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I
diavoli
Autore:
Guido Maria Brera.
Genere:
drammatico, attualità, finanza.
Massimo
ha da poco passato i 40 e vive a Londra lavorando per una delle più
importanti case d'affari del Mondo. Alle dipendenze di Derek che non
solo è il suo capo, ma anche il suo mentore dal punto di vista
finanziario.
Al
termine di una competitiva partita a tennis Derek gli comunica che è
appena stato promosso. Ora è il lui il capo del «fixed income
Europe». Colui cioè che comanda il desk della trading floor, la
stanza dove materialmente si concepiscono le strategie finanziarie e
si portano a compimento gli «eseguiti» cioè gli ordini di vendita
e di acquisto sui mercati.
E'
un ruolo di piena responsabilità che gli consentirà di coordinare
non solo il suo storico team di analisti, matematici, trader, ma
anche tutti gli altri dell'area Europa.
La
casa d'affari per cui lavora muove capitali sufficienti a decidere il
destino di piccole nazioni e, unitamente alle poche altre di analoghe
dimensioni, anche quelle delle grandi.
Massimo
è già uno degli uomini più ricchi di Londra, ha una famiglia che
vive nell'agiatezza, potendo concedersi lussi per sè e per i figli,
ma sente crescere dentro una sorta di ripensamento ideologico verso
quello che sta accadendo nella finanza contemporanea.
E
allora fa una scelta inusuale. Decide di piazzare un trade
pericoloso. Molto ambizioso. Gioca contro il sistema più potente del
Mondo: quello americano.
Tecnicamente
la sua scelta, che coinvolge tutta la trading floor, è una «heaven
or hell». Nessuna via di mezzo. Se riesce sarà il trade del
decennio, se perde sarà una sconfitta epocale.
Al
termine di questa sfida con se stesso e con il sistema lui scoprirà
il lato oscuro della finanza globale che va oltre i Governi e i
singoli: un sistema nel sistema.
La
sua vita non sopravviverà a questa consapevolezza e tutto si
trasformerà. Lui stesso dovrà piegarsi al cambiamento e sfiderà di
nuovo la natura, stavolta sul terreno biologico, cercando di fare
quello che non è più concepibile: ottenere la riproduzione di un
esemplare in via d'estinzione.
Questa
è la seconda vita di Massimo. La seconda sfida. Che lo prepara alla
terza.
Anni
sono passati da quel trade e la finanza non si è fermata. Il sistema
vuole distruggere l'euro e l'Italia con esso. Perchè il Bel Paese è
stato giudicato sacrificabile. Ma un ultimo tentativo di salvare una
delle più grandi banche Italiane e l'emissione di titoli di Stato in
grado di evitare il tracollo del sistema Italia lo riporta sul campo.
Un operazione rischiosa. Condotta nuovamente sotto l'alto patronato
del suo ex mentore.
E
ancora una volta sarà tutto o niente.
“Ci
sarà un giorno in cui diranno che tutto questo era inevitabile.
Diranno che la Grecia se l'è cercata, che ha truccato i bilanci e
attuato politiche insostenibili. Diranno che gli speculatori si sono
limitati ad attaccare l'anello debole. Del resto il sangue attira gli
squali: è così che funziona. Bè, quel giorno ricordati che niente
era scritto e che sarebbe bastato pochissimo per bloccare il
massacro. Sarebbe stato sufficiente coprire una parte del debito e
dimostrarsi compatti nel garantire la solvibilità di Atene. Ma
qualcuno a Francoforte preferisce difendere posizioni di principio e
combattere guerre di religione in nome dell'affidabilità tedesca” Tratto da "I diavoli", di Guido Maria Brera, ed. Rizzoli.
Ho
letto con interesse questo romanzo, non nascondendo le alte
aspettative che mi avevano allettato stante la sintesi nella seconda
di copertina e qualche recensione di Colleghi della critica.
Devo
quindi ammettere la mia delusione nell'essermi trovato di fronte un
testo dove c'è un equa ripartizione delle luci e delle ombre.
Dal
punto di vista espositivo tutti sanno che coniare un romanzo dai
contenuti finanziari significa dover rinunciare o perlomeno ridurre
ai minimi termini ogni tecnicismo. Per evitare di concepire un
prodotto ad uso esclusivo degli addetti ai lavori e nel contempo
rivolgersi, com'era nell'interesse dell'Autore, alla massa. Al
Popolo. Ai lettori.
In
questo, il romanzo è riuscito bene. Ci sono gli aspetti essenziali
per capire il meccanismo e la dinamica delle operazioni di cui si
parla che in pratica sono poi soltanto due. Entrambe esposte con
chiarezza e fruibilità non accademica.
Per
converso, ho trovato alcune spiegazioni infilate nel testo del tutto
adolescenziali e approssimative, con il piglio della critica stile
«occupy Wall Street», ma sganciate da un senso di praticità. Ho
rilevato tutto ciò in particolare quando c'è la dimostrazione di
quello che significa «market manipulation» e ancor più nel dialogo
con il figlio che, quasi in stile Siddartha chiede al padre di
spiegargli alcuni concetti della povertà relativi alla classe media.
Come pure il confronto, stile Guerre Stellari (fra il giovane padawan
e il maestro del Lato Oscuro della Forza) con il suo mentore Derek
sempre sul tema della finanza globale relativa alla moneta (il
dollaro) e ai sacrificabili danni collaterali.
Mi
è piaciuta la dinamica dell'esposizione durante l'azione sul campo
della finanza. L'operatività che diventa una focalizzazione
narrativa sul concetto di attacco e difesa quasi come una partita a
scacchi. L'Autore ha dimostrato una padronanza linguistica dal punto
di vista narrativo fatta di sintesi e paratattica che alimentano il
ritmo in modo appassionante. Insomma, ingrana la 4° (come si suol
dire) e piace.
Viceversa,
tutto il corollario della vita famigliare è stilisticamente ben
organizzato ed esposto in maniera diligente (forse grazie all'operato
di un buon editing letterario), ma la sensazione è quella di un
centinaio di pagine di troppo che trasformano il romanzo dandogli
quel connotato di «storia» meno strutturata sul tema di fondo e più
allargata alla dinamica emotiva dell'uomo. La sua sfida intellettuale
con le convinzioni è troppo insistita. Quest'ultime sembrano i
demoni artificiosi che egli stesso ha creato, quasi fossero una
divinità pagana che sente il bisogno di sfatare combattendola sul
suo stesso territorio. Cui si aggiunge la rappresentazione del dogma
come delle c.d. colonne d'Ercole oltre le quali egli sente di doversi
spingere.
E'
la già osservata forma espositiva di uno scrittore che ha talento
creativo, ma ancora allo stato grezzo.
Ben
inteso, tutto ciò non è stilisticamente nè sbagliato nè mal
concepito, tanto meno esposto, ma il lettore può non attendersi un
testo avente il soggetto in questione e con questo sviluppo
strutturale della narrazione che è verticale. Punta cioè ad una
crescita evolutiva finalizzata alla trasmutazione. Non è come, in
altre testi analoghi, di natura circolare cioè contestualizzata.
Infatti, l'Autore circoscrive solo l'ambiente e poi punta sulla
soggettività dei partecipanti, le loro contrapposizioni, limiti,
paure (desideri) o ingenuità. Questo compito spetta ad uno scrittore
di altro tipo.
Per
questo motivo il risultato è un romanzo a due velocità.
Relativamente
ai fatti narrati c'è da considerare tanta attualità. Ogni lettore
potrà appassionarsi nel cercare di capire chi siano nella realtà,
tanto la casa d'affari chiamata in causa, quanto il capo di Massimo e
la scrivania vuota, espressione di potere, durante l'ultima
operazione per salvare il sistema Italia. Come pure chi siano i
signori che si riuniscono al tredicesimo piano di un grattacielo a
Midtown il 3° mercoledì del mese in una sorta di «cupola»
dell'alta finanza che gestisce il sistema.
L'Autore
ha sicuramente tratto ispirazione da persone realmente esistite, in
alcuni casi con patologie e aspetti caratteriali molto particolari.
Immancabile la citazione a Gordon Gekko.
“Io
penso che gran parte della responsabilità sia vostra. In Europa non
siete stati capaci di approfittare del nuovo tempo. I tassi bassi,
tutta la moneta che girava, erano un occasione storica da sfruttare.
Invece l'euro ha aumentato divisioni e ostilità. Non siete riusciti
ad unire le forze migliori per vincere la competizione mondiale.
Avete solo condiviso le debolezze di ogni singolo Stato. Ti sembra
accettabile che in campo finanziario siete rimasti gli unici a non
avere una vostra agenzia di rating? E poi, Max, non avete nemmeno
creato un motore di ricerca europeo. Se i tuoi figli vogliono
scaricare musica, comperare un libro, fare una ricerca, non hanno
alternativa ai contenuti che noi scegliamo per loro. Il primato sulla
tecnologia è strategico e senza la finanza non l'avremmo raggiunto.
Dominare così è infinitamente più conveniente che conquistare le
terre coi carri armati. E oggi possiamo entrare nelle vostre menti,
condizionare i linguaggi, modificare la cultura. Significa
influenzare per sempre le nuove generazioni” Tratto da "I diavoli", di Guido Maria Brera, ed. Rizzoli.
In
questa sede sottolineo il coraggio dello scrittore per aver
affrontato un tema delicato. Spesso, quando ciò accade si ha quel
retrogusto amaro tipico della verità taciuta quando è importante
per poi essere raccontata quando è sufficientemente usurata da non
possedere più quella innominata componente di mistero che la rende
potente e coinvolgente. Non è questo il caso.
In
questo caso c'è una chiarificazione di fondo che, romanzata, getta
una luce di contemporaneità e realismo sulla declassificazione di
questa sorta di buco nero riservato che è la finanza.
Quelle
delle grandi banche. Nel suo aspetto decisionista e strategico da
stanza dei bottoni.
«I
diavoli» è un romanzo interessante, che apre un realistico squarcio
sul controverso mondo della finanza affrontando coraggiosamente temi
di assoluto rilievo contemporaneo. Esposto in modo semplice, riesce
ad essere appassionante e coinvolgente sul tema dell'operatività
finanziaria.
L'Autore
propone un romanzo intenso nella sua carica rivelatrice di quello che
sta succedendo nell'alta finanza e di quali siano le conseguenze che,
a cascata, ogni singolo è chiamato ad affrontare.
Da
leggere. Per curiosità. Per interesse. Per precauzione.
Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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