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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
Il
miniaturista
Autrice:
Jessie Burton.
Genere:
drammatico - giallo - storico.
Amsterdam,
1686. Petronella Oortman, in arte «Nella» ha appena 18 anni e viene
dalla campagna di Assendelft. La sua famiglia, una volta benestante,
si è impoverita per i debiti di gioco del padre che, morto
prematuramente, ha lasciato la moglie e gli eredi a un passo dalla
rovina.
Per
questo motivo lei è stata data in sposa a Johannes che ha 39 anni ed
è uno dei più ricchi mercanti di Amsterdam.
Giunta
nel cuore del commercio, delle corporazioni e della vita di una città
dove tutto sembra in evoluzione Nella entrerà a far parte della
grande casa di suo marito dove conoscerà la sorella Marin, i
domestici, Cornelia e Otto.
Una
vita difficile, resa più complicata dal fatto che il marito sembra
non riservarle quelle attenzioni che una giovane sposa si aspetta.
Gentile e premuroso, saggio e disponibile, non sembra tuttavia
attratto da lei.
Quale
mistero si cela dietro questa unione?
Mentre
la sorella Marin sembra esserle immotivatamente avversa, l'attività
commerciale di Johannes è una svolta cruciale. Lui è il mercante
che viene dal nulla e che si è arricchito oltremisura, l'uomo
chiamato a una vendita che potrebbe essere il suo più grande
successo o la sua rovina: migliaia di panetti di zucchero.
Un
dolciume poco gradito dalla puritanea e potente classe ecclesiale
della città.
Tra
contrasti ed enigmi sull'attività del marito, Nella riceve da questi
un regalo: una riproduzione in scala della propria grande casa.
Una
sorta di modellino da poter arredare e nel contempo da utilizzare per
conoscere i contenuti di quella sua nuova dimora.
Per
arricchirlo di particolari Nella decide di rivolgersi a un misterioso
miniaturista che nessuno ha mai visto prima.
Questi
non solo le fornirà i pezzi richiesti, ma anche altri che lei non ha
mai domandato, i quali sembrano incredibilmente in grado di
pronosticare il futuro. Un trucco, un inganno o la profezia di
qualcuno che non è quel che sembra?
Il
mistero incombe e tutto avvolge. Il destino di Nella e della sua
nuova grande famiglia è sul filo del rasoio.
L'Autrice
ci propone una cifra letteraria di altissimo pregio.
Capita
raramente nell'arco di un anno di trovarsi di fronte a un opera che
rappresenta nel contempo uno straordinario esordio e un punto di
partenza per lettori di tutte le età.
Lo
stile espositivo di Jessie Burton è anzitutto pulito e organizzato,
scevro da equivoci o macchinazioni-artefatto che cerchino di
ingigantire il sentimento che ben traspare dalla sua capacità
disquisitiva e narrativa.
Un
fiume in piena di sensazioni che diventano carta stampata e
stabiliscono un rapporto empatico riversandosi nella mente e
nell'immaginazione del lettore.
«Si
vede la cognata metterle una corda al collo e appenderla a una trave
del soffitto, le soprascarpe caderle dai piedi pensolanti in mezzo
alle piume, il suo corpo freddo scaldarsi a una poetica luce solare
che penetra dalla finestra. L'immagine di Marin comincia a
confondersi. La donna si leva dai suoi panni nero opachi come una
fenice, immersa in un aroma di noce moscata: niente gigli per lei,
nessuna raffinatezza floreale. Ricoperta di simboli della città, la
cognata è figlia del suo potere: è colei che controlla in segreto
le mappe, che annota esemplari, che annota anche altro, qualcosa che
non è così facile da definire.» Tratto da «Il
miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.
Intelligentemente,
rinuncia da subito alla leziosità dell'esposizione prolissa ed
eccessivamente carica di aneddoti.
Prima
di tutto la storia. La sua storia.
Ma in
realtà, sopravvive e si rafforza pagina dopo pagina la volontà di
mettere al centro anche l'elemento della storicità ambientale della
seconda metà del 1600 in una Amsterdam che viene destrutturata e
ricostruita, semplicemente mettendola dapprima in secondo piano, dopo
cioè la rilevanza dei fatti.
Un
metodo pragmatico che il pubblico ha sempre dimostrato di gradire,
perlomeno negli ultimi 20 anni. Il risultato è che l'azione è
centralizzata su di una focalizzazione in via prioritaria soggettiva.
«Nella
tira fuori il primo oggetto, una scatolina d'argento e lo soppesa.
Sul coperchio, in mezzo a una ghirlanda di fiori e di foglie di vite,
sono state incise una N e una O. La ragazza apre con cautela la
scatola, che ha cerniere ben oliate e silenziose. Dentro c'è un
nitido panetto di marzapane lungo quanto un chicco di caffè, e a
Nella viene l'acquolina in bocca al pensiero della pasta di mandorle.
Vi passa sopra un dito e poi se lo porta alle labbra. E' marzapane
vero, profumato persino all'acqua di rose.» Tratto da «Il
miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.
Mentre
il contesto ambientale è adornato dal punto di vista oggettivo da
una serie di preziosismi che ne caratterizzano l'ambientazione
storica per le prime 100 - 150 pagine, poi contemporaneamente alla
crescita introspettiva della protagonista e allo svilupparsi del
carattere di quest'ultima le due metodologie si fondono in un unicum.
Il
risultato è una lettura ben più che piacevole. Siamo in presenza di
una piccola «magia» narrativa, che provoca assorbimento e
immedesimazione nel contesto. Mentre, in questa ambientazione storica
così ben spiegata, tra i canali, le case, gli usi, il folklore e le
credenze si aggiunge una donna giovane-adulta. Le sue considerazioni
spaziano e indagano tematiche così attuali, vere, coraggiose,
disinibite.
«Dov'è,
lungo la linea di comunicazione tra Assendelft e Amsterdam, che il
suo corpo di sposa è stato ridotto a una parodia? La ragazza guarda
la carta geografica appesa alla parete, decisa a non cedere al
ridicolo delle maniche. Ci sono la Nuova Hollandia, palme che ne
contornano la costa, mari turchesi e facce nere come l'ebano che
invitano chi guarda a entrare nel loro mondo.» Tratto da «Il
miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.
Il
personaggio principale è frutto di una concezione epistolare del
proprio Io, ma raccontata al presente.
Una
scelta coraggiosa. Impegnativa. Le emozioni come pure il suo
substrato di personalità apparente sono infatti da ricondursi alla
specifica evoluzione della personalità di «Nella" che viene
dalla campagna, che si trova a doversi adeguare e poi confrontare con
una realtà avversa. Come tale sarebbe stato più facile,
specialmente per il contesto storico, una narrazione al passato.
All'opposto,
l'azione di scena rappresentata al presente crea una forte empatia
con il lettore il quale viene chiamato a calarsi nei panni della
protagonista. A vivere i suoi dubbi e le sue riflessioni.
«Nella
si ferma e annusa l'aria. Un odore di ferro, di terra bagnata. Il
rumore di un respiro affaticato. Pensa subito a Rezeki. E'
resuscitata. la miniaturista è in casa e ha riportato Rezeki alla
vita. La ragazza si avvia lentamente lungo lo stretto corridoio ce
separa la cucina di rappresentanza da quella della servitù, verso la
porticina che c'è in fondo, oltre la quale si trovano i barili di
birra e le conserve. L'odore si fa più intenso e le si appiccica
alla lingua. E' odore di sangue, inconfondibile. Il respiro è
diventato più forte.» Tratto da «Il miniaturista» di
Jessie Burton, ed. Bompiani.
Per
meglio comprendere la «struttura» di questa protagonista nel ottica
del «come» la scrittrice l'ha impostata, questo mix di elementi si
potrebbero riassumere in due filoni, il primo più espositivo e il
secondo più narrativo. Entrambi dimostrano un alta capacità di
appassionare.
Il
mistero è alimentato da un percorso conflittuale interiore che
somatizza il nuovo con l'inusuale. Il primo è rappresentato dalla
realtà storica contemporanea di una Amsterdam che conosce la propria
opulenza, mentre il secondo è una conseguenza dell'inaspettato.
«Mostrandomi
la mia storia, pensa, la miniaturista ne è diventata anche l'autore.
Vorrei tanto che me la restituisse.» Tratto da «Il
miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.
Per
calarsi in questa oscurità ed uscirne vittoriosa sarà necessario
anzitutto fortificare se stessa, acquisire cioè una libertà figlia
del proprio coinvolgimento emotivo e dell'autocontrollo.
L'ho
molto apprezzato.
Poi ci
sono le descrizioni baciate da una capacità di utilizzare metafore
come pure allegorie che dipingono frasi grandiose. Poetiche. Di una
bellezza cristallizzata nelle proporzioni, nei colori, nella dolcezza
come pure nella forza e nella possanza che da esse traspare. A volte
l'Autrice sembra padroneggiare il battito d'ali di una farfalla,
mentre in altre circostanze è come una freccia scoccata da una mano
salda verso diritta al cuore del lettore.
«Mentendomi
Jack mi faceva vedere la verità, allo stesso modo in cui un quadro
può mostrarti meglio com'è una cosa senza mai divenire la cosa
medesima.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie
Burton, ed. Bompiani.
Ottimi
ed efficaci i dialoghi. Al servizio della comprensione e dello
svolgimento degli eventi. Gradevoli e godibili l'utilizzo di termini
desueti, ma tipici per l'epoca. Preziosismi corretti che ben
significano dal punto di vista antropologico.
«Ho
visto le sue vittime tornare - dice Johannes - con le ossa scardinate
dalle articolazioni e rimetterle dov'erano non è possibile. Gambe
che non sono più gambe, arti che paiono cotone fradicio, viscere che
sembrano carne andata a male. Mi torceranno fino ad aprirmi per farmi
ammettere la mia colpa.» Tratto da «Il miniaturista» di
Jessie Burton, ed. Bompiani.
«Il
miniaturista" è uno straordinario romanzo. Ingegnoso, ben
scritto, ottimamente argomentato. Una storia affascinante destinata
ad appassionare e ad incuriosire. Un emozione nuova per il lettore
che in essa vivrà un avventura degna di essere ricordata.
L'ho
letto tutto d'un fiato. Quando lo lasciavo non vedevo l'ora di
riprenderlo e una volta finito ne ho sentito la mancanza.
Autrice
bravissima, romanzo consigliato a tutti. Irrinunciabile. Da non
perdere.
Marco
Solferini.
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