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Il richiamo del cuculo
Autore: Robert Galbraith
(pseudonimo di J.K. Rowling)
Genere: thriller.
Lula Landry è una
bellissima top model di colore la cui carriera di assoluto successo è
stroncata da un volo di oltre 12 metri che la uccide nell'impatto
sull'asfalto ricoperto di neve. In una gelida notte d'inverno. Nel
cuore di Londra. In uno dei quartieri più esclusivi della città.
Cosa si nasconde dietro
quel tuffo nel vuoto che secondo la polizia e la stampa sarebbe un
suicidio?
Per scoprirlo, suo
fratello John Bristow, assume l'investigatore privato Cormoran
Strike, vecchio amico di Famiglia del più giovane dei fratelli
Bristow, chiedendogli di indagare a fondo i fatti di quella tragica
notte nella convinzione che Lula non si sia suicidata.
Strike è un
investigatore privato sull'orlo del fallimento non solo finanziario,
ma anche privato. Da un lato i suoi creditori sembrano non dargli
tregua e dall'altro la relazione con Charlotte una bellissima modella
che lo aveva accolto nella propria vita è giunta drammaticamente al
termine.
Cormoran è però un ex
militare, un segugio della polizia militare che sembra dare il meglio
di sé quando sta per toccare il fondo in quello che pare un moto di
riscatto. Ad aiutarlo giunge inaspettatamente la nuova segretaria /
assistente Robin. Una giovane da poco trasferitasi a Londra e in
procinto di sposarsi con l'amato fidanzato. La ragazza ben presto
scoprirà di avere talento e interesse per le indagini private.
L'ipotesi dell'omicidio
prende lentamente forma insieme con un indagine che chiama anzitutto
in causa l'eccentrico mondo delle star cui Lula apparteneva. In una
Londra fatta di locali notturni, ristoranti, bar e circoli esclusivi,
dove il lusso si alterna al disfacimento vizioso del denaro. Un
viaggio, quello di Strike, fra numerosi personaggi che negli ultimi
giorni e ancor più nelle ore che hanno preceduto la morte della top
model hanno avuto a che fare con lei.
Ma anche un indagine che
parte dal suo passato perchè lei è la figlia adottiva giunta in una
famiglia ricca dopo la tragica morte di Charlie, il più giovane dei
Bristow e amico d'infanzia di Cormoran. Una venere nera cresciuta in
una famiglia di bianchi che è esplosa nel suo successo, richiamando
su di sé gli obiettivi di mezzo Mondo e producendo in poco tempo una
immensa ricchezza.
Rapper americani,
produttori cinematografici, stilisti dell'alta moda, giovani disposti
a tutto pur di emergere nello spettacolo e finte amicizie. Una
girandola di personaggi sul cui sfondo spesso si delinea il vizio
della droga.
Tanti personaggi che
ritornano in più momenti durante la narrazione. Centralità dei
dialoghi sempre condotti attraverso il confronto diretto.
La svolgimento della
trama si alterna alle vicende personali del protagonista in quello
che è il microcosmo di Cormoran Strike fra passato, presente e un
incerto futuro. Numerosi elementi di decadenza che trasmettono un
immagine dubitativa dell'uomo affranto che si trascina nella vita di
tutti i giorni. Vessato anche da un handicap fisico laddove perse una
gamba durante il servizio militare e oggi sente questa menomazione in
tutto il suo peso. A cominciare dal fastidio di quella protesi con
gli è difficile convivere.
La trama è incardinata
sul movente e in larga parte sul luogo dove si consuma la morte di
Lula. Un condominio esclusivo in una zona per Vip che viene indagato
sotto molteplici punti di vista e definito in maniera quasi maniacale
nel dettaglio a volte eccessivamente prolisso e ripetitivo. Tante
parole per arrivare ad una serie di riferimenti che sarebbe stato
meglio sintetizzare maggiormente, evitando di appesantire, con un
numero eccessivo di pagine, l'opinione dei personaggi coinvolti.
Scarsa e mal riuscita la focalizzazione soggettiva.
La complessità nella
risoluzione del caso è basata su elementi di fortuna (non di
pianificazione). Scoprire cioè che l'intrigo non è frutto di una
mente preparata, ma di una serie di eventi fortuiti (le rose nel vaso
che guarda caso cade durante le indagini, le telecamere che guarda
caso non funzionano, ecc. ecc.) avvilisce mortalmente il lettore.
Peraltro, dopo che, così ben definito il campo dell'azione, era
legittimo aspettarsi un “coup de théâtre”
basato su di una spiegazione geniale. La mortificazione finale è un
pugno nello stomaco. Drammaticamente banale e anche molto poco
realistica giacchè la presunta psicopatia dell'omicida non spiega
completamente il perchè delle sue azioni lasciando aperte a molte
incongruenze logiche.
Fondamentalmente, il
soggetto è piatto e la trama in sé banale. Non dissimile dalla
sceneggiatura di un telefilm di genere giallo / drammatico. Le
motivazioni dedotte sulla scelta di Cormoran come indagatore sono
quantomeno vaghe, irrituali, apatiche di un qualche “sapore” che
non sia l'amaro di una spiegazione molto poco plausibile.
Nel romanzo ci sono
moltissimi locali, tali citazioni hanno un influenza positiva di
genere turistico sugli appassionati di Londra.
Dal punto di vista
espositivo le prime 60 – 70 pagine sono davvero ottime. In esse ho
riscontrato la grande scrittrice, a tratti un po' poetessa un po'
pittrice delle emozioni quale certamente è la Rowling.
Poi lo stile cambia.
L'esposizione diventa a
tratti prolissa. Si appiattisce in modo eccessivamente lineare: cambi
di scena, introduzione di un nuovo personaggio, dialogo e
prospettiva. Questa macchinosità a ben guardare rende quasi tutto il
romanzo ripetitivo dal punto di vista dello svolgimento. Poco
coinvolgente, spesso si ha la sensazione che si sarebbero potuti
sfoltire di numerose righe alcuni dialoghi. Per esempio quello con
l'autista Kolovas-Jones, come pure quelli con Derrick Wilson, la
guardia giurata, e i numerosi con il piccolo arcipelago famigliare
Bristow (l'incontro fiume al ristorante è poco coinvolgente e
parecchio anemico di sostanza).
Quando si parla di una
grande scrittrice come la Rowling è inevitabile avere delle alte
aspettative. Pur senza fare il paragone con la serie di Harry Potter,
il suo precedente romanzo: “Il seggio vacante” lo giudicai
ottimo. Davvero un gran bel romanzo. In questo caso invece, forse
complice il genere thriller inusuale per l'Autrice, il risultato è
davvero sottotono.
“Il richiamo del
cuculo” è un thriller scarso. La trama è banale, il racconto
è appesantito da un metodo narrativo poco coinvolgente e a tratti
molto lento che invece di essere introspettivo si risolve nella
ripetizione di alcuni punti morti. Il finale è decisamente al di
sotto delle aspettative.
Ci sono molti romanzi
gialli e per certo si può trovare di meglio in libreria.
Sconsigliato.
Marco Solferini
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