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IL SECONDO RINASCIMENTO
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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
Mr.
Mercedes
Autore:
Stephen King.
Genere:
thriller.
Mr.
Mercedes è il soprannome che la stampa ha dato allo spietato
assassino che ha investito decine di persone in fila ad una fiera del
lavoro.
Un
atto deliberato di volontà omicida. Sadismo e crudeltà.
Efferatezza. Fra i morti, donne e bambini, gente disperata alla
ricerca di un impiego. Falciata, schiacciata, menomata senza nessuna
pietà.
Uno
spettacolo di morti e feriti gravi che ha lasciato il segno,
occupando le pagine dei giornali per molto tempo.
Il
killer però è stato tanto spietato quanto attento ai particolari.
Lasciando dietro di sè, solo una maschera da pagliaccio abbandonata
nell'auto rubata usata come arma del delitto.
Per i
detective William Hodges e Peter Huntley da subito l'indagine si era
dimostrata ostica. Nessun testimone, niente indizi dalla scientifica.
Un
caso irrisolto. Era il 2009.
Non è
passato molto tempo da quel drammatico fatto di sangue, ma tuttavia
abbastanza per far si che il detective Hodges andasse in pensione.
Una carriera onorata. Che lo rende paragonabile a un piccole eroe
americano.
Una
volta riconsegnata la pistola d'ordinanza e il distintivo però ciò
che resta è un uomo solo, in compagnia di una vecchiaia che sembra
schiacciarlo in una quotidianità noiosa. Senza uno scopo, ma con una
consapevolezza: Mr. Mercedes è ancora a piede libero.
Ed è
proprio il killer a farsi vivo. Scrivendogli una lettera nella quale
riversa tutta la sua follia. Odio e ammirazione. Superbia e
allucinato divertimento in quello che potrebbe sembrare un gioco
mortale.
La
sfida non è finita.
Dietro
la maschera di Mr. Mercedes c'è l'anonimo Brady Hartsfield, un
sociopatico che nasconde le proprie ossessioni e paranoie in una vita
compassata. Dentro al mallo del qualunquismo anonimo.
Il suo
punto di forza è una completa assenza di moralità che gli ha
consentito di appiattire la coscienza al punto da renderlo uno
strumento in grado di compiere i gesti peggiori senza alcun
risentimento emotivo.
Ha
spinto al suicidio la donna cui ha sottratto l'auto grazie al
perverso gioco dei sensi di colpa. Segue i movimenti del detective
Hodges e di chi vive intorno a lui grazie all'anonimato di una
copertura perfetta per pianificare le prossime mosse. In attesa di
colpire ancora per placare una pulsione omicida che sembra uno sfogo
sessuale represso.
Riuscirà
il detective in pensione a fermare l'assassino o sarò la vittima del
suo gioco mortale?
Stephen
King è l'indiscusso maestro del thriller e dell'horror americano.
Celebrato giustamente come uno dei più grandi scrittori
contemporanei in questo romanzo rende onore al suo blasone.
Descrizioni
minuziose, cariche di particolari introspettivi che apportano un
realismo straordinariamente visivo al costrutto filo logico
dell'azione attraverso un ambientazione sapientemente delimitata e
ben descritta.
«Nessuno
mi capisce e il mondo intero ce l'ha con me. Nonostante i soldi,
incapace di godersi le gioie della vita, tipo non essere costretta a
dipendere da uno stipendio fisso. La Trelawney non aveva mai avuto
bisogno di far quadrare i conti in banca o controllare la segreteria
telefonica per eventuali chiamate da un agenzia di recupero crediti,
e però aveva continuato a maledire le sue disgrazie, attaccandosi a
stupidaggini tipo un acconciatura sbagliata o una donna di servizio
scortese. La povera Olivia, con i suoi vestiti informi dallo scollo a
barchetta inclinato sempre a babordo o a tribordo. Con lo sguardo
acquoso come fosse perennemente sul punto di piangere. Fin
dall'inizio non era piaciuta a nessuno, compreso il detective di
primo grado Kermit William Hodges. Nessuno era rimasto sorpreso dal
suo suicidio, incluso il suddetto poliziotto. La morte di otto
persone, e il ferimento di parecchie altre, era un bel peso da
portare sulla coscienza». Tratto da «Mr Mercedes» di Stephen
King, ed. Sperling & Kupfer.
King
non tradisce i suoi lettori e coltiva il personaggio principale con
una focalizzazione centralizzata sul senso della vita percepito
dall'uomo visto, dall'esterno, come un argillosa metafora di
sentimenti ed emozioni in evoluzione.
E' «il
solito» sceriffo che ama i revolver ed è un pò cowboy e un pò
bastardo. All'occorrenza non si tira indietro e sa il fatto suo.
«L'ex
detective non è ancora pronto a mollare l'osso. Il giovane nella
foto potrà anche nascondere un cervello bacato dietro un volto
anonimo, ma Hodges si è ritrovato per le mani un discreto numero di
psicopatici e sa che, quando vengono colti di sorpresa, in genere
crollano come mammolette. Sono solo pericolosi per chi non ha un arma
e non si aspetta il peggio, tipo i poveracci in bolletta che
speravano in un lavoro quella mattina di aprile del 2009».
Tratto da «Mr Mercedes» di Stephen King, ed. Sperling & Kupfer.
Un mix
di saggezza, audacia e malinconia che si risolve in una sfida
interiore per sopravvivere alla realtà contemporanea tanto quanto al
cattivo di turno.
Quest'ultimo
sintetizza e incarna il male. L'indifferenza di quella volontà fine
a se stessa che alimenta la cattiveria quale forma di
autocompiacimento. La cui placida essenza trae origine da un non
senso perchè non essendo possibile categorizzarla e come tale
inserirla nei contesti della società, risulta estranea ad essa.
La
scoperta di quest'uomo apparentemente comune, la classica nullità
della porta accanto rivela dove si annida la pericolosità di una
devianza che non si riconosce nelle regole tanto quanto nei valori.
«Brady
porge a Jerome i due gelati, desiderando che fossero corretti
all'arsenico. O magari al Coumadin. Se li riempisse di quello, si
metterebbero a sanguinare dagli occhi e dalle orecchie e dalla bocca.
E pure dal buco del culo. Si immagina i ragazzi di West Side mentre
mollano a terra gli zaini e i preziosi cellulari, con il sangue che
sgorga da ogni orifizio. Sarebbe uno stupendo film apocalittico».
Tratto da «Mr Mercedes» di Stephen King, ed. Sperling & Kupfer.
L'assassino
indossa la maschera per dissimulare il predatore che è dentro di
lui. Vive un esistenza in completa disarmonia con la natura
circostante. Un oggetto fuori posto che si è adattato
camaleonticamente.
Dialoghi
sobri, efficaci, sempre oggettivizzati secondo coerenza. L'Autore
alterna sottocapitoli paratattici e sintetici con alcune esposizioni
più meticolose introducendo la svolta narrativa un passo alla volta,
indirizzando cioè l'indagine in modo tale da far si che questa si
«apra» sul mondo del protagonista e sulla relativa invasione dello
stesso da parte dell'anomalia: l'assassino.
Giocata
sul doppio fronte del passato e del presente la caccia all'assassino
rivela le antinomie e alcune incoerenze nello stile delle indagini
che si basano su una ripetizione statistica a volte in grado di
facilitare chi gioca al di fuori degli schemi.
«Hodges
sguscia Sotto l'Ombrello Blu di debbie, trovando un nuovo messaggio
di Mr. Mercedes: Ti aprirò le chiappe, nonnetto». Tratto da «Mr
Mercedes» di Stephen King, ed. Sperling & Kupfer.
L'assassino
attacca il vecchio detective in pensione dapprima studiandolo,
accerchiandolo, cercandolo quasi come un desiderio da appagare. Siamo
di fronte ad una progressiva violazione dello spazio vitale che
origina un vortice sempre più grande e assorbente. A ben guardare il
killer è anche uno stalker e trae un sadico piacere da questa caccia
alla volpe.
Una
tecnica espositiva che esalta la narrazione facendola andare sempre
più veloce, canalizzandola verso un crescendo Rossiniano che sarà
lo scontro finale.
«Pete
sbirciò attraverso il finestrino del guidatore rigato di pioggia,
attento a non sfiorare il vetro. Sul sedile di pelle era appoggiata
una maschera di gomma, di quelle che ti infili sulla testa. Ciuffi di
capelli arancione da clown spuntavano dalle tempie come un paio di
corna. Il naso era rosso e bitorzoluto. Senza nessuno ad indossarla,
il sorriso color ciliegia si era trasformato in una smorfia».
Tratto da «Mr Mercedes» di Stephen King, ed. Sperling & Kupfer.
Il
thriller di King è meno surrealista del suo horror e più fedele
agli aspetti drammatici. La realtà però si dimostra sempre
allucinogena quasi all'insegna del vecchio detto che «supera la
fantasia». I veri mostri per l'Autore sono altrove. Icone quasi
simboliche di una società denaturalizzata. La sua descrizione di
elementi che fanno parte di quelle stagioni della vita che passano
attraverso la crescita e terminano nel riposo antecedente alla morte
fisica dell'uomo sono un «j'accuse» all'iniquità. Al rifiuto di
riconoscere l'esistenza di una coscienza che non è pronta ad
abbandonare il corpo.
Ho
percepito una sorta di contrapposizione a livello espositivo: da un
lato l'imposizione di una società industrializzata, basata su di una
catena di montaggio umana e dall'altro un tentativo naturalista,
intimamente legato all'essere primordiale, di sopravvivere a questa
scelta autoimposta. A questa presa del potere di un sistema che vuole
gestire l'unicità in nome della collettività.
Esattamente
come le sofferenze. C'è una sorta di «contrario» nella narrazione
di King, che esalta la sopportazione Shakesperiana come antivirtù:
spegne l'uomo privandolo del nuovo in chiave omerica. Nasce
l'assassino. La negazione plausibile del tutto. Il joker di turno, ma
anche il figliol prodigo della follia.
L'Autore
è pienamente consapevole non solo dei suoi mezzi, ma anche della sua
notorietà che spopola nel mondo e non mancano quindi i riferimenti
ad alcune sue precedenti opere.
Registro
poi l'elegante ingresso della «svolta informatica» nell'Autore di
romanzi che ho cominciato a leggere quando non l'era della
comunicazione informatica non esisteva e prima degli attuali social.
Il protagonista (ovviamente) mal digerisce i gingilli della
tecnologia, ma per entrare in contatto con l'assassino deve entrare
nel mondo della comunicazione a distanza.. il romanzo è impreziosito
da questo intelligente sviluppo molto ben ragionato.
«Mr.
Mercedes» è un ottimo romanzo. Un thriller coinvolgente concepito
con straordinaria brillantezza ed uno stile letterario appassionante.
Intenso e coinvolgente Stephen King centra ancora una volta il
bersaglio e regala ai lettori un emozione da non mancare.
Consigliato
a tutti.
Marco
Solferini.
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