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Il
mistero della Loggia perduta
Autore:
Matteo Bortolotti
Genere:
giallo, mistero, avventura.
Matteo
Bortolotti è un giovane scrittore di gialli che vive a Bologna e nel
tempo libero si dedica all'attività di “ghost detective” per
conto del Commissario Abate che, segretamente affetto dal morbo di
Alzheimer, per non vedersi compromessa la carriera si avvale di
questo insospettabile collaboratore.
Nella
sua attività di indagine, Matteo intreccia rapporti con il
sovrintendente della polizia scientifica ed il magistrato “ex quasi
suocero” del Bortolotti, ma sopratutto con ambienti decisamente
poco convenzionali che sembrano proiettare l'avventura nel mystero.
Un
“ghost detective” dell'impossibile chiamato a destreggiarsi fra
la deduzione logica figlia di Conan Doyle e la nozionistica storico
archeologica del più celebre personaggio a fumetti di casa Bonelli a
firma Alfredo Castelli.
La
morte del maggiordomo Forzeschi è un enigma nel mistero. Chi ha
ucciso uno dei più alti gradi della Massoneria di Bologna e a quale
scopo?
Possibile
che lo stesso uomo sia stato assassinato tre volte nella stessa
notte?
E
quale sconcertante segreto si cela dietro l'indagine che lui e
l'altro confratello che risponde al nome di Professor Coroni stavano
conducendo sulla mitica “Loggia dei morti” ed il suo inestimabile
tesoro ancora oggi nascosto?
Interrogativi
carichi di suspense che in circa 160 pagine troveranno le loro
risposte. In quella che a tutti gli effetti è un indagine a 360
gradi ambientata nella protagonista indiscussa della narrazione:
Bologna centro storico.
Statue,
chiese, piazze, strade e viuzze della più celebre città medioevale
d'Italia, dove l'antichità spesso si fonde con l'esoterismo e il
mito con il mistero.
Bortolotti
si destreggia fra un esclamazione omaggio al grande Schulz dei
Peanuts e numerose scene tratte dal must degli “action movie”
anni 90, fino alla giga finale che solo l'ultimo boyscout potrebbe
impersonare alla perfezione.
Romanzo
molto ben definito e correttamente inquadrato. L'Autore da il meglio
di sé nella focalizzazione della scena attraverso i dialoghi, che
cercano anche di caratterizzare i personaggi dandogli uno spessore
fungibile alla narrazione.
Evidentemente
rivolto ad un pubblico Bolognese, il risultato finale rifiuta le più
note blandizie dei luoghi comuni e restituisce alla città un indole
realista tarata sul significato storico dei suoi luoghi, evitando
saggiamente i paragoni con l'attualità, cui spesso il capoluogo
emiliano è oggetto da parte delle giovani firme.
L'ambientazione
è cordiale e creativamente estroversa, a tratti meno romanzata e più
tipica di una cultura dello spettacolo il cui protagonismo spazia
dalla malinconia riflessiva di Guccini fino al prototipo della
“balotta” di amici e compagni di avventure del Ligabue.
Una
Bolognesità che l'Autore riesce ad esprimere in quel suo moto
perpetuo di esistenzialismo tale per cui i vecchi giovani emiliani
non hanno fretta di crescere. E si tengono stretti i loro sogni da
bambino, perchè rappresentano il dna della verità ben oltre la
ricerca cui, nella crescita, l'uomo a volte si smarrisce.
L'argomento
Massonico è anche uno spunto per puntare l'indice su di una città
che conosce profondamente il fenomeno della Massoneria, pesantemente
radicato nella storia dei secoli, fin dalle antiche corporazioni del
commercio per poi arrivare ai giorni nostri. Con i suoi pro e i
contro.
L'Autore,
in alcuni tratti del romanzo assume una posizione a difesa della
libera associazione, condannando l'ipocrisia di fondo di quanti
vorrebbero fare di tutta l'erba un fascio e sposando l'etica non
rivoluzionaria e come tale anti sovversiva, dell'appartenenza
massonica, a suo dire oggetto di plurime accuse ai limiti della
persecuzione.
Tuttavia,
non lesina un sentimento critico nel momento in cui ammette che
l'ingresso nel mondo massonico a volte è un espediente meno
teologico e più rudimentale per far carriera. Un manualistico
intervento per migliorare la propria condizione in omaggio al
servilismo arrivista e all'ambizione di carriera. Fattispecie queste,
che non vengono debitamente osteggiate all'atto di consentire
l'ingresso delle nuove leve e che finiscono per essere uno svantaggio
in termini di cattiva pubblicità per l'etica posta alla base del
messaggio di conoscenza e apprendimento massonico.
L'Autore
critica la devianza e la stortura cui soggiace il principio, sulla
falsa riga del quale costruisce il ruolo dei cattivi di turno che in
effetti ripudiano, dopo averlo usato, tanto l'ambito, quanto la
coscienza massonica. Posizione indubbiamente abile che si rivela
anche di successo nel momento in cui il lettore viene dapprima
istruito e poi avvicinato al momento clou dove la tensione narrativa
si rivela nell'esplicazione della verità.
“Il
mistero della Loggia perduta” è un intrigante giallo ambientato in
una medioevale ed esoterica Bologna, dove lo scrittore Bortolotti è
chiamato a risolvere l'enigma dell'uccisione di un alto grado della
Massoneria che aprirà ad una corsa contro il tempo per trovare e
scoprire la misteriosa “Loggia dei morti” che solo nel giorno di
San Giovanni Battista e a mezzogiorno in punto può essere rivelata.
Consigliato
(sopratutto ai Bolognesi amanti della mysteriosa bellezza del Centro
Storico)
Marco
Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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