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L'uomo
che odiava Sherlock Holmes
Genere:
drammatico, thriller, avventura.
Autore:
Graham Moore.
Con
il termine sherlockiani ci si riferisce agli appassionati del celebre
protagonista dei romanzi di Sir. Arthur Conan Doyle.
Fra
le tante associazioni che li raggruppano su scala planetaria ci sono
gli «Irregolari».
Nome
ovviamente ispirato ai celebri collaboratori di Sherlock Holmes in
Baker Street.
Appena
nominato membro di questa prestigiosa elite di amanti del noto
investigatore Harold si trova coinvolto, suo malgrado, in un delitto
apparentemente inspiegabile.
Uno
dei più rinomati soci dell'associazione ha radunato tutti i membri
per loro mostrare la scoperta più importante e cioè il ritrovamento
del perduto diario di Conan Doyle.
Forse
l'unico memoriale in grado di spiegare che cosa è successo tra la
morte di Sherlock Holmes e il suo ritorno, cioè, dal punto di vista
della produzione letteraria, tra le cascate di Reichenbach
e
«Il
mastino dei Baskerville».
Prima
di poter rendere nota la sua scoperta però lo shoerlockiano viene
ucciso in una stanza d'albergo e del presunto diario non v'è più
traccia.
Harold,
insieme con una giornalista appena conosciuta comincerà una sua
personale indagine per scoprire l'assassino e ritrovare il diario,
ingaggiato niente di meno che dal discendente di Conan Doyle.
La
narrazione del romanzo si svolge su due fronti.
Da
un lato è il presente o meglio il 2010 e dall'altro è invece il
passato dove il protagonista è lo stesso Arthur Conan Doyle insieme
con Bram Stoker.
Lo
scrittore viene ritratto nella sua intimità di Autore nella quale
emerge il forte senso critico verso la sua creatura che sembra
appartenere alla realtà più di quanto accada allo scrittore stesso.
Per questo motivo è proprio lui l'uomo che odia Sherlock Holmes.
Ma
uccidere Holmes non è facile e meno ancora lasciarlo morto.
L'Inghilterra ama profondamente il suo eroe. Non pochi ne reclamano
il ritorno e altrettanti sembrano detestare colui che glielo ha
materialmente portato via.
Conan
Doyle quindi subisce non solo lo scherno critico dei fan ma persino
un piccolo, ma significativo attentato che lo porterà a conoscere un
fatto di sangue: un omicidio irrisolto. Lo scrittore vestirà quindi
i panni del detective e cercherà di risolvere il mistero.
Un
infinita serie di dualismi sui quali sono costruiti rapporti
interpersonali e sdoppiamenti del senso critico.
L'autogiustificazione di situazioni altrimenti assurde nasce proprio
da questa contrapposizione.
«Tutti
erano indiziati, ma al più grande raduno sherlockiano del mondo,
tutti erano anche detective». Tratto da «L'uomo che odiava
Sherlock Holmes» di Graham Moore, ed. Best bur.
Assistiamo
a un ottima prosa del farsesco. Il microcosmo degli appassionati del
grande Sherlock Holmes è stravagante, ma non irriverente. Il
risultato è un viaggio catartico tra il personalismo poetico
narrativo di chi vuol celebrare, con le citazioni, un grandissimo
maestro della letteratura del genere giallo e nel contempo far
rivivere l'indagine basata sul metodo intuitivo e logico.
La
deduzione, di cui il grande Holmes era un ineffabile cultore porta
l'esposizione ad essere narrata attraverso gli indizi e spesso
canalizzata per il tramite di alcuni intricati, apparentemente
inspiegabili, episodi.
Anche
perchè l'assassino sembra conoscere benissimo le opere su Sherlock
Holmes e nel suo modus operandi ci sono dei chiari quanto letali
riferimenti alle gesta e alle indagini del detective.
«Era
attorniato da decine di sherlockiani, di presunti amici, eppure era
solo. Uno di loro era un killer. Forse più di uno, concluse, se
hanno letto Assassino sull'Orient Express. Certo che l'avevano letto.
Avevano letto tutti gli stessi libri. Conoscevano tutti le stesse
storie a memoria. Agatha Christie, Chandler, Hammett e così via; la
lista avrebbe riempito intere pagine. Come poteva uno di loro aver
compiuto un gesto simile?» Tratto da «L'uomo che odiava
Sherlock Holmes» di Graham Moore, ed. Best bur.
Curiosamente,
l'Autore rivela già nelle prime pagine quella che è la cifra
narrativa di Conan Doyle nella costruzione dei suoi romanzi e come
tale gioca a carte scoperte nel proseguo laddove mette in pratica lo
stesso meccanismo.
Qualunque
paragone con il grande scrittore sarebbe inutile e controproducente.
La storia è celebrativa e ambientata nell'universo probabilistico di
Sherlock Holmes, che si dilata o si contrae a secondo delle
occorrenze.
L'Autore
offre il suo punto di vista facendo parlare i personaggi. Indicativa
la requisitoria sul buon Watson “smontato” da un Bram Stoker che,
pur non avendo ancora raggiunto il successo, non manca certo di amor
proprio.
Buoni
i dialoghi, basati su di una visiva immediatezza anche se molto
circostanziale. I protagonisti seguono gli eventi e come tale si
introducono in essi vivendoli in prima persona. Il che crea un senso
di empatia latente con il lettore veicolato dalla parola del
narratore.
«Quando
ci si trova di fronte a un enigma, è naturale voler conoscere la
soluzione. Ma può capitare che il mistero sia più piacevole della
soluzione. Siete sicuri che scoprire cosa contenga il diario sia
appagante quanto restare per sempre nell'incertezza?» Tratto da
«L'uomo che odiava Sherlock Holmes» di Graham Moore, ed.
Best bur.
Come
molti lettori sono un grande appassionato di Sir. Arthur Conan Doyle
e del suo più celebre personaggio Sherlock Holmes. Ho vissuto con
piacere la lettura di questo romanzo che si presenta in modo pulito e
genuino, ben organizzato, a tratti necessariamente paratattico
nell'alternanza di capitoli brevi che intervallano la narrazione tra
il presente e il passato con un buon filo conduttore.
Gli
spunti e le precisazioni letterarie su alcuni luoghi comuni (da
sfatare) sullo Sherlock Holmes letterario impreziosiscono la
narrazione dandole anche un carattere istruttivo per i lettori meno
avveduti.
«L'uomo
che odiava Sherlock Holmes» è decisamente un buon giallo basato
su di un ambientazione originale che richiama quella del celebre
Arthur Conan Doyle. Appassionante e coinvolgente. Un mistero da
svelare, un indagine da seguire passo dopo passo sulle orme di cosa
avrebbe fatto il più grande detective di sempre.
Consigliato.
Marco
Solferini.
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