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Football
Clan
Autore:
Raffaele Cantone – Gianluca di Feo
Genere:
attualità, cronaca, mafia.
Il calcio è lo sport più amato dagli Italiani.
Ha
raccontato la storia del nostro Paese come pochi altri: delle nostre
virtù e dei nostri vizi.
Potrebbe
quindi apparire quantomeno scontato che un giuoco che appassiona così
tante persone produca un business così ampio che interessa molti
individui, enti e associazioni.
Fra
questi non potrebbero quindi mancare i malintenzionati, come pure le
organizzazioni criminali.
Però,
esiste un filo lega gli arrivisti, le meteore del profitto, coloro
che cercano i forzieri pieni di monete d'oro: quel comune
denominatore è il desiderio di accumulare ricchezza in poco tempo.
Le
organizzazioni criminali invece, rappresentano il crocevia odierno
della devianza, quell'aspetto (in)civile che nasce dalla storpiatura
delle regole, dal mancato riconoscimento in sede di condivisione
delle norme, della legge e più in generale dello Stato.
E'
forse, paradossalmente, normale che questi due soggetti finiscano per
incontrarsi e ciò accade spesso nel campo appassionato del calcio.
Ecco
quindi che la «macchina calcio» diventa proprio questo: una sorta
di Monopoli degli interessi, un subbuteo dove giocano sia i singoli
che le mafie d'Italia.
E
questo romanzo ci racconta un pò di storie sul malaffare che «ruota»
attorno al mondo del pallone.
Sono
vicende d'Italia: drammatiche, scandalose, mortali.
Incontriamo
la triste fine del tatuatore di Secondigliano, morto per aver
pubblicizzato on line la foto del suo tatuaggio che lo ritraeva con
il calciatore Ezequiel Lavezzi
Capitolo
dopo capitolo troviamo i legami della Famiglia Capitoni (Boss di
Secondigliano) con i LoRusso e le Pizzerie Regina Margherita
dell'imprenditore Marco Iorio amico di calciatori come Fabio
Cannavaro.
La
storia dell'asso brasialiano dell'Avellino, Juary che dal suo
presidente fu portato ad omaggiare il Boss Raffaele Cutolo durante il
maxiprocesso che lo vedeva imputato e del telecronista della Rai
Luigi Necco che, scandalizzato dal fatto in sé, ha pagato con il
sangue il suo pubblico dissenso.
E
i nomi si moltiplicano, squadre di calcio che piccole, diventano
grandi seguendo l'ascesa dei Boss della malavita che ne sono
appassionati sostenitori, per poi seguirne anche il declino.
Poi
ci sono i «padrini della curva» che comandano i gruppi di tifoseria
violenta, con le loro regole.
C'è
un giovane morto ammazzato con un colpo di pistola al torace, in quel
di Sanremo, si chiamava Giovanni Isolani e dietro a quell'omicidio si
nascondeva la storia degli imprenditori DelGratta, della Sanremese e
la triste vicenda del calciatore Sosa, soprannominato «El Pampa».
Storie
di ambizioni, come quella dell'imprenditore Giuseppe Diana che provò
a diventare il patron della Lazio, sottraendola al Presidente Lotito
e che per farlo si avvalse di un nome celebre nello scacchiere dal
pallone, quel Giorgio Chinaglia, forse troppo ingenuo fuori dai campi
di calcio.
«FootBall
Clan» è un lungo elenco di nomi associati a storie più o meno note
che partono dagli anni 70 e arrivano ai giorni nostri. Per farci
riflettere sul tributo di sangue che anche il calcio ha pagato alla
malavita e sul tetro rapporto di natura pubblicitaria, promozionale,
spesso autoreferenziale che lega la figura del Boss alla squadra del
cuore. Per dimostrare una potenza ed una legittimazione che non è
solo nel piombo dei proiettili o nelle intimidazioni violente, ma
cerca di insinuarsi nella mente, sfruttando ciò che piace, quel che
appassiona. Ben oltre il fischio finale dei 90 minuti.
Consigliato.
Marco
Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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