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Il labirinto ai confini
del Mondo
Autore: Marcello Simoni
Genere: thriller storico
Terza avventura per
Ignazio da Toledo. Dopo il successo de “Il mercante di libri
maledetti” e “La biblioteca perduta dell'Alchimista”,
ritroviamo il fortunato personaggio dell'Autore alle prese con una
compravendita decisamente difficile. Nelle catacombe di Napoli
infatti, Iganzio con il figlio Uberto in attesa al di fuori, sta
concludendo un affare che ha per oggetto una reliquia contenente una
sostanza molto simile al “sangue” che potrebbe anche fungere da
miracolo di San Gennaro!
Il compratore, un prelato
accompagnato da tale Gebeard Von Querfurt, esperto mediatore di
reliquie antiche, non fa in tempo a concludere l'affare perchè un
micidiale colpo, simile ad una vampata di fuoco ustiona a morte Von
Querfurt scatenando l'inferno.
Ignazio, stupito dalla
prodigiosa arma che rassomiglia ad una lancia in grado di scagliare
saette simili a lingue di fuoco si getta all'inseguimento di un
misterioso cavaliere. Si tratta infatti di Ulfus, un nordico possente
e massiccio, spietato sicario agli ordini di un mistico che lui
chiama il Mago.
Lo scopo di questo killer
è quello di uccidere tutti coloro che possono entrare in contatto
con una reliquia: il mantello del Sagittario.
Il portatore di
quest'ultima però è inaspettatamente un Magister medicinae di
Parigi: Suger de Petit Point la cui vita nella capitale francese è
stata stravolta dalla richiesta d'aiuto di uno sconosciuto in fin di
vita che gli ha lasciato, prima di fuggire verso la morte, la
missione di consegnare il mantello promettendogli in cambio una
preziosa pietra della mitica Draconite. Suger non avrebbe accettato
di intraprendere un viaggio che lo avrebbe condotto in Italia, prima
a Milano, poi a Napoli sulle tracce di Gebeard Von Querfurt se la sua
vita parigina non fosse stata stravolta, anzi distrutta in poco più
di 24 ore a causa della terribile accusa di aver insegnato la
filosofia aristotelica, gravemente proibita dalla Chiesa. Bandito
quindi dalla sua cattedra, dopo aver perduto, in un tragico incidente
il suo più giovane discepolo, il medico aveva quindi deciso di
riscattare se stesso procurandosi onori e gloria grazie alla preziosa
Draconite.
Ulfus però, non è il
solo sulle tracce del mantello.
Infatti, anche il
temibile inquisitore Konrad Von Marburg lo sta cercando convinto di
inseguire una setta di Luciferiani capeggiata dal misterioso
negromante Homo Niger conosciuto anche come il Magister da Toledo.
L'inquisitore è un uomo
spietato che gode di un grande potere giacchè investito direttamente
dell'autorità papale. La sua crociata contro il male lo spinge a
compiere atti di sadismo ricorrendo ad atrocità di ogni genere pur
di ottenere risposta ai suoi interrogativi.
Per una serie di
coincidenze l'episodio di Napoli lo convince che Ignazio sia in
realtà proprio il Magister da Toledo.
Per il mercante è
l'inizio di una nuova avventura.
Dovrà scappare
dall'isola prigione dov'è stato segregato e, se vuole sperare di
poter sopravvivere, dimostrare che non ha nulla a che vedere con la
setta dei Luciferiani. Ma per farlo è chiamato a risolvere l'enigma
racchiuso nel mantello del Sagittario e a smascherare il vero
Magister da Toledo.
Da Napoli a Salerno, per
giungere infine a Palermo nella mitica Corte dei miracoli.
Una rocambolesca azione
fra duelli, inseguimenti, guerre e personaggi ambigui che spesso
rivelano macchinazioni e personalismi audaci o letali. La brillante
mente di Ignazio riuscirà a prevalere sulla sapienza del Mago che
sembra padroneggiare una conoscenza unica al Mondo? E nel contempo
riuscirà ad ingannare il fanatismo persecutorio dell'inquisitore Von
Marburg?
Sarà nella mistica e
bellissima Corte dei miracoli di Ré Federico II che ogni nodo verrà
sciolto e tutti gli enigmi troveranno risposta.
Annunciato come il terzo
e conclusivo capitolo della trilogia dedicata al Mercante, il finale
lascia spazio ad un seguito. Il che è indubbiamente un bene!
La caratterizzazione
ambientale dell'Autore è, come già in precedenza, di gran pregio.
Ricchissima di aneddoti riguardanti libri “proibiti” di medicina,
trattati di cosmologia o di alchimia. In questo terzo capitolo
incontriamo anche non poche menzioni alle pietre e piante curative le
cui proprietà avevano del miracoloso.
Gli spazi godono di una
notevole correttezza introspettiva. Per quanto la sintesi di un
romanzo che non è un trattato storico sconsiglia sempre un eccesso
di nozionistica descrittiva allo scopo di evitare di diventare
prolissi. L'immagine che ne residua è gradevole e ben identifica usi
e costumi dell'epoca. Piacevole il rituale dei rapporti personali, a
metà fra un codice di condotta e uno comportamentale.
Il tema di fondo è
sempre quello della sapienza cioè quella fiamma che anima il
desiderio di indagare la conoscenza contrapposta al dogma che invece
impone e spesso plagia le menti.
Tanti i personaggi non
protagonisti che si aggiungono a quest'avventura, tutti funzionali a
scoprire la parte loro assegnata nel disegno degli eventi.
Lo stile espositivo
oggettivo dell'Autore è sobrio, corretto e pulito. Non disdegna il
rilascio di alcuni termini del parlato medioevale, oggi caduto in
desuetudine e spesso ama divagare sui pensieri, le inquietudini o
riflessioni dei personaggi che si alternano nello svolgimento della
storia. Facendolo, indubbiamente la personalizza perchè umanizza non
poco il contesto che altrimenti sarebbe più simile, per la dinamica
narrativa, ad un avventura grafica. Laddove il format di movimento,
all'interno del quale si svolge l'azione, è concentrico con un
evento catalizzatore e una serie di ripercussioni che creano un
effetto domino, ingigantendosi in un crescendo rossiniano fino al
climax conclusivo.
Questo è certamente il
metodo oggigiorno più in un uso per il romanzo storico.
Personalmente, posso affermare che l'ho trovato assai gradevole,
coinvolgente e carico di passione per l'avventura.
Viceversa, ho altresì
rilevato che le prime 50 pagine sono eccessivamente fiacche. Ignazio
entra in gioco solo nel secondo capitolo del romanzo (i capitoli sono
a loro volta divisi in paragrafi). Fino ad allora il protagonista è
Suger dè Petit Point tanto è vero che ho pensato ci fosse la
volontà di introdurre un “passaggio di consegne” su un nuovo
protagonista. Forse nell'ottica di altri romanzi. Meno male che così
non è perchè il medico parigino non è molto appassionante e gran
parte della sua focalizzazione è incentrata sui limiti e convinzioni
di quest'ultimo che sono anche il suo epitaffio. Di certo non è
all'altezza di Ignazio da Toledo e non lo è sopratutto per chi ha
letto i precedenti due romanzi. E' chiaro che il lettore si aspetta
di leggere del Mercante per eccellenza, delle sue considerazioni,
deduzioni e del burbero carattere che spesso lo distingue.
Questo terzo capitolo si
presenta in effetti più come un thriller. E' infatti attenuato,
rispetto ai precedenti, l'aspetto esoterico del mistero e ciò accade
limitando il fascino rivelatore e ambiguo del bene e del male.
La centralità della
narrazione appartiene al viaggio incardinato nella ricerca.
Rappresenta un ottimo espediente esplorativo.
Ben indagata e sviscerata
la figura dell'inquisitore. Caratterizzato dal binomio ossessione e
maniacalità che provocano in lui una morbosità in grado di viziare
il suo pur preparato intelletto. E' lo stereotipo dell'assolutismo di
pensiero che punta all'annichilimento attraverso il rifiuto
demagogico ed il ricorso alle congetture. Il suo agire ben sintetizza
l'autoreferenzialità del potere.
Paragrafi brevi:
schematicamente ripetitivi basati sul trinomio ambientazione,
movimento, dialoghi. Il tutto a vantaggio del lettore; molto efficaci
per dare scorrimento, ritmo e sintetizzare in un trino la dinamica
dello svolgimento narrativo basata su: 1) Evento 2) Azione 3)
Reazione 4) Coinvolgimento – effetto domino. Si tratta di una
scelta di stile forse determinata anche dall'editing che premia il
libro come prodotto commercializzabile (quindi la Casa Editrice),
anche se qualitativamente l'Autore mi era parso più evoluto ne “La
biblioteca perduta dell'Alchimista”.
L'effetto principale di
questa impostazione è una marginalizzazione dei sentimenti che
diventano corollario riflessivo. Altamente funzionali ai periodi più
sintetici e paratattici che formano delle pause, formato sotto trame,
rispetto allo svolgimento principale.
“Il labirinto ai
confini del Mondo” è un appassionante avventura medioevale,
con un protagonista avvincente. Il lettore proverà il brivido di un
thriller storico ottimamente ambientato. Ricco di aneddoti, brillante
e coinvolgente.
Consiglio alla casa
editrice Newton & Compton di fare un cofanetto perchè penso che
questi tre libri sarebbero un gradito dono natalizio per gli amanti
del genere.
Marco Solferini.
per contatti, commenti, suggerire un argomento:
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com