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* * *
Cinquanta sfumature di
grigio
Autrice: E. L. James
Genere: erotico
“Cinquanta sfumature
di grigio” è un romanzo che ha riscosso un enorme successo di
pubblico.
La storia è quella della
21enne Anastasia Steel, convivente con Katherine Kavanagh che scrive
per il giornale dell'Università, e che ha ottenuto di poter
intervistare il ricchissimo nonché riservatissimo Christian Grey,
patron dell'omonima società.
Purtroppo, “Kate” non
si sente bene il giorno dell'intervista e allora si fa sostituire
dall'inesperta “Ana” la quale, a parte inciampare all'ingresso
nella sala riunioni del giovanissimo 27enne Grey, ne rimane
completamente invaghita.
Un vero e proprio colpo
di fulmine, di più.. visti i pensieri della giovane, meglio sarebbe
di libidine!
Grey non è soltanto
ricchissimo e un pò misterioso nella sua maniacalità per il self
control, che spesso sconfina dai propri territori per invadere
quelli altrui nel risiko dei rapporti interpersonali, ma è anche
bellissimo.
Un vero e proprio dio
greco fatto uomo. Non c'è una sola lacrima d'imperfezione in
quest'uomo: dal fisico, all'espressione, passando per mani e denti,
sarebbe in altri termini la disgrazia vivente di ogni chirurgo
plastico e per effetto il prototipo vivente della super razza
maggiore.
Altro che siero del
supersoldato.. Capitan America fatti da parte è arrivato il
nonplusultra dell'immacolata perfezione!
Ana invece è una ragazza
introversa, che ama la letteratura classica britannica, sbarca il
lunario lavorando in un negozio di ferramenta, pensa più di quanto
gli riesca di parlare in un modo che la rende forse più un fenomeno
di scienze della comunicazione e si appresta, al termine degli studi,
a trasferirsi a Seattle insieme con l'amica del cuore.
Nel mentre, ovviamente,
sta inviando curriculum presso diverse società, nella speranza di
non essere precaria.
In Italia una così si
darebbe alla politica non fosse per il messaggio “think
positive”.
Naturalmente, anche
Christian Grey si sente attratto da lei, a tal punto che non riesce a
farne più a meno, e del resto nulla di più probabile no?
Bellissimo, ricchissimo, deve proprio aspettare che arrivi “Miss.
Acqua e Sapone” con la sua fragilità emotiva a go go, per
trovarsi una donna.
Succede proprio tutti i
giorni nella vita reale!!!
Ma, (ci dev'essere un
“ma” altrimenti..) il rapporto con il sesso del misterioso uomo
d'affari è del tutto atipico e certamente particolare.
Così inusuale che per
avere una relazione con lui occorre firmare un bel pò di
“scartoffie”, tutte rigorosamente predisposte dagli
Avvocati. Accettare cioè delle regole: un “memorandum of
understanding” su cosa fare o meno quando si fa sesso fra
dominatore e sottomessa.
Non solo, ma accettare di
essere la compagna di Christian Grey (l'uomo che, come lui stesso
afferma, non fa sesso, bensì fotte! Una volta era l'uomo “Mastro
Lindo” o “Big Jim” adesso c'è lui..) significa
accettare un vita parallela, servizievole e fatta di sesso forte,
senza freni ed inibizioni, a volte persino in quella che sembra una
stanza di torture dell'inquisizione (possiede un elicottero e si è
fatto costruire proprio quella che sembra una stanza delle torture..
deve proprio avere un ottimo pusher).
Un sesso che si basa su
premi e punizioni. Insomma, a seconda che tu faccia la brava o la
cattiva; in quello che è un exploit di originalità paragonabile
alla scoperta che con la carta stampata è meglio non produrre la
carta igienica.
La storia è un
macroscopico cliché porno erotico di tutto quello che sia è
facilmente intuibile per pregresse opere, non solo letterarie, ma
anche cinematografiche che ricalcano il medesimo argomento. La
sensazione è quella di mangiare un frittatone non solo scotto, ma
proprio bruciato, tanto è stato a lungo rigirato a fuoco lento.
Dopo 70 pagine di pura
noia, comincia almeno il sesso, che in realtà non ha niente di
diverso da un qualunque film hard. Anche nella sceneggiatura
dei dialoghi!
Se nonché viene
intervallato da banalità che strappano a dir poco sorrisi per la
loro scarsa probabilità.
Scopriamo infatti che
“Ana”, la quale non può certo esse un brutto anatroccolo visto
che praticamente tutti i maschi presenti nel romanzo se la vogliono
allegramente scopare, è niente di meno che: vergine!
Quindi l'Autrice ci
propone sei o sette pagine di “sverginamento”, dopo ce ci aveva
tediato con dozzine di paragrafi fotocopia dove lei si sentiva
attratta in modo irrefrenabile, morboso, quasi sentendosi strappata
alla realtà.
Non solo, ma se la povera
Kate aveva impiegato nove mesi per avere un intervistina, piccolina
piccolina, con il magnate Christian Grey, pare che dopo aver
conosciuto Ana, questi non abbia proprio più niente da fare..
nemmeno una “holding” da mandare avanti!!!
Potenza dell'amore
penseranno i più romantici..
Certo, quando si ha a che
fare con un uomo ricchissimo che può permettersi assegni da milioni
di dollari, appartamenti, abiti e doni preziosi, cui si aggiunge una
bellezza che definire cristallina è dir poco, difficile non
incardinare l'ideale femminile di molte cinquantenni insoddisfatte e
frustrate che probabilmente vanno in palestra dopo aver sognato tutta
la notte il personal trainer.
La verginella 21enne
invece non è solo casta, ma anche pura d'animo. Lei manda curriculum
nella speranza che qualcuno le dia un lavoro, ma non vuole
assolutamente mandarne nella società del suo amante, nemmeno può
accettare che questi le comperi dei vestiti, e ovviamente, se le
regala dei libri che costano circa 14mila euro si sente in dovere di
restituirli.
In apertura della
recensione ho affermato che in Italia l'avrebbero candidata in
politica, adesso mi correggo: SANTA SUBITO!
Del resto è noto ed
abbiamo noi tutti ampie dimostrazioni alla luce di tutti i giorni su
quanto poco importante sia il denaro per l'universo femminile!!!
Quindi, mi sembra giusto che proprio questa voglia l'uomo e non il
miliardario!!!
Orbene, a parte quanto
sia poco plausibile il pensiero di Kate, la sua verve sessuale altro
non è se non un miscuglio di luoghi comuni che l'Autrice ci
(ri)propone con tutte le posizioni del “kamasutra”.
Cui fa seguito
l'inevitabile finale scontatissimo.
Una volta si discuteva se
il personaggio avrebbe o meno subito un evoluzione, ritrovando se
stesso ed una maggiore consapevolezza della vita, o viceversa ci
sarebbe stata l'accettazione Shakesperiana del non – essere, con la
sopportazione del carico di irritualità e debolezze, adesso si
tratta soltanto di salvare il lettore che dopo 550 pagine merita una
flebo della mitica “sviluppina” cioè un concentrato di
buon gusto.
La scenetta finale
infatti è l'inno alla gioia della mediocrità. Il mitico dialogo in
stile: “non voglio nulla che mi ricordi di te”, per poi passare
al “stai cercando di ferirmi”, ma il meglio è tutto nella fine
quando la nostra Rossella O'Hara si stringe nel letto con fazzoletto
alla mano e piange lacrime di disperazione per questo destino così
amaro.. wow! Se domani è un altro giorno, ripensando a questo
romanzo l'unica frase sensata è: “poveri alberi!”: tutta
questa carta che si poteva risparmiare
Ahimè è vero: l'Autrice
ha scritto due seguiti, ma del resto il “sequel” è tipico
del genere horror.
Praticamente, siamo di
fronte ad un romanzo rosa trapiantato alla grande distribuzione che
ha avuto un successo enorme di pubblico.
Il che merita rispetto,
in quanto indubbiamente la voce critica più importante è il
passaparola dei lettori.
Massimo rispetto, ma
libertà di opinione critica.
Ancora una volta quando
c'è di mezzo il cibo ed il sesso la gente sembra gradire.
A parte l'assoluta
inconsistenza della figura maschile, praticamente assente, modello:
encefalogramma piatto, quella femminile che il romanzo offre è a dir
poco un martirio vivente al senso comune.
Questa “Ana” è
talmente vuota da non essere nemmeno presente.
Le sue sterili
riflessioni anticonformiste e la completa assenza di un barlume di
ragionevolezza e/o di realismo, la rendono un argillosa bambola
gonfiabile, nelle mani del più esperto pervertito di turno.
Il popolo femminile che
si può identificare in questo malconcio riflesso di Eva, altro non è
se non quello delle frustrate iscritte al club rosa delle occasioni
mancate. Cioè di quante non sono nemmeno state sfiorate dall'idea di
un rapporto del genere, anche ad intermittenza, se non forse dopo il
sesto drink superalcolico, nei mitici tempi in cui i loro anni
terminavano ancora nell'alveo degli “enti”..
Nel romanzo, troviamo
quindi il prototipo di una donna lasciva, che non è capace di
controllarsi ne di imporsi, che si prodiga fittiziamente nella
rinuncia per far felice il proprio amante, mentre invece è
egoisticamente ed egocentricamente dedita a sperimentare il piacere.
Biascica concetti
usurati, indegni della letteratura anglosassone cui cerca
disperatamente di ispirarsi in alcuni attributi al senso della vita
che non va oltre la giovinezza di un momento vissuto intensamente.
Siamo al grottesco, un tentativo pateticamente naufragato che lascia
interdetto il lettore, privandolo di ogni ruolo, ed anzi
infastidendolo.
Il tentativo di
coinvolgere al ritmo di un “chissà che cosa le farà?” va
deserto, in quanto alla fine di tutto questo misterioso sesso urlante
e indescrivibile, dopo il c.d. tunnel, troviamo soltanto qualche
frustata sul sedere! Ma per favore!
In realtà, il lettore sà
già tutto ciò che accade e con largo anticipo: potrebbe benissimo
smettere di leggere a pagina cento e proseguire da solo. Persino
nelle riviste scandalistiche c'è un rapporto più carnale. Mentre
qui siamo di fronte alla banale sciatteria sessuale.
“Cinquanta sfumature
di grigio” è un romanzo erotico, la cui trama è un offesa al
senso comune. Insulsa, involuta e poco plausibile, carica di
antinomie ed incongruenze. Più che un atto di erotismo, è un atto
di autolesionismo per il lettore addentrarsi in queste pagine
infinitamente identiche e stancamente prive di originalità,
drammaticamente incapaci di appassionare.
Astenersi. Vade retro.
Scappate a gambe levate (formula
in chiave cinematografica dell'horror: “non aprite quel
libro”)
Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com