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Il
gioco di Ripper
Autore:
Isabel Allende.
Genere:
drammatico, thriller.
E' il
13 ottobre 2011 e la cronaca di San Francisco registra il
ritrovamento di un cadavere in una scuola. Ed Stanton, impiegato, è
stato ucciso e simbolicamente il suo aggressore gli ha conficcato una
mazza da baseball nel retto.
La
polizia indaga, ma non sono i soli.
Amanda
è un adolescente molto sveglia con una passione tutta di famiglia
per risolvere gli omicidi. A tale scopo si è inventata un gioco on
line. Insieme ad altre persone si ritrovano e analizzano i fatti.
S'immedesimano cioè nelle vesti di profiler. Non comuni però.
Infatti, ciascuno dei partecipanti al gioco assume il nome e per
certi versi le caratteristiche di un personaggio.
Il
gioco di Ripper è composto dalla gitana Esmeralda, dal colonnello
inglese Sir. Edmond Paddington, dalla sensitiva Abatha e dal
detective Sherlock Holmes.
Sullo
sfondo, le indagini sono facilitate dalla presenza di uno sbirro agli
ordini della Maestra del gioco Amanda. Questi altri non è se non suo
nonno, aspirante scrittore, vicino al padre di Amanda: Bob Martin,
capo della sezione omicidi. Il quale è anche colui che segue da
vicino le indagini non solo del caso di Stanton, ma di numerosi altri
omicidi che si susseguono a distanza di poco tempo. In quello che
sembra il disegno di una profezia di sangue che una nota sensitiva
aveva pronosticato per la città di San Francisco.
Nel
mentre, la vita della madre di Amanda, Indiana, è attraversate da
una serie di eventi che riguardano la sua sfera privata, i suoi
rapporti con il lavoro nel centro olistico dove pratica terapie di
cura alternative e con gli amici / conoscenti che le ruotano intorno.
Fin
quando non sparisce. Apparentemente senza lasciare tracce. Tale
sparizione è forse collegata alla profezia di sangue di questo
misterioso omicida? O la ragione è da ricercarsi nel suo arcipelago
personale di amicizie e conoscenze?
Amanda
non ha dubbi e gli unici che possono risolvere l'enigma sono i
partecipanti al gioco di Ripper.
Romanzo
indecifrabile, ripetitivo, eccessivamente lungo e dispersivo.
Una
trama drammaticamente banale che ruota attorno ad una via di mezzo
fra un R.P.G. on line (Role Playing Game) e il caro vecchio Cluedo da
tavola. Lo svolgimento delle indagini è interamente nelle mani della
polizia e per superare l'impasse dell'irrealistica possibilità di
indagare a distanza, senza cioè essere parte di quegli indizi
riservati agli investigatori, c'è uno sfruttamento costante del
padre e del nonno di Amanda. Un train d'union del tutto funzionale a
dare un senso alla trama che svuota completamente i due caratteri di
qualunque personalità.
I 3/4
del romanzo sono incentrati sulla vita della madre di Amanda,
Indiana, in quella che è una noiosissima elencazione del fatto che è
una donna formosa e attraente, che ha amicizie sempre ambigue perchè
sotto sotto attratte da lei e un rapporto conflittuale con il
fidanzato apparentemente ricco, ma anche molto geloso.
Una
serie di personaggi noti le ruotano intorno. Tutti cliché ben
conosciuti e usurati, dall'ex. navy seal, all'artista new age che ama
l'erba buona..
Questo
personaggio femminile, che si barcamena fra un idea dello
sciamanesimo quale stile di pensiero e una vita ancorata ad alcuni
fondamenti degli ex figli dei fiori, è privo di fascino. Una bambola
formosa le cui decisioni infastidiscono il lettore perchè prive di
senso logico rispetto alla narrazione. La sua scomparsa arriva più o
meno a cento pagine dalla fine del romanzo quando, con una
ripetitività esasperante, tutti i protagonisti sono stati analizzati
più che raccontati.
Il
metodo espositivo è appesantito da continue ripetizioni di elementi
visivi quasi a voler fotografare l'immagine immediatamente
antecedente ad un azione. L'eccesso di aggettivi invece di definire
l'ambito e focalizzare l'aspetto soggettivo della narrazione, pur se
esterna, la trasforma in una sorta di riassunto.
Dal
punto di vista narrativo c'è un eccesso di pagine e di periodi
dedicati alla figura femminile di Indiana che non decolla mai. E'
involuta. Epicentro di una serie di circostanze e fatti che ruotano
in parte attorno al passato, mentre nel presente sono ancorate alla
figlia Amanda il cui comportamento spesso la rende fastidiosa e per
niente accattivante.
L'impostazione
dei personaggi coprotagonisti è sbagliata in rapporto allo
svolgimento narrativo. La presentazione degli stessi, antecedente ai
fatti che si producono, è troppo lineare. Di fatto, il ritmo è
quello di uno sceneggiato.
L'idea
che probabilmente ha ispirato il romanzo stesso, cioè del gruppetto
di giocatori a Ripper, è presentata ed esposta in maniera
adolescenziale. Inutile cercare di imitare Sherlock Holmes o
introdurre elementi esterni intuitivi attraverso altri membri del
gioco. Anche se negli intenti forse c'era la volontà della
scrittrice di creare un team alternativo sul quale poggiare un punto
di vista meno pragmatico. Che fondesse cioè tecniche di indagine
plurime.
«Il
gioco di Ripper» è un romanzo poco interessante. Ritmo lento,
appesantito da una storia banale che ruota attorno ad un idea
sviluppata solo in parte. Complessivamente scarso.
Sconsigliato.
Marco
Solferini
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