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Witch & Wizard
Il nuovo ordine
Autore: James Patterson - Gabrielle Charbonnet
Genere: fantasy,
avventura.
Whit e Wisty, sono
fratello e sorella di 17 e 15 anni.
Una notte, come tante, è
l'alba del Nuovo Ordine.
E' ancora buio quando
nella loro casa irrompono uomini armati, vestiti con tute militari
nere che immobilizzano i loro genitori e arrestano i due giovani.
Non prima però che
l'Unico fra gli Undici, cioè il leader supremo al potere abbia loro
contestato l'accusa: l'essere maghi.
I due giovani, increduli,
devono accettare la mala sorte dei genitori, apparentemente destinati
alla pena di morte e persino l'essere inquisiti da un giovanissimo
compagno di classe di Wisty che pare essere uno degli Undici, cioè i
rispettivi quanto totalitari controllori dei settori in cui si dirama
la nuova società civile, secondo il Nuovo Ordine. Come ad es. la
giustizia in mano ovviamente all'unico Giudice.
Un delirio di onnipotenza
che vede nella magia una forza ostile, da perseguitare prima che si
manifesti, in quei Bambini che, dotati, anche se a loro insaputa,
devono essere schiavizzati e se necessario soppressi con una pubblica
impiccagione.
Deportati in prigione,
prima e in un istituto a prova di incantesimi e per la cura delle
malattie mentali poi, i due giovani oltre a scoprire le loro abilità
magiche, recano con sé due oggetti: una bacchetta e un libro le cui
pagine sono bianche.
Oggetti magici, che
canalizzano il potere che cresce dentro i ragazzi e che li condurrà
ad una rocambolesca fuga, nella consapevolezza che i genitori sono
ancora in vita e che la speranza non è morta.
Esiste un modo per
penetrare i segreti del Nuovo Ordine, e cominciare una resistenza che
si trasformerà in una guerra per la libertà.
Patterson è
probabilmente uno dei fenomeni contemporanei editoriali più
interessanti, per via dell'altissimo gradimento che il pubblico
tributa a questo straordinario Autore di thriller.
Da anni è fra i miei
preferiti e ammetto senza riserva che ad ogni sua uscita provo un
avidità insopprimibile nel voler leggere i suoi nuovi romanzi,
spesso riguardanti celebri serie come «Le donne del club omicidi»
o le indagini del detective Alex Crosso, o ancora della serie
“Maximum Ride” come pure la neonata agenzia investigativa
«Private».
Ho accolto con entusiasmo
da lettore, questa sua incursione del tutto nuova nel genere del
fantasy.
Purtroppo, malgrado sia
un suo grandissimo fan, faccio davvero fatica a salvare qualcosa di
questo romanzo. A parte il ritmo narrativo che è come sempre fluido,
immediato, coinvolgente, a tratti letale. Un impatto emozionale che
riesce a fondere l'alta qualità dialettica / discorsiva con le
descrizioni ambientali e sopratutto caratteriali.
Il solito stupefacente
cocktail di credibilità alla James Patterson che trascina il lettore
consentendogli di immedesimarsi nella lettura.
Per alcuni, forse, questo
è abbastanza.
Ma stiamo parlando di un
grande della letteratura contemporanea. Non di un esordiente, non una
promessa, ma una concreta quanto affermata stella della narrativa.
Proprio per questa
ragione questo romanzo è drammaticamente scadente.
Il genere, pur essendo fantastico, si inserisce nel filone noto come "young adult" cioè più prossimo all'adolescente / adulto piuttosto che al "young young" cioè bambino / adolescente.
Le prime due parti si
presentano anzitutto più come il «pilot» di una serie
televisiva.
In certuni casi fa il
verso ad alcuni elementi che con la momentanea fuoriuscita dalla
scena di Harry Potter sembrano aver lasciato in una sorta di vuoto
narrativo fra cui il corporativismo nel mondo magico e la sua
coesistenza seppure in separazione, con la realtà circostante. Come
pure il punto di vista adolescenziale e la crescita caratteriale
fortemente condizionata dal nuovo individuo che rinasce insieme con
il suo “avatar” magico: il nuovo Io dal punto di vista
sociologico e di iterazione.
Tuttavia, questi due
fratelli With e Wisty sono annichiliti da una banalità dilagante.
Situazioni che sembrano
la descrizione di un immagine fotografica, e attorno alle quali si
costruisce un intera serie di capitoli, anche piuttosto ripetitivi,
laddove cambiano le ambientazioni, ma l'iterazione rimane la stessa.
Cioè è dovuto
probabilmente alla necessità di creare lo scenario nel quale i
protagonisti si devono muovere e nel contempo dare sostegno allo
svolgimento della trama, ma il risultato è una serie di prevedibili
quanto scontati cliché assolutamente già noti al grande pubblico,
nella letteratura come pure nel fumetto e non ultimo nella fiction.
Niente di nuovo quindi.
Se non delle croniche
forzature, del tutto funzionali allo svolgimento della trama. Ad
esempio il fatto che i due giovani vengono arrestati però hanno
diritto a portare un oggetto con sé.. ma come? Due sospetti maghi
che portano la bacchetta e il libro? Questo Nuovo Ordine non sembra
molto intelligente.. Il fatto è che servivano questi oggetti al
narratore e quindi..
Non ci siamo proprio.
La magia poi è del tutto
atipica, in verità questi presunti adolescenti maghi rassomigliano
parecchio a degli X-men.
Più che di vera e
propria magia a me pare che siamo in presenza di super poteri in
stile Marvel.
Esattamente come i
«cattivi» di turno, oltre che rifarsi un pò troppo sempre ad Harry
Potter (il compagno di classe viscido e con la puzza sotto il naso è
davvero eccessivamente simile a un certo signorino di Serpeverde..),
non hanno alcuno spessore. Sono cattivi. Punto. Il loro carattere non
spiega il comportamento. All'opposto quest'ultimo sembra più tarato
sulla falsa riga di una sceneggiatura, ma questo è un romanzo e i
protagonisti non vanno in onda per una manciata di minuti.
L'Unico fra gli Unici,
più che essere davvero pericoloso, sembra una controfigura. Un
sapientone che cerca di ingigantirsi con l'ultima parola e qualche
effetto speciale. Senza mai essere efficace. Sappiamo tutti dalla
prima riga che non sarà sconfitto e che ci rivedremo al prossimo
episodio.
Questo ci conduce ad un
altro elemento abbastanza fastidioso qual'è la negazione plausibile
del concetto di morte. Non si capisce cioé se la storia avrà il
coraggio di andare ad approfondirlo e come tale si rivolgerà ad un
pubblico maturo oppure la inseguirà, semplicemente pur
accarezzandone i contorni non le darà il carattere della
inevitabilità.
Più che un avventura
fantastica siamo in presenza di una fantastica messa in scena dalla
quale forse si potrà ricavare un telefilm o magari un fumetto, ma
come romanzo vale davvero poco o nulla.
Non parliamo poi della
(in)evitabile profezia che aleggia sui due giovani maghetti.. è un
elogio alla banalità creativa e un offesa ai lettori perchè
palesemente sembra il “trailer” dei prossimi episodi. Di quella
che sembra una seria nata per essere in sette o undici testi a
seconda che ogni volta si cerchi di realizzare un pezzo della
profezia o combattere uno degli Undici facenti parte del supremo
Nuovo Ordine.
In quest'ottica lo
scontro finale con l'Unico Giudice è abominevole. Si risolve con un
incantesimo da coniglio nel cappello: una sciatteria ben poco
favolistica. Forse il prodotto dell'epoca delle Winx, ma la fantasia
è altro, davvero qualcosa di molto, molto diverso.
Circa il metodo
espositivo scelto, è quello di capitoli brevi, a volte brevissimi
che focalizzano il punto di vista dei due fratelli, in prevalenza
alternandosi cioè una volta With e poi Wisty (o viceversa): una
narrazione contemporanea e progressiva basata sui protagonisti.
Funziona solo a tratti: nella maggior parte dei casi è fastidioso
per il lettore in quanto, evidentemente per non essere noioso, il
medesimo concetto o sensazione, non può essere ribadito ad ogni
cambio fra la prima persona di With e poi quella di Wisty così il
risultato è che sembrano più gemelli siamesi, le cui diversità
anziché essere naturali danno l'impressione di vere e proprie
necessità narrative. Un distinguo insomma, irrinunciabile per la
stesura del testo, ma che snaturalizza tutta crescita e lo sviluppo
interiore dei protagonisti.
Questi ragazzini sono due
scatole vuote.. es, nel caso di With, i sentimenti dell'adulto per
l'amata scomparsa, non sono quelli di un diciottenne che la rivede in
sogno, ma di un goliardo innamorato e narcisista che ha bisogno
dell'amata per colmare le sue insicurezze. Abbastanza ridicolo
esattamente com'è asincrono il carattere ribelle e provocatorio
della quindicenne.. forse più adatto ad uno spot pubblicitario.
«Witch & Wizard»
è un pessimo romanzo, una storia con dei gravissimi limiti,
fortemente stereotipata, anche se magistralmente esposta con uno
stile più adatto al thriller che al genere fantasy. Reca la firma di
un grandissimo Autore, ma è noto che anche i più grandi chef ogni
tanto fanno a pugni con la propria cucina. E' questo il caso.
Sconsigliato a tutti.
Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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