Ritual
Autore: Mo Hayder
Genere: Thriller
“Ritual” è un trhiller ambientato in una Bristol oscura e
anticonformista, ricca di dettagli che nascondono la verità.
E' la storia di un indagine che comincia con il macabro
ritrovamento di una mano mozzata, nelle torbide acque del porto, dove sembra
dormire una realtà parallela alla vita di tutti i giorni; una realtà che ha
covato, nel tempo, un profondo spirito di coabitazione con un
malefico istinto primordiale dell'uomo.
Il sergente Phoebe “Flea” Marley è un giovane agente
specializzato in ricerche subacquee che si porta alle spalle un passato
difficile, devastato da un dramma che ha lasciato profonde ferite e
interrogativi che le impediscono di avere una vita comune, senza strascichi di
dolore e incomprensione.
E' affiancata nell'indagine dal detective Jack Caffery,
l'uomo risoluto e cinico, autodistruttivo, senza pace, un paradosso di crisi
esistenziale ed egocentrismo che sembra destinato ad una ricerca senza tempo: la
condanna per avere anch'egli un segreto nel suo passato, una colpa da cui non
riesce a sganciarsi.
E' profonda la vena descrittiva che l'Autrice segna, pagina
dopo pagina, per caratterizzare i suoi personaggi e raccontare al lettore le
storie di una vita che nel passato, trova ben più di una legittimazione alle
azioni e ai dubbi del presente.
C'è un sistematico sviluppo dell'ambientazione che, simile
a delle telecamere in movimento, conducono dapprima lentamente, ma in un
crescendo di coinvolgimento e partecipazione emotiva, alla definizione degli
ambienti e alla scoperta, in prima persona, di un indagine che porta dove
l'incubo ha avuto inizio: la ritualità.
Nel testo si sviluppa il dramma di una religione basata
sulla magia, il “muti” un prassi barbara e disumanizzante perchè basata su
rituali fatti con la “carne” e con il “sangue”.
E' una credenza che viene dall'Africa, dal tempo remoto.
Gli uomini che la praticano oltrepassano il confine che definisce la civiltà.
Quel che resta è il massacro della pietà all'altare della credenza.
Ambienti atroci, scene crude, destini al singhiozzo, fra la
follia e la mutilazione.
Sullo sfondo, il dramma della droga che come una megera
infame non abbandona coloro che nel suo grembo trovano riparo, e ha tanti nomi e
molte vesti, nel romanzo come nella vita.
La droga è la polvere bianca, la sostanza che, iniettata,
porta alla falsa sonnolenza della ragione, ma anche “l'uomo che cammina” e che
indica la via al detective Caffery o “l'ibogaina” che porterà Flea a
confrontarsi con il suo passato dimenticato, con la memoria che solo dove
riposano i morti può conciliare le risposte alle domande più
innominate.
Tutto questo si sviluppa in un turbinio di azione,
indagine, sospetti, efferati omicidi e drammi esistenziali.
Un avvincente storia. Una narrazione dalle tonalità dark, certamente
coinvolgente, degno di una lettura lunga e approfondita, per una prepotente dose
di adrenalina.
“Ritual”, è un romanzo in grado di appassionare ed
insegnare che c'è sempre un disegno, anche laddove il fato stesso sembra non
riconoscerlo e il destino, per quanto brutale, ha qualcosa in serbo per tutti
noi, ovunque e in ogni caso.
Marco Solferini
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