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"Charlotte. La morte e la fanciulla" -
"Charlotte"
Autori: Bruno Pedretti -
David Foenkinos
Ogni anno, in occasione
della Giornata della memoria offro il mio piccolo contributo
proponendo la recensione di un romanzo che narra i drammatici fatti
della Shoah.
Lo scopo, da sempre, è
il non dimenticare.
In questa ricorrenza del
2016 vorrei proporre invece un diverso suggerimento di lettura.
Poichè sono da poco
stati pubblicati in Italia due libri che trattano dell'artista ebrea
Charlotte Salomon il mio suggerimento è quello di voler approfondire
i contenuti di questa artista prematuramente scomparsa.
Colgo l'occasione
peraltro per rilasciare questa mia in concomitanza con ArteFiera,
l'importante kermesse di Bologna dedicata proprio all'Arte.
Charlotte era una
giovanissima Autrice le cui indiscutibili doti dimostravano grande
talento e stavano maturando in quel di Berlino. Purtroppo morì ad
Auschwitz nel 1943, all'età di soli 26 anni quando era fra l'altro
incinta.
Una vita influenzata dal
nazismo e dalla persecuzione. Che gli valse l'allontanamento
immotivato dall'Accademia di Belle Arti, la deportazione dei
famigliari, l'internamento nel campo di Gurs e una serie di
infelicità e costrizioni che terminarono nel modo più tragico: con
una segnalazione anonima che le valse l'ultimo viaggio. Verso
Auschwitz.
Normalmente recensisco
romanzi e non posseggo le competenze per approfondire dal punto di
vista tecnico l'opera dell'Autrice che arriva in Italia forse con un
pò di ritardo in quanto già molto nota in piazze come Parigi e
Amsterdam.
Tuttavia gli Autori di
queste due opere, segnatamente Bruno Pedretti per «La morte e la
fanciulla» ed. Skira e David Foenkinos con il suo «Charlotte» ed.
Mondadori, sono entrambi dotati di pregiate qualità dialettiche e
discorsive tali da rendere l'esposizione piacevole e nel contempo
approfondita.
Baciata cioè da quel
principio di condivisione che rende l'Arte un linguaggio alla portata
di chiunque. Viene quindi offerta al lettore la possibilità di
conoscere e imparare.
Un ulteriore occasione
pertanto per ricordare. Perchè la memoria dell'Olocausto è
sopratutto comprensione. L'estremismo dell'umana follia ha prodotto
non solo un genocidio sconsiderato e impietoso, ma altresì un atto
di nichilismo che paradossalmente ha colpito anche coloro che lo
hanno indebitamente perpetrato.
Ciò che il nazismo ha
ucciso non è soltanto la ragione ma anche il futuro.
Ha privato il Mondo e le
generazioni a venire del contributo di milioni di persone. Di
straordinari artisti, scienziati, medici, ingegneri, letterari,
ricercatori e via discorrendo in tutte le discipline che nel corso
della storia hanno elevato l'umano senso dell'esplorazione.
L'indiscriminata macchina
di morte ha concepito il razzismo estintivo nella sua più blasfema
manifestazione: l'ignoranza.
Abbiamo cioè assistito
all'idea che un epurazione sciocca e priva di fondamento alcuno che
non fosse il bieco fanatismo, potesse elevare la razza umana invece
di comprendere come all'opposto, l'avrebbe privata di tanto, troppo,
persino tutto.
Capire
per ricordare quindi, come nelle tante parole e splendide frasi di
Autori che ho letto e ho avuto il piacere di recensire sulle pagine
di questo mio blog e che in questa sede vorrei ricordare per quanti
ancora non avessero avuto il piacere di apprezzare, per esempio:
- “Una breve sosta nel viaggio verso Auschwitz” di Goran Rosenberg: http://amicideilibri.blogspot.it/2013/02/una-breve-sosta-nel-viaggio-da-auschwitz_18.html
- “Jakob il bugiardo” di Jurek Becker: http://amicideilibri.blogspot.it/2015/01/jakob-il-bugiardo.html
- “Il mondo di ieri: ricordi di un europeo”, di Stefan Zweig: http://amicideilibri.blogspot.it/2014/01/il-mondo-di-ieri-ricordi-di-un-europeo.html
- “Bambino n. 30529” di Felix Weinberg: http://amicideilibri.blogspot.it/2014/08/bambino-n-30529.html
Ma
la conoscenza è tutto solo se accompagnata dalla virtù della
consapevolezza.
Quest'ultima
guarda con timore al panorama contemporaneo perchè la tecnologia ci
ha portato la comunicazione globale e tutto quello che accade è a
portata di uno sguardo. Per questo motivo affermo che
ignorare si può solo se si vuole.
E cosa osserviamo oltre
il mallo dell'apparenza di chi predica bene, ma poi agisce
dimenticandosi le proprie parole? Falsi dialogatori, ipocriti
perbenisti, sciatti e avidi pastori dell'immagine.. soggetti che si
prestano a «partecipare» alle manifestazioni del ricordo per poi
dimenticare nei restanti 364 giorni dell'anno l'importanza di
contrastare, ciascuno nel proprio piccolo, l'antisemitismo.
Allora il ricordo diventa
una scelta di parte, uno stile temporaneo, un «far bene» o
«sentirsi bene», un semplice «esserci" come atto dovuto o
magari persino una maniera per acquisire popolarità sui social
network allo scopo di ingollare qualche triste «mi piace».
La memoria che i libri
insegnano e quella che si mantiene dentro.
Che cammina sulle nostra
gambe. E' una scelta di vita. Di condivisione che diventa
esternazione. Non può essere una moda o un ripensamento. Percuote il
corpo e deve scuotere la mente. Altrimenti uccidiamo le vittime due
volte.
Vogliate
gradire il mio invito a procurarvi i due libri sull'Artista Charlotte
Salomon e ad approfondirne la sua opera nel ricordo della sua vita.
Marco
Solferini
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