venerdì 1 novembre 2013

Bassotuba è tornato

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Bassotuba è tornato

Autrice: Fiorenza Renda.
Genere: Commedia umoristica.



Nella «bassa» emiliana, lungo le rive del Secchia, percorrendo la strada che porta alla città di Parma c'è un paesino molto, molto speciale. Si chiama Bagno di Guazza.

E' un luogo fuori dallo spazio e dal tempo. Dove si possono incontrare persone decisamente particolari, addirittura fuori dal comune. Come il buon Lenin che dopo aver fatto il contadino vuol smettere di lavorare la terra per diventare portalettere. C'è padre Anarchico che deve salvare le galline della sua perpetua. C'è la Gina, moglie di Lenin, che è determinata quanto un caporale e se vuole qualcosa, fosse pure un figlio, ben certo la otterrà. C'è il Sindaco Palmiro che riceve niente di meno che il Presidente Pertini. E poi ancora, la maestra Terenzia che parla con i defunti potendo vedere i fantasmi. Ci sono anche (ma non proprio a Bagno di Guazza per la verità) i due agenti immobiliari La Quaglia e La Fava, il capo dei vigili urbani Eufisto Marmotta e molti altri.

Ma sopratutto, a Bagno di Guazza c'è la Banda. Che suona ai matrimoni, ai battesimi, alla festa di Santa Lò e che diventa ben presto l'attrazione di tutta la bassa grazie anche ad uno strumento che nessuno conosce: il bassotuba. Gentil dono di «George Bush»!

Capitare a Bagno di Guazza significa incontrare un luogo dove le contese hanno il sapore di quelle diatribe frutto dell'ironia. Dove persino la sorte diventa personaggio che è presente ovunque e in nessun posto: l'Insolito Destino. Ma son conflitti che nascono e muoiono alla luce del sole. Come le storie della buonanotte. Trasmettono il gusto di quelle persone che si vogliono avvicinare, dopotutto, e rispettare, malgrado ogni cosa. Non come accade nel Mondo di oggi che sopravvive a se stesso ogni giorno, dove non c'è riguardo ed ogni contrasto diventa una faida che ha lo scopo di seminare tanto, troppo rancore.

A Bagno di Guazza si respira il sapore di un Italia passata. Ormai vista dallo scranno di un presente che osserva il passato con un pizzico di nostalgia, fossero quasi le lacrime di Pulcinella, ma ne ricorda i contenuti con l'umorismo goliardico del Balanzone.

L'Autrice ci propone tante maschere di buon pregio basate su stereotipi caratteriali che danno il meglio di sè quando entrano in contrasto fra loro.

La predominanza dei dialoghi è la conseguenza del fatto che l'Autrice riesce a focalizzare l'aspetto soggettivo dell'indole caratteriale dei suoi personaggi che così raccontano le loro passioni, apprensioni e sopratutto debolezze «scoperchiandoli» al meglio nella contrapposizione caratteriale.

La scrittura dei dialoghi è molto simile a quella di una sceneggiatura e si presta alla prosa teatrale.

Complice il fatto che è raramente alternata da appendici o estensioni letterarie che si limitano nella maggior parte dei casi a circostanziare gli ambienti con buona sintesi. Anche se, qualche periodo andrebbe assottigliato, ricondotto a paratattica sintassi che introduca e scandisca meglio l'elemento temporale.

Il romanzo è infatti ambientato si nel passato, ma il medesimo è vissuto come il presente dei protagonisti e la gestione dello svolgimento temporale è assorbita nell'alveo della vicenda che guarda alla creazione della Banda quale espediente per narrare del luogo e dei protagonisti.

In buona sostanza la Banda è la trama principale che «lega» la vicenda, mentre le sottotrame sono da questa veicolata e fra loro comunicanti, rimbalzando di personaggio in personaggio.

C'è molto Guareschi in tutto ciò, Autore apprezzato dalla stessa scrittrice, cui ella si ispira in un evidente omaggio creativo.



Lo stile narrativo è pedissequamente ancorato alla medesima formula espositiva per via del fatto che il microcosmo di situazioni vengono esaltate dall'isolazionismo del luogo. Quest'ultimo, Bagno di Guazza, è in realtà una sorta di «classico» locus amoenus in chiave più umoristica. Fonde elementi di socializzazione in cui “muoversi” con altri visivi più artistici per “tramettere” al lettore. Dal punto di vista dell'editing non sempre questa chiave è fluida, ma regge per gran parte del romanzo.

Per effetto e in conseguenza i sotto paragrafi coincidono con l'introduzione dei personaggi il cui svolgimento racconta di sé attraverso una vicenda.

Questa tecnica narrativa, in voga nel passato (poco in Italia, maggiormente nei Paesi angloamericani, parzialmente nel centro Europa nell'ambito della dissertazione della tragedia e nell'ambito poetico) consente di costruire uno scenario similarmente ad un puzzle. Definiti gli esterni, si passa poi alla componente interna. Con tutti gli approfondimenti del caso.

In pratica una volta che i contorni di «Fantasia» sono stati scritti, ogni desiderio crea una storia.

Di fatti l'Autrice, dopo aver creato Bagno di Guazza attraverso la piacevole storia legata alla Banda aggiunge, in quella che sembra la seconda parte del romanzo diverse vicende. Fra cui la spassosissima visita del Presidente Pertini dapprima per puro caso, anzi Destino e successivamente volontariamente perchè invaghitosi di un luogo così alternativo rispetto alla monotonia della società contemporanea.

La tipologia degli ambienti è caratterizzata da una forte definizione (spesso circostanziata) degli elementi visivi che trasmettono una facile interpretazione al ricevente, cioè il lettore che così facendo è allargabile a tutte le età. Un pò come accade nel fumetto (il quale beneficia ovviamente delle immagini).

La conseguenza più immediata è che la semplicità introspettiva che il lettore rinviene gli consente di calarsi fisicamente nell'ambiente narrato.

Questo è sicuramente, unitamente ai dialoghi, l'aspetto più pregevole della scrittrice e molto probabilmente la miglior chiave di lettura di successo per il suo pubblico. In pratica, si tratta di quella che viene definita, fra l'altro, come una forte focalizzazione zero.

Benchè vi sia un interessante paradosso letterario.

Infatti, a mio avviso l'elogiabilità di questo elemento di scrittura che l'Autrice propone e che ho molto gradito, è realizzato attraverso delle parallissi. Praticamente quasi su tutti i personaggi (con l'eccezione di Lenin) dopo essere stati indagati vengono quindi ridotti. Orbene, a temperare questo fenomeno che altrimenti sarebbe pericoloso c'è una componente di straniamento (tipica in quanti scrivono sceneggiature per cinema, televisione o teatro) che rende la vicenda base – la Banda - valevole dal punto di vista valutativo, però scarsa da quello esplicativo. Ma quando ciò accade il tema già formato è il microcosmo Bagno di Guazza.

Il lettore non percepisce questo “transfer” (normalmente nemmeno le segreterie editoriali delle Case Editrici, che si limitano a percepirne la piacevolezza di lettura, senza ben capirne il motivo). Solitamente infatti è un elemento che viene rilevato da parte dei migliori agenti letterari che non a caso quando trovano un Autore in grado di muoversi su questa mezzaria lo mettono, saggiamente, alla prova.

Ogni tanto emergono delle estensioni che sembrano testimoniare una piacevolezza per lo stile comunicativo, quasi di natura pubblicitaria, per capacità direzionale L'eccessivo utilizzo del quale può trasmettere al lettore un senso di ripetizione involontaria. E' un elemento da tenere molto sotto controllo, ma che nel corso di quest'opera è rimasto, pur se presente, in una fase embrionale perchè schiacciato, quasi annullato, dalla tendenza dell'Autrice ad instaurare una narrazione con elementi di morfologia fiabesca.


Riconosco anche che, nell'ambito della scrittura creativa lo stile comunicativo è un aspetto utile nel breve. Tuttavia va dosato se non addirittura limitato nel proseguo della narrazione. Se il romanzo fosse più lungo questo elemento correrebbe il rischio di appesantirlo. Saggiamente, l'opera definitiva è coerente con l'immediatezza che suggerisce nel rapporto qualità/numero di pagine.



«Bassotuba è tornato» è un romanzo che ho letto con grande piacere. Ho molto gradito l'aspetto caricaturale dei protagonisti. Come pure l'animo goliardico e umoristico che permea l'interessante ambientazione «Bagno di Guazza». Una lettura molto ben organizzata, esposta in maniera accattivante che offre al lettore la possibilità di ritagliarsi una parentesi di sana ironia nella vita di tutti i giorni. Rifugiandosi nel microcosmo alternativo «Bagno di Guazza».

Marco Solferini
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