sabato 19 ottobre 2013

Il bizzarro incidente del tempo rubato.

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Il bizzarro incidente del tempo rubato

Autore: Rachel Joyce.
Genere: drammatico.

 
 

E' il 1972, in Inghilterra. Byron è un bambino che vive in un quartiere residenziale insieme con la giovane e bellissima madre Diana. Suo padre Seymur è un banchiere. Lavora lontano da Carnham Hill, una città fatta di consuetudini, visi noti, giornate simili e rituali tipici della vita quotidiana.

Ha una sorella più piccola, Lucy e un amico del cuore: James.

Lui e James sono molto diversi. Byron è un ragazzo apparentemente annoiato, non troppo sveglio quanto ad intuizione. Uno che ama porsi delle domande più che risolvere i problemi. Non gli piace la competizione e non trae alcun piacere da essa. James invece è bravo in tutto. Ha una capacità mnemonica eccezionale e una passione per la deduzione logica basata sull'analisi matematica dei fatti.

Forse per questo motivo sa fare tante cose e sembra destinato ad incarnare il prototipo del primo della classe.

La loro routine è sconvolta da una notizia apparentemente banale. Il Governo ha deciso di adeguare il tempo. Come già hanno fatto altre nazioni. Aggiungendo due secondi.

Quando? Perchè? Come?

Entrambi i giovani sembrano plagiati da questo evento e arrivano a teorizzare complotti e persino cospirazioni.

Finchè un giorno, in ritardo per la scuola, la madre di Byron, che guida una macchina sportiva oggetto dell'invidia di molti, decide di tagliare per un quartiere povero. In tutta fretta compie una manovra avventata. Nel momento dello sbandamento del veicolo, Byron vede le lancette dell'orologio tornare indietro. In quell'istante si convince che siano stati aggiunti i fatidici minuti. Contemporaneamente, osserva una sagoma piccola, piegata su una bicicletta rossa crollare sotto il peso dell'auto.

La madre riparte in fretta, senza accorgersi di nulla. Ma Byron sà che l'auto ha travolto qualcuno. Una bambina.

E' un segreto sconvolgente che lo consuma come la fiamma brucia un cerino. L'unica soluzione è rivolgersi all'amico James affinchè possa elaborare una strategia vincente in grado di risolvere il problema.

Capitolo dopo capitolo la storia di Byron si alterna a quella di Jim, un uomo adulto sui 50 anni, che vive ai tempi d'oggi e da poco uscito dalla casa di cure di Besley Hill dove gli fu praticato l'elettroshock.

Jim è un innocuo commesso in una tavola calda. Passa le sue giornate balbuziente, cercando disperatamente i numeri 1 e 2 dappertutto. E' ossessionato dai rituali: deve entrare e uscire continuamente di casa, salutare gli oggetti, soffre di una maniacalità compulsiva che lo spinge ad essere convinto del fatto che lui causi eventi tragici se non osserva un certo comportamento. Se non adempie ai suoi rituali.

Chi è Jim e quale tragico passato lo accomuna a Byron e James?

Tutto ha avuto origine da quei due secondi. Una catena di eventi che ha cambiato il destino di tante persone.



Il tempo, questo immutabile che ci cammina accanto.

L'Autrice ci propone una visione drammatica del noto «battito d'ali d'una farfalla».

Un vita precostituita, quasi confezionata come un pacco regalo, dove questa donna, Diana, madre di due bambini, abita nella casa perfetta. Moglie di un uomo benestante che la cura come se fosse un oggetto. E' lei il vero epicentro di quella che sembra la caduta degli Dei, cioè il crollo di un reame artificioso la cui conseguenza più grave è l'impatto sulla psiche del figlio. Che si colpevolizza per l'evento nefasto.

Circa la posizione della donna / moglie / madre Diana credo sia utile immaginarla come l'oggetto dell'altrui invidia. La testimonianza di un successo che guarda al “bello” non per il gusto, ma per la reazione emotiva che crea e la conseguente, cercata, sudditanza tipica dei luoghi comuni.

La contrapposizione tra Byron e James è chiaramente penalizzante per il primo. Avere a che fare con il genietto in erba, che sembra possedere una soluzione intuitiva per tutto, lo pone in un ruolo di eterno subalterno. Ampliando, con il suo bisogno di assistenza, la sensazione latente di non essere in grado di interagire con gli eventi da solo. Questo assistenzialismo si traduce poi in una debolezza interiore. Che sfocia in un sentimento di inadeguatezza.

La figura paterna assente, distante, per molti versi incomprensibile lo spinge invece all'isolazionismo.

L'incompiuto Byron è schiacciato tra il ruolo del fratello maggiore e quello del figlio protettivo verso il genitore madre che tuttavia soffre un dramma esistenziale inguaribile.

Tutto ciò produce lo spezzamento, la separazione, il dualismo che portano il giovane a dubitare di se stesso e per effetto lo spingono nelle malsane fauci di quella scienza psichiatrica mostruosa come il peggior incubo.

Il tempo diventa quindi una costante che rappresenta anche l'evento inatteso, il paradosso che sconvolge il crisma della realtà. Il celebre “battito d'ali della farfalla” da cui scaturiscono una serie di eventi incrociati e fra loro legati. Ma questo accade nell'immaginazione del fanciullo che razionalizza le proprie paure. Fino a colpevolizzarsi per ogni evento tragico.

Jim è l'uomo adulto ed il prodotto di questa serie di scelte che il bambino ha compiuto pur nella sua inconsapevolezza. Entrando a far parte degli eventi nel modo più doloroso Jim è il risultato dell'annichilimento di Byron, della sua rinuncia.

Anche se alla fine trova un riscatto dovuto ad una maggiore consapevolezza del Sè che si verifica attraverso un parziale recupero della propria capacità realistica di discernimento.

Tanti elementi di cultura classica. Anche a livello espositivo.



Interessanti e visivamente accattivanti le descrizioni ambientali. Ottimo l'utilizzo delle metafore si accompagnano ad una buona discorsività, come pure ad un eccellente caratterizzazione soggettiva dei personaggi principali.

Ho tuttavia percepito come eccessivamente metodica la descrizione del microcosmo famigliare. Drammaticamente coinvolgente, finisce con l'appesantire lo svolgimento della trama principale, offrendo il fianco a delle digressioni che sembrano essere più che altro cercate dall'Autrice per mettere alla prova o in bella mostra le sue capacità narrative.

Il bizzarro incidente del tempo rubato” è un romanzo dai forti contenuti psicologici relativi al comportamento e al carattere del Bambino, inteso come antecedente dell'uomo che verrà. Esposto con taglio umanistico il testo si propone, con ambizione, di curare in modo esaustivo diversi stereotipi.

Marco Solferini
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marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com


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