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Bassotuba
è tornato
Autrice:
Fiorenza Renda.
Genere:
Commedia umoristica.
Nella
«bassa» emiliana, lungo le rive del Secchia, percorrendo la strada
che porta alla città di Parma c'è un paesino molto, molto speciale.
Si chiama Bagno di Guazza.
E' un
luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Dove si possono incontrare
persone decisamente particolari, addirittura fuori dal comune. Come
il buon Lenin che dopo aver fatto il contadino vuol smettere di
lavorare la terra per diventare portalettere. C'è padre Anarchico
che deve salvare le galline della sua perpetua. C'è la Gina, moglie
di Lenin, che è determinata quanto un caporale e se vuole qualcosa,
fosse pure un figlio, ben certo la otterrà. C'è il Sindaco Palmiro
che riceve niente di meno che il Presidente Pertini. E poi ancora, la
maestra Terenzia che parla con i defunti potendo vedere i fantasmi.
Ci sono anche (ma non proprio a Bagno di Guazza per la verità) i due
agenti immobiliari La Quaglia e La Fava, il capo dei vigili urbani
Eufisto Marmotta e molti altri.
Ma
sopratutto, a Bagno di Guazza c'è la Banda. Che suona ai matrimoni,
ai battesimi, alla festa di Santa Lò e che diventa ben presto
l'attrazione di tutta la bassa grazie anche ad uno strumento che
nessuno conosce: il bassotuba. Gentil dono di «George Bush»!
Capitare
a Bagno di Guazza significa incontrare un luogo dove le contese hanno
il sapore di quelle diatribe frutto dell'ironia. Dove persino la
sorte diventa personaggio che è presente ovunque e in nessun posto:
l'Insolito Destino. Ma son conflitti che nascono e muoiono alla luce
del sole. Come le storie della buonanotte. Trasmettono il gusto di
quelle persone che si vogliono avvicinare, dopotutto, e rispettare,
malgrado ogni cosa. Non come accade nel Mondo di oggi che sopravvive
a se stesso ogni giorno, dove non c'è riguardo ed ogni contrasto
diventa una faida che ha lo scopo di seminare tanto, troppo rancore.
A
Bagno di Guazza si respira il sapore di un Italia passata. Ormai
vista dallo scranno di un presente che osserva il passato con un
pizzico di nostalgia, fossero quasi le lacrime di Pulcinella, ma ne
ricorda i contenuti con l'umorismo goliardico del Balanzone.
L'Autrice
ci propone tante maschere di buon pregio basate su stereotipi
caratteriali che danno il meglio di sè quando entrano in contrasto
fra loro.
La
predominanza dei dialoghi è la conseguenza del fatto che l'Autrice
riesce a focalizzare l'aspetto soggettivo dell'indole caratteriale
dei suoi personaggi che così raccontano le loro passioni,
apprensioni e sopratutto debolezze «scoperchiandoli» al meglio
nella contrapposizione caratteriale.
La
scrittura dei dialoghi è molto simile a quella di una sceneggiatura
e si presta alla prosa teatrale.
Complice
il fatto che è raramente alternata da appendici o estensioni
letterarie che si limitano nella maggior parte dei casi a
circostanziare gli ambienti con buona sintesi. Anche se, qualche
periodo andrebbe assottigliato, ricondotto a paratattica sintassi che
introduca e scandisca meglio l'elemento temporale.
Il
romanzo è infatti ambientato si nel passato, ma il medesimo è
vissuto come il presente dei protagonisti e la gestione dello
svolgimento temporale è assorbita nell'alveo della vicenda che
guarda alla creazione della Banda quale espediente per narrare del
luogo e dei protagonisti.
In
buona sostanza la Banda è la trama principale che «lega» la
vicenda, mentre le sottotrame sono da questa veicolata e fra loro
comunicanti, rimbalzando di personaggio in personaggio.
C'è
molto Guareschi in tutto ciò, Autore apprezzato dalla stessa
scrittrice, cui ella si ispira in un evidente omaggio creativo.
Lo
stile narrativo è pedissequamente ancorato alla medesima formula
espositiva per via del fatto che il microcosmo di situazioni vengono
esaltate dall'isolazionismo del luogo. Quest'ultimo, Bagno di Guazza,
è in realtà una sorta di «classico» locus amoenus in chiave più
umoristica. Fonde elementi di socializzazione in cui “muoversi”
con altri visivi più artistici per “tramettere” al lettore. Dal
punto di vista dell'editing non sempre questa chiave è fluida, ma
regge per gran parte del romanzo.
Per
effetto e in conseguenza i sotto paragrafi coincidono con
l'introduzione dei personaggi il cui svolgimento racconta di sé
attraverso una vicenda.
Questa
tecnica narrativa, in voga nel passato (poco in Italia, maggiormente
nei Paesi angloamericani, parzialmente nel centro Europa nell'ambito
della dissertazione della tragedia e nell'ambito poetico) consente di
costruire uno scenario similarmente ad un puzzle. Definiti gli
esterni, si passa poi alla componente interna. Con tutti gli
approfondimenti del caso.
In
pratica una volta che i contorni di «Fantasia» sono stati scritti,
ogni desiderio crea una storia.
Di
fatti l'Autrice, dopo aver creato Bagno di Guazza attraverso la
piacevole storia legata alla Banda aggiunge, in quella che sembra la
seconda parte del romanzo diverse vicende. Fra cui la spassosissima
visita del Presidente Pertini dapprima per puro caso, anzi Destino e
successivamente volontariamente perchè invaghitosi di un luogo così
alternativo rispetto alla monotonia della società contemporanea.
La
tipologia degli ambienti è caratterizzata da una forte definizione
(spesso circostanziata) degli elementi visivi che trasmettono una
facile interpretazione al ricevente, cioè il lettore che così
facendo è allargabile a tutte le età. Un pò come accade nel
fumetto (il quale beneficia ovviamente delle immagini).
La
conseguenza più immediata è che la semplicità introspettiva che il
lettore rinviene gli consente di calarsi fisicamente nell'ambiente
narrato.
Questo
è sicuramente, unitamente ai dialoghi, l'aspetto più pregevole
della scrittrice e molto probabilmente la miglior chiave di lettura
di successo per il suo pubblico. In pratica, si tratta di quella che
viene definita, fra l'altro, come una forte focalizzazione zero.
Benchè
vi sia un interessante paradosso letterario.
Infatti,
a mio avviso l'elogiabilità di questo elemento di scrittura che
l'Autrice propone e che ho molto gradito, è realizzato attraverso
delle parallissi. Praticamente quasi su tutti i personaggi (con
l'eccezione di Lenin) dopo essere stati indagati vengono quindi
ridotti. Orbene, a temperare questo fenomeno che altrimenti sarebbe
pericoloso c'è una componente di straniamento (tipica in quanti
scrivono sceneggiature per cinema, televisione o teatro) che rende la
vicenda base – la Banda - valevole dal punto di vista valutativo,
però scarsa da quello esplicativo. Ma quando ciò accade il tema già
formato è il microcosmo Bagno di Guazza.
Il
lettore non percepisce questo “transfer” (normalmente
nemmeno le segreterie editoriali delle Case Editrici, che si limitano
a percepirne la piacevolezza di lettura, senza ben capirne il
motivo). Solitamente infatti è un elemento che viene rilevato da
parte dei migliori agenti letterari che non a caso quando trovano un
Autore in grado di muoversi su questa mezzaria lo mettono,
saggiamente, alla prova.
Ogni
tanto emergono delle estensioni che sembrano testimoniare una
piacevolezza per lo stile comunicativo, quasi di natura
pubblicitaria, per capacità direzionale L'eccessivo utilizzo del
quale può trasmettere al lettore un senso di ripetizione
involontaria. E' un elemento da tenere molto sotto controllo, ma che
nel corso di quest'opera è rimasto, pur se presente, in una fase
embrionale perchè schiacciato, quasi annullato, dalla tendenza
dell'Autrice ad instaurare una narrazione con elementi di morfologia
fiabesca.
Riconosco
anche che, nell'ambito della scrittura creativa lo stile comunicativo
è un aspetto utile nel breve. Tuttavia va dosato se non addirittura
limitato nel proseguo della narrazione. Se il romanzo fosse più
lungo questo elemento correrebbe il rischio di appesantirlo.
Saggiamente, l'opera definitiva è coerente con l'immediatezza che
suggerisce nel rapporto qualità/numero di pagine.
«Bassotuba
è tornato» è un romanzo che ho letto con grande piacere. Ho
molto gradito l'aspetto caricaturale dei protagonisti. Come pure
l'animo goliardico e umoristico che permea l'interessante
ambientazione «Bagno di Guazza». Una lettura molto ben organizzata,
esposta in maniera accattivante che offre al lettore la possibilità
di ritagliarsi una parentesi di sana ironia nella vita di tutti i
giorni. Rifugiandosi nel microcosmo alternativo «Bagno di Guazza».
Marco
Solferini
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