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L'armata
dei sonnambuli
Autore
Wu Ming - collettivo di scrittori.
Genere:
storico, drammatico, avventura.
Fine
1700 in Francia significa rivoluzione francese.
La
madre di tutte le battaglie del Popolo contro la monarchia assoluta.
E'
considerato l'evento che ha ispirato l'avvento dell'età moderna.
Il
romanzo comincia dalla sua fine. E' il giorno dell'esecuzione
capitale di Luigi Capeto. Il non più ré, viene condotto al patibolo
su una carrozza. Il Popolo attende di vederlo morire nella piazza
gremita fino all'impossibile.
E' un
evento spettacolare che tocca da vicino la vita di tutti i Cittadini.
Ma
sopratutto di alcuni che sono i protagonisti del romanzo.
Storie
diverse, soggetti differenti. Una cucitrice che viene dalla campagna,
un attore di teatro con un carattere problematico, un medico esperto
nel magnetismo e nell'arte di rendere sonnambuli. Incontriamo anche
un uomo fedele ancora al rè che dopo aver partecipato al maldestro
tentativo di liberarlo trova rifugio nel luogo dove si curano i
malati di mente. Persino uno sbirro di quartiere che sembra più un
mediatore che un uomo d'azione.
Ambizioni
diverse, amicizie, aspettative, amori.
Tutte
queste storie saranno influenzate oltre che dall'incontrarsi dei
personaggi per ragioni diverse, da quel che viene dopo la
rivoluzione.
C'è
il Comitato di salute pubblica che deve prendere decisioni importanti
sulle tasse, sulla distribuzione della ricchezza, sull'ordine
pubblico. Deve riuscire cioè a gestire la pesante eredità della
monarchia in nome della democrazia.
E
mentre tutti si chiamano Cittadini, la miseria si fa inesorabilmente
sentire. Il sottile dubbio che striscia fra le persone è che la
vittoria potrebbe averli sconfitti.
Possibile
che il prezzo di essere liberi è rimpiangere il padrone?
Le
decisioni di vita vengono condizionate non dalla paura del potere
bensì dal timore di alimentare il sospetto di essere filo
monarchici.
E il
dibattito sulle libere opinioni è catalizzato e centralizzato sulle
riflessioni a proposito di quello che dicono i grandi nomi di questa
rivoluzione. Pensieri e parole che spesso la credenza popolare, che
tutto distorce, cambia a proprio piacimento. In virtù dei suoi
bisogni.
Mentre
sullo sfondo, in ogni quartiere si combatte contro i monopolatori e
gli accaparratori che fanno affari sulla disperazione della gente.
Opportunità
e sciagura sembrano il pane di tutti i giorni. Tra chi ha la forza di
volontà e vuole lottare e quanti invece si accontentano di
sopravvivere.
Su
tutto aleggia, come una nebbia insistente quest'arte a metà fra la
magia e l'incredulità frutto del magnetismo animale che provoca il
sonnambulismo. Scienza o pericolo?
Romanzo
scritto a più mani da un collettivo di scrittori che si presenta
benissimo per quanto riguarda l'ambientazione storica. Curata con
dettaglio e organizzata in quello che è il linguaggio tipico della
«working class», cioè del Popolo in tutte le sue variegate
manifestazioni.
Ogni
microcosmo di credenze e di vita reale si mescola con il più grande
affresco di una Parigi che un pò dorme e un pò si desta. In attesa
di capire che direzione prenderà il mondo.
La
narrazione è interessante e coinvolgente. Sicuramente ha il pregio
di riuscire a centralizzare (e visualizzare) la difficoltà quale
conseguenza di un comportamento che non è mai libero. Non veramente.
L'atto
catartico della rivoluzione, culminata nel tripudio di sangue in
piazza si esaurisce nelle feste e nell'eccesso a mò di sfogo
liberatorio, ma lascia il posto ad un esigenza di governo che
sembrerebbe non essere alla portata delle migliori intenzioni.
Schiacciata
dalle aspettative di una libertà rabbiosa che non smette di
colpevolizzare l'icona del benessere in mano a pochi. Pur se il rè è
morto e l'aristocrazia, quale simbolo della sperequazione è stata
privata della sua influenza, il risentimento figlio del malessere e
del malcontento continua a essere forte. Impetuoso. A tratti
irresistibile.
Comincia
quello che è noto come il periodo del terrore. Il rovesciamento dei
ruoli. L'oppresso che diventa oppressore.
Affresco
spietato e coinvolgente che punta sul realismo, pur senza rinunciare
ad una punta di fantastico e quando occorre anche al simbolismo, per
dare al lettore un immagine il più vera possibile di quegli eventi.
Il
ruolo della superstizione è quello di un entità oscura. Sempre
presente eppure in disparte. Pronta da un momento all'altro ad
irretire ciò che si considera come inspiegabile. Mentre la furia è
la conseguenza del malessere che cova giorno dopo giorno.
Nel
carnevale delle intenzioni persino un attore dal carattere burbero
diventa un eroe se comincia a recitare la parte fuori dal teatro
stesso.
Funambolicamente
pirandelliani questi personaggi ci regalano passioni decisamente
intriganti. Un processo alle intenzioni o la rivisitazione al mito di
rinascita interiore per reinventare se stessi? Il paradigma
dell'essere o non essere aleggia su tutto.
Capitoli
brevi, spesso organizzati in paragrafi a loro volta schematizzati per
raccontare le diverse vicende in modo da risaltare attraverso la
centralità dei dialoghi. Interessante il fatto che ogni capitolo è
preceduto da un breve estratto di un testo storico che parla di fatti
ed eventi che poi gli scrittori ci riproducono in versione
realista-popolare attraverso i personaggi.
«L'armata
dei sonnambuli» è un libro consigliato anzitutto a coloro che amano
(studiano) o sono comunque interessati ai «postumi» della
rivoluzione francese. Che oggi è certamente un evento di grande
attenzione mediatica grazie alla situazione politica incerta e alla
generalizzata delusione nei confronti della classe dirigenziale.
Del
resto, la rivoluzione francese è stata il paradigma di quello che
oggi significa democrazia del Popolo: non ha mai smesso di insegnare,
perchè dovrebbe farlo proprio adesso?
Marco
Solferini.
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