Nota bene:
Il Blog aderisce al programma di affiliazione Amazon
***
Un ringraziamento particolare agli sponsor:
Libreria - Galleria
IL SECONDO RINASCIMENTO
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
Il luogo ideale dove trovare i Tuoi Libri
http://www.ilsecondorinascimento.it/
* * *
La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
* * *
Il
sapore della vendetta
Autore:
Joe Abercrombie
Genere:
avventura, azione, fantasy
Monza
e Benna Murcatto sono fratelli e combattenti, comandanti delle 1.000
spade, l'esercito del Duca Orso di Talins.
Dopo
diverse campagne, le loro vittorie sono diventate leggenda e forse
quello che si apre davanti a loro è l'ultimo anno di battaglie prima
di dedicarsi alle ricchezze accumulate.
Durante
l'incontro con il Duca Orso però, alla presenza della sua ristretta
corte, si consuma il più alto tradimento. La fama accumulata dai
fratelli e in particolare da lei, Monza comandante tanto spietato
quanto abile nella strategia, è diventata troppo scomoda e
pericolosa per chi ne teme la fama tra il popolo e le guarnigioni di
soldati.
Certi
di averli uccisi entrambi, il suo corpo viene gettato in un dirupo.
Le
circostanze tuttavia fanno si che riesca a salvarsi. Anche se i mesi
che seguono sono tragici e dolorosi. Il ricordo del fratello si
mischia alle numerose ferite e fratture riportate. La guarigione
delle quali è affidata a un improvvisato esperto di anatomia.
Ma
quando il tempo finalmente è giunto, Monza abbandona il suo rifugio
per gettarsi nelle selvagge terre della battaglia.
Grazie
ad un segreto saggiamente custodito potrà elaborare una strategia
per la sua vendetta.
Ognuna
delle persone presenti durante il tradimento pagherà con la vita.
Per
farlo, ha bisogno di costituire una compagnia.
Si
uniranno a lei Brivido, un massiccio scagnozzo dei territori del
nord, Ghigno, un omicida spietato cresciuto in prigione con una
passione per i numeri e i dadi da gioco, Morveen, mastro avvelenatore
e la sua giovane apprendista Day, Cosca, suo ex combattente e Vitari
saggio conoscitore di uomini e luoghi.
Il
romanzo si presenta da subito con una costruzione verticale: un
antefatto dal quale si elabora la trama. La vendetta nei confronti di
ciascun partecipante alla cospirazione omicida è l'espediente per
costruire una serie di scenari. In pratica, per ogni uomo da
assassinare si rende necessaria una missione portata a termine in un
ambientazione diversa.
«Le
spade sono fatte per essere sfoderate, non per disegnare».
Tratto da «Il sapore della vendetta» di Joe Abercrombie, ed.
Gargoyle.
La
cifra letteraria dell'Autore che a livello espositivo il lettore
percepisce, è decisamente ripetitiva essendo che il paradigma dello
svolgimento non cambia: obiettivo - scenario - partecipanti alla
missione - sviluppo.
Il
romanzo risulta troppo lungo nel suo insieme, complice il tentativo
di imbastire l'archetipo di uno scenario fantastico tuttavia
destrutturato da elementi creativi che vadano oltre ciò che si è
già letto da più parti.
La
mappatura del regno è troppo facilmente conoscibile (e avrebbe
necessitato di qualche disegno, assai utile in più occasioni).
La
sensazione è che l'Autore strizzi l'occhio alle fortunate opere
letterarie cui hanno fatto seguito altrettante produzioni televisive,
fra le quali il Trono di Spade. Prodotti che tuttavia hanno un
costrutto decisamente più elaborato. Fermo restando che l'Autore è
già “sbarcato” sul piccolo schermo con la serie fantasy The
First Law tratta dalla trilogia
scritta dallo stesso Abercrombie e che gli ha tributato il meritato
successo. Di cui tuttavia in questo romanzo si rinviene poca traccia.
Pur
se l'ambientazione è la medesima il prodotto è assai differente.
Figlio forse della sottoscrizione d'impegno a scrivere molti (troppi)
libri che l'Autore ha firmato con un importante casa editrice
inglese?
La
dinamica dell'esposizione narrativa richiama elementi del celebre
R.E. Howard come pure nella gestione della compagnia una parte delle
“Cronache” di Dungeons & Dragons e dei Librigame a firma Joe
Dever. Non pochi passaggi ricordano lo stile introspettivo a livello
di focalizzazione soggettiva di Sanderson
Scendendo
nel metro “avventuroso”, quest'ultimo guarda con rispetto
all'epica e all'eroica classica, in particolare per quanto concerne
il dramma della perdita e la vendetta concepita come essenza di vita.
Un distillato di sentimenti forti incasellati però per qualche
centinaia di pagine di troppo.
Indirizzati
poi verso un finale tutt'altro che inaspettato. Che lascia aperta la
porta di un possibile seguito. La qual cosa si comprende già a metà
romanzo.
Tutti
gli espedienti che il lettore è chiamato ad affrontare sono già
noti o facilmente intuibili. Il tradimento, i conflitti interni al
gruppo, la relazione affettiva e via discorrendo.. si tratta solo di
stabilire il «quando» e non il «se».
In
definitiva, ci sono troppi stereotipi che finiscono per banalizzare
la storia, così rendendola facilmente anticipabile. Lo scrittore
dimostra di essere a conoscenza del rischio e come tale prova a
mescolare le carte inserendo scenari diversi, ma a parte
l'ambientazione nella Banca Valint & Balk non c'è nulla di nuovo
sotto il sole.
«Qui
la ricchezza era fatta di parole, idee, voci e bugie, troppo preziosa
per essere resa prigioniera in volgare oro o semplice argento».
Tratto da «Il sapore della vendetta» di Joe Abercrombie, ed.
Gargoyle.
Ivi
compreso il concetto di mercenariato cui gran parte dei protagonisti
si presta o dal quale trae fonte di ispirazione nella logica delle
scelte. A volte condite da un codice d'onore che si sarebbe dovuto
elaborare molto meglio e più approfonditamente.
«Se
sei un brav'uomo e provi ogni giorno della tua vita a pensare a quale
sia la cosa giusta, costruisci cose di cui essere fiero e poi alla
fine arrivano dei bastardi e da un momento all'altro te la bruciano,
se ti assicuri di dire un cortese grazie ogni volta che ti sbudellano
a forza di calci, pensi che quando morirai e ti ficcheranno nella
terra ti tramuterai in oro?». Tratto da «Il sapore della
vendetta» di Joe Abercrombie, ed. Gargoyle.
Ottimi
i dialoghi, molto diretti e ben organizzati, rappresentano
correttamente lo stato d'animo in aperta correlazione con
l'ambientazione. Funzionali e paratattici, trasmettono al romanzo
quell'empatia basata sulla velocità che riesce a coinvolgere il
lettore. L'Autore è consapevole delle sue capacità e punta
moltissimo su quest'ultimi.
Per
questa ragione, una volta individuato un aspetto caratteriale, tipico
in uno dei protagonisti, lo scrittore ricama su di esso una
focalizzazione soggettiva dalla quale scaturiscono considerazioni e
iterazioni. Le prime sono altamente funzionali a sorreggere
l'ambientazione e, conseguentemente incontriamo frasi ad effetto
sinceramente belle e di alto impatto emotivo. Le seconde servono per
elaborare una crescita caratteriale basata sulle contrapposizioni,
tecnica assai in uso nelle sceneggiature. E' noto infatti che
dall'amalgama di caratteristiche diverse, a volte contrapposte,
scaturiscono conflitti evolutivi non solo del personaggio, che così
si sottrae ad una crescita stilistica da mero archetipo
unidirezionale, ma anche a livello di gruppo. In pratica si realizza
un ambiente sociologicamente definito (più che dal punto di vista
antropologico) caratteristica spesso del romanzo anglosassone.
«Le
belle menzogne battono sempre le verità noiose». Tratto da «Il
sapore della vendetta» di Joe Abercrombie, ed. Gargoyle.
Se
il primo aspetto riesce piuttosto bene, nel secondo l'Autore è
deficitario. Malgrado i numerosi tentativi in tal senso, da leggersi
come rafforzativi, manca l'omogeneità narrativa che consenta alla
focalizzazione di trasmutare, stabilendo cioè un empatia che dal
personaggio si riversi nel lettore e ritorni, a quest'ultimo, in
veste amplificata.
Il
risultato quindi è sotto tono.
«Il
sapore della vendetta» è un romanzo riuscito a metà. Ha degli
evidenti limiti che potranno essere accettati e sopportati dagli
amanti del genere, ma difficilmente da chi ha a disposizione numerose
alternative in libreria che obiettivamente sono più interessanti.
L'Autore
ha già dimostrato il suo talento grazie ai precedenti scritti
pertanto è lecito attendersi di più.
Marco
Solferini.
puoi
trovarmi anche su: