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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
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La
ragazza del treno
Autore:
Paula Hawkins
Genere:
Thriller
Rachel
è una donna di mezz'eta che soffre per la fine della sua lunga
storia d'amore con Tom.
Il
non essere riuscita a dargli un figlio, il tradimento di lui, la fine
burrascosa di un futuro mai nato l'hanno trascinata nel baratro
dell'alcolismo. Alla devastazione del corpo segue quella di una mente
tormentata dalla nuova relazione di Tom con Anna, proprio la sua ex
amante adesso promossa a compagna di vita. Dalla quale ha avuto una
bambina. Nella loro casa.
Tutto
precipita per Rachel costretta a vivere in una stanza di un
appartamento condiviso e dopo la perdita del lavoro i soldi
finiscono. L'unica cosa che le resta sono i rimpianti e la
frustrazione di una vita che sembra accanirsi contro di lei.
Sarà
forse per questa ragione che prendendo il treno tutte le mattine lei
sogna ad occhi aperti ad ogni breve passaggio davanti alla casa di
due giovani innamorati che lei non conosce, ma sui quali fantastica
romantici sviluppi.
Ma
quella coppia, che abita nello stesso quartiere dove viveva lei
insieme a Tom ha un nome. Sono Megan e Scott. E un giorno lei
scompare! L'ombra dell'omicidio e del sospetto portano Rachel a
pensare che dietro alle sue innocenti osservazioni dal finestrino del
treno si possa celare un indizio importante.
Verità
o fantasia? Rachel è un alcolista e i suoi ricordi vanno e vengono.
Possibile che proprio lei sia la chiave per scoprire un assassino?
La
storia non è nulla di nuovo.
Il
solito trinomio amoroso: "lui, lei è l'altro".
“Chi
ha detto che seguire il proprio cuore è un bene? È narcisismo puro,
un atteggiamento egoista, tipico del predatore senza scrupoli”.
Tratto da “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed.
Piemme.
Ha
il pregio di partire in modalità Hitchcock con un esposizione
paratattica e sintetica che scansiona il ritmo narrativo in modo
serrato stabilendo uno scenario ben delimitato dai protagonisti.
Le
prime 70 pagine stabiliscono le regole del thriller poi comincia un
Cluedo giocato tra realtà è fantasia sul cui sfondo si alternano i
comportamenti dei singoli personaggi. Il romanzo infatti è narrato
in prima persona alternando il punto di vista dei tre protagonisti
femminili uno dei quali, la vittima, al passato.
“Avevo
sbagliato a dirgli quelle cose, ma adesso mi rendo conto che avevo
tutte le ragioni di essere fuori di me. Era un mio diritto essere
incazzata, no? Stavamo cercando di avere un figlio, non valeva forse
qualche sacrificio? Io mi sarei tagliata un braccio, se fosse servito
a qualcosa”. Tratto da “La ragazza del treno” di
Paula Hawkins, ed. Piemme.
Un
metodo espositivo avvolgente e già noto che ha il pregio di
coinvolgere il lettore in una lettura penetrante e persuasiva. Si
crea cioè un immedesimazione.
Il
romanzo peró è concepito su di una sinossi già vista (e rivista) o
meglio letta (e riletta) ridotta ad uno storyboard da sceneggiatura
che viviseziona una trama per niente originale scarnificandola allo
scopo di renderla appetibile per il lettore.
Osserviamo
da vicino il contenuto e scopriamo alcune sfumature:
1)
Tutti tradiscono tutti. O meglio, tutti gli uomini protagonisti si
fanno almeno una delle donne a disposizione (che poi sono 3) e
avrebbero potuto anche migliorare la statistica perché ogni volta
che c'è un “tete à tete” scatta l'attrazione in stile
telenovela o romanzo rosa.
2)
Gli uomini sembrano usciti da playboy. Abbiamo il giovane muscoloso,
l'intellettuale comprensivo, l'introverso scontroso e aggressivo..
che fantasia!!! Il punto di vista femminile è narcisista. È la
donna che dà piacere, è lei che crea o disfa, si assume sempre la
responsabilità per realismo o spirito di sacrificio. Non meraviglia
che vengano ingannate, deluse, tradite perché sono volutamente
deboli dal punto di vista caratteriale.
3)
Tutti i rapporti ripetono ciclicamente lo stesso costrutto:
introduzione del personaggio - relazione sessuale/infedeltà –
esaltazione di una caratteristica negativa allo scopo di alimentare
il sospetto che sia colpevole. È esattamente sempre cosí. Con un
unica eccezione. Il vero colpevole. Per questo banale motivo è
facilmente intuibile se non altro per esclusione (ma davvero qualcuno
non ha capito prima chi è l'assassinio?).
“Continuavo
a ripetermi che era stupido preoccuparmi del mio aspetto fisico
perché Scott non ci avrebbe fatto caso, ma non potevo farne a meno.
Era la prima volta che mi avvicinavo a lui: ci tenevo a presentarmi
al meglio, piú di quanto avrei dovuto”. Tratto da “La
ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.
L'intuizione
geniale dell'Autrice è stata quella di concepire un antieroe molto
ben creato e credibile. Rachel è un microcosmo di focalizzazione
soggettiva carico di empatia verso il lettore. Ella si denuda delle
proprie rituali sconfitte mettendo in mostra un lamentoso malessere
di vita. Un legame fatto di dolore e predestinazione.
“La
mia vera difficoltà è l'aver perso il controllo. A casa di Cathy mi
sento sempre come un'ospite che inizia a diventare inopportuna. Me ne
accorgo in cucina quando sgomitiamo per preparare la cena, oppure
quando ci sediamo sul divano e lei tiene saldo in mano il
telecomando. L'unico spazio che sento davvero mio è la piccola
camera dove il letto matrimoniale e la scrivania sono così vicini
che quasi non si riesce a camminare. È abbastanza comoda ma non è
molto accogliente, quindi mi capita, anche se sono a disagio e mi
sento vulnerabile. Ho perso il controllo di tutto. Anche dei luoghi
che si trovano dentro la mia testa”. Tratto da “La ragazza
del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.
La
straordinaria mortalità della sua anima smarrita, tanto quanto
l'identità di cui lei ha perso il controllo, la trasformano in un
oggetto senza collocazione. Straniera, rifiutata dalla realtà
circostante che la giudica sempre e comunque in maniera impietosa
perché schiava dei luoghi comuni. Lei deambula in mezzo a questo
conformismo cattivo e autoritario che l'Autrice è abilissima a
descrivere con caleidoscopica e chirurgica freddezza.
L'alcolismo
poi è una scelta opportuna perchè pur non essendo un handicap è
altresì noto sia particolarmente invalidante. Potendo raggiungere
stadi di deficenza fisici e psichici cronici e altamente limitativi.
Il
metodo narrativo in prima persona che si alterna tra I personaggi
femminili esalta questo patimento e lo fossilizza in profondità nel
naturalismo sociologico dei rapporti umani tanto che il lettore è
persuaso a dubitare di Rachel.
“La
stanza è sempre piú scura e io sono sempre lí, nell'acqua con il
suo corpicino sul mio. La fiamma di una candela tremila dietro la mia
testa; la cera sgocciola e ne sento l'odore, avverto uno spiffero
gelido sul collo e sulle spalle. Sono pesante, il mio corpo pian
piano prende calore. Sono sfinita”. Tratto da “La ragazza
del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.
Trattandosi
di un thriller è anche necessario soffermarsi sul realismo. In buona
sostanza, è veramente possibile che le cose vadano come sono
raccontate nel romanzo? Probabilmente no. O meglio, potrebbero se
fossimo negli anni 80.. ma al giorno d'oggi tutto è diverso.
Prendendo
per buona l'enorme forzatura narrativa tale per cui Anna trova il
cellulare incriminato poco prima che Rachel le si presenti
(coincidenza), ma a questo punto spiace ipotizzare che la polizia
inglese sia cosí incapace da non aver controllato i telefoni della
vittima e annessi tabulati?
E
ancora.. la dinamica dell'omicidio rappresenta una sequenza di errori
macroscopici per la polizia scientifica. Non pretendo certo CSI, ma è
poco plausibile che passino tutti quei giorni senza che vi siano
tracce e prove forensi. Anche in ragione della dinamica dell'omicidio
che esclude la premeditazione.
La
sensazione che ho avuto è che la scrittrice sia andata in difficoltà
sul finale per far combaciare i contenuti. Siamo in presenza di un
puzzle che è stato costruito con meticolosità nei suoi contorni, ma
che poi avvicinandoci all'immagine centrale si è fortemente smarrito
dietro un accelerazione inopportuna di elementi molto funzionali e
spesso “tirati per i capelli”.
Forse
il progetto originale voleva essere ambientato nel passato.. ma la
necessità di avere a disposizione la tecnologia di largo consumo ha
proiettato tutto nel presente. Un cellulare "segreto" poi
che non ha una applicazione di protezione contro gli intrusi è poco
credibile da parte di una mente criminale.. Gli amanti sono sempre
sprovveduti anzi spesso sanno come evitare il classico errore da
telefilm.
Un
opera complessivamente più interessante per la parte amorosa, con
tutti questi tradimenti viziosetti che piacciono come il pettegolezzo
da spiaggia.
“Lui
obbedisce e io mi spoglio mentre saliamo le scale. Arrivati in
camera, mi spinge sul letto. Io ho un altro in testa, ma non importa
perché lui non lo sa. Sono abbastanza brava a fargli credere di
essere al centro dei miei pensieri”. Tratto da “La ragazza
del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.
Il
thriller è povero con qualche potenziale incongruenza. Mi vien da
pensare, in proposito, che la sera della “botta in testa” Rachel
torna a casa con lividi ed escoriazioni laddove l'Autrice vuol
chiaramente insinuare il dibbio che sia stata violentata. Poi tutto
si rivela un espediente narrativo che ruota attorno alla presenza di
un immancabile sconosciuto.
“La
ragazza del treno” è un romanzo stimolante. Una lettura veloce,
ben organizzata e di facile percezione. Discreto, senza però troppe
pretese, piacerà sopratutto a chi non legge molti thriller.
Indubbiamente
in circolazione c'è di peggio quindi direi che si può leggere, ma
senza gridare al capolavoro.
Marco
Solferini
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