mercoledì 1 ottobre 2014

La congiura dei potenti

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La congiura dei potenti

Autore: Carlo A. Martigli.
Genere: storico, drammatico, avventura.

Paolo de Mola è un giovane Italiano alla corte del Sultano turco in quel del 1519, la cui amicizia con il figlio di questi è vista come un opportunità e nel contempo una sfida.

Un uomo d'armi, come suo padre, desideroso di eccellere fra le guardie scelte del Sultano che tuttavia, complice il suo giovanile e bell'aspetto, attira su di sè le attenzioni indesiderate di uno dei suoi più fidati generali.

Il dramma si consuma in una notte di sangue quando Paolo è costretto ad abbandonare le sponde della Turchia e con esse la sua famiglia per fare ritorno, sotto mentite spoglie, all'Italia.

La sua nuova casa è un ordine monastico dove imparerà sia la cultura che l'arte della spada.

Un luogo di preghiera sotto l'alea protettrice del Maestro e precettore di quel Paolo di M'Artigli che nasconde la sua vera identità e il torbido passato. Ma la lunga mano del Papa Leone X sembra poter arrivare ovunque e agli occhi del potente pontefice non ci sono misteri ne segreti.

Paolo verrà reclutato proprio da quest'ultimo per diventarne un assassino fidato la cui missione sarà quella di raggiungere i territori della Germania, in quel della Turingia e di Augusta per dare la caccia al monaco ribelle Martin Lutero che ha lanciato un guanto di sfida al Papa contro quello che sembra il suo impero personale non solo delle anime, ma anche temporale.

Poichè il Principe Federico III si dimostra riluttante a perseguire Lutero, Paolo troverà un alleato nel banchiere e affarista Jacob Fugger presso la cui magione si stabilirà in attesa di colpire con un arma sopraffina, coniata attraverso la cultura della carta e il veleno delle sue pagine: un libro.

Strumento scelto per dare la morte al monaco ribelle.

Insieme con lui Gaurico e Lorenzo Velletri, entrambi uomini con un passato difficile, portatori di un dramma a volte personale, oppure famigliare, legati, imbrigliati alle trame di potere del Papa il cui occhio onniveggente sembra non conoscere confini.

E mentre Paolo conoscerà l'attrazione e i piaceri carnali con una donna un altro monaco, Thomas Muntzer, partendo dalle teorie luteriane lancia la sua campagna per riabilitare la classe contadina e popolare vessata da mille ingiustizie attraverso una rivoluzione che promette di rovesciare il potere.

E' questo lo scenario di una missione omicida compiuta nel nome di Dio e della Santa Chiesa di Roma che rappresenta l'apice della congiura contro colui che ha osato sfidare il Papato.

Leggo sempre con grande piacere e interesse uno scritto di Martigli, che riesce a coniare pagine di affascinante narrazione ben dosate e raccontate. Un piglio argomentativo, ma non manualistico, che non ha la pretesa di insegnare, ma di erudire elegantemente il lettore.

«L'uomo non ha bisogno soltanto del pane per poter vivere, ma anche delle rose». Tratto da «La congiura dei potenti» di Carlo A. Martigli ed. Longanesi.

L'Autore infatti, parla la lingua universale della sapienza dettata dalla passione e come tale prima di ogni altra cosa stabilisce un un buon rapporto empatico con il lettore rendendolo partecipe di un avventura riccamente decorata con elementi stilistici che spaziano dal mondo mussulmano a quello cristiano.

Un epoca, quella descritta da Martigli, dove il camaleontico desiderio di potere degli uomini spesso strumentalizzava i sentimenti diffusi e gli ideali della fede. Una storpiatura argillosa della meccanica del discernimento che, ad appannaggio di una ristretta classe dotta e sapiente, permetteva di operare una manipolazione tra la ragion logica, tipica della dialettica e la paura, qualche ultimo grimaldello per far saltare anche le ritrosie più ortodosse.

«Alla fine gli angeli e i demoni che si accapigliavano nella sua coscienza avevano concluso un patto, entrambi soddisfatti. Se per vivere in pace e con la borsa piena occorreva mettere la vela al più forte dei venti, questo avrebbe fatto. E in quegli anni il vento di Papa Leone soffiava potente». Tratto da «La congiura dei potenti» di Carlo A. Martigli ed. Longanesi.

Il potere descritto dall'Autore è un parente lontano di quello attuale, ma nel contempo ad esso facilmente assimilabile. Pur se oggi, nell'epoca della comunicazione di massa, esso si è evoluto. Ma il concetto di congiura, la cui devianza annida in un arcipelago simile ad un puzzle, di rapporti fra loro macchiavellicamente intrecciati e legati, permane. E leggere del passato è sempre un buon punto di partenza per capire il presente.

«Confesso a voi - Paolo abbassò gli occhi - che l'intelletto, quintessenza della sapienza, è il superamento della mente e del cuore, come dice il Maestro Aristotele. Senza negare quindi il cuore che ancora mi lega a chi mi ha dato la vita, sono salito per una scala diversa». Tratto da «La congiura dei potenti» di Carlo A. Martigli ed. Longanesi.

Come sempre sono ottime le ambientazioni. Una stile pulito, fotografico, rappresentativo degli interni in modo soggettivamente focalizzato sulla percezione sensoriale dei protagonisti e per quanto riguarda gli esterni amabilmente narrato al lettore quale terzo osservatore.

Ho notato che ci sono meno parallelismi, metafore e allegorie rispetto ai precedenti romanzi. Assistiamo quindi ad una cifra letteraria più realista che piacerà maggiormente a coloro che amano il romanzo storico nudo e crudo la cui svolta narrativa è per forza di cose «agganciata» alla notorietà del passato per come conosciuto.

Di tanto in tanto tuttavia l'Autore ritorna su alcuni suoi capisaldi già incontrati nei precedenti romanzi relativamente al Messia e più in generale all'origine della Fede cristiana quale epicentro per capire l'esistenza del divino e il perchè di quella, più terrena, dell'uomo.

«E se per un attimo lui ti prende con le mani le spalle ormai robuste come e più delle sue, quasi in una stretta fraterna, dopo sente che vi rinuncia e sei suo figlio e basta. Ti accarezza i capelli, ti riempie di baci le tempie e poi china la testa in un totale abbandono d'amore». Tratto da «La congiura dei potenti» di Carlo A. Martigli ed. Longanesi.

I dialoghi rappresentano il climax dei rapporti personali tra i personaggi; nella logica della costruzione verticale il romanzo è incentrato sul tema di fondo dell'avventura/vita del protagonista sulla quale si inseriscono, a mò di innesti, dei parallelismi narrativi (che sarebeb impossibile sviluppare appieno salvo aggiungere altre 500 pagine) la cui autonomia si fonde con la storia principale attraverso il confronto dialettico a volte costruito sulla base di un sillogismo che metta altresì ordine nello svolgimento dei fatti. Il dialogo possiede altresì spesso natura rivelatrice a ornamento e conclusione dello svolgimento dell'azione. Davvero ottimi e appropriati, sotto molteplici punti di vista e aspetti.

«La congiura dei potenti» è l'ultimo romanzo di Carlo A. Martigli, un amabile ricostruzione storica riccamente carica di passione e realismo. Un avventura tra personaggi realmente esistiti per indagare le gesta di un passato emozionante e vivendo gli eventi in prima persona, dal di dentro.

Una storia su carta dove la carta si presta a raccontare la storia.

Consigliato.

Marco Solferini
Marco Solferini.
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