sabato 13 ottobre 2012

Il labirinto dei libri sognanti

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Il labirinto dei libri sognanti

Autore: Walter Moers
Genere: Fantastico



Ritorna Ildefonso de' Sventramitis, il più grande scrittore di Zamonia, nonché illustre Vermicchione, reduce dalle avventure che lo videro scampare all'incendio di Librandia dopo una serie di peripezie fra il magico e l'avventuroso.

Orbene, oggi Ildefonso è talmente adorato dai propri lettori che ha bisogno di ritirarsi in un luogo ove sfuggire alla fama e alla bramosia di quanti non fanno che importunarlo.

Così decide di rifugiarsi a Forte Vermicchio per trovare pace, tranquillità e naturalmente buona cucina.

Tuttavia, egli ignora che passati sono 200 anni e la città dei libri sognanti è risorta dalle sue stesse ceneri, ma a ricordargli il fato che lo attende ci pensa una lettera, tanto misteriosa quanto inaspettata.

Il contenuto è apparentemente uno scritto anonimo, che disgusta Ildefonso per le fattezze di bassa levatura e scarsa cultura. Uno scritto puerile di un becero autore, egli pensa, mentre scopre con stupore che la firma in calce all'opera è la sua. Un falso? Forse.

Ma c'è di più, perchè nel post scriptum si legge: “il ré delle ombre è tornato”.

Colto da un sentimento di inquietudine e vaghezza il protagonista vermicchione scopre che la provenienza della missiva è proprio Librandia, Catacombe di Mezzo / Grotta di pelle.

Un viaggio quindi si profila all'orizzonte, anche se comincia in verità come una passeggiata con oggetti preparati di tutto punto per facilitare il cammino, e fra questi anche il misterioso Libro Sanguinoso, che Ildefonso ha aperto solo tre volte in passato, sempre trovandosi di fronte a frasi che suonavano come un epitaffio.

Una nuova avventura pertanto: un mistero da rivelare e protagonisti da (ri)scoprire.



L'Autore è già noto al grande pubblico per i suoi successi e in quest'ultima opera ripercorre i tratti salienti del suo metodo narrativo altamente discorsivo e riflessivo. Una scrittura vissuta in prima persona con gli occhi e la mente del protagonista centrate nello svolgimento di una serie di eventi il cui catalizzatore è facilmente individuabile nel piccolo, ma assai geniale universo fantastico creato ad hoc.

Impariamo fra l'altro nuove e intriganti fattezze della razza vermicchiona, ritroviamo l'ego e l'intelletto di Ildefonso che spesso si pongono in contrapposizione tra loro come un compendio di oggetti e di luoghi indubbiamente piacevoli per gli amanti del genere fantastico.

Libro considerato per bambini? Non direi, semmai adolescenti che non hanno fretta di crescere, ma certamente apprezzabile, come molto spesso accade in questi casi, anche (se non sopratutto) dal grande pubblico.

Enigmi, misteri, magia, alchimia: il teorema fantastico si svolge e nel contempo si fonde più che altro entro quella che è l'avventura, in uno scenario ove l'indefinito è un aspettativa per il lettore. Di qui il fascino della scoperta che rappresenta il vero e proprio leitmotiv del romanzo.

Un meccanismo ben oliato e di successo che si ripropone quindi in tutta la sua semplice, ma assai ben argomentata mole di surrealismo.

La credibilità del tutto è anzitutto rimessa alla comprensione dell'ego dispotico e narcisista del protagonista, il quale arbitra come giudice e giuria le proprie scelte in virtù delle emozioni e delle sensazioni.

Un eroe inconsueto di cui però è assai difficile non innamorarsi.

Torniamo quindi a Librandia che dietro la sua nuova vita nasconde, negli anfratti delle profondità più labirintiche, vecchi ed inquietanti segreti.



Il labirinto dei libri sognanti” è il nuovo romanzo fantastico di Walter Moers che ci riporta a Librandia in compagnia dell'ormai celebre protagonista Ildefonso De' Sventramitis per vivere un altra affascinante avventura in un modo inconsueto dove il mistero e la magia regaleranno al lettore piacevoli ore di fantastiche scoperte.

Suggerito ad un pubblico di tutte le età, che ami il genere, conosca l'Autore e abbia già letto del protagonista.

                                                                        Marco Solferini
                                                                      marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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1 commento:

  1. Caro Marco,

    Permettimi di dissentire.

    Sono un grande fan di Moers, e finora ho adorato tutti le sue storie ambientate in Zamonia ma... Il Labirinto dei Libri Sognanti si è rivelata una delusione sotto più punti.

    In primis... Ma Moers ci prende in giro? Dedicare una quarantina di pagine buone per riassumere "La Città dei Libri Sognanti" mediante un spettacolo di burattini con degli occasionali "era strabiliante", "avevo le lacrime agli occhi" ecc ecc è semplicemente un modo di irritare il lettore! Quell'interminabile capitolo poteva essere riassunto in un "lo spettacolo, basato sul mio libro...", senza bisogno di rivaleggiare con Wikipedia per chi riassumeva meglio la trama. Capitolo fondamentalmente inutile che si aggrappa (disperatamente) alla genialità del predecessore...

    (SPOILER) - Il finale: Di nuovo, Moers *ci prende in giro*? Mantenere un tono PIATTO, praticamente senza avvenimenti degni nota per 400 pagine e poi, quando finalmente arriva alle catacombe, chiudere il romanzo. Eppure non si era mai fatto problemi a pubblicare due "libri" in uno (vedi: Rumo, Città Libri Sognanti), perché questa volta li deve pubblicare separatamente? Sa di mossa per fare soldi...

    Andando oltre: Librandia era morta e sepolta, e per quanto mi riguarda consideravo chiusa la storia nel libro precedente. Che le avventure del Vermicchione andassero avanti, ma NON a Librandia! La città aveva già dato tutto quello che poteva dare... Far ricomparire la città "a tavolino" sembra una mossa abbastanza pigra di chi non ha voglia di creare una nuova ambientazione...

    Persino i PERSONAGGI sono riciclati! A parte rari casi, tenebroni, squalombrichi, cacciatori di libri (pardon: libronauti) e giornali viventi sembrano scongelati direttamente dalla "Città"...

    Carina l'idea del fiume vivene e della zona avvelenata, peccato per niente sviluppate...

    La (lunga) descrizione dei vari burattini/marionette sembra un elenco della spesa, rimpiango la lista culinaria dell'Accalappiastreghe e dei vampiri di Atlantide nelle "Tredici Vite".

    Detto questo, non dico che il libro non fosse leggibile, ma semplicemente a mio parere manca del genio a cui Moers ci aveva abituati, e che spero VIVAMENTE di ritrovare nel sequel. (SEQUEL che spero non dovere aspettare altri cinque anni!)

    A.

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