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Chiodo
fisso
Autore:
Emilio Martini
Genere: giallo
Il
commissario Berté, di Lungariva (dove fa il vicequestore aggiunto,
causa trasferimento dovuto a motivi disciplinari), a dicembre ritorna
nella «sua» Milano. La città natale. Per una vacanza fatta di
ricordi, a cominciare dal vecchio appartamento vicino a P.zza
Stuparich.
Un
viaggio nel passato per non pensare alla bella Marta (donna sposata
che sembra in grado di capirlo nell'intimità caratteriale) e alla
vecchia fiamma Patty che è pur sempre in grado di ammaliarlo.
Ma a
Milano la sua passeggiata si conclude con un cadavere, che altri non
è se non un vecchio amico d'infanzia del commissario.
Le
indagini inevitabilmente lo coinvolgono, seppure non ufficialmente e
lo porteranno a scoprire una sconvolgente verità, celata dietro un
infatuazione giovanile: un impronunciabile amore che nel corso degli
anni è diventato ossessione. Per la quale uccidere.
Quale
mistero si cela dietro la scomparsa della bellissima Manuela? E quale
pena innominabile sopporta il Gino, al punto tale da trasformare un
invisibile signor nessuno in un «Cyrano» omicida?
L'Autore
ci propone un viaggio catartico nel passato, tra i ricordi che
sembrano arrendersi al nostalgico sentimento dell'ineluttabilità del
fato e alla malinconia del presente.
La
focalizzazione degli elementi descrittivi sembrano ruderi al
passaggio di un archeologo e le considerazioni, latenti nell'animo
che trovano voce attraverso i pensieri, paiono una parafrasi del
concetto «tutto scorre» di Eraclito.
Berté
è un uomo in bilico sulla bilancia del passato e del presente, causa
l'età, ma che si costringe ad ignorare il futuro concentrandosi sul
lavoro in quella che sembra una melodia in stile «let it be».
La
narrazione scivola via bene, focalizza l'aspetto soggettivo ed
introspettivo attraverso l'analisi delle emozioni che trasmutano in
descrizioni figurative dei luoghi. Protagonista è Milano con le sue
contraddizioni da amare e le disfunzioni così classiche cui
rinunciarvi sarebbe impossibile.
Il
finale tuttavia, è un monologo in chiave «l'ultima parola
all'assassino», che forse ricalca un pò troppo la smarritasi
originalità dei romanzi Italiani anni 90.
Il
significato recondito però, è un elogio alla vita che nel suo
illogico raziocinio non dimentica nessuno, perché nel disegno degli
eventi di protagonismo non si fa virtù e siamo tutti, a modo nostro,
personaggi in cerca di un autore. Nello scacchiere del fato anche la
follia ha un suo posto e un ruolo ben preciso.
Emilio
Martini è bravo a rendere concettualmente il significato del suo
scritto oltre le parole, e dimostra di sapere assai bene che un buon
marinaio è tanto bravo nel saper fare i nodi quanto nel saperli
sciogliere.
«Chiodo
fisso» è un amabile giallo, ambientato in una Milano nel freddo
mese di dicembre. Consigliato specialmente a chi ama il capoluogo
lombardo e a chi non vuole dimenticarlo.
Marco
Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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