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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
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E'
così che si uccide
Autore:
Mirko Zilhay.
Genere:
thriller.
Roma e
gli omicidi.
Un
binomio che richiama subito alla mente scenari di grandi film e
altrettanti romanzi. Questa volta spetterà al commissario Mancini
indagare. Un profiler, con un una specializzazione nel tracciare
profili di serial killer che incontrerà le scene del crimine dove un
apparente assassino dalla mano ferma come quella di un chirurgo
«interviene» sulle vittime dopo averle immobilizzate.
«Un
eco strozzata, e appena il tempo di percepire il movimento e provare
a girarsi. poi le fiamme dell'inferno gli investono le spalle e
penetrano dentro la nuca. Una luce abbagliante in fondo agli occhi,
un ronzio e il nero assoluto». Tratto da «E' così che si
uccide», di Mirko Zilahy, ed. Longanesi.
Quale
segreto si nasconde dietro le morti? Forse la verità è in alcuni
criptici messaggi che preannunciano gli omicidi e che sono
indirizzate a un giornalista da un mittente sconosciuto.
Sulla
strada che conduce alla rivelazione dell'omicida Martini lavorerà
insieme con una giovane collega che forse riuscirà a distrarlo dai
sensi di colpa che martellano la sua anima in pena. Il ricordo della
moglie, morta in sua assenza, per una grave malattia è infatti il
personale flagello con cui pare dover convivere l'uomo di legge.
Romanzo
d'esordio di Mirko Zilhay ed ennesimo centro della Longanesi.
«Da
giorni Roma era stordita da quella pioggia opprimente. La Nomentana
era allagata d'acqua sudicia che le incapaci fogne della capitale si
divertivano a rigurgitare, grigia come il cielo che l'aveva liberata.
I tombini provavano a inghiottire l'enorme massa liquida, mentre
detriti e cartacce navigavano lungo la via. Il traffico, saturo di
ossido di carbonio, clacson e maledizioni, si arrampicava come un
enorme bruco per la grande arteria stradale. L'Aniene aveva rotto gli
argini anche a ponte Nomentano e aveva assunto, nell'instancabile
vorticare, un colore grigiastro». Tratto da «E' così che si
uccide», di Mirko Zilahy, ed. Longanesi.
La
Casa editrice continua ad «azzeccare» i talenti da portare tra le
librerie, bene quindi l'operato della segreteria letteraria.
Devo
ammettere che quando ho letto le prime pagine sono rimasto
intensamente colpito dalla bravura di Zilhay. Il resto del romanzo me
l'ha confermata.
Un
organizzazione pulita e meticolosa. L'Autore sviluppa benissimo le
relazioni determinate dalla procedura penale con la quale il
protagonista si deve confrontare, ma senza che il ruolo della
scientifica o della fotorilevazione assuma contorni troppo tecnici e
invasivi.
Il mix
che ne fuoriesce è un ottimo bilanciamento tra l'ovvietà
scientifica e la deduzione logica dell'analisi caratteriale. Tracce
evidenti di un ambizione, centrata, che ha portato a concepire
personaggi che, pur se non nuovi al panorama letterario risultano
credibili e altrettanto apprezzabili.
«Cacciò
una mano in tasca e prese due guantini bianchi. Li indossò e abbassò
la maniglia. Il ferro algido e bagnato penetrò il lattice e corse
attraverso il polso, il gomito, i polmoni, una scossa di ghiaccio che
lo prese alla gola e che per un attimo avvolse anche il cuore. La
scena del crimine attorno al primo vascone era circondata da tre giri
di nastro». Tratto da «E' così che si uccide», di
Mirko Zilahy, ed. Longanesi.
I
dialoghi sono spesso paratattici, versati all'essenzialità di un
anamnesi meno circostanziata rispetto alla descrizione. Il che dona
una nota di apprezzato realismo alla linearità con la quale si
sviluppa la trama.
Siccome
è un thriller la figura del «cattivo» assume una predominanza
legata all'ambientazione. Incontriamo una Roma piovosa dai tratti
caleidoscopici freddi. C'è un senso di apatia che si trasmuta
frequentemente in un noir dai contenuti drammatici.
«Il
commissario non mosse un muscolo. Non era la prima volta che si
trovava in una situazione del genere, con Antonio, o in quel luogo
preciso. E aveva visto decine di cadaveri, mutilati, bruciati,
annegati, senza battere ciglio. la morte è la cosa più naturale che
possa capitare a ogni essere sulla faccia della terra, gli ricordava
il padre da piccolo. E allora perchè in quel momento Mancini era
paralizzato?» Tratto da «E' così che si uccide», di
Mirko Zilahy, ed. Longanesi.
La
sterilizzazione di fondo, in stile Truman Capote mi ha lasciato ben
impressionato come pure quella presenza enigmatica, quasi esoterica
che mi ha ricordato Jean Christophe Grangé e infine l'enigma il cui
sviluppo è simile alle insidie di un cubo di rubik e che mi ha fatto
ripensare alle eco letterarie di James Ellroy per la cronologia
interna dello sviluppo narrativo.
Quest'ultimo
elemento lo si potrebbe qualificare come una tensione espositiva che
permea e rimane inalterata nella lettura.
«Amavano
entrambi la rassicurante semplicità del whiskey irlandese,
l'intrigante morbidezza che gli conferivano le botti di Sherry».
Tratto da «E' così che si uccide», di Mirko Zilahy, ed.
Longanesi.
Emerge
con chiarezza una cifra letteraria votata non solo all'alta qualità
descrittiva laddove ci sono frasi di indiscutibile bravura, ma anche
alla possanza con la quale la narrazione si accredita e si alimenta
da sè.
Non
parlerei di un vero e proprio stile dark per non essere frettoloso e
approssimativo; ho intravisto in questo autore un simbolismo
descrittivo che mi ha fatto pensare al celebre pittore Böcklin e in
particolare alla sua opera più nota: “L'isola dei morti”.
«L'odore
della terra bagnata ai piedi dei pini, la fragranza viscosa della
resina e la salsedine che il vento trascinava con sè dal mare, mista
alla pioggerella, aveva attivato i suoi ricettori. Gli stimoli
elettrici s'erano fatti largo fino al mesencefalo e avevano
nuovamente infranto gli argini della memoria. E del dolore». Tratto
da «E' così che si uccide», di Mirko Zilahy, ed. Longanesi.
A
differenza di molti altri Autori che spesso costruiscono la propria
storia intorno a un idea la quale
di tanto in tanto ha bisogno di "spintarelle"
questo Autore centra
proprio l'obiettivo e propone con sincerità un romanzo che è esattamente come il lettore lo percepisce e se lo aspetta.
«E
così che si uccide» è un ottimo romanzo thriller. Una trama
eccellente, molto ben sviluppata con descrizioni di altissimo pregio
letterario.
Consigliato
a tutti.
Marco
Solferini
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