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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
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Civis ad Civem
Lettere, commenti,
opinioni
Autore: Carlo Giulio
Lorenzetti Settimanni.
Genere: biografico,
attualità.
Mi è gradito segnalare a
tutti i lettori l'uscita della nuova edizione del libro «Civis ad
Civem» dell'amico e Autore Carlo Giulio Lorenzetti.
Edito dalla casa editrice
Pendragon il libro si presenta in un edizione compatta di facile e
chiara lettura. Fortemente arricchita di contenuti grafici.
Trattasi di una
testimonianza di vita che l'Autore offre ai lettori sotto forma di
una serie di lettere e commenti. Dalle più recenti e contemporanee
alle più risalenti e datate, pubblicate sui principali giornali e
ripresi dai più noti media Italiani.
Un vero e proprio
componimento di riflessioni «civiche» sul significato della
partecipazione attiva dei Cittadini alla vita sociale e politica di
Bologna come città e dell'Italia tutta, come nazione.
Il lettore incontrerà,
nel piacere della lettura, una serie di osservazioni che nell'arco di
tanti anni l'Autore ha voluto condividere e che spaziano dalla
mobilità urbana, al ruolo dei vigili nel mantenimento della
sicurezza, dalla fragilità di un sistema elettorale che pare voler
spogliare il Cittadino del suo ruolo da protagonista, agli amari
conflitti politici sulle riforme, sul ruolo della religione, sulla
giustizia e sulle grandi opere. Sulle minoranza etniche e sui loro
diritti umani, così spesso dimenticati.
Leggeremo le riflessioni
dell'Autore su grandi temi degli ultimi anni come la riforma
elettorale, la manovra d'aumento dell'Iva, il ruolo dell'Italia nella
campagna in Iraq. Di Oriana Fallaci. Del caso «Ruby» e
dell'efficacia della azione penale. Dell'Euro. Della crisi. Dei
“mitici” portici di via Saragozza a Bologna da tempo in
condizioni disonorevoli. Dei ciclisti e delle piste ciclabili. E di
tante, tantissime altre storie d'attualità.
Tanti argomenti
affrontati con la semplicità e il piglio del Cittadino di tutti i
giorni. Di colui che, come chiunque altro vive in prima persona, come
si suol dire «sulla propria pelle» i disagi di questa grande
macchina che è la società moderna e si pone interrogativi che sono
certo saranno condivisi dai lettori.
E' questa la bellezza
introspettiva del testo del Lorenzetti che lo qualifica per l'alto
valore morale e il desiderio di stabilire un cordiale quanto
rispettoso rapporto di empatia con il lettore.
Nessuna imposizione, solo
una tavola rotonda attorno alla quale circolano le idee sotto forma
di opinioni.
In questo «sentire» e
«trasmettere» c'è un concetto di fratellanza che unisce rifuggendo
l'amarezza del paragone. Volendo all'opposto abbracciare la ricchezza
interiore.
E' stato osservato che
«La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di
un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è
partecipazione».
Ma ciò che Lorenzetti
insegna in questo suo scritto è l'umiltà con la quale occorre
rapportarsi a questa partecipazione: aperta a tutti e realizzabile
solo con il contributo di ciascuno.
Potrà sembrare strano,
ma è così raro che oggi accada.
Nella società
contemporanea, sempre più incasellata in uno scenario degno del
celebre Orwell il pregiudizio ideologico regna sovrano, condiziona e
spesso corrompe quella stessa libertà che vorrebbe difendere.
Eccoci quindi di fronte
ad una serie di scritti sotto forma di lettere, perchè sono da
sempre la principale forma di comunicazione. Gli uomini le scrivono
dall'alba dei tempi e la loro possanza non è passata di moda.
Lettere quindi che potenziano il ruolo del caro vecchio inchiostro.
Scritte da colui che come un cavaliere di altri tempi, si arma della
penna (è noto quanto ferisca ben più della spada) e scrive.
Vergando i propri
pensieri affinchè rimangano e si trasmettano ai posteri Per farli
diventare patrimonio comune.
Io sono certo che i
lettori proveranno una forte immedesimazione nel leggere le «lettere»
di Lorenzetti e non pochi di loro dovranno arrendersi ad esclamazioni
come: «Ecco! E' quello che ho sempre pensato anch'io!» oppure: «E'
vero. Non sono il solo quindi ad avere questi timori» o ancora: «E'
incredibile, ma sono le stesse cose che da anni vado dicendo!».
Perchè un libro quando
racconta di sè è concepito per provocare una reazione emotiva. Del
resto, in questo caso, la storia siamo noi.
«Civis ad Civem»
è un libro che consiglio vivamente a tutti i Cittadini. In
particolare a coloro che hanno un animo romantico e valorizzano la
persona non per ciò che ha bensì per quello che è. A coloro che
hanno amato la cosa pubblica, interessandosi di politica, a quanti
vivono alla giornata e sentono la necessità di offrire una risposta
ai piccoli/grandi problemi quotidiani e a coloro che, un pò
disillusi e magari anche arrabbiati, hanno dimenticato che ogni
protesta, ogni rivoluzione, comincia come il celebre viaggio di 1.000
km: con un semplice passo.
Consigliato.
Marco
Solferini
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