pertanto è doveroso ritenere l’opera esente da una critica alla Chiesa, tanto
meno ai cristiani.
Al limite, quel che resta, è una parziale testimonianza
scritta di quella che oggi conosciamo essere una sorta di opulenza di cui
alcuni, ma una netta minoranza, prelati e membri dell’istituzione cattolica
beneficerebbero.
Tuttavia, anche questa sorta di agiatezza nel benessere,
appare molto il retaggio di elementi soggettivi piuttosto che oggettivi e come
tali sganciati dalla natura della Chiesa in sé, ma fedeli al patrimonio
personale di superbia, del quale alcuni singoli, indipendentemente dalla
professione o rango, si lasciano sedurre.
Tutto ciò comunque, non altera la struttura molecolare del
romanzo che resta un buon testo di narrativa, molto appassionante, sicuramente
dinamico e a tratti, dotto nella sua cultura del particolare.
Sicuramente un opera intelligente, che merita di essere
letta e compresa.
Marco
Solferini
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