domenica 16 giugno 2013

Il segreto della libreria sempre aperta

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Il mistero della libreria sempre aperta

Autore: Robin Sloan
Genere: mistero, drammatico, avventura.


Clay Jannon è un giovane disoccupato. Dopo un esperienza high tech in una società fallita, si ritrova a cercare lavoro in quel di San Francisco e per puro caso scopre un cartello di «cercasi apprendista» in una piccola libreria di quartiere dal sapore molto artigianale e con la singolarità di essere aperta 24 ore su 24.

Il turno scoperto è quello di notte.

Dopo una breve valutazione iniziale il titolare Sig. Penumbra, lo assume.

Comincia per Clay una piccola nuova vita all'interno della libreria dove non mancano le stranezze. Infatti, accanto ad uno sparuto e per molti versi incompleto catalogo «tradizionale» di libri ne esiste un altro, i cui Autori sono del tutto ignoti al giovane.

Polverosi volumi custoditi nelle scaffalature più altre. In quello che Clay soprannomina il catalogo dell'Oltretutto.

A richiedere questi testi, sempre rigorosamente in prestito, sono i soci della libreria. Persone bizzarre, spesso molto avanti con l'età e dai comportamenti curiosamente estroversi dei quali il giovane deve appuntare non solo il numero identificativo personale, ma anche l'atteggiamento.

Jay è un ragazzo che non ha mai abbandonato la fantasia quale appassionata accompagnatrice di gioventù, fatta di letture e giochi fantasy.

Pertanto, decide di indagare su questi apparentemente misteriosi testi il cui contenuto sembra un semplice guazzabuglio di parole e frasi sconnesse, senza significato.

Per rivelare il mistero si avvale del prezioso aiuto di alcuni suoi amici.

In particolare di Kat, esperta informatica che lavora a Google.

Pur essendo anche Clay uno che da del tu ai calcolatori, che non si fa scrupoli ad usare un sito hacker e certo possiede una competenza nell'I.T. è grazie a lei che riesce a decrittare un misterioso codice che tutti i soci della libreria cercano invano di risolvere.

Il c.d. enigma del fondatore che proietta il giovane commesso nelle grazie del suo titolare Penumbra e successivamente alla scoperta della società «Festina lente» che funge da copertura per una biblioteca gestita da una società segreta di nome «Costola Intatta».

All'interno della quale i membri più anziani detti «rilegati», scrivono il proprio libro della vita: il «codex vitae», destinato ad essere letto dopo la morte e preservato nel corso degli anni.

Ma la biblioteca custodisce anche un mistero cui tutti i membri della società segreta, da oltre 500 anni si dedicano: trovare la chiave di lettura o meglio decifrare il codex vitae di Aldo Manuzio. Un vecchio membro della società che si dice abbia in esso tramandato la chiave della posterità.

Per rivelare il contenuto di questo codice sarà necessario addentrarsi nel criptico mondo della scrittura dei c.d. Font: dalla loro ideazione fisica fino alla versione più recente in digitale. Negli antichi caratteri del Gerritszoon, ideati dallo stesso Manuzio, sembrerebbe celarsi la chiave per decrittare il codice.

Il gruppo di amici pertanto, scoprendosi una sorprendente ed affiatata squadra d'azione decide di sfidare le arcaiche regole della società segreta e trafugare una copia computerizzata del prezioso codice Manuzio.

Riusciranno i nostri eroi nell'impresa? E quali misteri si riveleranno dal misterioso codice?




Il lettore non si lasci ingannare dal titolo.

Nel romanzo c'è sicuramente una polverosa libreria dal sapore artigianale e rustico, ma a margine di essa c'è uno svolgimento dell'azione dagli altissimi contenuti tecnologici.

Font, hackering, trackpad, Hadoop, sono solo alcuni dei termini che determinano innumerevoli spiegazioni, ovviamente per i più profani, o, come in un passaggio indicativo dello scrittore, per quelli che hanno più di trent'anni e certe cose non le ritengono possibili. Perlomeno con l'informatica.

Non solo! L'intero romanzo ruota attorno a Google, descritto come una sorta di Disneyland delle risorse informatiche, un locus amoenus degli appassionati di tutto ciò che fa bip bip, una vera e propria arcadia, o meglio una magica Faerie in Terra della tecnologia avanzata.

Oppure, se volessimo: un mega spot per la società di Mountain View e per tutto ciò che rappresenta.

Francamente, l'avrei pure digerito se non fosse che il metodo espositivo utilizzato è drammaticamente adolescenziale. Pieno di riferimenti a metà fra il comico ed il ridicolo che caratterizzano il personaggio principale quanto uno dei protagonisti del Muppet Show. La completa assenza di serietà finisce non solo per sdrammatizzare, ma altresì per sottrarre spessore agli elementi misteriosi e al corpus di tutta l'indagine. La cui soluzione è abbastanza banale se pensiamo che un gruppo piuttosto nutrito di persone, con sedi in tutto il Mondo, sta cercando la soluzione dell'enigma da 500 e passa anni!

Il buon Clay e compagnia invece ce la fanno, per fortuna del lettore, in appena 300 pagine, anzi meno: 200 visto che il primo centinaio servono per definire l'azione e introdurre i personaggi coprotagonisti.

Orbene, di quest'ultimi non ce n'è uno che non calzi a pennello con le necessità della storia.

Indovinate chi conosce il commesso di notte della libreria? Un appassionata (e disponibile oltre che piuttosto belloccia) esperta di informatica di Google, che niente di meno sceglie di seguirlo e assecondarlo mettendogli a disposizione tutta la tecnologia di una delle società più importanti del Mondo. Non solo.. ma la sua vita, prima di Clay, sembrava veramente una questione fra «nerd» troppo cresciuti.

Lo stesso che il buon Clay si vanta di essere sempre stato.

Ed ecco che nel suo passato troviamo il miglior amico d'infanzia, con il quale condivide la passione per il fantasy e manco a dirlo la saga preferita dei due è in realtà scritta da un membro della società segreta e rappresenta un piccolo enigma nel mistero.

Poi ci sono i coinquilini.. e ti pareva che non avessimo il buon Mat, tecnico degli effetti speciali, ovviamente utilissimo quando si tratta di sottrarre un libro o un registro per simularne una copia affinchè nessuno si accorga dell'apparente sottrazione.

Insomma, tutti scelti a tavolino e in modo conforme alle esigenze della storia.

Banale, per non dire noioso.

Di affascinante ci sono i dialoghi che sono obiettivamente plausibili e ben organizzati, anche se il ritmo narrativo è quello di un avventura grafica mescolata allo svolgimento di un gioco di ruolo stile Dungeons & Dragons.

Il finale poi introduce un luogo che ricorda da vicino la serie «Warehouse», ma non solo: guai a voi se pensate che resterete a bocca aperta, semmai asciutta perchè il gran finale non brilla certo di originalità e men che meno ci sono fuochi d'artificio degni di nota.

Il pezzo più bello del romanzo lo collocherei nel tentativo di decrittazione del codice Manuzio grazie alla potenza di Google. L'Autore forse era più ispirato e fa appello ad una qualità descrittiva di buon pregio che lascia aperta la porta alle sue doti di scrittore. Se non altro per il futuro.

Per il resto, direi che il paragone con l'encefalogramma piatto funziona abbastanza bene e tanti, troppi, sarebbero gli aneddoti da citare. L'ex nerd che trova la sua principessina in una sorta di simposio a metà fra l'anima gemella ed il colpo di fulmine sembra una sceneggiatura di serie Z per uno Steven Spielberg con l'influenza e la febbre alta. Un invenzione favolistica che semmai si sposa con un happy end che non si risparmia. In puro stile «vissero tutti felici e contenti».




L'Autore però tenta anche la strada di contenuti più elaborati. Fa quindi appello a qualche teoria come quella della singolarità e più in generale propone tematiche riflessive a mezzo delle quali i protagonisti si interrogano sul senso della vita, il futuro dell'umanità e altri cavalli di battaglia che sembrano usciti dai biscotti della fortuna.

Gran parte delle giustificazioni proposte ai lettori si basano su riflessioni e ragionamenti che sfociano in paradossi. L'accettazione dei quali, se non altro, interrompe le parentesi «creative» per riportare il lettore alla storia.

Forse per qualcuno che legge questo libro come primo romanzo della sua vita la cosa può anche funzionare oppure se venite a trovarvi per 5 anni su di un isola solitaria e lo recuperate dall'oceano magari lo trovate interessante. Altrimenti la vedo dura.

«Il segreto della libreria sempre aperta» è un romanzo costruito attorno ad un idea sviluppata in maniera adolescenziale, insufficiente sotto molteplici aspetti. A discapito di un titolo accattivante lascerà dietro di sè parecchi lettori annoiati e i più resistenti, alquanto insoddisfatti.

Consigliato solo se non avete niente, ma proprio niente di meglio da fare.

Marco Solferini
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