lunedì 10 giugno 2013

Il dono del buio

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Il dono del buio
Autore: V.M. Gianbanco.
Genere: thriller.



Seattle, mancano due settimane a Natale. E' un inverno freddo. La neve non si risparmia e nemmeno il gelo. Il detective investigativo Alice Madison fa coppia con il Sergente investigativo Brown. Una coppia inusuale perchè lui è un navigato a taciturno mastino, lei l'ultima arrivata.

Per Alice ambientarsi è sempre stato complicato. Si porta sulle spalle il peso di un infanzia difficile che le ha lasciato un sogno ricorrente. Lei bambina, nascosta fra le coperte in una notte buia. Passi clandestini nel corridoio. Il coraggio di impugnare una mazza da baseball. Restando in attesa. Poi la volontà di scoprire chi è l'intruso e quali ragioni lo spingono nella casa. Un atroce verità destinata a sconvolgerla.

Tuttavia, la solidarietà dell'amica del cuore, Rachel e di suo figlio, è quanto di più vicino alla famiglia lei abbia. Una confidente. Un amica. Una persona di cui avere fiducia.

Quattro omicidi. James Sinclair, sua moglie e i due figli meno che adolescenti. Tutti bendati. Legati e disposti uno accanto all'altro sul letto della coppia. Una croce fatta con il sangue sulla fronte di ciascuno. E un messaggio che sembra un inquietante premonizione per il Natale ormai prossimo: 13 giorni.

Comincia così un caso che sembra più di un semplice pluriomicidio. Una sfida da parte di un manipolatore che non si fa scrupoli e ha meticolosamente innescato un piano, preparato da tempo.

Perchè le prove raccolte in casa di Sinclair indicano un colpevole: John Cameron. Una leggenda per la squadra omicidi. Il principale indiziato di un fatto di sangue avvenuto poco tempo prima. A bordo di una nave, il Nostromo. Cinque morti: due poliziotti e tre carcerati. Tutti con la gola tagliata. Tutti dissanguati. Nessuna prova a carico dell'indiziato n. 01.

Ora invece, numerose prove sembrano combaciare: la benda posta sugli occhi di James Sinclair, il laccio con cui gli sono state legate le mani in un macabro rituale che ha voluto far sì che la vittima si rendesse conto dello sterminio della propria famiglia prima di seguirli. Il Dna e una firma falsificata su di un assegno da 25mila euro. Prove. Che inchiodano Cameron.
Per la polizia sono quanto basta per scatenare una caccia all'uomo.

Per Alice Madison invece, sono l'opera di un burattinaio che vuole incastrare Cameron. E l'indagine sul suo passato porta a galla un altro fatto di sangue.

Era la fine di agosto del 1985 quando tre ragazzini furono rapiti e legati al tronco di un albero. Due di loro erano James Sinclair e John Cameron. Il terzo, scomparso, presumibilmente morto, era il fratello dell'Avv.to Nathan Quinn che oggi è il legale difensore di Cameron, sospettato nelle indagini e che in segreto riceve un messaggio inquietante: 13 giorni.

Quale mistero si nasconde dietro l'intera vicenda?

Un killer spietato che non si fa scrupoli ad attentare alla vita degli agenti di polizia sta agendo nell'ombra. Alice sopravviverà a questa caccia all'uomo per rivelare l'identità dell'assassino?

Interrogativi che accompagneranno il lettore per tutto il romanzo meticolosamente organizzato in maniera paratattica, asciutta e sinteticamente esposto in modo asettico.

Con un finale mozzafiato, carico di colpi di scena dove tutto sarà rivelato.



L'Autrice, all'esordio, ci propone un opera sicuramente ben realizzata. Un costrutto nel quale tutto è correttamente definito e inserito in un contesto che ne fa un classico ottimo thriller.

Lo svolgimento della trama è molto cinematografico nel senso che ripropone una tematica orizzontale tipica delle sceneggiature cui si alterna un accelerazione periodica dei contenuti di natura verticale. Nello svolgimento della prima assistiamo ad una focalizzazione narrativa sulla protagonista femminile che viene letteralmente introdotta nel contesto ambientale prima dei fatti, una conoscenza cioè che vuole da subito partire con un elemento personale, introspettivo.

Lo spostamento all'azione, cadenzato da un ritmo scandito dalle procedure di rito per le indagini, sposta l'angolo focale ad elementi oggettivi la cui caratterizzazione è demandata ad un corollario ben organizzato di personaggi secondari. La loro presenza nella storia è funzionale alla narrazione a tutto campo.

Il tema centrale si contrappone alla protagonista femminile la quale è una sorta di meteora in rotta di collisione con il sistema, le persone che ne fanno parte e lo stesso assassino. Una contro tutti.

La vera sfida che l'Autrice in questo senso vince, sta nel contesto della trama associato ad una esposizione della stessa essenziale. Basata sull'immediatezza e sulla semplicità.

Il climax narrativo è fluido, concentrato sui fatti in modo molto realistico e conseguentemente altamente visivo.

Ritengo che se si potesse parlare di una scuola contemporanea «british» del “crime drama” ben vi si potrebbe ascrivere quest'opera, tuttavia la letteratura anglosassone sul punto è troppo complessa per conoscere una simile definizione già impropriamente adottata per aree come la Svezia e dintorni.

Certamente l'Autrice non si sottrae ad alcuni luoghi comuni della freddezza emotiva, che rivalutano il concetto di solitudine quale momento di crescita interiore. Una sorta di contrapposizione agli eccessi della socialità, un luogo buio dove si possa cioè coltivare quella riflessione interiore che non c'è alcun bisogno di voler condividere, perchè appartiene ad un innominato patrimonio del dna caratteriale.

Quest'ultima impostazione rende un pò meno apparente la crescita del personaggio protagonista nella sua evoluzione di consapevolezza non solo relativa ai fatti dell'indagine, ma anche al suo personale conflitto interiore.

Ritengo che arrivata ad un certo punto di questo romanzo sia stato il libro a scrivere dell'Autrice, strappandole qualche confidenza sulla sua convinzione personale circa la donna che fa proprio il concetto di «uomo iniquo», addivenendo ad un Sé che è una costante trasmutazione dell'immagine come della sostanza.

Un ricettacolo creativo aperto a pochi e la cui comprensione necessita di un profondo quanto umile impegno.

Trovo questa impostazione del carattere femminile particolarmente originale, veritiera e geniale nella sua trasposizione letteraria.

Il romanzo si chiude con un effetto speciale: il finale. Costruito nelle ultime 60 pagine, subisce un accelerazione nelle 10 conclusive, che faranno felici anche i fan della celebre saga cinematografica di “Saw”!



Non sorprende che le case editrici siano rimaste piacevolmente interessate dall'opera. Il prodotto è congeniale al mercato degli amanti del trhiller. Posso supporre che la casa editrice Nord l'abbia strappato alla serie rossa della Piemme, come pure ad altri antagonisti.

Ci sono tutti gli elementi che affascinano i cultori di questa materia. E' un libro tecnico al punto giusto, giustificante le azioni, ragionevole nel sapersi raccontare in modo pragmatico. Le indagini sono svolte in maniera empirica ed il lettore è vicino ad esse: le assapora, le sente, le percepisce e si fa un idea di quello che accade andando spesso oltre la carta stampata.

«Il dono del buio» è un ottimo thriller. Esposto in maniera organizzata e pratica, propone al lettore una trama elaborata e avvincente i cui contenuti sono narrati in modo paratattico, basandosi su un dettaglio complesso, ma di semplice impatto visivo.

Consigliato a tutti gli amanti del thriller.

Marco Solferini
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