venerdì 30 dicembre 2011

Appunti di un venditore di donne


Appunti di un venditore di donne.


Autore: Giorgio Faletti.

Genere: Drammatico, noir.


Appunti di un venditore di donne” è l'ultimo romanzo di Giorgio Faletti, Autore che, negli ultimi anni, ha rappresentato sicuramente la più innovativa formula editoriale di successo, nel panorama Italiano.


Un gusto introspettivo per la sintesi poetica ed espositiva, che non rinuncia alla retorica come arma a doppio taglio.


La durezza esistenziale si traduce in un binomio che costringe ogni essere vivente a convivere con la natura della sua arroganza caratteriale, perchè nessuno, nemmeno colui che è umile, è baciato dal dono dell'innocenza.


Faletti costruisce sulle rovine della vita: una nuova chance, per coloro che non si arrendono, ma riciclano se stessi, per andare avanti, stringendo i denti, mandando giù il boccone amaro, costringendosi a spegnere il cervello per rifuggire i pensieri e i ricordi, ma sempre, andando avanti.


Traccia marcatamente i confini dell'essenziale, attraverso una persuasiva manipolazione dei punti di vista.


Organizza le metafore visualizzando i luoghi: le sue descrizioni sono dinamiche come una serie di cineprese che circondano e delimitano l'area,


Però, l'abilità narrativa sopraggiunge, simile ad una freccia di cupido diritta al cuore del lettore, quando l'Autore riesce a focalizzare la scena e a trasportarci al suo interno, improvvisamente, come se tutto diventasse una macchina fotografica in attesa di genuflettere la sua memoria, nel battito di un singolo flash.


La trasparenza persuasiva attraverso la dialettica non è mai scontata, si dimostra invece sempre sfrontatamente immediata ed esistenziale: compone un puzzle di amabile virtù per la retorica del paragone.


Le parole sono un arma da taglio, un fendente che lascia il segno e il primo sangue appartiene all'Autore, che gioca d'azzardo con carte vincenti e riesce ad appassionare il lettore, colpendolo, a tratti duramente, senza lasciargli fiato.


La storia si sviluppa nella Milano del 1978, che spesso diventa la vera protagonista della narrazione ed il crocevia di tante vicende, sogni, aspirazioni e memorie che sembrano non rinunciare mai alle tradizioni.


Una Milano che si prepara ai gloriosi anni 80, la scena che apparterrà alle notti da bere, ai rampanti colossi dell'imprenditoria, e al malaffare che serpeggerà fra le strade, i locali, i luoghi di culto per i giovani di belle speranze e di perdizione per chi, quelle stesse speranze, le sente su di sé come un fardello destinato all'epitaffio.


Milano quindi, e un uomo che dalla vita ha imparato ad accettare il cinismo come moneta di scambio e l'apparenza come l'abito della festa indossato tutti giorni.


E' lui il protagonista, dal soprannome naturale quanto carico di mistero, “Bravo” per gli amici, perchè forse lo è veramente, ma nei suoi ricordi di certo non lo è stato abbastanza.


Bravo è un lottatore vinto, categorizzato e assimilato, attraverso una sorta di ruspa che raccoglie e fagocita dall'immondezzaio umano tutto ciò che prima o poi è destinato a passare, ma che nel mezzo, rappresenta, forse paradossalmente, quel che può lasciare il segno.


E' un uomo che agisce combattuto tra la frustrazione della consapevolezza e la naturale accettazione di un passato, che gli ha lasciato il segno più evidente della superficialità, figlia dell'arroganza e della superbia.


Bravo è un sopravvissuto che attraverso l'indifferenza e la risolutezza decisionista riesce a combattere le insicurezze.


E' lui l'animale che Milano desidera, che vuole, che prepara il campo ai predatori e alle prede, è il crocevia delle storie che si sommano alle aspirazioni di gloria o alle disfatte di tutti giorni, che nascono con il sorgere del sole e tramontano, quando la stanchezza fiacca l'uomo e lo porta a ritornare nella sua tana, dove perlomeno ci sono i sogni, a confortarlo.


Il venditore di donne, del sesso consumato senza amore, nell'alveo del puro piacere che ammanta l'alta società e ammalia chi vorrebbe riconoscersi nel successo, senza sentire obblighi, senza il mallo dei freni che affliggono l'infinito desiderio di essere sconfinati.


Ma è anche l'uomo che conosce i vizi e le ataviche antinomie di coloro che, per diverse ragioni, sono morti restando in piedi, continuando a respirare, ma senza un domani al quale appellarsi.


Per lui, vivere alla giornata è un dogma fatto di accettazione.


La ripetizione dei gesti, parole, facce da circostanza, rappresentano il mare in tempesta: le cui uniche ancore di salvezza arrivano dai i più improbabili faccia a faccia.


La storia di Bravo è quella di Lucio, il musicista cieco e di Carla, una donna vissuta e consumata dal terribile presentimento che, presto, una realtà precaria fatta di compromessi la consumerà.


Ma nessuno di loro è quel che sembra, perchè l'inganno annida in ogni angolo della mente e quel che attende Bravo è un avventura ricca di colpi di scena, morti ammazzi, boss della malavita e uomini che sintetizzano il potere in un cognome.


Giorgio Faletti riesce a coniare dialoghi degni della miglior sceneggiatura, di quando cioè gli effetti speciali non erano tutto, ma solo una parte di quei film che ti lasciavano davvero qualcosa dentro, e nel contempo assurge al ruolo fumettista di chi ha la battuta sempre pronta, come un servizio da tennista.


Dialoghi quindi: serrati e appassionati, espressioni caratterizzanti, emotivamente trascinanti, che perfino quando prendono la piega scontata sembrano tuttavia non rinunciare allo sconfinato menefreghismo che in fondo distingue ogni scelta, persino quelle che sentiamo come imposte, dal destino o semplicemente dalla stupidità.


E' un gioco pericoloso quello che Bravo sceglie di portare avanti: sesso, omicidi, violenza e.. intelligenza, perchè senza di essa, nulla ha senso e sopratutto nessuno sopravvive a se stesso.



Appunti di un venditore di donne” è un opera geniale e affascinante; concepita per essere intrigante, si distingue per un amabile sentimento della retorica esistenziale e un originale descrizione noir di una città che non ha mai smesso di sognare.


Marco Solferini

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