domenica 20 luglio 2014

I diavoli

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I diavoli

Autore: Guido Maria Brera.
Genere: drammatico, attualità, finanza.



Massimo ha da poco passato i 40 e vive a Londra lavorando per una delle più importanti case d'affari del Mondo. Alle dipendenze di Derek che non solo è il suo capo, ma anche il suo mentore dal punto di vista finanziario.



Al termine di una competitiva partita a tennis Derek gli comunica che è appena stato promosso. Ora è il lui il capo del «fixed income Europe». Colui cioè che comanda il desk della trading floor, la stanza dove materialmente si concepiscono le strategie finanziarie e si portano a compimento gli «eseguiti» cioè gli ordini di vendita e di acquisto sui mercati.



E' un ruolo di piena responsabilità che gli consentirà di coordinare non solo il suo storico team di analisti, matematici, trader, ma anche tutti gli altri dell'area Europa.



La casa d'affari per cui lavora muove capitali sufficienti a decidere il destino di piccole nazioni e, unitamente alle poche altre di analoghe dimensioni, anche quelle delle grandi.



Massimo è già uno degli uomini più ricchi di Londra, ha una famiglia che vive nell'agiatezza, potendo concedersi lussi per sè e per i figli, ma sente crescere dentro una sorta di ripensamento ideologico verso quello che sta accadendo nella finanza contemporanea.



E allora fa una scelta inusuale. Decide di piazzare un trade pericoloso. Molto ambizioso. Gioca contro il sistema più potente del Mondo: quello americano.



Tecnicamente la sua scelta, che coinvolge tutta la trading floor, è una «heaven or hell». Nessuna via di mezzo. Se riesce sarà il trade del decennio, se perde sarà una sconfitta epocale.



Al termine di questa sfida con se stesso e con il sistema lui scoprirà il lato oscuro della finanza globale che va oltre i Governi e i singoli: un sistema nel sistema.



La sua vita non sopravviverà a questa consapevolezza e tutto si trasformerà. Lui stesso dovrà piegarsi al cambiamento e sfiderà di nuovo la natura, stavolta sul terreno biologico, cercando di fare quello che non è più concepibile: ottenere la riproduzione di un esemplare in via d'estinzione.



Questa è la seconda vita di Massimo. La seconda sfida. Che lo prepara alla terza.



Anni sono passati da quel trade e la finanza non si è fermata. Il sistema vuole distruggere l'euro e l'Italia con esso. Perchè il Bel Paese è stato giudicato sacrificabile. Ma un ultimo tentativo di salvare una delle più grandi banche Italiane e l'emissione di titoli di Stato in grado di evitare il tracollo del sistema Italia lo riporta sul campo. Un operazione rischiosa. Condotta nuovamente sotto l'alto patronato del suo ex mentore.



E ancora una volta sarà tutto o niente.



Ci sarà un giorno in cui diranno che tutto questo era inevitabile. Diranno che la Grecia se l'è cercata, che ha truccato i bilanci e attuato politiche insostenibili. Diranno che gli speculatori si sono limitati ad attaccare l'anello debole. Del resto il sangue attira gli squali: è così che funziona. Bè, quel giorno ricordati che niente era scritto e che sarebbe bastato pochissimo per bloccare il massacro. Sarebbe stato sufficiente coprire una parte del debito e dimostrarsi compatti nel garantire la solvibilità di Atene. Ma qualcuno a Francoforte preferisce difendere posizioni di principio e combattere guerre di religione in nome dell'affidabilità tedesca” Tratto da "I diavoli", di Guido Maria Brera, ed. Rizzoli.



Ho letto con interesse questo romanzo, non nascondendo le alte aspettative che mi avevano allettato stante la sintesi nella seconda di copertina e qualche recensione di Colleghi della critica.



Devo quindi ammettere la mia delusione nell'essermi trovato di fronte un testo dove c'è un equa ripartizione delle luci e delle ombre.



Dal punto di vista espositivo tutti sanno che coniare un romanzo dai contenuti finanziari significa dover rinunciare o perlomeno ridurre ai minimi termini ogni tecnicismo. Per evitare di concepire un prodotto ad uso esclusivo degli addetti ai lavori e nel contempo rivolgersi, com'era nell'interesse dell'Autore, alla massa. Al Popolo. Ai lettori.



In questo, il romanzo è riuscito bene. Ci sono gli aspetti essenziali per capire il meccanismo e la dinamica delle operazioni di cui si parla che in pratica sono poi soltanto due. Entrambe esposte con chiarezza e fruibilità non accademica.



Per converso, ho trovato alcune spiegazioni infilate nel testo del tutto adolescenziali e approssimative, con il piglio della critica stile «occupy Wall Street», ma sganciate da un senso di praticità. Ho rilevato tutto ciò in particolare quando c'è la dimostrazione di quello che significa «market manipulation» e ancor più nel dialogo con il figlio che, quasi in stile Siddartha chiede al padre di spiegargli alcuni concetti della povertà relativi alla classe media. Come pure il confronto, stile Guerre Stellari (fra il giovane padawan e il maestro del Lato Oscuro della Forza) con il suo mentore Derek sempre sul tema della finanza globale relativa alla moneta (il dollaro) e ai sacrificabili danni collaterali.



Mi è piaciuta la dinamica dell'esposizione durante l'azione sul campo della finanza. L'operatività che diventa una focalizzazione narrativa sul concetto di attacco e difesa quasi come una partita a scacchi. L'Autore ha dimostrato una padronanza linguistica dal punto di vista narrativo fatta di sintesi e paratattica che alimentano il ritmo in modo appassionante. Insomma, ingrana la 4° (come si suol dire) e piace.



Viceversa, tutto il corollario della vita famigliare è stilisticamente ben organizzato ed esposto in maniera diligente (forse grazie all'operato di un buon editing letterario), ma la sensazione è quella di un centinaio di pagine di troppo che trasformano il romanzo dandogli quel connotato di «storia» meno strutturata sul tema di fondo e più allargata alla dinamica emotiva dell'uomo. La sua sfida intellettuale con le convinzioni è troppo insistita. Quest'ultime sembrano i demoni artificiosi che egli stesso ha creato, quasi fossero una divinità pagana che sente il bisogno di sfatare combattendola sul suo stesso territorio. Cui si aggiunge la rappresentazione del dogma come delle c.d. colonne d'Ercole oltre le quali egli sente di doversi spingere.



E' la già osservata forma espositiva di uno scrittore che ha talento creativo, ma ancora allo stato grezzo.



Ben inteso, tutto ciò non è stilisticamente nè sbagliato nè mal concepito, tanto meno esposto, ma il lettore può non attendersi un testo avente il soggetto in questione e con questo sviluppo strutturale della narrazione che è verticale. Punta cioè ad una crescita evolutiva finalizzata alla trasmutazione. Non è come, in altre testi analoghi, di natura circolare cioè contestualizzata. Infatti, l'Autore circoscrive solo l'ambiente e poi punta sulla soggettività dei partecipanti, le loro contrapposizioni, limiti, paure (desideri) o ingenuità. Questo compito spetta ad uno scrittore di altro tipo.


Per questo motivo il risultato è un romanzo a due velocità.



Relativamente ai fatti narrati c'è da considerare tanta attualità. Ogni lettore potrà appassionarsi nel cercare di capire chi siano nella realtà, tanto la casa d'affari chiamata in causa, quanto il capo di Massimo e la scrivania vuota, espressione di potere, durante l'ultima operazione per salvare il sistema Italia. Come pure chi siano i signori che si riuniscono al tredicesimo piano di un grattacielo a Midtown il 3° mercoledì del mese in una sorta di «cupola» dell'alta finanza che gestisce il sistema.



L'Autore ha sicuramente tratto ispirazione da persone realmente esistite, in alcuni casi con patologie e aspetti caratteriali molto particolari. Immancabile la citazione a Gordon Gekko.



Io penso che gran parte della responsabilità sia vostra. In Europa non siete stati capaci di approfittare del nuovo tempo. I tassi bassi, tutta la moneta che girava, erano un occasione storica da sfruttare. Invece l'euro ha aumentato divisioni e ostilità. Non siete riusciti ad unire le forze migliori per vincere la competizione mondiale. Avete solo condiviso le debolezze di ogni singolo Stato. Ti sembra accettabile che in campo finanziario siete rimasti gli unici a non avere una vostra agenzia di rating? E poi, Max, non avete nemmeno creato un motore di ricerca europeo. Se i tuoi figli vogliono scaricare musica, comperare un libro, fare una ricerca, non hanno alternativa ai contenuti che noi scegliamo per loro. Il primato sulla tecnologia è strategico e senza la finanza non l'avremmo raggiunto. Dominare così è infinitamente più conveniente che conquistare le terre coi carri armati. E oggi possiamo entrare nelle vostre menti, condizionare i linguaggi, modificare la cultura. Significa influenzare per sempre le nuove generazioni” Tratto da "I diavoli", di Guido Maria Brera, ed. Rizzoli.



In questa sede sottolineo il coraggio dello scrittore per aver affrontato un tema delicato. Spesso, quando ciò accade si ha quel retrogusto amaro tipico della verità taciuta quando è importante per poi essere raccontata quando è sufficientemente usurata da non possedere più quella innominata componente di mistero che la rende potente e coinvolgente. Non è questo il caso.



In questo caso c'è una chiarificazione di fondo che, romanzata, getta una luce di contemporaneità e realismo sulla declassificazione di questa sorta di buco nero riservato che è la finanza.



Quelle delle grandi banche. Nel suo aspetto decisionista e strategico da stanza dei bottoni.



«I diavoli» è un romanzo interessante, che apre un realistico squarcio sul controverso mondo della finanza affrontando coraggiosamente temi di assoluto rilievo contemporaneo. Esposto in modo semplice, riesce ad essere appassionante e coinvolgente sul tema dell'operatività finanziaria.



L'Autore propone un romanzo intenso nella sua carica rivelatrice di quello che sta succedendo nell'alta finanza e di quali siano le conseguenze che, a cascata, ogni singolo è chiamato ad affrontare.



Da leggere. Per curiosità. Per interesse. Per precauzione.


Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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