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IL SECONDO RINASCIMENTO
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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
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Io
sono Alfa
Autore:
Patrick Fogli
Genere:
noir, drammatico.
La
storia di tre persone.
Francesca,
la giovane dottoressa fidanzata con due figli con Luca, agente di
polizia. Paolo, il giornalista di mezz'età con il fiuto per la
cronaca e i «contatti giusti» per le indagini nel sottobosco dello
spionaggio. Infine Gualtiero, l'anziano ex Magistrato e politico che
ha tanti ricordi di un passato difficile da dimenticare.
Li
unirà una serie di attentati dinamitardi e omicidiari. Atti
spietati, feroci, compiuti davanti alle scuole o in casa di cittadini
qualunque. Per colpire i più innocenti. Con una strategia militare
che mira appositamente a fare strage anche dei soccorritori.
Lo
sdegno e la paura dilagano.
Per
tutti e tre i protagonisti questi attentati significheranno molto.
Tantissimo, essi invaderanno la loro vita, cambiandola. Lasciando un
segno indelebile.
L'Autore
si muove discretamente bene in un terreno difficile. La commistione
tra paura e dolore. Indagare la sottile mezzaria che separa il primo
dal secondo. Un confine silenzioso quanto invisibile che però mette
in crisi i rapporti umani nella c.d. società civile.
La
protezione e la sopravvivenza, concetti che delimitano spesso
l'indagine sociologica del comportamento umano, trasmutano e cambiano
E
di sociologia è giusto parlare in quanto le reazioni di tutti e tre
i protagonisti sono spesso uno stereotipo di alcune teorie socio
comportamentali post moderne.
Assistiamo
cioè ad una traslazione dei contenuti di antropologia culturale da
un ambiente a un altro. Esaltando le differenze tra ciò che “cambia”
e quel che “muta”. Mi ha affascinato l'aspetto camaleontico e
contemporaneamente nascosto, celato, quasi dimenticato.
Molto
ben argomentato dal punto di vista espositivo, l'Autore dimostra una
considerevole padronanza lessicale delle metafore e delle allegorie:
pertinenti, non invasive rispetto alla deduzione visiva che si vuole
trasmettere al lettore, riesce a contestualizzare in maniera proba e
virtuosa pur in un contesto narrativo caratterizzato da un ambiziosa
identificazione soggettiva partendo da una cifra narrativa che usa la
focalizzazione (al presente) oggettiva.
«L'esplosione
si mangia ogni rumore. Saltano il cancello, il muretto, il bidone
della spazzatura è lamiera impazzita mescolata ai rifiuti, saltano
le auto in sosta, la porta a vetri della scuola, il muro, i bambini,
gli adulti. Il silenzio si mangia il mondo». Tratto da «Io sono
Alfa». di Patrick Fogli, ed. Frassinelli.
Usualmente
gli scrittori con queste caratteristiche sono anche e forse prima di
tutto dei lettori con alle spalle moltissime letture di romanzi e
padroneggiano una memoria visiva che gli consente di fare appello
alla citazione quale forma di ispirazione evitando il plagio.
Mi
è impossibile non rilevare come a più riprese l'Autore esprima
concetti e formuli schemi narrativi che ho già incontrato in altre
opere, tuttavia c'è una prossimità alla propria che li rende
pertinenti e pur nella cadenza a volte eccessivamente rafforzativa
(le considerazioni su Aprile, quelle sulla pioggia, la neve, ecc.)
risultano comunque spendibili.
Ritengo
tuttavia che nell'esposizione ci sia un eccesso di paratattica. Una
sorta di brutalizzazione del pensiero che diventa quasi la
descrizione di una foto appena pubblicata su Instagram. D'accordo che
è interessante la settorializzazione a caselle dell'organizzazione
in sottocapitoli, ma penso che in alcune circostanze l'editing debba
rallentare un pò.
Questo
timore riverenziale che hanno le Case editrici verso il lettore
annoiato che per questo motivo cestina dopo poche insipide righe il
romanzo perchè lo giudica «lento o pesante» non può comportare
all'opposto la vivisezione grammaticale dei periodi e la
ghettizzazione di un sottoparagrafo reso il più anoressico
possibile.
Il
rischio è quello di dover tornare successivamente sui medesimi stati
d'animo per meglio spiegare il personaggio. Il rapporto empatico e
confidenziale che si sviluppa con il lettore pur se non prolisso,
penso sia meglio organizzarlo in modo verticale in maniera tale che si
comprenda da subito il carattere saliente del singolo per poi
eventualmente esplorarlo, anche mettendolo alla prova.
Siamo
comunque ben lontani da un difetto. E' altamente possibile però, a
mio avviso, che quest'Autore abbia margini di crescita notevolissimi
se abbracciasse tale cambiamento che peraltro mi pare egli non
disdegni a giudicare dalle citazioni di altri Autori presenti negli
incipit del romanzo stesso.
Mi
ha colpito la freddezza quasi caleidoscopica della sua relazione
espositiva dei fatti. Una miniaturizzazione plastica di elementi che
funzionalmente definiscono l'azione collocandola nella cornice degli
eventi. Questa dote usualmente premia gli sceneggiatori. Il risultato
è un ottimo noir.
«Il
terrore non ha bisogno di una firma, è il silenzio eccessivo che
impedisce il sonno, il rumore con cui scricchiola il buio e che non
sai attribuire, un dettaglio che ha molte spiegazioni e una
soltanto». Tratto da «Io sono Alfa» di Patrick Fogli,
ed. Frassinelli.
I
dialoghi non mi hanno fatto entusiasmare. Troppo recitati quelli del
giornalista e affetti da un ampolloso gusto per la malinconia
esperenziale quelli del magistrato. Nettamente meglio il personaggio
femminile il che può significare che forse l'ispirazione proviene da
qualcuno di realmente esistente o che abbia effettivamente vissuto
traumi analoghi. C'è persuasione e parsimonia nel leggere le sue
considerazioni e il livello qualitativo è migliore.
«Alla
fine aveva incrociato il suo viso nello specchio e il dolore era
scoppiato, risalito alla superficie attraverso i lineamenti, le
labbra, gli occhi, il respiro. Non c'erano state lacrime, nemmeno
una. Solo una lunga apnea, l'ossigeno trasformato all'improvviso in
un elemento ostile». Tratto da «Io sono Alfa» di
Patrick Fogli, ed. Frassinelli.
La
narrazione però soffre anche di gravi limiti.
Primo
fra tutti: la struggente malinconia che si respira ben più che a
tratti: un preludio alla rassegnazione celebrata quasi con il
vittimismo eroico dello stoicismo. Inneggia a una morale che spesso
tende al «distruggere per ricostruire» quale conseguenza di colpe
simili a quelle del peccatore massimo.
Esiste
una corpora letteratura che abbraccia ormai un secolo e che ha
esplorato il totalitarismo delle società consumiste in chiave
capitalistica. Vuoi per l'opportunismo o per la questione ambientale,
o per il semplice menefreghismo nei confronti della solidarietà
ormai destinata ad essere commercializzata “on demand”.
Come un consiglio per gli acquisti confezionato per sedare la morale.
Una sorta di diazepam con un fiocco rosso da scartare e ingerire per
l'anima.
L'Autore
insiste troppo sulla drammaturgia di queste sensazioni. Si spostano
da un ambiente all'altro. Una volta è un locale, un cimitero, la
stanza della bambina, ma è sempre la stessa considerazione di fondo,
ben esposta, ma uguale. Troppo insistita.
Alfa
è la perfezione nichilista di uno stereotipo. Quello dello
sterminatore. Il demone che abbiamo concepito, nutrito e poi, figliol
prodigo del parto deviato, egli prova a ucciderci come il figlio
illegittimo di Ré Artu cerca di uccidere il padre e il suo sogno:
Camelot.
L'annullamento
Orwelliano di questo sistema che domina il dominio sarebbe la
risposta per fermare l'implacabile? Una specie di Nulla come quello
che si mangia Fantasia.
La
dissidenza estremizzata, il malessere all'ennesima potenza. Una forza
primigenia che tutto travolge e fagocita e rumina, che sconfigge le
regole dal di dentro e ignora le conseguenze perchè rappresenta
l'inizio e la fine. Un immagine al passo con l'epoca moderna, ma in
tutta franchezza io ritengo sia ancora di nicchia. E' oggetto di
dibattito. Un rumoroso vocio di persone che se ne occupa,
ingigantendo la casistica, ma è, a ben guardare, un nemico
invisibile la cui rappresentazione su carta mi è parsa più simile a
un avvento in chiave quasi profetica.
La
strategia del terrore è nota così come le implicazioni che produce.
La regressione dell'uomo a oggetto di sopravvivenza che nella paura
trasmuta e per salvare se stesso rinuncia ai crismi della società
civile è quasi un dogma da fumetto in stile Joker.
«Da
quanto tempo abbiamo visto arrivare il disastro e non abbiamo fatto
niente? Che cosa abbiamo dato a questa gente, in tutti questi anni?
Abbiamo detto state tranquilli, andrà tutto bene, ci siamo qui noi a
pensare a voi. Abbiamo detto non preoccupatevi è solo passeggero è
solo un momento, finirà presto. E' già finito. Comperate
un'automobile, il frigorifero, viaggiate, andate al ristorante.
Comperate una casa, non importa se costa più di quello ce vale. Una
cucina, una poltrona, un cestino di fragole che pagherete più del
biglietto del cinema. Tutto quello che siete, è quello che avete.
Tutto quello che volete, è quello che potete comprare. Se volete una
cosa potete averla. Un frutto, quando non è la sua stagione. Tutto
quello che puoi desiderare, ti è concesso, senza colpe, ti è
dovuto, è tuo, prendilo. C'è sempre una strada, cerca di essere
furbo, non preoccuparti di essere nel giusto. Non importa se i soldi
non bastano, ve li diamo noi, noi che prendiamo le decisioni e
amministriamo con saggezza il bene e il male». Tratto da «Io
sono Alfa» di Patrick Fogli, ed. Frassinelli.
Mi
fermo perchè non voglio estremizzare la statistica, ma ognuna di
queste tematiche che l'Autore affronta con maturità dialettica e
intelligenza espositiva mi sarei aspettato avessero un evoluzione più
originale. Invece sono fine a se stesse. Manca il salto di qualità.
Quel di più che ho atteso per oltre un centinaio di pagine e che
invece non è arrivato.
Il
finale mi ha deluso. La spiegazione razionale per un qualcosa che
razionale non è penso sia troppo insistita e abbraccia ambiti che
avrei tralasciato (da dove provengono i finanziamenti per esempio mi
interessa poco laddove ritengo già di per sè improbabile che si
verifichi l'Alfa stesso). Avrei preferito la nebulosità della
congettura. Il mercato grigio del probabile fintanto che possibile.
La
spiegazione quindi non mi ha coinvolto. Mentre il finale apocalittico
ci può stare.
Un
ultima considerazione voglio offrirla relativamente al tema del
consumismo che molto si incontra nell'ambito del romanzo.
Piacevolmente discorsivo fa appello sovente a temi e tematiche
comuni, non per questo usurate ben inteso, ma quantomeno conosciute.
Un background che la società della comunicazione globale trasmette
già dagli anni 60. Con molta franchezza ritengo che questo genere di
critica all'estremizzazione del concetto di proprietà che abbraccia anche l'accaparramento in stile rivoluzione francese sia
molto sentito proprio da chi non lo conosce. Cioè da coloro che
idealizzano «come dovrebbe essere», ma non hanno mai sperimentato
«com'è».
Il
tasso teorico non ha caso ha sempre sviato le teorie macroeconomiche
una volta concepite su questo rischio e ha prodotto evoluzioni diverse e
distinte. Oggi è certo che assistiamo ad un dilagante malcontento
che trova nella critica demolitiva una risposta a mò di sfogo, ma le
fondamenta sono deboli. Abbiamo tanta fame di riempirci la pancia, ma
non di capire il perchè è vuota o meglio lo è più di quello che
riteniamo sia sopportabile.
Il
testo di quest'Autore piacerà molto a non pochi movimenti anarchici,
disobbedienti, alternativi e via dicendo (dietro i quali non voglio
traspaia alcuna eccezione negativa in quanto ho cognizione che a
volte questi termini vengono impropriamente utilizzati come
dispregiativi). In particolare piacerà a coloro che cercano un
identità perchè sentono di avere un anima.
«Quando
se ne sono andati, in piedi oltre il confine del parcheggio, capisce
che è il silenzio la vera cifra di quello che sta accadendo. Un non
detto grigio, strisciante li ha condotti fino alla prima esplosione e
ora tutto si è frantumato in mille piccoli silenzi personali, unici,
il tentativo postumo di organizzare una forma incerta di
sopravvivenza». Tratto da «Io sono Alfa» di Patrick
Fogli, ed. Frassinelli.
Chi
ha molte letture di romanzi sull'argomento lo valuterà più
interessante che coinvolgente.
«Io
sono Alfa» è un buon romanzo. Scritto indiscutibilmente bene.
Con uno stile che pur avendo margini di miglioramento, rappresenta un
ottimo punto di partenza per conoscere un Autore molto interessante.
Stimolante
e di facile comprensione è un libro che mi sento di consigliare a un
pubblico esigente di lettori che amano sperimentare, variare e
interessarsi a tematiche impegnative scritte in chiave noir.
Viceversa lo consiglio, con le dovute cautele, ai lettori più accaniti, ma
ritengo che si possa leggere sopratutto per i circoli letterari (club
e simili) onde sviluppare un confronto.
Marco
Solferini
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