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Il mio cuore sconosciuto
Autore: Charlotte
Valandrey.
Genere: sentimentale,
drammatico.
“Il mio cuore
sconosciuto” è il romanzo biografico dell'attrice francese,
nota con il nome d'arte Charlotte Valandrey.
Narra della sua personale
vicenda, che la vide diventare sieropositiva in giovanissima età,
dopo un rapporto d'amore non protetto. E dell'infarto che la colpì,
anni dopo, costringendola al trapianto di cuore.
La sua vita e la sua
capacità di amare, diventano pagine cariche di un concetto d'amore
che veleggia, come una galea del passato, attraverso la tempestosa
vita del presente. Un imbarcazione preda del destino, quanto del
vento.
Intenso, a tratti
struggente, l'Autrice ci propone un testo nel quale rinveniamo una
metamorfosi a tratti epistolare sul significato sacrale della vita.
Il suo comportamento di
scelta coraggiosa, nella convivenza con la natura umana camaleontica
quasi per definizione, trasforma l'Autrice nello specchio in cui ella
riflette l'immagine nuova e ritrovata, dei concetti che tutti noi
conosciamo e che sono frammenti di ogni vita.
Lei però, riesce a
cambiarne la prospettiva, estrapolandoli dalla sua personale vicenda.
Chiarissimo il “j'accuse”
alla diversità del malato, come del sofferente. Laddove si aprono
parentesi di vita che possono essere comprese solo se sperimentate
sulla propria pelle.
La fobia xenofoba del
diverso, che non trapassa nemmeno quando l'unione, tipica
dell'indefinito e ricercato amore, sembra creare quel connubio di
anima e cuore che solitamente gli innamorati definiscono “eterno”.
La tematica dei trapianti
è affrontata sotto molteplici aspetti, dalla legge dell'attesa,
all'impopolarità di un calvario che disumanizza l'essere umano,
spogliandolo dell'aspettativa, lasciandolo solo con i propri ricordi,
come fosse un giocattolo ormai vecchio.
L'Autrice, ritrova la
propria grandezza nell'umano senso di comprensione e affidamento ai
propri mezzi: quelli dell'infinito universo di possibilità che ci
rende unici.
Come un assolo di
matematica universale nella geometria incomprensibile della musica
che ci dice di accettarci, noi per primi, in virtù di quel che
siamo: accettati solo perchè esistiamo.
Periodi colti, ben
organizzati, paratattici nella dialettica e argomentati in maniera
eccellente dal punto di vista creativo, senza rinunciare ad alcuni
archetipi della cultura classica, come il mito di Ulisse cercatore o
della rinascita di Iside.
Simpatica e accattivante
l'esposizione della diffidenza, tipica, verso la chiaroveggenza, in
netta contrapposizione con la secolarizzata esigenza di una scienza
che offra certezze di deduzione del presente, per colmare
l'aspettativa nel futuro incerto e come tale ignoto.
Tuttavia, un elemento di
debolezza nell'esposizione, annida nell'eccessiva personalizzazione
del punto di vista introspettivo dell'Autrice che diventa anche il
presupposto, ponderato e dominante, di una realtà esclusivamente
percepita al femminile.
Ciò che lei prova, le
considerazioni che si pone e le argomentazioni autoconclusive come
pure giustificative, sono veramente “in rosa”, rappresentando il
modo in cui una donna interpreta determinate situazioni. C'è una
vera e propria genetica cellulare in questo embrionale modo di
rivisitare l'esposizione, pagina dopo pagina.
Se a leggere è un uomo,
non potrà non accusare un pò il peso femminista di una simile poco
indulgente mole di pensieri parlanti.
In alcuni periodi quindi,
il suo punto di vista è troppo egemone e prende il sopravvento sul
dialogo instaurato con il lettore.
Del resto è noto che,
quando si cerca una confidenza diretta con colui che legge, occorre
dosare l'eccesso di personalismo, altrimenti si corre il rischio di
essere logorroici nella ripetizione della medesima emozione,
rivisitata sotto un altro punto di vista.
Il lettore è prima di
tutto sempre protagonista istruito. Non bisogna dimenticarlo mai.
Nel complesso però, il
romanzo funziona e le due storie d'amore, sono lo yin e lo
yang che tutti noi conosciamo prima o poi nel percorso della
vita affettiva; lo sono nel dolore, come nella gioia piena e totale,
che questo sentimento, così forte da mettere persino paura, è in
grado di trasmettere.
“Il mio cuore
sconosciuto” è un romanzo intenso, carico di passione. Una
storia d'amore per la vita, e per l'uomo giusto. Così vicino, eppure
sempre così lontano. Un atto di coscienza, per accettare la
diversità, sotto il comune denominatore del diritto alla felicità,
di cui tutti siamo originali portatori.
Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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Interessante sguardo dentro-e-fuori ... l'egemonia dialettica femminile, perseguita anche attraverso la prolissità e i tempi allungati (difficili da reggere per un lettore maschio, in genere, e ne convengo) è un classico dell'Umanità, ma l'argomento trattato è troppo spesso confinato nella zona d'ombra, e merita attenzione.
RispondiEliminaUn tabù, come il sesso che veicola alcune malattie specifiche ...
Ricordo l'autobiografia di un altro artista francese sieropositivo, Cyril Collard : gran romanzo in presa diretta, coerente il film (lui stesso protagonista) : "Notti selvagge" (les nuits fauves).
Consiglio # 2
RispondiEliminaHo notato che intendi ogni singola pagina come "autonoma", ovvero in testa a ogni pagina replichi i loghi e i ringraziamenti a tutti i "partner" del tuo blog ( assieme a una foto dell'autore, tu stesso, legittima ) ...
e tuttavia, per quanto deontologicamente corretta, questa procedura appesantisce notevolmento la fruizione della pagina principale, nella quale sono riepilogati più post, gli ultimi giorni di attività.
Credo che otteresti un miglioramento grafico complessivo ed una facilitazione della lettura, se inserissi NELLA TESTATA i loghi e le info minime dei partner, eppoi, al termine di ogni recensione, un ringraziamento + link testuale a quello che specificatamente ha reso possibile la produzione di quell'articolo.
Carissimo,
RispondiEliminaleggo con interesse i tuoi suggerimenti e tuoi commenti alle recensioni, che sono assai intelligenti e molto corretti.
Ti confermi un esperto non solo di informatica, ma anche di marketing comunicazione a mezzo internet.
Rifletterò su quanto mi scrivi.
Attualmente, la scelta del "format" è quella per me più rapida, in quanto non ho molto tempo da dedicare al Blog (faccio una fatica immensa a replicare a tutte le email che mi arrivano, non solo via posta, ma anche tramite altri servizi come Facebook e, più di recente, LinkedIn).
Per il Museo e una delle Librerie si rendono ogni tanto necessari aggiunte dovute a specifiche attività o incontri prestabiliti.
Il possibile sopraggiungere di nuovi sponsor tuttavia, suggerirebbe tuttavia l'adozione di misure, quali quelle che hai indicato.
Grazie per i tuoi commenti.