mercoledì 2 settembre 2015

La ragazza del treno

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La ragazza del treno

Autore: Paula Hawkins
Genere: Thriller

Rachel è una donna di mezz'eta che soffre per la fine della sua lunga storia d'amore con Tom.

Il non essere riuscita a dargli un figlio, il tradimento di lui, la fine burrascosa di un futuro mai nato l'hanno trascinata nel baratro dell'alcolismo. Alla devastazione del corpo segue quella di una mente tormentata dalla nuova relazione di Tom con Anna, proprio la sua ex amante adesso promossa a compagna di vita. Dalla quale ha avuto una bambina. Nella loro casa.

Tutto precipita per Rachel costretta a vivere in una stanza di un appartamento condiviso e dopo la perdita del lavoro i soldi finiscono. L'unica cosa che le resta sono i rimpianti e la frustrazione di una vita che sembra accanirsi contro di lei.

Sarà forse per questa ragione che prendendo il treno tutte le mattine lei sogna ad occhi aperti ad ogni breve passaggio davanti alla casa di due giovani innamorati che lei non conosce, ma sui quali fantastica romantici sviluppi.

Ma quella coppia, che abita nello stesso quartiere dove viveva lei insieme a Tom ha un nome. Sono Megan e Scott. E un giorno lei scompare! L'ombra dell'omicidio e del sospetto portano Rachel a pensare che dietro alle sue innocenti osservazioni dal finestrino del treno si possa celare un indizio importante.

Verità o fantasia? Rachel è un alcolista e i suoi ricordi vanno e vengono. Possibile che proprio lei sia la chiave per scoprire un assassino?

La storia non è nulla di nuovo.

Il solito trinomio amoroso: "lui, lei è l'altro".

Chi ha detto che seguire il proprio cuore è un bene? È narcisismo puro, un atteggiamento egoista, tipico del predatore senza scrupoli”. Tratto da “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.

Ha il pregio di partire in modalità Hitchcock con un esposizione paratattica e sintetica che scansiona il ritmo narrativo in modo serrato stabilendo uno scenario ben delimitato dai protagonisti.

Le prime 70 pagine stabiliscono le regole del thriller poi comincia un Cluedo giocato tra realtà è fantasia sul cui sfondo si alternano i comportamenti dei singoli personaggi. Il romanzo infatti è narrato in prima persona alternando il punto di vista dei tre protagonisti femminili uno dei quali, la vittima, al passato.

Avevo sbagliato a dirgli quelle cose, ma adesso mi rendo conto che avevo tutte le ragioni di essere fuori di me. Era un mio diritto essere incazzata, no? Stavamo cercando di avere un figlio, non valeva forse qualche sacrificio? Io mi sarei tagliata un braccio, se fosse servito a qualcosa”. Tratto da “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.

Un metodo espositivo avvolgente e già noto che ha il pregio di coinvolgere il lettore in una lettura penetrante e persuasiva. Si crea cioè un immedesimazione.

Il romanzo peró è concepito su di una sinossi già vista (e rivista) o meglio letta (e riletta) ridotta ad uno storyboard da sceneggiatura che viviseziona una trama per niente originale scarnificandola allo scopo di renderla appetibile per il lettore.

Osserviamo da vicino il contenuto e scopriamo alcune sfumature:

1) Tutti tradiscono tutti. O meglio, tutti gli uomini protagonisti si fanno almeno una delle donne a disposizione (che poi sono 3) e avrebbero potuto anche migliorare la statistica perché ogni volta che c'è un “tete à tete” scatta l'attrazione in stile telenovela o romanzo rosa.

2) Gli uomini sembrano usciti da playboy. Abbiamo il giovane muscoloso, l'intellettuale comprensivo, l'introverso scontroso e aggressivo.. che fantasia!!! Il punto di vista femminile è narcisista. È la donna che dà piacere, è lei che crea o disfa, si assume sempre la responsabilità per realismo o spirito di sacrificio. Non meraviglia che vengano ingannate, deluse, tradite perché sono volutamente deboli dal punto di vista caratteriale.

3) Tutti i rapporti ripetono ciclicamente lo stesso costrutto: introduzione del personaggio - relazione sessuale/infedeltà – esaltazione di una caratteristica negativa allo scopo di alimentare il sospetto che sia colpevole. È esattamente sempre cosí. Con un unica eccezione. Il vero colpevole. Per questo banale motivo è facilmente intuibile se non altro per esclusione (ma davvero qualcuno non ha capito prima chi è l'assassinio?).

Continuavo a ripetermi che era stupido preoccuparmi del mio aspetto fisico perché Scott non ci avrebbe fatto caso, ma non potevo farne a meno. Era la prima volta che mi avvicinavo a lui: ci tenevo a presentarmi al meglio, piú di quanto avrei dovuto”. Tratto da “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.

L'intuizione geniale dell'Autrice è stata quella di concepire un antieroe molto ben creato e credibile. Rachel è un microcosmo di focalizzazione soggettiva carico di empatia verso il lettore. Ella si denuda delle proprie rituali sconfitte mettendo in mostra un lamentoso malessere di vita. Un legame fatto di dolore e predestinazione.

La mia vera difficoltà è l'aver perso il controllo. A casa di Cathy mi sento sempre come un'ospite che inizia a diventare inopportuna. Me ne accorgo in cucina quando sgomitiamo per preparare la cena, oppure quando ci sediamo sul divano e lei tiene saldo in mano il telecomando. L'unico spazio che sento davvero mio è la piccola camera dove il letto matrimoniale e la scrivania sono così vicini che quasi non si riesce a camminare. È abbastanza comoda ma non è molto accogliente, quindi mi capita, anche se sono a disagio e mi sento vulnerabile. Ho perso il controllo di tutto. Anche dei luoghi che si trovano dentro la mia testa”. Tratto da “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.

La straordinaria mortalità della sua anima smarrita, tanto quanto l'identità di cui lei ha perso il controllo, la trasformano in un oggetto senza collocazione. Straniera, rifiutata dalla realtà circostante che la giudica sempre e comunque in maniera impietosa perché schiava dei luoghi comuni. Lei deambula in mezzo a questo conformismo cattivo e autoritario che l'Autrice è abilissima a descrivere con caleidoscopica e chirurgica freddezza.

L'alcolismo poi è una scelta opportuna perchè pur non essendo un handicap è altresì noto sia particolarmente invalidante. Potendo raggiungere stadi di deficenza fisici e psichici cronici e altamente limitativi.

Il metodo narrativo in prima persona che si alterna tra I personaggi femminili esalta questo patimento e lo fossilizza in profondità nel naturalismo sociologico dei rapporti umani tanto che il lettore è persuaso a dubitare di Rachel.

La stanza è sempre piú scura e io sono sempre lí, nell'acqua con il suo corpicino sul mio. La fiamma di una candela tremila dietro la mia testa; la cera sgocciola e ne sento l'odore, avverto uno spiffero gelido sul collo e sulle spalle. Sono pesante, il mio corpo pian piano prende calore. Sono sfinita”. Tratto da “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.

Trattandosi di un thriller è anche necessario soffermarsi sul realismo. In buona sostanza, è veramente possibile che le cose vadano come sono raccontate nel romanzo? Probabilmente no. O meglio, potrebbero se fossimo negli anni 80.. ma al giorno d'oggi tutto è diverso.

Prendendo per buona l'enorme forzatura narrativa tale per cui Anna trova il cellulare incriminato poco prima che Rachel le si presenti (coincidenza), ma a questo punto spiace ipotizzare che la polizia inglese sia cosí incapace da non aver controllato i telefoni della vittima e annessi tabulati?

E ancora.. la dinamica dell'omicidio rappresenta una sequenza di errori macroscopici per la polizia scientifica. Non pretendo certo CSI, ma è poco plausibile che passino tutti quei giorni senza che vi siano tracce e prove forensi. Anche in ragione della dinamica dell'omicidio che esclude la premeditazione.

La sensazione che ho avuto è che la scrittrice sia andata in difficoltà sul finale per far combaciare i contenuti. Siamo in presenza di un puzzle che è stato costruito con meticolosità nei suoi contorni, ma che poi avvicinandoci all'immagine centrale si è fortemente smarrito dietro un accelerazione inopportuna di elementi molto funzionali e spesso “tirati per i capelli”.

Forse il progetto originale voleva essere ambientato nel passato.. ma la necessità di avere a disposizione la tecnologia di largo consumo ha proiettato tutto nel presente. Un cellulare "segreto" poi che non ha una applicazione di protezione contro gli intrusi è poco credibile da parte di una mente criminale.. Gli amanti sono sempre sprovveduti anzi spesso sanno come evitare il classico errore da telefilm.

Un opera complessivamente più interessante per la parte amorosa, con tutti questi tradimenti viziosetti che piacciono come il pettegolezzo da spiaggia.

Lui obbedisce e io mi spoglio mentre saliamo le scale. Arrivati in camera, mi spinge sul letto. Io ho un altro in testa, ma non importa perché lui non lo sa. Sono abbastanza brava a fargli credere di essere al centro dei miei pensieri”. Tratto da “La ragazza del treno” di Paula Hawkins, ed. Piemme.

Il thriller è povero con qualche potenziale incongruenza. Mi vien da pensare, in proposito, che la sera della “botta in testa” Rachel torna a casa con lividi ed escoriazioni laddove l'Autrice vuol chiaramente insinuare il dibbio che sia stata violentata. Poi tutto si rivela un espediente narrativo che ruota attorno alla presenza di un immancabile sconosciuto.

“La ragazza del treno” è un romanzo stimolante. Una lettura veloce, ben organizzata e di facile percezione. Discreto, senza però troppe pretese, piacerà sopratutto a chi non legge molti thriller.

Indubbiamente in circolazione c'è di peggio quindi direi che si può leggere, ma senza gridare al capolavoro.

Marco Solferini
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