Un ringraziamento particolare agli sponsor:
Libreria - Galleria
IL SECONDO RINASCIMENTO
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
Il luogo ideale dove trovare i Tuoi Libri
http://www.ilsecondorinascimento.it/
***
Palestra Performance
Centro estetico e fitness.. nel cuore di Bologna
***
Palestra Performance
Centro estetico e fitness.. nel cuore di Bologna
* * *
La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
* * *
Gli uomini e l'amore
Autrice: Antonella
Boralevi.
Genere: sentimentale,
romantico, uoristico.
L'Autrice ci propone un
romanzo goliardico e intelligente. Nel quale la “stanchezza”
degli uomini assume lo status sociale di un vero e proprio lassismo
da rassegnazione quale stile di vita contemporaneo.
“Tutto scorre”
direbbe Eraclito, ma certo restarsene ad osservare le stagioni della
vita dal proprio giaciglio di inconcludenza assume proporzioni
snervanti, quasi frustranti per coloro che “scorrendo” ruotano
intorno all'inamovibile punto fermo maschile.
“Nel frattempo,
pervicacemente, con la forza della disperazione, gli uomini si
riposano. Considerano la seduzione, giustamente, faticosissima. Nei
salotti come a mensa si raggruppano tra loro, in ben compatte
formazioni che fronteggiano lo sbarramento femminile con l'indomito
spirito della testuggine romana, si barricano dietro a conversazioni
su “Quattroruote” e “Motociclismo”, con la mesta
consapevolezza della inaffidabilità di argomenti fino a ieri
ritenuti baluardi invalicabili. Perchè ormai, di calcio parlano
sopratutto le donne, di politica anche, e solo citando il
differenziale autobloccante c'è qualche speranza di essere lasciati
in pace”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di
Antonella Boralevi, ed. Bompiani.
Da questa piacevolissima
e altrettanto godibile lettura fuoriescono un insieme di usi e
costumi che rassomigliano a un piccolo arcipelago di vizi e virtù
quasi domestiche per la fanciullezza con cui vengono espletati nella
quotidianità della vita.
“Infatti il massimo
richiamo erotico e seduttivo di oggi lo si ottiene vestendosi da
collegiale, chiudendo tutti i bottoni della camicettina a fiori
infantili e possibilmente avendo capelli piuttosto spogli, come la
vittoriosa verfine delle Sfumature. Non pochi stilisti hanno capito
l'antifona e persino Roberto Cavalli, il genio del fascino femminile,
il creatore di abiti capaci di rendere sexy anche una scopa, adesso
disegna collezioni elegantissime e caste”. Tratto da “Gli
uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.
Siamo in presenza cioè
di una parabola determinata dalle convinzioni, dai luoghi comuni, da
quell'antropologico gusto per la sapienza cittadina, la cara vecchia
vox populi che una volta ispirava i proverbi e che adesso sembra
concentrarsi sul “metodo quantitativo” più che su quello
“qualitativo”.
E' infatti l'inossidabile
ostracismo con cui l'uomo rimane o ritorna ad ancorarsi ai “suoi”
capisaldi dei luoghi comuni che l'Autrice mette in prosa con
umoristico senso di constatazione dell'ovvio.
“E' la Moglie
l'uscita di sicurezza dell'uomo stanco con cui ci tocca, al momento,
avere a che fare. La Moglie. Faro luminoso nella notte delle lusinghe
femminili, porto sicuro dopo le nebbie di affannati corteggiamenti
sul luogo di lavoro (si dichiara molestato, con la solita smania
statistica, il cinque per cento degli americani), scudo e vindice
contro amanti dalle pretese eccessive. Chi non ha accanto una Moglie
salvifica, finisce malissimo, perfino con un punteruolo nella gola e
sangue dappertutto. La Moglie è talmente indispensabile all'uomo a
riposo che, esaurita la prima, passa alla seconda e talvolta alla
terza, senza soluzione di continuità”. Tratto da “Gli
uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.
Incontriamo quindi una
serie di espedienti e di situazioni che identificano il maschio nel
suo rapporto con l'amore. Sia esso giovane o maturo, abbia esperienza
o sia alle prime armi. C'è un tono farsesco ricco di piacevolezza
nella cifra letteraria dell'Autrice, la cui esposizione è sempre
garbata dialettica e umoristicamente votata all'allegria. Pur senza
rinunciare al celebre umorismo del contrario Pirandelliano.
La metafora come
l'allegoria sono spesso sferzanti, un po' audaci, a tratti persino
pungenti perchè esiste un pizzico di cattiveria che sa farci
sorridere tanto quanto riflettere.
“La sessualità sta
diventando anche da noi una messa in scena. Un allestimento. E più
la scenografia diventa lussureggiante, o inquietante, più dettagli
ci sono, più manette, più fruste, più sperma schizzato da decine
di uomini su due donne stese su un divano nei club erotici che ormai
espongono per strada, ben visibile, la loro insegna, meno
coinvolgimento c'è. Tutto il teatro del sesso si svolge senza
interferire con l'emozione. Tutto è, insieme, bagnato di liquidi
organici e totalmente asettico”. Tratto da “Gli uomini e
l'amore” di Antonella Boralevi, ed. Bompiani.
Naturalmente anche le
donne salgono agli onori della cronaca narrativa.
Prevalentemente a causa
delle loro ingenuità storiche nei rapporti di coppia. Laddove
appaiono a volte come le eterne incompiute rispetto a quel
cambiamento che significherebbe la definitiva emancipazione. Così
desiderato da essere forse più mitico che mitologico perchè
paradossalmente irraggiungibile per quanto inseguito.
Forse perchè la sottile
morale è che non è tanto il traguardo a rappresentare il tutto
bensì la ricerca stessa. Che è sopravvivenza dell'io. Anche se
provoca sofferenza, rammarico, sensi di colpa.
Spuntano quindi le
antinomie del “vorrei, ma non posso”, le scelte che sono da un
lato un atto di responsabilità, ma nel contempo rassomigliano a un
farmaco del tutto inutile perchè non di malattia si tratta, ma di
vita. Pura e semplice. Come tale inguaribile.
“Le donne hanno
adesso la fastidiosa abitudine di raccontare che per loro il sesso è
separato dall'amore ma, all'atto pratico, di non crederci per niente.
E perciò di pretendere, dopo telefonate, cene fuori e le più
smaliziate anche iPad e lavatrici in regalo, solo perchè una sera ci
si è lasciati convincere. E non importa, agli uomini, sapere che
l'attaccamento delle poverette è una condanna biologica, la solita
storia del nido e della specie. Niente, le donne non si danno pace,
ne intendono farsi da parte dopo l'avvenuta consumazione. E perciò
gli uomini si guardano intorno. E poi si fermano al corteggiamento”.
Tratto da “Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi,
ed. Bompiani.
Mentre all'uomo (troppo)
spesso tutto sembra dovuto.
La giustificazione anche
per gli errori più banali pare essere più facilmente a portata di
mano.
E c'è un non senso
comune a disciplinare queste regole non scritte basate su di una
sopportazione omissiva dove la concessione di quel “di più”
passa sottobanco. Blandamente inosservata. Forse il retaggio di una
società fortemente maschilista che oggi ha imparato soltanto ad
esserlo in modo meno spudorato.
Tante sono le prove di
questa distrazione consapevole che per quanto platealmente fastidiosa
non sembra minimamente destinata a passare di moda.
“Il pianto maschile,
più del pianto di donna, che per forza di cose ha dovuto imparare a
bastarsi da sé, pretende di trovare consolazione, o almeno di
suscitare sensi di colpa o al minimo un certo dispiacere a chi si
trovi ad assistervi”. E', per così dire, un pianto meno emotivo e
più cerebrale. Non a caso, nei più aggiornati manuali che insegnano
come far carriera, si raccomanda a manager, impiegati, professionisti
e dipendenti in genere, di imparare a piangere per finta, così da
simulare un inconsulto singhiozzo quando torni comodo. Mai però più
di una volta nell'intera vita lavorativa, per non sciupare l'effetto.
Certo, nella nuova licenza di piangere, gioca anche la simpatica voga
della lagna”. Tratto da “Gli uomini e l'amore” di
Antonella Boralevi, ed. Bompiani.
Per ogni circostanza, o
se meglio volessimo stato emotivo, vita affettiva, amoroso
coinvolgimento, l'Autrice propone un paragone con il grande schermo.
Cita cioè i personaggi del cinema nelle scene più epiche che hanno
da sempre rappresentato alcuni tratti salienti della realtà
trasportandola nel magico mondo cinema.
Forse perchè è lì che
tutti riusciamo ad immedesimarci. Ed è un modo per farci riflettere
sul fatto che nella vita gli attori siamo noi.
“L'amore coniugale è
riconoscenza, devozione, senso di colpa, del dovere, angoscia del
tempo che passa, depressione strisciante, ansia di poter contare su
qualcuno in caso di influenza, otite, raffreddore, necessità di
accompagnatrice presentabile nelle occasioni di carriera, mutuo
soccorso, società per azioni, trust, antitrust”. Tratto da
“Gli uomini e l'amore” di Antonella Boralevi, ed.
Bompiani.
“Gli
uomini e l'amore” è un godibilissimo romanzo, elegantemente
presentato con uno stile che riesce a mettere insieme la chiarezza
narrativa con la lucidità di un analisi veritiera e divertente. Per
ritrovarsi, prendersi un po' in giro e naturalmente riflettere.
Consigliato.
Marco
Solferini
puoi
trovarmi anche su: