L'EDITORIALE APOCRIFO di MARCO SOLFERINI
La
generazione dei cartoni animati giapponesi
Diciamocelo
senza mezze parole: i cartoni animati di oggi non valgono granché.
Paragonati
a quelli degli anni 80 e 90 sembrano un brodino caldo per gente
cerebrolesa. Roba da recupero minorati mentali in manicomio. E i
giocattoli in circolazione? Il riformatorio anticipato per gli zotici
del nuovo millennio.
I
cartoni animati sono come il primo sesso senza contraccettivi: incide
sulla vita di colui che verrà. Sono anche un prodotto ad hoc anti
casta perchè eliminano le vecchie cariatidi.
Una
volta in televisione avevamo gente come l'Uomo tigre, Pollon,
Kenshiro e persino i Cavalieri dello Zodiaco.
Insomma,
volete mettere il mitico Uomo tigre con la sua buona mezz'ora di
sangue sul ring: tutto quello che non vi fanno vedere a Smackdown o
che John Cena avrrebbe voluto fare al Becchino ma non ha mai potuto
per esigenze di marketing.
Tanti
anni fa il bimbo, con il suo tegolino del Mulino bianco, se ne stava
li davanti alla TV come una scimmia intelligente modello 2001 Odissea
nello spazio, pensando a quanto fosse bello ed educativo pestare a
sangue qualcuno, mentre il genitore di turno s'interrogava se non
fosse «leggermente" eccessivo vedere un tizio che spappolava
gli occhi di un altro lungo le corde del ring.
Son
ragazzi via..
Oppure
Pollon che ci spiegava la ragione del perchè gli dei dell'Olimpo
erano così simili a noi nell'essere rompiballe, rincitrulliti e un
pò puttanieri. Era cultura classica in fondo e persino in formato
Famiglia, un pò come la Barbie e Ken che i maschietti facevano
felici ad ogni compleanno delle compagne di classe perchè finalmente
potevano metterlo in tutte le pose del kamasutra.
Che
dire poi di Ken il guerriero? Ci faceva letteralmente scoppiare di
salute. E in quanti crescendo avremmo voluto conoscere la divina
scuola di hokuto con cui fare almeno una piccola strage che sò alle
poste o sull'autobus. In mancanza Terminator, prima di diventare
Governatore della California in una nazione che si interroga sul
perchè ci siano troppe armi in circolazione, ci ha insegnato che c'è
sempre l'uzi 9 mm da comperare in sconto dal trafficante clandestino.
E per
finire i Cavalieri dello Zodiaco con le loro centinaia di puntate
tutte uguali, la cui sceneggiatura è stata segretamente copiata da
Chuck Norris per il suo Walker texas ranger. Poco importa poi se
qualche maschietto si è scoperto omofobo perchè Andromeda non si è
mai capito se era più donna o uomo e il sogno non confessato dei fan
era vedere un nudo integrale.
Andava
bene lo stesso.
La
generazione dei cartoni animati giapponesi è quella degli anni 70 /
80: quella cresciuta con troppo amore.
La
generazione che oggi è allegramente definita dei tre niente: niente
lavoro, niente previdenza, niente futuro.
Diciamocelo
chiaramente: oggi non siete più le giovani promesse. Quelli che
dovevano ereditare la società perfetta del dopo guerra, del dopo
contestazioni, del dopo Stati Uniti contro Russia: voi oggi siete
solo quelli del «dopo», quelli cioè che non arrivano mai.
Siete
meno fighi della gioventù di Foonzie e purtroppo per voi più
intelligenti di quella contemporanea dei messaggini sullo smartphone
Vi
hanno messo a centrocampo: la c.d. vita da mediano del Liga
nazionale. Ed è sempre colpa vostra, sia che prendiate goal sia che
non lo fate. Siete talmente presi nel mezzo che nemmeno in una scena
hard a tre di film per gay uno si trova così al centro
dell'attenzione.
Vi
svegliate alla mattina e maledite la precarietà. I vostri sogni “usa
e getta” che si realizzano ormai con una visita al supermercato il
fine settimana.
Siete
cascati a terra come Jegg robot se non gli avessero lanciano i
componenti, la vostra lenza di Sampei si è attorcigliata e non
prendereste nemmeno uno scarpone. Siete in astinenza peggio di Ataru
Moroboshi.
Tanti
anni fa eravate i predestinati. Mica ve l'hanno fatto scegliere,
l'hanno deciso all'atto di nascita. Anzi lo eravate di già al
concepimento: avevate insomma il diritto costituzionalmente garantito
di prenderlo dove non batte il Sole.
I
vostri genitori si interrogavano a quale scuola mandarvi, poco
importa che ci fossero gli aguzzini peggiori in un ognuna di esse: un
pò come scegliere il campo di concentramento più adatto.
Alle
elementari avevate la maestra che vi dava un assaggio di quanto fosse
bello e buono un potere insindacabile che vi puniva usando una cosa
semplice come la matematica. Non per cattiveria ben inteso, ma per il
vostro bene.
Diciamocelo:
per quella cicciona aguzzina era un atto di fratellanza mettervi un
bel 4. Nel farlo la maestra vi sorrideva come uno del Milan
all'interista che ha appena perso il derby e si rammaricava solo di
non poterci aggiungere due sberle come si faceva quando era bambina
lei.
Poi
siete passati di grado, un pò come nei videogame, anche se tutti
sanno che più avanti vai con il gioco e peggiore è il mostro di
fine livello. Siccome un solo torturatore non era sufficiente ve ne
hanno mandati un numero maggiore, con il nome di professori/sse.
E voi
piccole cavie imperfette non avete avuto nemmeno il piacere di
rompergli le palle con il cellulare durante la lezione perchè
all'epoca non lo avevano ancora inventato. Questi “Prof” vestiti
come pescivendoli della moda mare che insegnavano l'inglese con
l'accento pugliese o tecnica senza nemmeno saper piantare un chiodo
nella parete, erano soggetti tristi che usavano la matematica
punitiva per insegnarvi che esistevano le caste. Le classi erano
metafore della società: c'erano i bravi, i meno bravi (quelli cioè
che forse ce la facevano oppure no) e poi gli scarti.
I
professori decidevano al vostro posto, una volta bollati eravate
timbrati come manco Loris Batacchi capufficio pacchi sapeva fare.
Venirvene via dal circolo ricreativo dell'ammezzato o dal club del
“siamo perdenti nati” comportava un grande sforzo.
E se
vi lamentavate? Suvvia in fondo era solo un problema di terminologia
diceva il Mega direttore ipergalattico e infatti loro lo chiamavano
impegno, studio, applicazione, in realtà tutto si risolveva in una
bella dose di ruffianeria, bustarelle e compiacenza.
Insomma
la matematica punitiva è come quella di Orwell: uno più uno per i
para/lecca kulo fin della tenera età può fare anche tre.
Dopo
una prima somministrazione da 5 anni, ed una successiva da 3, lo
Stato che per voi aveva coniato un termine nuovo di zecca,
addirittura importato dal mito dell'America, il c.d. welfare. Quindi
vi proponeva un ulteriore quinquennio di stupri mentali.
Le
c.d. superiori: quelle del mitico esame di Stato che ogni tanto
avevate incontrato negli incubi notturni dei vostri genitori.
Cinque
anni.. praticamente ve ne davano meno per una rapina a mano armata
con tutte le attenuanti, e avreste avuto anche l'indulto strada
facendo.
In
quella lunga gestazione avete capito che ogni parto è sofferenza.
Giorno
dopo giorno, vi hanno assemblato come un novello Voltron, utilizzando
ogni singola ingiustizia che la perversa mente di una squadra
allenata di animaletti geneticamente modificati per essere bastardi
senza gloria aveva istituazionalizzato. Un pò come in carcere dove
paghi pegno fin dalla prima notte tanto per capire l'andazzo.
Il
vero “Bim Bum Bam” ve l'hanno dato loro, mica quello della
televisione.
Il
messaggio era chiaro: «Cari Capitan Harlock, chiamate il Mazinga
adesso a salvarvi!"
I
professori erano una piccola casta di frustrati bacchettoni, ex
segaioli della rivoluzione sessantottina o nostalgici fascistoni di
mezz'età. Ciascuno a modo proprio si era condannato a fare lo stesso
lavoro per tutta la vita. Al limite voi rischiavate di ripetere un
anno o due, loro invece si sono bocciati vita natural durante: minimo
trent'anni dello stesso programma scolastico.
Ora,
un soggetto che fa una scelta del genere è quantomeno disturbato, io
non gli affiderei nemmeno il triciclo, figuriamoci poi l'istruzione
della classe dirigente del futuro.
Siccome
però non potevano togliere di mezzo loro, hanno preferito optare per
eliminare voi, senza nemmeno passare dal via. Siccome eravate la
ciambella uscita male era meglio a tavola non ci arrivaste nemmeno.
Avete
capito come funziona? Vi hanno resettanto, installando un nuovo
programma, andando sopra al precedente. I windows boys della
democrazia: altro che i Circoli della Libertà!
I
vostri professori vi hanno fregato. Sfigati con pochi capelli, simili
a un cespuglio in mezzo all'autostrada del sole, o gentil dame dai
denti neri, butterate che manco il botulino sarebbe servito a
qualcosa. Un piccolo esercito di sognatori mancati che non erano
riusciti a diventare scrittori, ma vi insegnavano come fare, che
erano l'antitesi dell'atletica, ma vi allenavano come se doveste
vincere le olimpiadi. Gente che se si fosse trovata tipo a Londra, a
Parigi o in Germania si sarebbero messi a gesticolare come Totò e
Peppino per chiedere l'orario a un passante, senza capire nemmeno che
avevano fermato un norvegese! Però in patria vi insegnavano le
lingue straniere.
E sì..
loro, che di preconcetti avevano fatto virtù e nelle classi
cercavano di capire se la “Lei” di turno era la bellona che
avevano invidiato loro stesse alle superiori o il “Lui”
rassomigliasse al Capitan America che li prendeva per i fondelli
quando erano piccoli, sfigati e incompresi.
Finalmente
avevano le loro reclute, cresciute a suon di Candy Candy o di Gigi la
trottola cui far pagare una vita di insoddisfazioni.
Per
forza che al termine di questo iter formativo c'era uno psicopatico
represso dentro ognuno di voi, ma cosa più importante avevate
finalmente capito cosa significava prendere calci nel didietro e non
per via dello sport nazionale.
Quindi
eravate pronti per il lavoro. Pronti cioè per tornare a casa dopo le
vostre sudate otto ore lavorative liberi di pensare: «finalmente sto
facendo carriera, oggi il capo mi ha dato solo un calcio nel kulo,
potevano essere due!"
Alcuni
però volevano far parte della mitica classe dirigente e quindi
andavano all'Università, ma questa è un altra storia: è un pò
come un tizio che è stato violentato in una trentina di modi diversi
e quando legge il kamasutra pensa che in fondo ce ne sono il doppio e
allora decide di andarseli a cercare perchè chi ha fatto trenta vuol
fare trentuno.
Che
fine hanno fatto il tegolino del mulino bianco, le morositas, la
pubblicità con il gattino bagnato della barilla?
Perchè
He - man non è venuto a salvarvi?
Avete
riposto i vostri sogni nella cartella dell'invicta che prima era un
macigno pieno di stupida carta, adesso è diventato un vaso di
Pandora che non osata aprire.
Vi
rendete conto che vi hanno somministrato sia l'Imu che la Tarsu?
Hanno disboscato intere foreste per mandarvi ogni sorta di cartella
esattoriale. L'hanno chiamata persino «Equitalia» e mica per caso:
volevano proprio prendervi per i fondelli!
Vi
trattano come punging ball, e fanno full contact con il vostro ormai
esperto didietro.
Normalmente
ci si aspetterebbe una reazione, qualcosa di perlomeno anche solo
vagamente normale e invece voi restate lì più arroccati di un
giocatore di scacchi, fermi immobili come guardie svizzere
sodomizzate, ad aspettare che qualcosa cambi.
Ma che
cosa siete esattamente oggi? In quale dio sconosciuto riponete la
vostra fede?
Quando
vi guardate allo specchio lo sapete benissimo di cosa stiamo
parlando. Siete come giocatori di poker che hanno sorpreso l'altro a
barare e si vergognano di dirlo. E allora giocate lo stesso, sperando
nella fortuna e lamentandovi per ogni sconfitta.
Volete
farvi quattro risate al bar con il vostro aperitivo da dopo lavoro
ferroviario, la camicia alla moda comperata rinunciando per un pò al
caffè, alle sigarette e a qualche spesa di troppo il fine settimana.
Di
arte ve ne intendete quanto il topo con il gatto, ma digerite tutto
nemmeno foste abbonati all'alka-seltzer.
Siete
quelli del «qualità convenienza e cortesia»; scusate ma quando mai
avete avuto anche solo una di queste cose?
Invitate
fuori la stessa donnina nell'arco di 5 o 6 anni, e nel mentre lei è
stata più asfaltata della Salerno Reggio Calabria, che nemmeno un
gruppo di speleologi troverebbe un orifizio sano eppure voi
insistete, come se foste autistici, finchè la prendete per
stanchezza da vecchiaia. E allora ve ne andate in giro come i più
fortunati seduttori della storia mettendo in bella mostra il vostro
usato garantito. E mentre “lei” saluta tutti i “lui” che ci
sono in circolazione, perchè vi ha fatto credere di avere tanti
amici, voi siete lì come una comparsa, un soprammobile in bella
vista con il nome al posto dell'etichetta, e vi domandate quanti di
questi amiconi hanno deflorato la vostra principessina sul pisello,
la fu proprietà privata in affitto per tutti.
Fate
finta di non saperlo, ma in realtà è proprio così.
Sono
che non è una commedia all'americana, o un telefilm che dura 40
minuti. Eh no.. questa è la vostra vita e mentre ve ne state lì a
contemplare il soffitto perchè la notte non riuscite a dormire, non
osate nemmeno chiedervi quando siete diventati dei perdenti e degli
sfigati repressi.
E
allora tornate con la memoria ai vostri cartoni animati giapponesi.
Alle canzoncine di Cristina d'Avena, a quei ritornelli che vi
accompagnavano puntuali ogni giorno.
Prima
di Messi e di Cristiano Ronaldo erano loro i vostri eroi. Prima di
Federer e di Nadal, ve li ricordate Dottor Slum e Arale, Mimi e la
nazionale di pallavolo, quel campo da calcio di Holly e Bengi che non
finiva mai?
Quelli
eravate voi piccoli incompiuti, con la merenda in mano, accuditi e
riveriti, concepiti e reinventati: eroi di mamma e papà.
Berlusconi
era solo un giovane agente immobiliare all'epoca. La gente dal
parrucchiere leggeva «Famiglia cristiana». Moggi, Giraudo e Bettega
non aveva ancora copulato con la «signora» per fregare mezz'Italia.
Ecco
quella fitta che provate al cuore, non è un infarti al miocardio,
bensì un pò di tristezza: quella delusione che vi frega perchè va
di pari passo con l'anagrafe.
Siete
invecchiati e il meglio di voi è passato senza che nessuno se ne sia
accorto.
Non
avete lasciato ai posteri l'ardua sentenza di dichiarare la vostra
ridicola leggerezza dell'essere.
Per
voi la condanna è senza appello.
Voi
oggi sareste la generazione che si dovrebbe opporre a questa grande
truffa dello Stato sociale. E vi meravigliate che i politici vi
considerano degli emeriti imbecilli, che se ne fregano delle vostre
recriminazioni, che vi mettono ogni singola tassa possibile e
complottano per trovare la privazione più umiliante.
Al
limite potete vedervela con il postino se non vi recapita la multa, o
con il vicino di casa che ha parcheggiato in modo tale che non ce ne
stanno due.
Potete
pensare che il gelato è troppo piccolo rispetto al costo, che
avreste potuto risparmiare qualche euro nell'ultimo acquisto iper
tecnologico che stava sullo scaffale alla voce: «occasioni».
Pensate
di avere tanti amici, ma temete a ragione di avere mai bisogno di
metterli alla prova.
Siete
un pò dottori, eppure vi ammalate in continuazione.
Siete
ottimi allenatori di calcio, ma perdete in continuazione ogni partita
con la vita di tutti i giorni.
Siete
un pò tutto e alla fine, a quarant'anni, capite che è come essere
niente.
Chi è
che vi ha ingannato e sopratutto: cosa siete diventati?
Le ex
ragazzine carine, oggi sono diventate le old glory maritate con
qualche figlio appresso o inguaribili zitelle dal carattere
incomprensibile si preoccupano al massimo di passare la prova
costume. Loro, cresciute nell'utopia di essere delle gran gnocche
sono ridotte semmai a un tortellino. Più che un “Desperate
housewives” direi un “Italian Horror Story”. Una volta avevano
la combriccola del quartiere dove se li facevano tutti per par
condicio così che nessuno si sentisse escluso, oggi come migliori
amici hanno i protagonisti di “Sex & the city” che guardano
consumando avidamente il fidato “Quattro salti in padella”.
I
latin lover del bicchiere in mano e sguardo da duro in discoteca, dei
flipper e dei boxer da spiaggia oggi se ne escono alla sera per farsi
il viaggio libidinoso con le ventenni che quando provano a farle
ridere con un battuta li guardano quasi con compassione, sforzandosi
di capire perchè mai quel coso, più atrofizzato di una marmitta in
disuso, se la ride da solo.
Se
nessuno vi capisce non è perchè siete troppo originali o creativi.
In
fondo non avete nemmeno mai capito che lo champagne non andava
agitato prima di stapparlo.
Siete
rimasti a piedi sotto la pioggia, e senza l'ombrello, con l'autobus
che vi ha skizzato il vestito buono della festa perchè le previsioni
del tempo si erano sbagliate.
Andate
in vacanza solo per pensare a tutto ciò che non potete permettervi e
scoprite l'importanza del mascara o della tinta per capelli alla
mattina davanti allo specchio del bagno.
La
rivoluzione di oggi sarebbe nelle vostre mani.
Ma se
riuscite a malapena ad andare in palestra e fingervi top model o
banchieri mentre al massimo siete commesse precarie o impiegati di
banca.
Avete
un consiglio per tutti tranne che per voi stessi.
Odiate
l'idea di essere invidiosi, ma non potete farne a meno.
Siete
più ipocriti di Topo Gigio, perchè invece di pentirvi dei vostri
peccati sperate di conoscere quelli degli altri.
Non vi
da fastidio il fatto di non riuscire in qualcosa, bensì che altri ce
l'abbiano fatta.
Come
farà la generazione del “dopo” che non è mai arrivato a
cambiare l'oggi prima che il futuro diventi ieri?
Voi,
piccoli, solitari, incompresi e drammaticamente tristi giorni di un
futuro che è già passato, avete ereditato la sfida più difficile
contro un nemico invisibile.
Vivete
in una gabbia senza sbarre, come schiavi consapevoli.
Che
cosa farete?
Vi
nasconderete o vi batterete?
Combatterete
o ve ne andrete così, in silenzio, magari immaginandovi nel vostro
piccolo che tutto sommato è qualcosa di epico e non invece quel che
tutti sanno: uno spreco lunga una vita intera.
Una
cosa è sicura i cartoni animati giapponesi non verranno a salvarvi e
semmai faranno di tutto per trascinarvi nell'oblio dei vostri
fanciulleschi ricordi. Dove troverete sempre una scusa adatta a
perdonarvi di essere venuti al Mondo.
Marco
Solferini
per contatti, commenti, suggerire un argomento: marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
puoi trovarmi anche su:
Bell'articolo, ma anche molto cattivo e forse un tantino narcisista perché centralizzi molto il tuo punto di vista (anche se non ne fai mistero e questo ti fa onore).
RispondiEliminaLo pubblichiamo sul numero di Maggio e dalla prossima settimana é anche sul sitto alla voce "attualità e cultura".
Mi piacerebbe che prendessi in considerazione di collaborare in esclusiva con alcuni articoli che ti "suggeriremmo", sempre sul tema dell'editoria. Fammi sapere.
Grazie per la disponibilità.
Caro Marco,
RispondiEliminaho ricevuto la segnalazione del Tuo nuovo editoriale appena un ora fa e mi sono precipitata a leggerlo.
Molto, molto interessante e tristemente vero.
Penso che tu abbia fotografato in modo irriverente, un pò sarcastico e certamente "cattivello" una generazione che oggi é davvero sofferente.
Lo pubblichiamo certamente. Se fosse possibile ricevere il testo via email in formato word o pdf é meglio, se poi fosse possibile riceverlo anche prima della sua pubblicazione on line.. ma capisco che Tu voglia dare la priorità al Blog.
A presto e grazie.